VISITE DI CORTESIA
  Ogni notte, quando l’oscurità è più fonda, sento bussare alla mia finestra. Sono affollate, le mie notti: di angeli, di demoni, di sogni e di istanti, ogni volta qualcuno di loro viene a farmi visita.
  Non sono mai sola.
  Il vento impietoso spalanca i vetri; e loro sono lì, sull’orlo della finestra aperta. Ai margini dell’insonnia.
  Chi sei stanotte? Di chi è il turno, questa volta, di violentare la mia anima infranta?
  Sono tanti, oggi. Un angelo senz’ali. Un nuovo Icaro bello come il sole. Un inguaribile, dolce Peter Pan. Sono tutti lì e poi si sovrappongono finchè gli angoli coincidono e si confondono, e nasci ancora una volta nelle mie notti solitarie.
  Tu: occhi stellati, un’aureola di fiamme.
  Un pianeta la cui orbita sfiora a volte la mia, dando vita a spettacolari collisioni e profondi distacchi, incontri e scontri quasi casuali eppure attesi. Proiettili consegnati come doni, doni accolti come proiettili.
  Quante volte mi hai uccisa, quando bussavi alla mia finestra. Ricordi? Io ricordo, purtroppo o per fortuna; ricordo ogni cosa, salvo quelle importanti.
  Tu sei importante, ma non ti ho dimenticato. Avrei dovuto? Chissà.
  Ma questa notte mi hanno già uccisa abbastanza. Questa notte sono già spezzata abbastanza.
  Questa notte mi alzo e sono io ad aprirti la finestra, anziché rannicchiarmi su me stessa sotto i colpi e sanguinare inchiostro e macchiare i fogli con il sangue. Ti prendo per mano, ti faccio entrare.
  Insieme bruciamo le pagine su cui mi sono sacrificata come altari al dio Dolore.
  Bussano alla finestra. Le visite non sono finite.
  Forse possiamo uccidere i fantasmi.