Piper
stava passando una brutta giornata.
Jason
era partito per un’impresa – niente di
particolarmente
pericoloso, ma quando sei un figlio di Giove qualsiasi cosa potrebbe
rivelarsi
fatale.
Pensava
di passare il giorno con Annabeth, ma
quest’ultima, da brava migliore amica quale era, era uscita
per stare con l’altra sua
amica.
Ora,
se avesse avuto un appuntamento con Percy,
Piper avrebbe capito. Ma mollarla per una serata tra ragazze proprio
con Reyna non era per niente giusto
nei suoi
confronti.
Il
problema era che Annabeth non capiva la loro
mutuale antipatia. Per lei Reyna era così simpatica! Piper
era sempre molto
infastidita, ogni volta che Annabeth tornava da una serata con la sua
amica
romana, ridendo e lamentandosi perché ci
sarebbe dovuta essere anche lei.
Ma,
Piper e Reyna insieme nella stessa stanza,
senza Jason? Neanche per sogno.
Quindi
quella sera Piper si era trovata a
vagabondare verso la grotta di Rachel.
“Annabeth
è mai stata seriamente gelosa di qualcuna?
Con Percy intendo.”
Per
qualche ragione, l’Oracolo arrossì.
“Stai
scherzando, vero?”
E
le aveva raccontato tutto.
“Ma
ora siete così amiche! Com’è
possibile?”
“Non
lo so, credo che in realtà fosse tutto
basato sulla rivalità per Percy. Con me fuori dai giochi,
abbiamo scoperto che
in realtà ci stiamo sinceramente molto simpatiche. E
poi,” aggiunse “non tutti
possono resistere alla mia affascinante
personalità.”
“E
Percy?” chiese Piper, curiosa.
“Ce
l’avevo quasi,” Rachel disse semplicemente. Senza
nessuna implicazione di gelosia o rancore. Stava ancora sorridendo. “Comunque, penso
che tu sia qui per sapere
come sta andando l’impresa di Jason?”
“In
realtà stavo cercando un’amica. Annabeth mi
ha mollato per Reyna.”
“Mentre
Jason è via? Che brutto,” disse Rachel in
tono di rimprovero.
“Lo
so…”
“Comunque,
ho delle notizie per te. Jason sta
bene, più o meno.”
“Che
vuol dire più o meno?”
“Ha
combattuto contro un paio di empousai
e ha perso molto sangue, ma
aveva nettare e ambrosia. Dovrebbe essere a casa al massimo domani
sera.”
Piper
fu molto sollevata. Salutò Rachel e la
ringraziò.
Si
incamminò verso il laghetto delle canoe,
voleva avvisare Thalia che suo fratello sarebbe tornato domani, e aveva
bisogno
di molta acqua per un Messaggio Iride.
Seduto
lì, con le gambe nell’acqua, Piper
trovò
Percy.
“Hey,”
cominciò.
“Ciao.
Come va?”
“Jason
torna a casa domani.” Era così rincuorata
che le veniva di dirlo a tutti.
“Fantastico!”
Percy sembrava sinceramente felice,
ma si vedeva che aveva la testa altrove.
“Comunque
perché sei venuto qui a tenere il
broncio?” chiese lei.
“Chi
dice che sono venuto qui a tenere il
broncio?” rispose lui.
“Io.”
“Hai
ragione allora.”
“Tiro
a indovinare… Annabeth?”
“Sì.”
“Avete
litigato?”
“Non
proprio. E’ che… avevamo programmi per oggi,
ma poi ha ricevuto un messaggio da Reyna e ha preferito uscire con
lei,” disse
Percy. Aveva la testa piegata verso il basso, sembrava un cucciolo di
foca.
“Già,
non dirlo a me,” fece lei.
Percy
la guardò. “Sei gelosa?” chiese.
“Tu
non lo sei?” rispose Piper.
“E’
diverso, io sono il suo fidanzato.” Lo disse
come se spiegasse tutto.
“E
sei geloso di un’altra ragazza? E’ la stessa
cosa. Io sono la sua migliore amica e sono gelosa.”
“E
Reyna è solo –“
“La
sua corrispondente romana. Ha senso: Minerva
non ha figli semidei, anzi non ha figli e basta; Bellona non ha
un’equivalente
greca, è propriamente romana; sono entrambe dee guerriere.
Ecco perché Annabeth
e Reyna vanno tanto d’accordo.”
“Forse
hai ragione, ma non vuol dire granchè. Tu
non vai d’accordo con i figli di Venere. Non vai
d’accordo nemmeno con i figli
di Afrodite se vogliamo essere onesti. Non è un problema di
controparti. E non
cambia il fatto che la nostra
Annabeth sia fuori con Reyna piuttosto che qui con noi.”
“Sì,”
disse Piper. “Forse dovremmo darle un po’
di spazio – oh, col cazzo. Io dico di andare lì
fuori e vedere cos’ha di tanto
speciale Reyna che noi non abbiamo.”
“Stai
dicendo che dovremmo spiarle?” chiese
Percy.
“Preferisco
‘dare un’occhiata’,” disse lei
diabolicamente.
Lui
si alzò, sorridendo. “Forza allora. Ti porto
a fare un giro, Pipes.”
“Andiamo
con i pegasi?”
“No,
penso che ci scoprirebbero se prendessimo
Blackjack. Prendo la Prius. Ci vediamo tra mezz’ora al
pino.”
-
“Forse
non è proprio una buona idea…” Percy
disse
mentre Piper entrava in macchina.
“Oh,
sta’ zitto,” rispose Piper automaticamente.
“Non
cercare di ipnotizzarmi con i tuoi poteri!”
“Scusa.”
“Okay,
andiamo comunque.” Accese il motore. “Se
Annabeth ci vede, non mi parlerà per un mese.”
“Sì,”
acconsentì Piper. “E poi Reyna
diventerà la
sua migliore amica permanente.”
-
“Ero
contentissima che mi hai chiamata!” disse
Annabeth con entusiasmo, seduta ad un bar sull’High Line.
“Non
mi aspettavo che mi avresti detto di sì con
così poco preavviso, davvero. Devi avere una vita bella
impegnata qui, dopo
tutto… io mi trovavo nei dintorni. Percy non si
arrabbierà?” chiese la bruna.
“Percy?
Arrabbiato con me? Per niente, sono
io quella che si arrabbia. Lui è
sdolcinato,” la rassicurò Annabeth.
“Sei
sicura? Mi sembra di averti rapito, avrete
avuto programmi per stasera –“ stava dicendo Reyna.
“Non
preoccuparti,” la fermò Annabeth con un
cenno della mano.
Reyna
fece un sorriso. “E’ davvero bello vederti.
E’ passato un mese e desideravo la tua compagnia.”
“Anche
io. Non ti ho chiamata perché so che tu
hai una vita bella piena, con il
pretorato e la ricostruzione di Campo Giove. Avevo anche pensato di
darvi una
mano con le ricostruzioni, ma Romano non è proprio il mio
stile. In genere vado
per il Greco, sai. E poi sto ancora lavorando a tempo pieno
sull’Olimpo dopo
che è stato distrutto nella guerra con i Titani. Percy dice
che passo più tempo
lassù che al Campo in questo periodo…”
Reyna
sorrise.
-
“Tu
sai come trattare una ragazza, Jackson,”
disse Piper mangiando il suo gelato blu.
“Beh,
tecnicamente, visto che Jason non c’è, ti
sto solo tenendo d’occhio.”
“E
io apprezzo la tua preoccupazione, Testa
d’Alghe.”
Percy
si voltò a guardarla. “Solo Annabeth
può
chiamarmi così.” Era quasi intimidatorio.
“Calmo,
figlio del mare. Non vogliamo un uragano
sull’High Line, no?”
“Scusa.”
“Comunque
perché siamo qui?”
“Perché
è un posto turistico ma la maggior parte
degli stranieri non lo conosce. Ce la vedo Annabeth qui, che vuole
vedere
l’architettura. Probabilmente fareb – cazzo!
E’ proprio lì.”
Si
buttò dietro un angolo tirando
Piper con lui.
“Dove?”
chiese lei.
“Lì,”
Percy indicò.
Erano
lì, sedute a chiacchierare
e sorridere.
“Pensi
che ci abbiano viste?”
-
“Quindi
no, non ho mai incontrato Bellona. E tu?
Hai mai parlato con Atena?” chiese Reyna.
“Oh,
sì. Diverse volte,” rispose Annabeth.
“Più
di quante mi piaccia ricordare,” disse pensando a quel
terribile incontro con
sua madre, quando Percy era disperso e Atena le aveva detto di seguire
il
Marchio e vendicarla.
“Che
è successo? Ti ha –“ si
fermò quando vide
che Annabeth guardava qualcosa oltre la sua spalla, e si
girò istintivamente.
Nessun mostro.
“Non
preoccuparti, non è niente. Pensavo di aver
visto… penso che dovrei vedere come sta Piper. Ci metto un
minuto.”
“E’
preoccupata per l’impresa di Jason? Non
dovrebbe. Lui torna sempre.” C’era qualcosa di
amaro nella sua voce. Annabeth
fece finta di non sentirlo. “Anche se dalla parte
sbagliata,” aggiunse, così a
bassa voce che probabilmente non si era nemmeno accorta di aver
pronunciato
quelle ultime parole.
Annabeth
mise una mano sulla spalla di Reyna.
“Dovrei anche chiederle cosa sta facendo Percy. Sai che quel
ragazzo non sa
nemmeno allacciarsi i lacci delle scarpe senza di me.”
Cacciò
il suo iPhone dalla tasca. Un iPhone che
non dovrebbe nemmeno avere, ma non importa.
-
“Riesci
a sentire cosa stanno dicendo?” chiese
Piper.
“No,”
rispose Percy. “Non riesco nemmeno a vedere
Reyna in faccia. Chissà se stanno parlando di me.”
“Sempre
così pieno di te. Aspetta, Annabeth ha
preso il cellulare. Che –“ fu interrotta dallo
squillo del proprio telefono.
“Merda.”
“Non
rispondere,” disse subito Percy.
Continuò
a squillare. Tre, quattro, cinque, dieci
volte. Alla quindicesima sembrò che Annabeth si fosse
finalmente arresa.
-
“Chissà
che sta facendo,” mormorò Annabeth.
Reyna
alzò le spalle.
-
“Ora
che facciamo?”
In
quel momento squillò il telefono di Percy.
“Cazzo. Devo rispondere. Si arrabbia se non
rispondo.”
“Hey!
Un minuto fa hai detto a me di non
rispondere! Perché tu si?” chiese Piper.
“Perché
io sono il suo fidanzato idiota e non
rispondere ad una sua chiamata sarà una delle ragioni che ci
porterà ad una
delle più grandi litigate. Quindi rispondo.”
“Percy?”
“Hey,
amore. Come va? Come sta Reyna?”
“Ti saluta.”
“Vi
state divertendo?”
“Sì. E tu?
Come sta Pipes?”
“Sta
bene, sono andato a trovarla qualche minuto
fa.”
“Ora dove
sei? Nella tua cabina?”
Esitò.
Percy sapeva che non poteva dire una bugia
ad Annabeth per cavarsela. Lei era troppo intelligente e lui era un
pessimo
bugiardo. “Sono uscito per una passeggiata.”
“Okay… ci
vediamo quando torno allora.”
“Sì,
ciao Annabeth.”
“Quasi
beccati,” disse Piper nonappena ebbe
attaccato.
-
“Sta
succedendo qualcosa,” dichiarò Annabeth.
-
Alla
fine erano stati beccati. E come Percy aveva
predetto, Annabeth era arrabbiata. Molto.
“Che
cosa pensavate di stare facendo?” Annabeth
li stava accoltellando con gli occhi.
“Stavamo
– volevamo controllare che stessi bene.
Ecco tutto,” balbettò Percy. Piper sfoggiava
un’espressione di scuse.
“Cioè
mi stavate spiando,” Annabeth tradusse.
“No!
Volevamo solo sapere cosa facessi…”
“Beh,
non avreste dovuto! Ciò che faccio, dove
vado, non sono affari vostri,” Annabeth rispose tagliente.
“Tu sei
un mio affare!” Percy quasi gridò.
“Tutto quello che riguarda te riguarda me.”
Ci
fu una pausa. Reyna se ne stava ferma e imbarazzata,
Piper ancora nella posizione difensiva.
Percy
intrecciò lo sguardo con quello di Annabeth
e riprese a parlare, questa volta con un tono più serio e
tranquillo. “Perché
se non ho te, non so cosa sono. Se non ho te, non ho niente. Il Campo,
le mie
abilità… non sono niente
senza di te,
Annabeth. E Piper, qui…” fece un respiro profondo.
“Quando io sono scomparso
Piper ti è stata vincina, anche se vi eravate appena
conosciute. Ma al momento
Jason non è qui e tu sai
come ci si
sente. Anche io lo so, ma Pipes no. E stamattina stava impazzendo di
preoccupazione. Sei la sua migliore amica, dovresti assicurarti che
stia bene.
E Reyna, scusa, ma è qualcosa di personale. Annabeth
è una persona molto
territoriale e ho scoperto che forse dovrei esserlo anche
io.”
Piper
era immobile. Reyna stava per rispondere,
quando Annabeth mormorò piano, “Tu – tu
non sei niente senza di me?”
“Pensavo
lo sapessi già.”
All’improvviso
Annabeth si lanciò su Percy,
costringendolo a distendere le braccia e a cingerle la vita, e si
avvinghiò a
lui, nascondendo il viso nell’incavo del suo collo.
“Wow,
Annabeth.”
Percy
non si era aspettato che la sua ragazza
reagisse così al suo piccolo discorso, ma strinse la presa
su di lei
felicemente.
“Andiamo
a casa,” disse Annabeth alla fine.
Quando
i quattro arrivarono al Campo Mezzosangue
notarono subito che stava succedendo qualcosa, perché
l’arena e le cabine erano
vuote. Si diressero verso l’anfiteatro, da dove sembravano
provenire gli unici
rumori. Tutti i campeggiatori erano lì, più
Chirone. Al centro dell’anfiteatro
stava un ragazzo alto e biondo.
“Jason!”
Piper gridò. Prese a correre nella sua
direzione e si gettò tra le sue braccia. Si diedero un bacio
veloce siccome
tutti li stavano guardando.
“Dov’eri?
Pensavo di ricevere un’accoglienza come
si deve, ma quando sono arrivato non c’eri tu,”
Jason accusò scherzosamente Piper.
“L’ho
portata in città per farla distrarre, era
troppo preoccupata…” Percy rispose per lei. Non
era l’esatta verità, ma Jason
non doveva necessariamente sapere della loro gelosia nei confronti di
Reyna.
Solo
dopo che Percy parlò, Jason sembrò
accorgersi degli altri, visto che la sua attenzione era stata
concentrata tutta
su Piper.
“Grazie,
amico,” disse abbracciando Percy. Poi: “Reyna? Che cosa in Ade ci fai tu
qui?”
“Ero
venuta a trovare Annabeth. Felice che tu sia
tornato sano e salvo a casa, comunque,” disse mentre lo
abbracciava anche lei.
La voce si incrinò un pochino sulla parola casa.
Piper
strattonò il braccio di Jason.
“Andiamo,”
disse.
“Dove?”
“Devo
darti un’accoglienza
come si deve, ovviamente.”
“Così
si fa, ragazza!” esultò Percy.
Jason
sorrise trepidante e salutò educatamente
tutti. “Rimani, Reyna? Speravo che magari dopo potessimo
aggiornarci.”
Lei
esitò.
“Leo
potrebbe farti fare un giro del Campo
Mezzosangue,” suggerì Annabeth. “Lo
farei io, ma devo… ripulire la mia cabina,”
balbettò.
“Ripulire
la tua cabina?” chiese Percy
sospettoso.
“Certo.
Ripulire
la mia cabina. Cosa c’è che non
va?” Arrossì. “Speravo che magari
potessi
aiutarmi a ripulire.”
Percy
capì. “Certo! Magari però dovremmo
iniziare
dalla mia cabina, visto che
è più
intima e tranquilla – disordinata, volevo dire! E’
più disordinata della tua.
Andiamo?” Le porse la mano.
Era
una cosa positiva che gli altri campeggiatori
avessero smesso di prestare attenzione, altrimenti sarebbero scoppiati
a ridere
alla vista delle due coppie che lasciavano l’anfiteatro mano
nella mano.
Leo
comparve vicino a Reyna.
“Seguimi,
bellezza. Capitan Leo ti assicura una
serata fantastica.”
Angolo
autrice:
salve a tutti e grazie di essere arrivati fin
qui! Spero che la storia vi abbia fatto sorridere.
Dopo
‘All because of a truth or dare game’
molti di voi mi avevano chiesto di scrivere un’altra storia
incentrata su
Piper, ma alla fine Percy e Annabeth s’insinuano sempre nelle
mie storie
rendendosi co-protagonisti… più Percabeth
c’è, meglio è u.u
Ringrazio
infinitamente Sara per il betaggio
<3
Non
siate timidi e fatemi sapere se la storia vi
è piaciuta!
Alla
prossima,
Ginny_theQueen
♥