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Autore: HermLOL    01/07/2014    0 recensioni
E chi avrebbe potuto dimenticare quel momento in cui lei squarciava a morsi il collo del suo avversario? In fondo quell'immagine si era scavata un solco profondo a forma di morso nelle menti di tutti. Compresa la sua.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Enobaria
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Enobaria si guardò allo specchio del bagno: il giorno dopo sarebbe entrata nell'Arena. Per la seconda volta.

<<Sono passati.. quanti?>>

Sibilò contando mentalmente e fissando il proprio riflesso come se fosse un nemico da attaccare.

<<Tredici anni.>>

Tredici anni esatti dalla sua plateale e indimenticabile vittoria che intaccava ancora i ricordi di tutta Panem. E chi avrebbe potuto dimenticare quel momento in cui lei squarciava a morsi il collo del suo avversario? In fondo quell'immagine si era scavata un solco profondo a forma di morso nelle menti di tutti. Compresa la sua.
Scoprì i denti affilati e ridusse gli occhi a due fessure così da vedere solo l'iride e la pupilla, fusi in un inquietante miscuglio bruno.
Non provava rimorso per quello che aveva fatto: se qualcosa o qualcuno minacciava di minare la sua sicurezza allora andava eliminato. Punto.
Non c'era spazio per sentimenti come il rimorso o la pietà nel suo cuore, proprio come non ce n'era nel mondo in cui viveva.
Questo l'aveva imparato fin da bambina.
Non aveva mai giocato, lei. I genitori l'avevano buttata nell'arena prima ancora che il suo nome fosse estraibile durante la Mietitura.
Prima che iniziasse a camminare le avevano dato un coltello e prima che iniziasse a parlare le avevano insegnato la lotta corpo a corpo.
Lei era cresciuta con la convinzione di essere nata per l'Arena, perché era una favorita e quella era la sua missione: andare nell'arena, uccidere chiunque prima di essere uccisa e tornare a casa vincitrice.
All'epoca si era offerta volontaria: non l'aveva fatto per brama di gloria, desiderio di onore o chissà quale altra sciocchezza.
No, si era offerta volontaria per dimostrare che non viveva invano, che era pericolosa e che poteva nuocere a chiunque. CHIUNQUE.
Senza distinzione di residenza: che fossero abitanti dei distretti o di Capitol City.
Aveva ribadito il concetto anche dopo la vittoria, facendosi limare i denti per renderli ancora più appuntiti, letali e impressionanti.
Per tutti quegli anni aveva giocato con le fragili e sciocche menti degli abitanti di Panem, soprattutto quelli di Capitol City, che la vedevano come un mito.
Durante i Tour della vittoria e le cerimonie alle quali partecipava si dilettava nel simulare ruggiti di fronte alle telecamere o alle folle che gridavano il suo nome. La faceva sentire potente e invincibile, ma soprattutto lanciava un silenzioso messaggio a Capitol City senza che quelle teste vuote piene di colori e lustrini se ne accorgessero. Il messaggio era: "Io sono pericolosa. E farò di tutto perché voi possiate provarlo sulla vostra pelle".
Rilassò il viso, raddrizzando le spalle e chiudendo gli occhi per una frazione di secondo -il tempo di un respiro.
Chiuse il rubinetto e alzò un sopracciglio, aggrappandosi ai bordi del lavabo con gli occhi fissi nei propri allo specchio.
Si godette il totale silenzio per qualche attimo, poi lo ruppe sibilando chiaramente tra i denti:

<<Enobaria sta tornando. Ed è ancora più incazzata di prima.>>
   
 
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