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Autore: Ale24    01/07/2014    0 recensioni
Allora dov’è questo famoso cavaliere? Sono curiosissimo di conoscere il fortunato ladro del tuo cuore; ma devo confessarti che non parto senza pregiudizi, solo uno scemo lascerebbe una ragazza tanto carina sola con tutti questi vecchiacci ad aspettarlo tutto il giorno.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Un attimo di attenzione per favore il testimone dello sposo avrebbe qualcosa da dire: Pietro sei il mio migliore amico dalle elementari e solo noi e tua madre sappiamo quante scemenze abbiamo fatto, non riesco a descriverti la mia felicità oggi nel vederti accanto a Caterina, lo hai sopportato già tanti anni e ora avete fatto il passo più importante: poveri folli!
La sala scoppiò in una risata e Michele andò avanti col suo discorso, bevvi un sorso di champagne dal mio calice e uscii nel cortile.
Sapevo cosa sarebbe seguito, lo splendido video in cui gli sposi ripercorrevano la loro storia nei loro luoghi simbolo, una favola che si avviava a continuare dopo ben 10 anni di fidanzamento e le promesse di quella mattina.
Ormai il sole era tramontato dietro le colline e stava giocando a colorare il cielo e le nuvole di fantastici colori nel cielo estivo. 
Del mio cavaliere nemmeno l’ombra.
Era stato Michele a chiedermelo ed erano rimasti tutti sorpresi quando all’ultima prova del matrimonio avevo detto che sarei stata accompagnata alla cerimonia; quando alla fine della cerimonia non era ancora arrivato Michi non aveva mancato di farmelo notare, quasi soddisfatto di essere un punto in vantaggio nel nostro gioco a tirarci frecciatine velenose. Il gioco era iniziato al liceo, d'altronde eravamo tutti compagni di classe:  Michele, Pietro e Filippo, i tornadi della classe, Caterina, che con Pietro neanche a dire erano stati soprannominati “gli inseparabili”, Alessandra, la prima della classe ed ora prima damigella, Debora, terza damigella e la più simpatica e socievole del gruppo ed io, seconda damigella che il mio ruolo ancora adesso non ho ben chiaro quale sia; ma il gioco aveva perso un po’ di pepe da quella primavera da quando Michele ed io avevamo preso a parlare di più nel tentativo comune di aiutare la coppia di sposini, dopo tutto quel tempo passato a collaborare era difficile vederlo al tavolo dei testimoni seduto accanto a Debora.
Poco contava, il mio cavaliere non sarebbe arrivato.. 

Scommetto che quei vecchiacci hanno fatto a gara per avere un ballo con le damigelle, vero?
Abbandonai il panorama delle colline per uno decisamente migliore: Michele appena abbronzato e con i capelli neri scompigliati in smoking era un sogno.
Allora dov’è questo famoso cavaliere? Sono curiosissimo di conoscere il fortunato ladro del tuo cuore; ma devo confessarti che non parto senza pregiudizi, non guardarmi così Vale solo uno scemo lascerebbe una ragazza tanto carina sola con tutti questi vecchiacci ad aspettarlo tutto il giorno.
 Si appoggiò al muretto a secco accanto a me e piazzò uno di quei sorrisi da perderci la testa voltandosi a guardare il panorama senza accorgersi che il mio cuore aveva saltato un battito.
Si è fatto aspettare tutto il giorno, ma finalmente è arrivato. 
Mi guardò stupito, non si aspettava più che questo misterioso cavaliere arrivasse, si voltò e cercarlo dietro di sé nel cortile ma non vide nessuno, confuso tornò con lo sguardo verso di me, tutto corrucciato come se gli avessi detto una bugia, come se avessi avuto una visione di una persona che chiaramente non c’era.. poi si accorse che non stavo guardando dietro di lui, era lui che stavo guardando. Stupito aprì la bocca ma non ne uscì niente, non una parola, non un suono; mi guardava e non riusciva a dire nulla, un ti amo, un ti odio, un hai frainteso.. già avevo frainteso… 
Non deve arrivare nessun cavaliere, sei stato tu sin dall’inizio,pensavo l’avessi capito, invece.. Beh ti prego dimmi qualcosa.. o magari ridi, ridi come fai tu, come a dire che questo è stato proprio un bello scherzo e riderò anch’io, lo prometto, riderò e dirò che ci sei quasi cascato e poi tornerà tutto come prima se è quello che vuoi, e torniamo dentro proprio per il taglio della torta e tutto il resto, ma.. non voglio perderti, quindi giuro va bene qualunque cosa, ma non lasciarmi così con questo ridicolo vestito pastello ad aspettare una cosa qualunque perché mi sta uccidendo!
 Sorrise, fece un passo avanti e mi diede un bacio sulla punta del naso. Sentii gli occhi diventare lucidi mentre faceva un passo indietro, inclinò la testa leggermente e mi guardò di nuovo, sorrisi ricordando quando lo aiutai a girare il filmino di prova per le nozze di Pietro e Caterina: dovevamo fingere di baciarci, ero stata sul punto di baciarlo davvero, ma all’ultimo la paura mi aveva detto di no, avevo baciato la punta del suo naso e lui aveva sorriso continuando ad abbracciarmi stretto, quante volte me ne era già pentita..
Sorridendo mi mise a posto una ciocca di capelli dietro l’orecchio: Capisci come mi sono sentito quel giorno? 
Lo guardai incredula e felice: Uno scemo! 

Scoppiammo a ridere e accorciò nuovamente le distanze tra i nostri corpi, era così vicino che riuscivo a sentire il profumo del suo dopobarba, le sue mani scorsero intorno ai miei fianchi facendo correre per tutta la schiena un brivido mentre appoggiò la fronte sulla mia.
Stai tremando sussurrò a pochi centimetri dalle mie labbra Posso baciarti? 
No risposi sicura facendolo ridere allontanandomi dal suo viso per poterlo vedere meglio.
Perché? Domandò sollevando il mio mento e sfiorandomi leggermente il labbro inferiore con il pollice, facendomi perdendomi nei suoi occhi neri; non risposi alla domanda ed annullai definitivamente la distanza tra di noi unendo le mie labbra alle sue inebriandomi di quel sapore di sigarette e champagne. 
Hai capito perché? Dissi allontanandomi incredula e soddisfatta per quello che avevo appena fatto.
Temo che dovrai spiegarmelo. Rispose con un mezzo sorriso, il gioco delle frecciatine era decisamente a suo vantaggio. 
Mi sforzai di fingermi arrabbiata rispondendogli: Perché non c’è nessun altro cavaliere e devi smettere di fare domande di cui sai la risposta. 
Cercai di nuovo le sue labbra ma questa volta fu lui ad allontanarsi un po’: E.. disse mentre le nostre fronti si toccavano ed il suo respiro mi faceva il solletico. Eh.. cercai di continuare la frase senza sapere dove volesse andare a parare. 
E ti amo. Esordì lasciandomi di stucco mentre le sue labbra si posarono leggere sulle mie, quasi limitandosi a sfiorarle, dapprima. Poi, dopo svariati secondi, riuscii a capire cos’era successo e lasciai che la lingua potesse insinuarsi tra le labbra appena dischiuse. 




  
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