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Autore: E M M A    03/07/2014    3 recensioni
Ciao!!!
Allora... dico subito che questa l'ho scritta in sostituzione a: "Forgotten at home" dato che l'ho dovuta momentaneamente interrompere, e poi mantenere una sola long mi sembrava fin troppo facile (facile... come no...). Io spero solo di aver fatto un lavoro di vostro gradimento!
Quindi leggete, e se vi va... lasciate una recensione!
Ciao!
Laney.
Genere: Sentimentale, Song-fic, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutto ebbe inizio in quel terribile giorno che tutti temiamo, quello che odiamo e che vorremmo cancellassero da tutti i calendari, l’inizio delle nostre pene e sofferenze: il primo giorno di scuola…
 
<< Cameron… >> provò a chiamarlo la madre, ma la sua voce continuava ad essere sopraffatta brutalmente dal rumore di quella batteria a cui il figlio dedicava tanto tempo, amore ed attenzioni. Tentò una seconda volta, entrando nella camera di suo figlio senza permesso, ancora niente << CAMERON! >> inciampò involontariamente nel cavetto che collegava la batteria all’amplificatore, staccandolo, e il ragazzo fu costretto a smettere di suonare, togliendosi i tappi per le orecchie.
<< Ma ti sembra il modo! >> la rimproverò scherzosamente, non avrebbe mai potuto arrabbiarsi con lei. Dopodiché controllò l’ora, rendendosi conto, con suo enorme disappunto, che lo scuolabus sarebbe passato a momenti,  e che sarebbe arrivato in ritardo, il primo giorno.
<< Ma perché non mi hai chiamato prima! >> sbottò balzando giù dalla sedia e afferrando lo zaino. La donna rinunciò a spiegargli che ci aveva provato, e sospirò pesantemente, seguendo il ragazzo fuori dalla porta.
<< Ciao mamma… >> salutò frettoloso, baciandole di sfuggita una guancia e correndo dietro al grande mezzo giallo, sbracciandosi, e supplicando urlando di aspettarlo
<< Buona giornata… >> sospirò la donna, poggiata sullo stipe della porta d’ingresso, quel ragazzo non sarebbe mai cambiato.
 
<< Buona giornata >> augurò il padre mentre il figlio apriva lentamente lo sportello della macchina, eccoli... Dopo essersi accertato che nessuno lo stesse guardando, decise di scendere. Si coprì il viso più che poteva, con il cappuccio della felpa, e cominciò a camminare a passi veloci verso l’entrata della scuola non mi guardate non mi guardate, pensò mentre raggiungeva il grande corridoio. Se era riuscito ad evitarli prima, sarebbe stato al sicuro per tutto il resto della mattinata, poi se la sarebbe svignata anche all’ora di pranzo e alla fine della scuola sarebbe uscito per ultimo, almeno dieci o quindici minuti dopo gli altri, era un piano perfetto, e non avrebbe mai incontrato Scott e suoi due scagnozzi.
Una volta dentro camminò lentamente, all’indietro, per assicurarsi che nessuno lo stesse seguendo, e appena ne fu più che certo, si girò dall’altra parte dove si trovava il suo armadietto, ma purtroppo andò a sbattere contro qualcuno
<< S… Scott! >>
<< G.. già! >> ghignò per prenderlo in giro, fingendo di tremare << Sai, dovresti stare attento a dove metti i piedi! >> e dicendo così fece un passo in avanti, più minaccioso, facendo arretrare l’altro che andò rare l'nti, più minacciosodovresti stare attento a dove mentiio, e non avrebbe mai incontrato Sca scontrarsi con uno degli altri due bulli che lo afferrò per le braccia, tenendolo fermo, Mattew non fece in tempo a ribellarsi che un pugno li arrivò dritto nello stomaco, cadde a terra, e un altro calcio sulla schiena, poi le sonore risate dell’intera scuola finirono quello che Scott aveva iniziato. Si rannicchiò dolorante a terra.
<< Ora mi annoio, ci vediamo all’uscita, sfigato >> disse il ragazzone marcando l’ultima parola con un ghigno cattivo.
 
Cherry, Cherry you make me see red. You took
All my love.
I can't get it, get it outta my head, You got me
All riled up.
Ch-Ch-Ch-Cherry. I'm feeling cold, cold, cold, when all I wanna be is warm.
You got me scribbling rage, all over this page. But now a new star is born.
Born. Cherry, Cherry you make me see red. You took.
All my love.
I can't get it, get it out of my head. You got me
All messed up.
Ch-Ch-Ch-Cherry!

Con le cuffie nelle orecchie e il volume a mille, Marti era riuscita nuovamente a perdersi nel suo mondo. Si era svegliata prima apposta quella mattina, per poter ascoltare liberamente la musica senza che qualcuno rompesse, ma purtroppo per lei, il tempo passò più veloce del previsto.
<< Marti muoviti che ti do un passaggio a scuola >> disse impassibile la voce del padre proveniente dalla cucina, ma non ricevette alcuna risposta, allora dovette andare a scovarla di persona.
<< Marti? >> si piazzò davanti alla ragazza, in modo tale da attirare la sua attenzione, la ragazza alzò lo sguardo, notando quello del padre che la fissava serio
<< Uhm… Ciao! >> azzardò << Hai… detto qualcosa? >>
<< Ti do un passaggio! Se ti sbrighi… >> ripeté l’uomo, con calma
<< Okay prendo lo zaino..! >>.
Inutile dire che da quando la signora Allen non c’era più, il loro rapporto padre-figlia non era più quello di una volta. E di certo cambiare scuola al secondo anno di liceo, dove ormai tutti si conoscevano, non era tra le migliori soluzioni, ma Marti sapeva, che comunque sarebbe andata, avrebbe dovuto essere… carina con suo padre… almeno per il momento.
 
<< ALEX! >> urlò la ragazza dal bagno, uscendo ancora in accappatoio e squadrando con estrema attenzione il perimetro del pianerottolo.
Appena gli avrebbe messo le mani addosso… per quel ragazzino sarebbe stata la fine! << TANTO TI TROVO! >> gridò ancora minacciosa, rossa dalla rabbia si guardò attorno, per poi dirigersi nella camera del fratello, conosceva a memoria i suoi nascondigli ormai.
Cominciò a cercare sotto il letto, nell’armadio, arrivò persino a cercarlo nel cesto dei panni sporchi, mentre intanto il ragazzo se ne stava sgattaiolando fuori dalla stanza, lentamente, senza produrre il minimo rumore, e appena riuscì ad uscire, fece per scendere le scale, quando…
<< Dove redi di andare? >> sbottò la sorella sull’orlo di una crisi, mentre afferrava il blu per un braccio, e lo bloccava contro il muro
<< A fare… colazione? >> rispose incerto il ragazzo
<< Io troverei difficile mangiare senza denti sai! >> esclamò alzando un pugno contro di lui, ma in quel momento i genitori, attirati dalle precedenti urla della figlia, erano accorsi al piano superiore con affare preoccupato, atteggiamento che poi, venne subito sostituito da una smorfia spaventata e un colpo di paura, ma dato che fratello e sorella stavano per prendersi a pugni, o meglio, dato che sorella stava per prendere a pugni fratello, Corey decise saggiamente di mettersi in mezzo
<< Fermi fermi fermi! Cosa sta succedendo qua!? >> disse, fingendo di non aver già capito tutto
<< Davvero papà? >> lo incalzò la figlia << Prova a dare un’occhiata ai miei capelli! Forse così capisci! >> rispose acida, infatti adesso, i lunghissimi capelli rosso fuoco, erano striati dalle punte fino  metà schiena, da orribili ciocche… verdi…
Una volta calmatosi, decise di spiegare la situazione con più… “clemenza”
<< HA SCAMBIATO IL BALSAMO CON LA TINTA PER CAPELLI VERDE! >>
<< È stato un’incidente! Lo giuro! >> ribatté mortificato il ragazzino
<< Te lo faccio avere io un’incidente! >>
<< Okay ora smettetela >> continuò il padre mentre con due mani divideva i fratelli Riffin, la ragazza si diresse verso la madre, sua unica fonte di salvezza << Guardali! Sono rossi, sono verdi, sono rossi e sono verdi e fanno spavento! >> piagnucolò sollevando in aria alcune ciocche, per fargliele vedere meglio, come se in quel momento qualcuno non le avesse già notate abbastanza… << Non posso andare a scuola conciata così! >>
<< Oh tu ci vai! >> ribatté la madre, salvezza sto cavolo!
<< Cosa! >> sbottò scioccata
<< Sistemiamo questi capelli ma poi vai! >>
<< Non puoi farmi questo! >>
<< Certo che posso! Va a vestirti ora! >> la rossa puntò i piedi a terra, ringhiando
<< Io vi odio! >>
<< Lo so cara, lo so… >> rispose la madre spingendola verso il bagno
<< La prossima volta fai più attenzione a quello che metti fra i capelli! >> infierì il fratello di sfuggita, e lei si bloccò, aveva anche il coraggio di provocarla? Bene.
La ragazza si liberò dalla presa della madre, e saltò addosso al fratello. Quella sarebbe stata una luuunga mattinata…
  
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