Ecco lo sapevo quell’insulsa nigen l’ha rifatto di nuovo.

Pensai, mentre mi chinavo a prendere un bicchiere rotto a terra, intanto sentivo lo scalpitio dei suoi piedi nudi corre per casa.

Le dissi, mentre buttavo quei cocci di vetro nella pattumiera, intanto la sentivo ch’era vicina a me.

Sentivo quell’odore nauseante di caramelle, mi voltai e la vidi sorridere.

Sospirai, mentre mi dirigevo nel mio studio.

Sussurrai, mentre afferravo un libro dalla mia libreria, intanto con la coda dell’occhio vedevo la bambina sedersi sul divano ad osservarmi.

Non ho mai potuto sopportare che qualcuno, specialmente un ningen, mi osservasse.

Sospirai, mentre mi accomodavo, intanto lei mi fissava.

Era ferma lì a guardarmi, per la seconda volta mi sentii a disagio con lei.

Le domandai, intanto avevo aperto il libro e cominciavo a sfogliarlo, quando mi trovai a pensare.

Alzai lo sguardo, quando non la vidi più seduta lì, dov’era sparita?

Ma il suo profumo mi giunse più forte, abbassai lo sguardo verso i miei piedi e la trovai lì a guardarmi, ma con il ditino indicava il mio libro.

Lei continuava imperterrita ad indicare, quando dissi.

Vidi i suoi occhi illuminarsi e annuire, allargò le sue labbra rosse in grosso sorriso.

Sì, voleva sapere cosa stessi leggendo.

Dissi, mentre riprendevo a leggere, quando mi sentii tirare per il pantalone, scostai lo sguardo dalle pagine e tornai a fissarla.

Aveva corrucciato le labbra, in segno di stizza…voleva sapere cosa stessi leggendo.

Sospirai e cominciai a leggerle i primi capitoli, ma di tanto la osservavo, mi guardava.

Aveva la bocca leggermente spalancata, pendeva dalle mie labbra.

Continuai e continuai, fino a che non venne sera.

Sentivo gli occhi leggermente stanchi, chiusi il libro esclamando.

Voltai il capo e la vidi a terra che dormiva raggomitolata su se stessa, mi sentì pervadere da uno strano senso di protezione.

Mi alzai, mi chinai su di lei e la presi in braccio, era davvero leggera.

D’un tratto si strinse di più a me, afferrando con le manine la mia camicia.

Mi trovai a sorridere, mentre la portavo a letto…nel mio letto.

La poggiai su di esso, così grande per un piccolo scricciolo, la coprii con il piumone.

Le accarezzai il capo bruno e la lasciai dormire.

Uscii da lì, ma d’un tratto il telefono squillò.

Repressi un ringhio, quando sentii la voce di quell’essere irritante.

Lo sentii ridere, si burlava di me, ma d’un tratto gli dissi con un sorriso beffardo.

Chiusi la telefonata, ma riuscì di sentirlo dire.

Sì, era in dolce attesa.

Poggiai il ricevitore, mentre mi diressi verso la finestra dove aveva ricominciato a nevicare.

Cominciai a pensare che dopotutto la vita che sto conducendo adesso non era male.

Sorrisi, mentre scuotevo il capo.

Mi voltai e mi diressi nella mia camera dove mi sarei coricato accanto a mia figlia.

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Ringrazio anche chi solo legge ^^.