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Autore: Loveless    24/08/2008    2 recensioni
Il sangue era ormai l’unica cosa che ancora aveva colore, in lei.
Lei che era così sbiadita, così spenta.
Era rimasta vetro e porcellana, senza forma né consistenza.
Genere: Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shizuka Hio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Le gocce scivolavano senza rumore lungo la stoffa del kimono immacolato.
Shizuka osservava con indifferenza quei fili cremisi scendere dal suo petto ed intrecciarsi sempre più svelti in macabri ricami, in una sorta di studiata parodia dei raffinati disegni d’argento che già si snodavano leziosi sul tessuto.
Stentava a credere che quel sangue fosse il suo.
Aveva osservato per troppo tempo il sangue degli altri macchiarle le mani e gli abiti, ed ora che toccava a lei sanguinare le sembrava di trovarsi in una dimensione onirica dai contorni fumosi, distante ed irreale.
Nemmeno il dolore la toccava più.
L’aveva abbandonata, come tutti del resto.
Rimaneva solo il vuoto lasciatole dalla mano di Kaname Kuran, dopo che le stesse braccia che le avevano squarciato il cuore l’avevano adagiata pietosamente sul pavimento.
Shizuka incrociò le mani in grembo. Se doveva morire, come era sicura che stesse per succedere, che morisse elegantemente come era vissuta.
Che se ne andasse a passi lenti e misurati, così come aveva attraversato tutti i lunghi anni della sua infelice esistenza.
Se qualcuno fosse entrato nella stanza avrebbe visto una bambola composta, perfetta nel suo chiarore misurato di stella crepuscolare, che attendeva con gli occhi socchiusi che l’ultimo filo scarlatto che ancora la teneva ancorata alla sua vita immortale venisse spezzato.
Una bellissima bambola.
I capelli così chiari sparsi come un’aureola attorno al viso candido, - immobile, di fine porcellana, - le labbra di neve increspate per dare un bacio alla notte che lentamente la avvolgeva nel suo abbraccio, i piccoli piedi che sbucavano nudi dalla stoffa del kimono bianco.
Gli occhi socchiusi, lontani, che guardavano indifferenti la fine della propria vita di creatura notturna.
Il sorriso congelato su pallide labbra di bambina ancora più fredde.
Gli orli del kimono scostati, quasi impudentemente, sul petto, ammantati dal cremisi del sangue vampiresco che ormai le accarezzava il ventre con dita sfacciate.
Il sangue era ormai l’unica cosa che ancora aveva colore, in lei.
Lei che era così sbiadita, così spenta.
Era rimasta vetro e porcellana, senza forma né consistenza.
Non più Shizuka, non più la folle principessa dei petali di ciliegio.
Ma un guscio di friabile dolore e sottile freddezza, conservata nei suoi ultimi istanti come un ultimo dono da regalare.
Il mondo non l’avrebbe vista soffrire.
Ichiru, che era accorso nella camera ed ora la abbracciava nascondendo il viso nel petto scoperto di lei, singhiozzando come un bambino, non avrebbe visto il suo dolore.
Le lacrime del giovane si mescolavano al sangue sul kimono, cadevano sulla guancia candida di lei dopo essere rimaste sospese sulla linea del mento di lui, trattenute oziosamente per qualche secondo da un tempo che non si decideva a scorrere.
Shizuka non aveva lasciato abbastanza sentimenti, dentro di sé, per compatire quel suo piccolo umano così sventurato.
Piccolo… Era passato così tanto tempo da quando lui la chiamava, col tutto il suo reverenziale timore di bambino, “Onee-san” e le stringeva con delicatezza la manica del kimono con la sua mano paffuta per attirare la sua attenzione.
Il piccolo era diventato uomo davanti ai suoi occhi, quindi non avrebbe dovuto piangere così tanto.
Ma piangeva lo stesso, il suo sciocco Ichiru.
Shizuka non cercò parole per consolarlo, non ne aveva nemmeno per se stessa.
D’altronde non aveva interesse a farlo.
Il mondo stava sfaldandosi davanti ai suoi occhi come un fiocco di neve caduto sul palmo della sua mano, aveva forse senso tentare di afferrarlo con dita protese a rincorrere la nebbia?
Rammentò, con una certa nitidezza, il suo amato umano che aveva poi reso vampiro affinché fosse il suo segreto compagno di vita immortale.
Avevano passato molte notti davanti ad una luna limpida come quella che la illuminava attraverso la vetrata, mano nella mano, a sussurrarsi parole d’amore che Shizuka aveva dimenticato, - erano affogate, come lei, nel dolore della sua perdita, - mentre lui le sorrideva e la chiamava principessa con uno sguardo che non esprimeva nient’altro che tenerezza di innamorato, di adoratore silenzioso nell’ombra.
Era accaduto molto prima che quello sguardo tanto bello si spegnesse, svuotandosi, che quelle tenere mani diventassero polvere sottile che si disperdeva nel vento, assieme ai petali di ciliegio.
Molto prima che lei dedicasse la propria esistenza al veleno del sangue, molto prima che il rancore le scivolasse nel cuore e lo gonfiasse d’odio e rabbia.
Shizuka alzò la mano, il kimono scivolò lentamente indietro scoprendo l’avambraccio attraversato da sottili venature scarlatte, in un gesto delicato da esperta danzatrice.
Avrebbe voluto mormorare il nome del suo amore da tempo perduto, sussurrarlo a quella notte così gelida, ma la voce scivolò via dalle sue labbra in un respiro inudibile.
Una lacrima di Ichiru le inumidì un dito proteso verso un viso inesistente, le scivolò lungo il polso.
Lei non la sentì, gli occhi fissi sulla luna e la bocca ancora dischiusa, come per parlare.
La principessa folle era entrata nella sua bara di ghiaccio e si era addormentata.
Nessuno l’avrebbe più risvegliata dal suo sogno di neve e petali di ciliegio macchiati di sangue.
Mai più.


[Bene, questa è la prima fanfiction che scrivo su Vampire Knight e devo dire che mi piace molto, per essere un'oneshot molto corta scritta di getto dopo aver visto il ventesimo capitolo del manga. Personalmente ho amato il personaggio di Maria/Shizuka, anche perchè è stato caratterizzato magnificamente sia nell'anime sia nel manga (anche se rispetto agli altri personaggi passa in secondo piano, ahimè) ed anche perchè ho un debole per i personaggi crudeli. Non nego che ci possa essere una prossima fanfiction dedicata a lei... In un futuro molto lontano, forse.
Ringrazio in anticipo chi ha letto questa fanfiction e chi vorrà commentarla con consigli, critiche o altro, rendendomi così una persona felice ^^
Per i curiosi, il titolo è preso da una canzone dei Delain, Deep frozen appunto, che ho ascoltanto ininterrottamente per tutti i lunghissimi minuti di stesura. Finalmente ho trovato un modo per rovinare anche loro...]
  
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