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Autore: momoko89    25/08/2008    7 recensioni
Prima classificata per il concorso 'Il Mostro ed il Mostruoso' indetto da Immaginaria
“Non lo voglio più fare” sono state le prime parole che hai pronunciato quella notte, nel mondo dei sogni. L’unico mondo in cui sfortunatamente potete incontrarvi. Non il solito saluto, non il solito caloroso bacio. Solo quelle cinque, decise parole. [ Pairing: Damien/Pip ]
Genere: Angst, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Damien, Philip 'Pip' Pirrup
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Piccolo angolino pre-lettura.
Mh ok, una piccola nota prima di leggere il racconto: con questa fic ho partecipato al concorso di Phantastes e Immaginaria  sul tema de 'Il mostro ed il mostruoso' e a cui, con mia grande sorpresa, sono arrivata prima insieme a Setsuka e la sua fantastica Rewrite sul pairing Kyman. Oddio, ancora non ci credo! Forse sono io che mi emoziono troppo per queste cose, ma mi ha fatto molto piacere il risultato, sono contentissima *___*


Killer words

 

“Non lo voglio più fare.” sono state le prime parole che hai pronunciato.

Il paesaggio è sempre lo stesso, e il momento pure. Un giardino fiorito, alberi che si innalzano e che seguono il tragitto del fiume limpido e splendente, petali di mille colori che ricoprono la terra su cui camminate, tu e lui.

Un paesaggio spettacolare frutto della tua dolce mente infantile, forse troppo per i suoi gusti, ma che in fondo ti rendono quell’innocente ragazzo che lui trova tremendamente speciale.

“Non lo voglio più fare” sono state le prime parole che hai pronunciato quella notte, nel mondo dei sogni. L’unico mondo in cui sfortunatamente potete incontrarvi. Non il solito saluto, non il solito caloroso bacio. Solo quelle cinque, decise parole.

“Damien, non lo voglio più fare.” ripeti più convinto stavolta.

“Che cosa?” chiede l’altro senza capire. Ti vede rabbrividire appena al suono morbido e tenebroso della sua voce. I tuoi occhi vacillano un attimo per poi ricatturare i suoi in uno sguardo intenso.

“Non voglio più uccidere per te.”

“Non vuoi più uccidere per me?”

Un’altra scossa muta la tua espressione. “No, basta.” ripeti, memore delle scene trucide, della sensazione del sangue fresco nelle tue mani che ogni giorno ti assalgono e ti perseguitano senza sosta. “Non ce la faccio, Damien. Togliere la vita ad una persona, ucciderla, vederla morire nelle tue braccia…sai quanto è difficile? Fa ma le dentro, è assurdo!”

Un ghigno di desiderio compare sulle labbra viola dell’altro, forse al dolce ricordo di quelle spietate visioni “Assurdo? Secondo te ammazzare qualcuno può ritenersi davvero assurdo?”

“Sì” rispondi tu, con aria ingenua, “L’uomo non è fatto per uccidere.” tu lo sai, puoi fare un’affermazione del genere perché hai esperienza a riguardo, l’hai provato sulla tua pelle cosa significa vedere la vita di un altro essere umano scivolare via dal suo corpo, il dolore che provoca, è struggente.

Sì, tu puoi dirlo. Eppure è proprio quell’affermazione così vissuta che scatena la risata sincera in quel ragazzo che ti sta di fronte. Solo tu sei in grado di divertirlo tanto.

“Povero, piccolo Pip.”esclama, eliminando la distanza che vi è tra voi, “Ancora perso nel paese delle meraviglie di Alice, eh?” indietreggi, cercando di liberarti della sua ombra soffocante sino a sbattere contro il tronco di un albero. Si appoggia all’albero con un braccio sbarrandoti la strada, il suo sguardo diventa una calamita agghiacciante, il suo respiro caldo come il posto da cui proviene. E proprio in quel momento non può evitare di scorgere un bagliore di paura che attraversa i tuoi occhi. Quel bagliore di paura simile al riflesso di un raggio di sole sui ghiacciai che ogni volta lo fa impazzire.

“L’omicidio non è un’assurdità, ma la vera natura dell’uomo. Non capisci? L’uomo è nato per uccidere. Il sangue, il dolore, i gemiti di sofferenza…sono le uniche cose che lo rendono reale, che lo fanno sentire vivo, che lo fanno davvero respirare. L’uomo vive per queste cose, non può farne a meno.” La punta del suo naso si sposta sul tuo collo per accarezzare quella pelle diafana che adora tanto.

“No” sospiri agitato, “Non è vero.”

“Oh, sì che è vero. Sai cos’è assurdo invece?”comincia, soffiando dolcemente sulla tua pelle profumata. Profumo di fiori, come quelli che stanno intorno a voi. Un gemito ti scappa dalle labbra rosse.

“La debolezza dell’uomo. Quella sì che è davvero assurda! L’uomo uccide, tormenta. Torturare un altro essere vivente diventa il suo gioco preferito, i gemiti di dolore il suo ossigeno. Eppure dopo che è finito tutto, dopo che non c’è più vita nella vittima l’uomo non può fare a meno di sentirsi in colpa. La sofferenza che ha inflitto si traduce dentro di lui in sensi di colpa, deve fare i conti con la sua coscienza, si sente tremendamente male per ciò che ha fatto. E’ come…come…”

“Come se una parte di sé morisse con la vittima.” Finisci tu per lui. Alza gli occhi in cerca dei tuoi cristallo, il ghigno che torna sulle sue labbra maligne.

“Esatto” con le dita accarezza la tua guancia rosata, dolce calore umano contro il freddo ghiaccio della sua mano.

“Soffrire per aver provato piacere. Non ti sembra tremendamente stupido? Lasciarti andare ai tuoi impulsi e poi pentirti di averlo fatto, è una cosa che non capirò mai. Non ha assolutamente senso!” senti le sue labbra violare lievemente il tuo orecchio, provocandoti un sussulto, “Se sei convinto di una cosa bisogna esserlo fino in fondo. Questa è la mia filosofia di vita.”

“Ma io non sono come te.” sbotti secco, spezzando l’atmosfera, “io non sarò mai come te! Non posso prendere la vita di qualcuno e poi continuare spensierato per la mia strada! Hai idea di quanto faccia male? Di quanto bruci il sangue di qualcun altro nelle mani, di come logori dentro lo sguardo accusatore di un essere senza vita? Di un bambino o un adulto che sia…io non riesco più a sopportarlo, non ce la faccio più!” un velo ribelle copre quel bagliore di ghiaccio nei tuoi occhi. Il tuo respiro si è fatto improvvisamente ansante nell’esprimere parole che solo nella tua mente hai ripetuto per tanto tempo, forse anche troppo.

“Damien, io non voglio più farlo.” stavolta una nota di preghiera tradisce la tua voce, e forse è proprio quello che manda l’altro in collera. Si allontana da te e chiude gli occhi, massaggiandosi la tempia con una mano, come per trattenersi, “Pip, non farmi incazzare.”

“Ma cosa vuoi che faccia, eh?” scoppi improvvisamente, “Che continui a seminare morti a tuo piacimento? Che perda ogni volta una parte di me?Io sto morendo lentamente per te, non lo capisci?” in un attimo lacrime amare solcano copiosamente le tue guance, quelle stesse guance rosate e asciutte che riscaldavano le sue dita sino a pochi minuti fa. Le tue ginocchia cedono, ritrovandoti per terra a singhiozzare e cercando di asciugarti invano le lacrime con le mani chiuse a pugni. La vista di un povero bambino a cui hanno rubato un lecca lecca. O forse la sua stessa vita?

Dei passi si avvicinano a te, ma i tuoi occhi sono troppo offuscati per vedere bene.

Lacrime, un bambino che si accascia a terra, il pugnale ben piantato nel suo petto, il suo sangue che sgorga dalla ferita e che tinge il pavimento di rosso.

Lacrime, il vento potente che soffiava sul tetto, un uomo in giacca e cravatta che guardava il mondo in cerca di un motivo per vivere davvero, ma la tua spinta è stata il motivo per morire davvero.

Lacrime, una mamma che attraversa la strada, una macchina che accelera, il botto assordante che ti trapana il cervello ogni minuto della tua vita.

E ancora lacrime. Sì, è proprio impossibile vedere di fronte a te.

“Pip” di nuovo quella voce tenebrosa, di nuovo quella mano fredda sulla tua guancia che lentamente asciuga le lacrime.

Riesci finalmente a scorgere la sua figura alla tua stessa altezza che ti guarda con quegli occhi spaventosamente scuri. Un pozzo senza fondo in cui intravedi però un lieve lume di dolcezza.

“Pip, sai cosa sono io?”

Annuisci dopo un attimo di esitazione a causa di quegli attacchi di singhiozzo frenetici “U-Un demone” concludi, poi.

Ancora quel sorrisetto sornione “Esatto. E i demoni hanno bisogno della debolezza degli umani per vivere. Pip, tu mi sei incredibilmente necessario. Sei tu che mi tieni in vita.”

La sua mano ancora sulla tua guancia, il suo respiro caldo sulla tua bocca. Rapisce le tue labbra in un bacio intenso, lungo, possessivo. Vuole giocare con la tua lingua, agogna il tuo sapore infantile, desidera ardentemente i tuoi gemiti. Lotta con le tue labbra, le accarezza, le morde. Vuole farti impazzire togliendoti il respiro, catturando quell’essenza morta dentro di te che hai perso l’ultima volta che i tuoi occhi hanno incontrato quelli di un morto. Un momento di sollievo, un attimo di ardore che ti risveglia e che ti fa desiderare lui ogni secondo di più. Afferri la sua maglietta per tirarlo verso di te e rendere il bacio più profondo, sentire la sua lingua esplorare dentro di te, possedere l’essenza vitale che ti sta offrendo. E poi…

“Pip, ti amo.” Sussurra sotto il tuo respiro ansante, in cerca di ossigeno. “Tu mi ami?”

La tua vista si annebbia di nuovo e annuisci, incapace di parlare per i singhiozzi che bloccano che la tua voce.

“Dimmelo.” dice, portando una ciocca dei tuoi capelli biondi dietro l’orecchio. “Voglio sentirlo uscire dalle tue labbra.”

Deglutisci con titubanza, sperando di inghiottire il blocco di gomma nella tua gola “Ti amo, Damien.”

Sweet words,

Truly words

Il suo sorriso si fa più largo, ti scioglie come ghiaccio al sole, come un’anima nelle fiamme dell’inferno. Avvicina la punta del suo naso alla tua guancia “Continuerai ad uccidere per me?”

that tear a piece of you

Chiudi gli occhi ormai arreso a lui “Ok.”

everyday.
 

 


Angolino mio
 

Ringrazio tantissimo i giudici e i loro commenti sulla fic, li ho apprezzati molto ed eccoli riportati qui sotto (sotto insistenza di Setsuka perchè io mi vergogno). Inoltre, ringranzio tantissimo Setsuka, c17 chan, Windgoddess ed emily ff per aver commentato la mia precedente fic 'Love ya' ^^

Valutazione giudici del contest di Phantastes e Immaginaria sul tema del 'Il mostro e il mostruoso'

Voto: 8.5 (Galadwen)
Inquietante. Ecco la parola che userei per definire questa storia; emotivamente, devo dire che è quella che mi ha colpito di più. Mi è dispiaciuto non conoscere il fandom per comprendere a fondo i personaggi, tuttavia mi ha molto colpito. Damian è il demone, il mostro che ognuno ha dentro di sé, e tuttavia è la parte egoista di noi che ha bisogno di essere amata; questo almeno ho percepito. E l'arrendevole "sì" di Pip rende tutto ancora più agghiacciante. Storia veramente meritevole. 

Voto: 8 (Shadriene)
Come sopra, non so nulla di questo fandom e dopo aver cercato un po’ di informazioni mi sono messa a leggere. Mi ha colpito fin da subito questa one-shot e devo dire che si legge tutta d’un fiato. Un bel tema, molto interessante per come viene trattato. Fa pensare, insomma. Una nota pratica, fa attenzione che dopo i segni di punteggiatura va messo lo spazio ;-) Per il resto, prima che leggessi quella che per me è stata la prima, avrei dato questa per vincente, poi però son stata travolta dall’altra. Come ho detto nell’introduzione, si è trattato di gusti. Per quanto questa mi sia piaciuta veramente molto, le è mancato quel tocco in più per renderla la mia preferita. Resta comunque una storia ottima, che si legge bene e che ti lascia con una sorta di amarezza, gettandoti la realtà così com’è: crudele.

 

 


 

 
  
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