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Autore: Dark_S97    02/07/2014    1 recensioni
Questa storia è una raccolta di one-shot sul personaggio di Finnick Odair. I capitoli saranno raccontati in prima persona e riguarderanno fatti importanti della sua vita e anche momenti di vita quotidiana.
Spero che la storia vi piaccia!
N.B. I capitoli dal 3 al 13 fanno parte della storia sugli Hunger Games di Finnick, divisa in questo modo per questioni di lunghezza e tempi di aggiornamento.
1. Primo incontro
2. Dodici anni
3. Frammenti di vita
4. Goodbye, district 4
5. First day in the Capitol
6. Sessioni di addestramento
7. L'intervista
8-11. L'arena
12. The victor
13. Somebody else
14. Back under the stars, back into your arms.
15. Shivers.
16. The Victory Tour.
17-18. Mentore.
19. Buon sedicesimo compleanno, caro Finnick Odair!
20. I remember when we kissed, I still feel it on my lips.
21. I'll carry your world.
22. Sides of the same coin.
23. The beatiful and damned.
24. The 70th Reaping.
25. Annie and The Capitol.
26-27. The 70th Hunger Games.
28. Fix you.
29. Every revolution begins with a spark.
30. The Quarter Quell.
31. Forever.
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Annie Cresta, Finnick Odair
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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5555 Il giorno della Mietitura è arrivato. È impressionante vedere che quest'anno i Tributi che possono essere estratti sono solo poco più di una decina. Tra cui Mags, Annie e me. Ma indipendentemente da chi verrà estratto, le cose non possono che finire male. L'hovercraft preleverà Katniss e gli altri direttamente dall'arena. Comunque vada, è importante che lei sopravviva; perciò chiunque altro potrebbe morire eccetto che lei.
Almeno so che Annie non finirà nell'arena.

"Finnick, so che ami Annie più di quanto ami il resto del mondo messo insieme."
"È vero." Guardai quegli occhi vividi e capii cosa stava per dirmi.
"Io sono vecchia ormai. Non ho nient'altro da perdere che voi due. Non mi resta comunque molto da vivere. E in questo esatto momento la cosa più grande che posso fare per te e per Annie è offrire la mia vita nel caso Annie venga estratta."
"Mags, è un gesto molto nobile. Davvero non so cosa dire."
Mi sentii in colpa. Davvero avevo dovuto fare una scelta tra le due donne della mia vita? E davvero avevo scelto che amavo una più dell'altra, seppur in modo diverso? Era vero che mi ero ritrovato spesso a pensare a cosa avrei fatto se Mags fosse morta, ma aspettarsi una cosa, non la rende più facile da accettare.
"Non farne parola con Annie, lei non lo accetterebbe mai. Comunque, sai bene che tu avresti fatto lo stesso."

Non è il patto più intelligente della storia, però è un qualcosa che mi fa venire i brividi se ci ripenso.
Kassidy Speel sale sul palco, con un sorriso più tirato del solito, se possibile. Dopo il discorso sui Giorni Bui, dice che visto che quella di quest'anno è un'edizione speciale dei Giochi, estrarrà prima il tributo maschio. I bigliettini, al contrario degli altri anni, non riempiono nemmeno tutto il fondo della boccia, facendola sembrare gigantesca. Kassidy ne pesca uno velocemente, come se anche lei volesse che tutta questa storia finisca in fretta.
Lo legge: "Finnick Odair."
Salgo sul palco senza dare la soddisfazione a Snow di farmi vedere vulnerabile.
Kassidy prende un foglietto dalla boccia delle signore: "Annie Cresta".
Annie riesce a fare qualche passo prima che Mags si offra volontaria. Sale sul palco appoggiandosi al bastone con passo malfermo.
La "fortuna" non è affatto a nostro favore. Snow deve aver truccato la Mietitura. Io sono l'esatto contrario di un Favorito in ambito comportamentale, mentre Annie o Mags sono solo strumenti per farmi andare a fondo.
Negli occhi di Kassidy, sotto le lunghissime e decoratissime ciglia finte, riesco a vedere delle lacrime. Non chiede l'applauso come al solito e dice che quest'anno a farci da mentore sarà solo Eric, il mentore di Annabelle, la mia compagna di Distretto durante i miei Giochi. Probabilmente anche la scelta del mentore è per farmi un colpo basso.
I Pacificatori quasi ci trascinano al Palazzo di Giustizia. Mi portano in una stanza simile a quella dei miei Hunger Games.
"Avete due minuti." annuncia uno dei Pacificatori quando Annie entra.
"Mi state lasciando da sola, Finn." dice Annie mentre si siede con una poltrona. Non è una domanda, ma un'affermazione gelida.
"Questi Giochi sono assurdi e non so se ci rivedremo, stavolta."
"Chi mi aiuterà a liberarmi dai demoni?"
"Te l'ho insegnato, Annie. So che sei forte abbastanza per farcela."
"Ti amo, Finnick. E sai cosa? Sono sicura che ci rivedremo."
"Ti amo anch'io, Annie."
Ci abbracciamo godendoci la sensazione.
Annie poi si stacca per togliersi la felpa.
"È giusto che la tenga tu." dice porgendomela.
La guardo un attimo e la riconosco: gliel'ho data più o meno quando avevo diciotto anni, dopo un appuntamento.
"Mi ero dimenticato di quella felpa! Grazie." sorrido.
Mi tolgo il maglioncino bianco che porto addosso per mettere la vecchia felpa. Lei indossa il mio maglione. Le va largo, ma le dona comunque.
Dopo che il Pacificatore ci dice che il nostro tempo è finito, assaporo le sue labbra (di Annie, non del Pacificatore!) con un bacio che mi fa sentire le farfalle nello stomaco, poi mi portano via Annie, di nuovo.
Acqua e sale bagnano i nostri volti. E non si tratta di mare.




***



Il pubblico di Capitol City ci dà un'accoglienza molto più calorosa degli altri anni, ma c'è qualcosa che stona. La stazione non è piena come al solito. Ricordo chiaramente che avevo sempre la sensazione che la folla alla stazione si estendesse fino all'orizzonte e forse anche oltre e che ci fossero così tante persone che sembrava che dovessero stare lì per l'eternità. Ora, invece, mentre i Tributi e chi li accompagna vengono scortati ai nuovi alloggi, costruiti appositamente per questa edizione, mi sembra che la gente si sposti con noi, i loro passi dare una colonna sonora completamente fuori luogo in questa situazione.
Come se non bastasse, Eveline non sarà la mia stilista quest'anno. È stata trasferita all'1, dove si dovrà prendere cura di Cashmere e Gloss, quei due fratelli che sembrano cagnolini della capitale.
La mia nuova stilista è una capitolina D.O.P. (denominazione di origine protetta). Quando la vedo, mi viene un colpo. Mi torna in mente quella notte, tra lenzuola di pizzo, false parole dolci e un segreto orribile.
Usa la scusa del vedere il mio fisico per farmi spogliare completamente. Per chiunque sarebbe una situazione imbarazzante, ma oramai chissenefrega?
Grazie a lei e alla sua perversione, mi ritrovo durante la Sfilata, ad indossare solo una rete intorno ai fianchi. È così che mi devo presentare a Katniss Everdeen, ma dopotutto può essere divertente metterla a disagio. Prendo da un fantino qualche zolletta di zucchero e me ne metto in bocca una mentre mi avvicino a Katniss, che è da sola ad accarezzare uno dei suoi cavalli. Le parlo col tono da seduttore che uso con quelle di Capitol City, mi lecco le labbra e tocco il colletto del suo vestito sfiorandole il collo, ma lei rimane a guardarmi con aria sprezzante nel suo costume che la fa sembrare quasi alla mia altezza, in fatto di bellezza. Qualunque altra ragazza si starebbe torturando per non saltarmi addosso, ma lei no e questo mi intriga un sacco. Avvicino le mie labbra fino a quando non sono a pochi centimetri dalle sue riuscendo a farla arrossire, perciò me ne vado soddisfatto, non senza averle lanciato una frecciatina su quanto il suo amore per Peeta sia sembrato finto.
Torno da Mags, mettendo da parte il mio lato seduttore.
"Cosa ti ha detto Katniss?" mi domanda.
"Oh, niente. Solo che non le piacciono le zollette e non ha segreti da confessarmi." dico fingendomi un po' deluso.
"Ti piace. Si vede."
"Ma solo perché non mi ha sbavato addosso!"
"Sarà." e poi cambiando argomento "Comunque non credo che questi Giochi saranno poi così spettacolari... La metà dei Tributi è messa peggio di me!"
Il commento non mi rallegra affatto, perciò non rispondo e mi limito ad aiutare Mags a salire sul carro.


***


Dopo un incontro con parte dei Tributi e Mentori coinvolti nel piano, Johanna viene nella mia stanza. Mi racconta del suo incontro con Katniss. Si è trovata in ascensore con lei e Peeta. Stava pensando già da un po' di togliersi l'orribile costume da albero, ma quello le è parso il momento giusto e, togliendoselo è rimasta con addosso solo le scarpe. Mentre Katniss cercava di nascondere l'imbarazzo, lei ha chiacchierato amabilmente con un Peeta chiaramente divertito.
"Non ho resistito, è così divertente mettere in imbarazzo quella ragazza!" esclama.
"Capisco..." rispondo ridacchiando.
Segue qualche attimo di silenzio che io rompo con questa frase: "Grazie per essere rimasta senza la promessa che ti avrei tolto i vestiti di dosso. A Mags piace andare a letto presto, così a volte devo passare le notti a fissare il soffitto senza nessuno con cui parlare."
"Per quanto l'idea di andare a letto col sex-symbol di Panem mi intrigasse, sono felice di essere qui comunque. Nel mio appartamento ci sono solo idioti!"
"Be', sei qui col tuo idiota preferito, no?" ribatto. Le dò un bacio sulla guancia.
Lei indietreggia con una faccia scandalizzata: "Non so la Everdeen, io! Non servono queste smancerie!"
Dal tono di voce non si direbbe che sta scherzando, ma mi toglie ogni dubbio quando mi abbraccia.
Dopo esserci staccati le domando: "Sai già cosa dirai all'intervista?"
"Ma certo! Insulterò questi Giochi, Capitol City e tutto ciò che vi ha a che fare! E tu? Spero che farai lo stesso!"
"Nah! Quella gente non merita il mio tempo. Scriverò una poesia per Annie."
"Puoi cominciare adesso visto che ti ho fregato il letto!" sogghigna Johanna mentre si infila sotto le coperte.
Prendo carta e penna. Le parole escono quasi da sole.
"Amore mio, pochi versi non basteranno
ad esprimere l'amore che provo per te.
Se i pensieri o le lame mi uccideranno,
il mio ultimo pensiero sarà sempre a te.
Non posso incolpare nessuno se non le stelle
e senza i tuoi occhi non mi bastano neanche quelle.
Se potessi cambiare la nostra cattiva stella perdendoti,
sarebbe peggio che vivere così ma avendoti.
Non riesco a credere che dopotutto tu abbia scelto me
e tu continui a chiederti perché IO abbia scelto te?
Sei bellissima da togliere il fiato e così forte,
da quando ti ho conosciuta mi si sono aperte tante porte.
Ti presterei i miei occhi per farti vedere ciò che vedo io
quando ti guardo
ma poi capiresti perché per te mi perdo e ardo.
Non sono mai stato santo o pio
ma per te getterei al vento quasi tutto ciò che è mio.
Nel caso, non l'avessi capito il mio mondo sei tu
che anche se mi odiassi, non riuscirei a non amarti più."



***



È l'ultima sera prima dell'inizio dei Giochi. Sto tornando in camera mentre ripasso a mente ogni dettaglio del piano. Il mio nuovo portafortuna, il fiammeggiante bracciale dorato che mi ha dato Haymitch luccica sul mio polso. Apro la porta della stanza trovandoci l'ultima persona che mi sarei aspettato di vedere: Eveline.
I suoi occhi color nocciola sono lucidi.
"Ciao, Finnick."
"Cosa ci fai qui?" le domando ostentando un sorriso.
"Sono venuta solo a dirti che quelli dell'1 e del 2 sono degli assatanati assetati di sangue e di non fidarti di loro."
"Quello era ovvio." continuo a guardarla con aria interrogativa. Sappiamo entrambi cosa è venuta a fare.
"...e sono venuta a salutarti. Plutarch Heavensbee mi ha accennato di un piano per portarvi nel Distretto 13... Spero che funzioni."
"Sembrerebbe che questo sia un addio." dico.
"Immagino di sì." la sua voce è rotta da un singhiozzo "Non avrei mai immaginato di doverti salutare per una seconda volta."
"Nemmeno io."
Ci abbracciamo. Le sue lacrime mi bagnano la maglietta.
"Scusami! Sono un disastro!" esclama singhiozzando.
"Non preoccuparti, mi hai fatto tanti di quei vestiti che dovrei farti da schiavo per cent'anni per ripagarti."
"Devo andare. È stato un piacere conoscerti, Finnick."
"Anche per me è stato un piacere conoscermi."
Eveline mi tira un buffetto e se ne va. E questo è l'unico addio sincero che abbia visto da quando sono arrivato a Capitol City.


***


Come sempre mi sbagliavo. Quello di Eveline non è stato l'unico addio sincero. Ho ancora la sensazione delle labbra di Mags sulle mie. Se chiudo gli occhi riesco ancora ad immaginare che sia qui. Ma poi dovrei rivedere come è corsa incontro a quella morte violenta.
Alla fine si è presa il bacio che le avevo promesso qualcosa come dieci anni fa. Ora non ho più debiti verso di lei. Ma che sto dicendo? Lei mi ha salvato in tutti i modi che poteva e mi ha dato qualcosa di più che un tetto sopra la testa. Mi ha dato l'affetto, puro e semplice. Quello che né i soldi né la mia bellezza mi avrebbero mai potuto procurare. Mi ha trattato come parte di una famiglia e mi accettato nonostante tutto ciò che sono diventato.
Katniss e Peeta stanno dormendo, perciò posso sfogarmi grazie al buio rotto solo dal chiaro di luna. Lascio le lacrime scorrere per un po', poi cerco di reagire al dolore perché Mags non avrebbe mai voluto vedermi così a causa sua. Prendo dei viticci e mi metto ad intrecciare senza posa: delle ciotole, una stuoia, una rete... Solo quando le mie dita prendono a pulsare, mi metto a cercare dei frutti di mare. Spesso vengo interrotto dai miei stessi singhiozzi e le lacrime si mischiano con l'acqua salata.
All'alba mi impongo di darmi un contegno. Con la stuoia riparo Katniss e Peeta dal sole. I due dormono un sonno tranquillo. Da ciò che è successo nelle ultime due giornate ho capito che Katniss non è una stupida ragazza egoista. Innanzitutto, in qualche modo tutto suo, ama davvero Peeta. E poi, credo che abbia cominciato a fidarsi di me. Potremmo anche diventare amici. Sempre se anch'io uscirò da questa dannata arena.



Angolo dell'autrice.
Ehilà! Mancano solo due capitoli alla fine di questa storia e be'... Il fatidico momento in cui gli ibridi uccidono il mio adorato Finn si avvicina :'(
Ho cercato di concentrarmi più su cose non narrate nel libro, perché altrimenti il capitolo sarebbe apparso noioso.
Alla prossima settimana... Preparatevi al tragico finale. *va a comprarsi due quintali di fazzoletti*
Baci, Dark_S97.
   
 
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