CONOSCENZE

 
 


Stiles non era mai stato bravo a letteratura, era bravo in tante altre cose però;
tipo hackerare i computer della scuola,
rubare i fascicoli dei delitti al padre,
riuscire a convincere il suo migliore amico a lavarsi regolarmente,
o semplicemente masturbarsi quattro volte di fila senza stancarsi.
Era un record, il suo.
Fatto stà che a letteratura faceva schifo e quella cazzo di professoressa non lo aiutava nemmeno, perché, andiamo, qualunque persone con il nome di Jennifer andava bruciata e la Blacke sarebbe stata la prima.
Gli aveva sempre dato il debito, giustificandolo con un altezzoso e quantomeno ridicolo “ Suo figlio non si applica sceriffo, non so più cosa fare, la prego mi aiuti ” con tanto di occhi lucidi; e naturalmente suo padre gli aveva creduto.
Lo aveva letteralmento rinchiuso in casa a studiare tutto il libro, era una cosa ridicola.
Lui non studiava letteratura.
Lui non studiava e basta.
Lui incendiava solo persone.
Lui voleva incendiare solo persone che si chiamavano Jennifer.
Lui voleva incendiare solo Jennifer Blacke.
Si sarebbe divertito e stava pensando realmente di farlo che pensando all’omicidio perfetto non aveva nemmeno aperto il libro e il padre, esausto dopo quattro passate a sorvegliare il figlio che sembrava avere uno sguardo sadico, aveva gettato la spugna e gli aveva comunicato che avrebbe chiamato un insegnate privato.
Un certo Derek Hale.
Bel nome.
Bel cognome.
Magari era gay.
 
 
Derek quel giorno era tornato a casa stanco, aveva fatto ripetizioni a una stupida ragazzina che non faceva che sbavargli contro invece che leggere un po’, cosa di cui poi aveva molto bisogno.
Voleva solo gettarsi contro il divano e dormire per i prossimi giorni e lo avrebbe anche fatto se il suo cellulare non avesse iniziato a squillare come un pazzo, trapassandogli i timpani e togliendogli tutti i buoni propositi; era tentato di non rispondere e dormire, ma alla fine lo fece e ripensandoci concretò che quello fù l’inizio del casino più grande a cui aveva mai preso parte, e come protagonista anche.
Era il solito padre che chiedeva il suo aiuto per suo figlio, quel ragazzino andava male a letteratura e lui amava letteratura, si sentì oltraggiato.
Pensò di dire di no, aveva già un sacco di ragazzi a cui fare ripetizioni ma poi pensò che se rifiutava significava che stava dicendo di no allo sceriffo, quindi fece dietro-front e accettò, sperando che quella storia non sarebbe durata troppo.
Il ragazzo a cui doveva dare ripetizioni si chiamava Stiles Stilinski e già il nome non prometteva niente ma decise di non commentare.
Aveva sedici anni, quindi sette meno di lui.
Era nella norma, sembrava un ragazzo come gli altri duecento a cui faceva ripetizioni.
Anche se quel nome gli ricordava qualcosa lasciò perdere dato che entrò la sua fidanzata.
Jennifer, era una donna bellissima, faceva l’insegnante di letteratura, motivo per cui l’amava ancora di più e si sarebbero sposati tra due mesi, una cosa meravigliosa.
Come al solito Jennifer iniziò a parlare di tutti gli alunni fino ad arrivare a quello che odiava di più, un ragazzino che la faceva impazzire.
Gli raccontò cosa fosse successo quel giorno e di come avesse parlato col padre, già sapendo in partenza però che quel moccioso non avrebbe fatto che peggiorare.
Era incuriosito da quel ragazzo, nessuno aveva mai fatto arrabbiare Jennifer in quel modo, voleva sapere chi era e così glielo chiese.
- Come si chiama? –
- Stiles Stilinski, una peste -
E lì capì che i problemi erano appena iniziati.
 
 
 
NOTE AUTRICE:


So che ho già un’altra storia ma questa la volevo proprio fare.
Mi raccomando recensite e seguite.
Alla prossima, baci.