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Autore: Elle_writer    02/07/2014    0 recensioni
"Molti si chiedevano come facessero quelle due a essere tanto legate:
Vanessa era un peperino, i capelli tinti di rosso le ricadevano disordinatamente sulle spalle e gli occhi verde chiaro le illuminavano il viso dai lineamenti decisi.
Lucrezia invece era esattamente l’opposto; Vanessa la chiamava “Bambi”, e non c’era soprannome più calzante: sul suo chiaro visino delicato, incorniciato da lunghi boccoli scuri, risaltavano due grandi occhi marroni che la facevano sembrare un cerbiattino spaurito".

Se sei omofobo non entrare.
Storia sospesa fino a data da destinarsi.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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PROLOGO
 
«Ricordami di non chiederti mai più di ripassare con te, Lù!»
«Dici così ogni volta, però quando c’è interrogazione corri da me come un cagnolino spaurito»
Intanto Vanessa aveva ripreso la sua borsa e ci infilava i libri sbuffando. Si girò poi verso Lucrezia, aprì la bocca per dire qualcosa ma poi la richiuse sospirando.
«Ti do ragione, secchiona dei miei stivali. Adesso devo correre a casa, altrimenti mia madre mi uccide. Ci vediamo domani a scuola! » annunciò con aria solenne uscendo precipitosamente dalla camera lasciandole un frettoloso bacio sulla guancia.
«A domani» sorrise la sua amica tra sé.
Molti si chiedevano come facessero quelle due a essere tanto legate:
Vanessa era un peperino, i capelli tinti di rosso le ricadevano disordinatamente sulle spalle e gli occhi verde chiaro le illuminavano il viso dai lineamenti decisi.
Lucrezia invece era esattamente l’opposto; Vanessa la chiamava “Bambi”, e non c’era soprannome più calzante: sul suo chiaro visino delicato, incorniciato da lunghi boccoli scuri, risaltavano due grandi occhi marroni che la facevano sembrare un cerbiattino spaurito.
E non era soltanto l’aspetto fisico a renderle estremamente diverse: non avevano praticamente nessun interesse in comune, tranne uno: la lettura. E forse era proprio quello che le univa tanto.
Certamente  i generi che leggevano erano parecchio diversi, ma passavano pomeriggi interi in biblioteca, sempre allo stesso tavolino, che Vanessa aveva battezzato con il nome di “Bill” perché lo riteneva ormai un amico a tutti gli effetti.
Quel pomeriggio infatti la loro intenzione era proprio quella di andare da Bill a studiare un po’ di letteratura, ma proprio mentre stavano per uscire aveva cominciato a piovere a dirotto, e così erano rimaste a casa di Lucrezia.
Dopo la prima oretta sui libri Vanessa si era dichiarata cerebralmente morta, pregando in ginocchio Lucrezia di fare una pausa.
«Va bene, dieci minuti, ok?»
Quei dieci minuti si erano, come al solito, trasformati in ore, perché avevano cominciato a parlare del più e del meno. O meglio, Vanessa aveva cominciato a parlare del più e del meno, Lucrezia si limitava a dare pareri o consigli. Non le piaceva aprirsi con nessuno, nemmeno con Vanessa, sebbene fosse sua amica praticamente da sempre. In alcuni momenti si sentiva addirittura a disagio con lei, come per esempio quando rimaneva a fissare le sue labbra muoversi per diversi minuti. Proprio quello che stava facendo in quel momento.
«Oddio, ma è tardi! Dobbiamo finire Shakespeare!» urlò Lucrezia spostando lo sguardo sull’orologio, imbarazzata. Sperava che Vanessa non si fosse accorta di nulla.
Per tutta risposta, la rossa gemette stanca e si buttò all’indietro sul letto su cui era seduta, finendo sdraiata.
Sapeva perfettamente che la sua amica la avrebbe ridotto il cervello in poltiglia a colpi di studio come al solito, però non poteva nemmeno lamentarsi, perché se riusciva a capirci qualcosa era soltanto merito suo.
Lucrezia nascose il viso tra le mani sospirando. Sapeva perfettamente che la sua amica le averebbe ridotto il cervello in poltiglia a colpi di «non c’ho capito un cazzo!», però non poteva nemmeno lamentarsi, perché se riusciva a non pensare ai suoi problemi e sorridere era soltanto merito suo.





Mi rendo conto che il prologo è corto da far schifo, ma sappiate che ho l’abitudine di scrivere capitoli quasi chilometrici e pubblicherò prestissimo il primo.
La storia sarà narrata dai vari PoV, quindi questa è l’unica parte della storia in prima persona.
Spero che la trama vi incuriosisca (anche se ancora non si capisce molto) e che continuerete a seguire la storia!
Un bacio,
Elle.
  
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