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Autore: Sherryna    04/07/2014    3 recensioni
Il vortice che formarono era così grande da poter inghiottire con facilità mille di quei mostri grigi, quelle fabbriche di morte. Continuarono a girare e vedevano il mostro affogare e inabissarsi…
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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 “Wow, che tempesta!” Schizzo e Marina osservavano i fulmini squarciare il cielo e illuminare le centinaia di chilometri cubici d’acqua che li circondavano.
“Ehi Schizzo, per fortuna che noi sott’acqua non rischiamo di essere fritti da quei fulmini, come quei Wingull la scorsa tempesta” commentò Marina, osservando i lampi che squarciavano il cielo plumbeo sopra di loro.
Le tempeste li affascinavano, anche se avevano un po’ paura… Tra le tribù dei Seadra era nota la leggenda del mostro grigio; il vecchio Kingdra la raccontava tutte le notti di tempesta,  sia per istruire i piccoli Horsea, sia per evitare che i componenti della tribù girovagassero in superficie, per evitare brutti incontri.
Marina, Schizzo e altri giovani Seadra spavaldi amavano troppo le tempeste e non avevano per nulla paura di quelle stupide leggende. Ma si sbagliavano…
I due amici tornarono giù nel fondale buio, nel monotono blu; le rocce, le alghe, gli altri pokémon acquatici, erano cose viste e riviste, e quindi non li entusiasmavano, ma il cielo era l’unica cosa nuova e diversa perché col tempo cambiava… ogni tanto c’era la luce fortissima che proveniva direttamente dal sole nel cielo sereno, ogni tanto c’era invece una pallida luce grigia che caratterizzava le giornate nuvolose; col tempo si alternavano il giorno e la notte, pioveva e c’erano le tempeste, le meravigliose tempeste: le luci, quei rombi possenti, era tutto così elettrizzante. 
Tutti i Seadra adulti non riuscivano a comprendere questi pensieri, ma i giovani Seadra avevano il fuoco dell’entusiasmo che li consumava. E proprio per colpa di quell’entusiasmo, commisero il peggior errore della loro vita…
Una volta tornati in superficie assieme ai loro amici, videro qualcosa di strano tra le grandi onde della tempesta e i fulmini: sembrava qualcosa di grosso e nero, ma con delle luci, alcune fisse e altre lampeggianti. Magari era un nuovo pokémon mai visto, uno strano Wailord…
Alcuni Seadra, spaventati, tornarono nelle profondità abissali; Schizzo, Marina e una decina di altri Seadra, invece, rimasero a guardare incuriositi. Solo quando quello strano essere si avvicinò troppo a loro, fuggirono pochi metri sotto la superficie, abbastanza da vedere bene, ma anche abbastanza per essere al sicuro, o almeno così credevano…
Quell’essere passò sopra i giovani mal capitati e non accadde nulla. Tuttavia, uno strano particolare era sfuggito agli occhi dei giovani Pokémon: non era nero…era grigio!
Prima che potessero realizzare che quello non era altri che il tremendo mostro grigio che divorava i Seadra di cui parlava la leggenda, vennero intrappolati in una barriera invisibile… No, osservando meglio si resero conto che erano corde, come quelle che ogni tanto si trovavano sul fondale; ma quelle sul fondale non si erano mai mosse da sole.
Erano lì, tutti stretti l’uno all’altro; gli aculei dei loro amici pungevano i loro corpi e i loro stessi aculei pungevano i loro amici.
“MARINA!!! MARINAAAA DOVE SEI???” urlò Schizzo, in preda al panico.
“SONO QUIII SCHIZZO!!!!” rispose l’amica, altrettanto spaventata.
Erano separati da circa mezza dozzina di loro compagni, ma spintonando riuscirono ad avvicinarsi; con il suo corpo, Schizzo cercava di proteggere il corpicino più piccolo di Marina dagli aculei. Certo, il veleno era innocuo per gli stessi Seadra, ma gli aculei penetravano comunque le squame e la carne: se fossero stati fermi, l’acqua intorno a loro si sarebbe riempita di sangue, assumendo un’intensa colorazione cremisi. Tuttavia, siccome si muovevano a gran velocità verso il mostro, potevano solo vedere il sangue fuoriuscire e rimanere nell’acqua, formando una scia dietro di loro.
Ad un tratto sentirono una spinta verso l’alto; si stavano avvicinando alla superficie... e poi, il cielo, ma era difficile vederlo, con tutti i loro amici che si agitavano nella rete. C’erano degli strani esseri: non erano uccelli come i Wingul e non assomigliavano neanche a nessun pokémon marino.
Uno dei Seadra, in preda al panico, iniziò ad urlare: “GLI UMANI! AIUTO, GLI UMANI!”. Schizzo e Marina avevano già udito questa parola: si riferiva a creature rosate, ricoperte da strane alghe colorate.
Furono sbattuti violentemente a terra nella rete, che si aprì; per un attimo, pensavano di riuscire a fuggire di nuovo in acqua, ma l’illusione durò ben poco: vennero subito afferrati due a due da quegli “umani”, che li portarono in un luogo dove il cielo non si vedeva più. C’erano strane luci in alto, al posto del sole. Tuttavia Schizzo e Marina, in mano allo stesso uomo, non riuscirono a vedere nient’altro perché persero conoscenza per l’assenza di acqua.
Schizzo si svegliò nuovamente nell’acqua. Si guardò attorno: affianco a lui c’era Marina, molto intontita, ma viva. Subito le si avvicinò e cercò di stringersi a lei per consolarla… “Andrà tutto bene, vedrai” le disse, per infonderle un po’ di speranza e di coraggio, cercando di mettere sicurezza in quelle parole. Sicurezza che, tuttavia, mancava anche a lui.
 “Ho tanta paura, Schizzo...” bisbigliò Marina.
Fuori dalla loro acqua, videro un tavolo, con accanto degli strani oggetti grigi e lucenti. Un umano armeggiava dall’altro lato della stanza; pochi minuti dopo l’umano si avvicinò e, con uno scatto fulmineo, afferrò Marina, che istintivamente urlò terrorizzata.
Schizzo cercò di trattenerla, ma l’umano era stato troppo veloce: vide l’uomo appoggiare Marina sul tavolo, per poi impugnare uno degli oggetti metallici più a punta; Marina continuava ad agitarsi e gridare, finché si sentì un colpo secco; poi, silenzio.
L’umano allentò la presa, Marina non si muoveva più. L’umano, a quel punto, prese altri oggetti e iniziò a incidere il corpo di Marina; Schizzo vedeva il sangue e la carne staccarsi dalle bianche ossa della sua amica.
Poi, il macellaio mise la carne in un contenitore e la porse ad un altro umano: “Portala agli Houndoom… adorano la fresca carne di Seadra appena squartato” e l’altro uomo portò via le carni di Marina ridacchiando. Nel frattempo l’uomo tornò a lavorare sulle pinne e sulle ossa: le lavò, le pulì, poi iniziò a frantumarle.
Schizzo sentiva ogni scricchiolio delle ossa di Marina come se fossero le sue ossa ad essere brutalmente polverizzate. L’umano ridusse le ossa e le pinne a una polverina bianca che mise in un barattolino sigillato; e sopra vi mise un’etichetta con scritto “polvoenergia”…
Il giovane Seadra ribolliva di rabbia. Era così arrabbiato per ciò che avevano fatto alla sua amica, che sentiva il suo corpo scottare, scottare molto, vampare… No, non era solo un’impressione: scottava davvero. Il suo corpo emetteva una luce sempre più forte, mentre la rabbia iniziò a scorrere in lui come linfa vitale: il suo corpo cambiava, diventava più grande, i suoi aculei e i suoi muscoli diventavano più forti.
Quando la luce si attenuò, l’umano notò con stupore che nella vasca non c’era più un Seadra, ma un enorme Kingdra… il più grosso che avesse mai visto.
Schizzo non capiva come ciò fosse accaduto, ma non gli importava. Dentro di se sentiva un unico impulso: LA VENDETTA.
Il vendicatore con un balzo uscì dalla vasca, scagliandosi contro l’umano e lo atterrò. Lo guardò mentre quello chiedeva pietà... ma era sordo a quelle invocazioni, rivedeva solo la sua amica che urlava, impotente sotto i metalli infernali dell’umano, e poi tutta la tremenda preparazione di quella polvere. Senza indugiare oltre, Schizzo produsse un oltraggio così potente da devastare l’intera stanza e non far rimanere neanche un brandello di quel tremendo essere, Quindi, con lunghi balzi ripercorse il tragitto prima di rivedere il cielo: la tempesta imperversava ancora, e ciò che doveva fare era chiaro!
Si ributtò in acqua e urlò più forte che poteva: i suoi ultrasuoni raggiunsero la tribù, che in pochi secondi arrivò; solo in quel momento, Schizzo si rese conto della sua enorme mole. Era grosso tre volte il vecchio Kingdra capo-tribù, grosso quasi come dieci Seadra.
Senza dare spiegazione, gli occhi di Schizzo scintillarono di pura ira vendicativa e iniziò a girare vorticosamente nell’acqua; tutti i Seadra capirono ciò che volevano fare e ben presto iniziarono a girargli attorno a gran velocità.
Il vortice che formarono insieme era così grande da poter inghiottire con facilità mille di quei mostri grigi, quelle fabbriche di morte. Continuarono a girare e vedevano il mostro affogare e inabissarsi… Gli umani si staccavano dal mostro urlando e venivano sommersi da tonnellate di acqua oscura, mentre i fulmini illuminavano quel tremendo scenario: un grande peschereccio veniva inghiottito dal più grande vortice che si fosse mai visto… Tra i tuoni e le urla disperate si sentì un grido distinto da tutti gli altri, una sola parola che racchiudeva tutto l’orrore di quella notte crudele:
“MAELSTROM...”

 
Spazio all'autrice
Questa è forse la storia a cui sono emotivamente più attaccata, il riferimento alla polvoenergia è perchè nel Pokedex di Seadra è scritto che le sue pinne e le sue ossa sono comunemente usate nella medicina tradizionale
  
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