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Autore: Mia    04/01/2005    2 recensioni
I nostri eroi affronteranno una nuova battaglia: una battaglia contro sé stessi...
Genere: Romantico, Triste, Malinconico, Drammatico, Avventura, Fantasy, Sovrannaturale, Mistero, Suspence, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Questi personaggi non mi appartengono; questa storia è stata scritta senza alcun fine di lucro.

La Conoscenza

 

Capitolo I

 

La pace sulla Terra era finalmente tornata.

La si poteva sentire nell’aria, nell’acqua, nella terra tanto evidente era il cambiamento avvenuto.

Dopo lo scontro titanico con il Signore del Mare, Poseidone, tutto sulla Terra era tornato alla normalità.

Il Grande Tempio era ormai un luogo di pace dove i cavalieri d’oro vivevano senza più la preoccupazione di dover combattere e morire per Atena e la pace.

Il Grande Tempio aveva un nuovo Gran Sacerdote: il Grande Mur, cavaliere dell’Ariete aveva preso il posto di Arles sul trono del Sacerdote di Atena.

Al posto dei cavalieri d’oro morti in battaglia ne erano giunti altri: la maggior parte dei quali erano anche i cavalieri dello zodiaco.

Al posto del cavaliere di Gemini regnava ora Phoenix sulla Terza Casa dello Zodiaco.

Sulla Quarta Casa, la Casa di Cancer, regnava un nuovo cavalieri scelto da Mur.

Invece sulla Nona, Decima, Undicesima e Dodicesima Casa regnavano rispettivamente Pegasus come cavaliere di Sagitter, Sirio come cavaliere di Capricorn, Cristal come cavaliere di Acquarius ed Andromeda come cavaliere di Fish.

Atena sovrintendeva all’andamento del Grande Tempio con saggezza e giustizia: virtù che le erano proprie essendo Dea dell’intelligenza, della saggezza e della giustizia, oltre che della guerra.

I cavalieri d’oro ridevano e scherzavano come normali ragazzi e non pensavano minimamente alla possibilità di una nuova minaccia…

 

***

Un giorno al Grande Tempio giunse un forestiero.

Era vestito di stracci alla testa ai piedi ed il suo volto era celato dietro ad un cappuccio.

L’uomo chiese udienza al Gran Sacerdote e Mur gliela concesse volentieri.

-Parla forestiero. Dimmi pure che cosa cerchi qui al Grande Tempio di Atena.-

Il misterioso visitatore non parlò subito, ma attese qualche istante.

Quando parlò la sua voce era calda e giovane e dal timbro potente anche se sembrava che il suo proprietario la smorzasse.

-Io sono venuto qui per chiedere ospitalità alla Dea Atena. Dicono che sia la Dea della giustizia: se davvero così è, per giustizia, non può negare ad un povero mendicante ospitalità nel suo Tempio; anche solo per un giorno, io mi accontenterò.-

Il Gran Sacerdote fissò l’uomo che gli stava di fronte.

“Qualche cosa in lui non mi convince, ma non saprei dire che cosa…” pensò.

-Esiti Gran Sacerdote? Sono dunque solo menzogne le voci che descrivevano la Dea Atena come Dea di giustizia e di pace se Ella poi rifiuta ospitalità ad un viandante stanco che non chiede altro se non di potersi ritemprare nel suo Tempio?-

Mur si irrigidì: -La Dea Atena è Dea di giustizia, forestiero, ed è bestemmia insultare il Suo nome nel Suo Stesso Tempio. Se è ospitalità che cerchi, l’hai trovata nella Sua casa.-

-Grazie Grande Sacerdote: ma ora avrei un’ultima cosa da chiederti.-

-Di ché si tratta?-

-In quale luogo della Sacra Casa della Dea potrò essere alloggiato?-

-Chiedi ai cavalieri d’oro: nessuno di loro ti negherà l’ospitalità che la Dea ti ha concesso.-

Quando Mur ebbe finito di parlare, il forestiero fece un breve inchino ed uscì dalla sala del Gran Sacerdote.

Mentre lo guardava andar via, Mur continuava a riflettere.

Quell’uomo non lo convinceva: non sembrava una persona comune, ma nessun cosmo aveva avvertito quando parlava con lui.

“Che mi sia sbagliato? – si chiedeva – Che sia stata solo una mia impressione? Dopo così tanti anni di guerra forse sono diventato troppo diffidente nei confronti delle persone.”

Con questo ultimo pensiero Mur continuò la sua attività di Gran Sacerdote di Atena.

 

***

Il forestiero stava scendendo le scale che, dalla sala del Gran Sacerdote, portavano alle Dodici Case dei cavalieri d’oro.

Aveva oltrepassato la Dodicesima, l’Undicesima, la Decima e la Nona ed ora stava per oltrepassare anche l’Ottava.

Continuò a scendere la scalinata fino a che non giunse davanti alla Sesta Casa, la Casa di Virgo.

Qui si fermò ed osservò la grande scritta che sovrastava la colonne ed i capitelli dorici, poi il suo sguardo si posò sulle enormi statue che stavano ai due lati dell’ingresso.

Dopo aver osservato attentamente l’esterno della Sesta Casa vi entrò.

Il suo passo era deciso ed in poco tempo arrivò davanti al cavaliere di Virgo.

Questi era in meditazione: il suo corpo fluttuava ad alcuni centimetri da terra ed i suoi capelli aurei erano mossi da una leggera brezza che entrava attraverso le colonne.

Il forestiero gli si mise davanti e poi disse: -Cavaliere di Virgo, esci dal tuo stato di meditazione. Un’importante richiesta ho da farti.-

Il cavaliere non disse nulla, ma molto lentamente il suo corpo si riavvicinò a terra.

Allora il cavaliere di Virgo si rialzò e chiese: -Chi sei tu forestiero? E cosa cerchi nella casa di Virgo.-

-Solo te Virgo: l’uomo più vicino ad Atena. Io conosco il motivo di tale attributo e desidero perciò che tu mi lasci entrare…-

Virgo indietreggiò: -Ma tu chi sei veramente?-

-Questo non ha importanza, ma io desidero scendere nell’Ade e tu, in veste di suo Guardiano sei l’unico che possa esaudire questo mio desiderio.-

Virgo si irrigidì: -Questo non è possibile? Solo coloro che sono morti possono scendere nel Regno dell’eterno Buio e tu morto non lo sei.-

Lo sconosciuto sogghignò e disse: -Io ti ho domandato il permesso Virgo, ma ciò non significa che un tuo rifiuto possa impedirmi di fare ciò che mi ero prefissato.-

Detto questo lo sconosciuto, con una velocità incredibile, fu dietro Virgo e penetrò nel Regno dell’eterno Buio attraverso la sua schiena.

Il cavaliere della Sesta Casa non ebbe nemmeno il tempo di capire che cosa fosse successo che il forestiero era scomparso nell’Ade.

Virgo era senza parole: nessuno era mai riuscito in una simile impresa e pochi fra coloro che erano scesi nell’Ade, così da vivi come da morti, erano tornati indietro.

“Ma chi era quel forestiero?” si chiese Virgo quando ebbe ritrovato la parola.

Non lo sapeva ancora, ma presto lo avrebbe scoperto.

  
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