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Autore: Occhi Di Stella    01/07/2014    4 recensioni
Il ritorno di Damon. Un Damon però umano con ricordi ed emozioni umane.
Dalla storia:
"Io penso che l’inferno non sia altro che una realtà che non ci piace, nella quale siamo condannati a vivere.
Costretti ad accettarla o a soccombervi.
Damon mi guarda ma non mi vede.
Questa, è la mia realtà."
Genere: Angst, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NB: Questa storia prende ispirazione da una riflessione proposta dalla mia pagina facebook preferita della quale metto volentieri il link: https://www.facebook.com/ItsGonnaBeDamon/photos/a.295455213910651.84435.295388780583961/525244494265054/?type=1
 
                                                                                 Non avessi sperato in te
 
Non avessi sperato in te
e nel fatto che non sei un poeta
di solo amore
tu che continui a dirmi
che verrai domani
e non capisci che per me
il domani è già passato.
 [ Alda Merini ]

 
 
Dicono che la resurrezione sia la terra delle seconde occasioni.
Chi crede nella resurrezione non ha paura di morire, perché la morte è solo un passaggio necessario per una vita migliore. Un ricongiungimento con sé stessi.
La fenice è l’animale che la incarna.
Essa muore per poi risorgere dalle proprie ceneri.
 
Rinascere dai propri brandelli di anima.
Reinventarsi completamente.
In quanti possono affermare di riuscirci?
 
Eppure quando ti parlano di resurrezione non ti dicono mai che per risorgere devi prima passare qualche giorno all’Inferno.
 
Ma l’Inferno è relativo.
C’è un Inferno per ognuno di noi, personale. Cambia per ciascuno. Si nutre avidamente di paure, dubbi e perdite di ciascuno.
 
Io penso che l’inferno non sia altro che una realtà che non ci piace, nella quale siamo condannati a vivere.
Costretti ad accettarla o a soccombervi.
 
Damon mi guarda ma non mi vede.
Questa, è la mia realtà.
 
Una risurrezione comporta sempre un cambiamento.
E io posso affermarlo più di chiunque altro.
Il fatto che Damon sia risorto e che io sia risorta al contempo una volta che io miei occhi si sono posati su di lui, non esclude questo.
 
Damon ora respira come respiravo io prima della trasformazione.
A me ora sembra di non respirare più.
Damon ora è umano nel modo più umano che possa esistere.
Lo vedo nello sguardo innocente di una persona che non ricorda l’ultimo secolo della sua vita.
Lo vedo nelle gote rosse e nella sua bocca piena di una risata.
Lo vedo nel modo dolce,paziente e protettivo con cui si rivolge a suo fratello. Un fratello che ancora non ha mai odiato, mai perso, mai fatto soffrire , mai salvato.
Lo sento dal suo cuore che accellera ogni volta che mi vede .
I suoi occhi che brillano di una luce fanciullesca e nelle sue labbra che si schiudono per pronunciare un solo nome.
Katherine, Katherine, Katherine.
 
Hanno cercato tutti di spiegare a Damon cosa fosse successo e perché fosse praticamente in un’altra epoca, tuttavia nessuno è stato d’accordo di dissolvergli dalla mente quella assurda credenza  secondo la quale io fossi Katherine Pierce.
Colui che è stato più categorico è  stato Stefan, l’unico del quale Damon si ricordasse.
 
“ Non lo sopporterebbe.”
Ha detto.
 
“ Non lo sopporterei. “
Ho risposto.
Ma non ero io la sua  priorità.
Non questa volta.
 
Ricordo di averlo giurato a Damon, in un tempo  lontano che a fatica riesco a ricordare.
 
“ Io non sono Katherine.”
 
Eppure eccomi qua.
A fingermi Katherina Petrova pur di parlare con l’uomo che amo.
 
 
Damon non guarda Katherine come guarda Elena.
Il mio Damon mi guardava con quello sguardo che mi scavava l’anima, pronto a raccogliere qualsiasi emozione riuscissi a sprigionare.
Si nutriva della mia essenza. Respirava della mia aria e viveva del mio cuore.
 
Questo Damon, il Damon di Katherine, mi guarda come un ragazzino guarda ciò che crede essere l’amore della sua vita.
Mi guarda con divinazione  e rispetto, quasi temesse che alla prima parola sbagliata potessi andarmene.
 
Questo Damon non fa battute pungenti piene di sarcasmo, ma ride delle cose più ovvie e poi abbassa la testa vergognandosene.
Questo Damon è così incredibilmente umano che quasi mi ricordo cosa significhi esserlo.
 
E non avessi sperato in te , Damon, quando mi hai detto che saresti ritornato.
 
Perché ogni risurrezione comporta un cambiamento.
E tu sei cambiato e io devo cambiare.
 
E non avessi sperato in te quando mi hai detto che mi saresti piaciuto nel 1864.
Perché sì. Mi piaci.
Mi piacerai sempre, in ogni ogni epoca e universo e dimensione.
 
E non avessi sperato in te quando ti ho detto che non sarei mai diventata Lei .
 
 
Perché se tu risorgi , io risorgo.
E se tu sei all’inferno io verrò all’inferno.
 
Se tu ora sei il Damon del 1864, io sarò la tua Katherine. 
  
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