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Autore: emsugar    05/07/2014    7 recensioni
Firenze, 1533.
“[...] la sua promessa sposa lo aspetta al castello dei Medici, questa è la ragione ufficiale di tanta fretta. [...] Ma cosa importa al giovane Henry di una ragazzina impertinente e sicuramente brutta da star male, quando può esplorare l’universo che lo circonda? Non gli interessa la compagnia della famosa Caterina, nè la sua conoscenza: inoltre ha sentito dire che ha la fronte troppo spaziosa e il naso arricciato, come un maialino. Qual è la fretta, a questo punto?“
{Queen Catherine x King Henry; teen!Catherine x teen!Henry}
(missing moments)
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Re Enrico II, Regina Catherine
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CARAMEL

 

Firenze, 1533

L’aria è colma di spezie. Quasi fosse stregata, sembra fluttuare di un caldo color arancio, impregnata di suoni e sapori. Henry ha solo quattordici anni, un titolo regale e venti chili di mantello di velluto rosso, a pesargli sulle spalle. Ancora non sa se pesi più il mantello, in questa soleggiata giornata di giugno, o il titolo che incombe su di lui. Non pronto a porsi questa domanda, cammina per le strade di Firenze, scortato dalle guardie regali e seguito dalla madre Claude, regina di Francia. I fiorentini lo guardano dai lati della strada, chi con ammirazione – non pensavo fosse così bello; e così Caterina sposerà quel bel ragazzetto – e chi con disprezzo – pensano di fare un grande affare, ma non hanno capito che così dipenderemo completamente dalla Francia; con tutto l’oro che indossa solo lui potremmo sistemare i problemi di tutta Firenze e ci avanzerebbe ancora denaro; guarda che gambette fragili, sicuramente non sa tenere in mano una spada -. Ignaro di ciò che lo circonda, il principino avanza, incantato da tutto ciò che può vedere intorno a sè: le bancarelle del mercato sono colme di frutti pregiati e freschi, di arazzi fatti a mano e di brocche di vino profumato; nel vento risuonano le trombe dei francesi e i canti popolari di una piccola banda di Firenze, sulla terra il rimbombo delle danze e lo scalpiccio dei cavalli. E’ la prima volta che Henry viaggia così lontano, e non ha mai visto un posto tanto interessante e ricco di vita come le strade fiorentine. La sua immaginazione viene facilmente catturata da ogni piccolo attraente particolare, e la sua mente distratta viaggia in ogni angolo a lui visibile, a scrutare ogni oggetto e percepire ogni profumo.
La madre gli fa cenno di avanzare più velocemente: la sua promessa sposa lo aspetta al castello dei Medici, questa è la ragione ufficiale di tanta fretta –
non possiamo far aspettare a lungo una dama così impaziente di conoscerci, caro Henry. Ciò che il principe non sa è che sicuramente non è conveniente arrivare in ritardo all’appuntamento che permetterà alla regina di Francia di mettere le sue mani regali sul territorio italiano. Ma cosa importa al giovane Henry di una ragazzina impertinente e sicuramente brutta da star male, quando può esplorare l’universo che lo circonda? Non gli interessa la compagnia della famosa Caterina, nè la sua conoscenza: inoltre ha sentito dire che ha la fronte troppo spaziosa e il naso arricciato, come un maialino. Qual  è la fretta, a questo punto?
Eppure, a passo svelto la comitiva raggiunge la reggia dei Medici, imponente e solida, costude di generazioni di storie e vite. La festa che si tiene nel cortile interno del castello è quasi più affascinante di quella che si svolge in strada: la famiglia non vuole sfigurare di fronte ai prossimi alleati, e per la felicità del giovane Henry ha allestito un banchetto ricco e variopinto, accompagnato da musiche festose e danze ritmate; dalle terrazze della reggia pendono gli araldi con gli stemmi di famiglia e tutto il giardino è popolato da decine e decine di nobili agghindati nel modo più lussuoso.
Il principino gira, esplora, scopre, non si ferma mai; ammira tutto ciò che può e mentre osserva con minuziosa attenzione le mura interne del castello il suo occhio malandrino cade su una figura che lo guarda a sua volta dall’interno. Henry aguzza la vista, e gli pare quasi di vedere un angelo; non può che essere tale, un esemplare di così tanta bellezza. La fanciulla che ricambia il suo sguardo ha lunghi capelli biondi, sciolti accuratamente sulle spalle, il corpo esile e aggraziato e il viso chiaro, come se fosse di porcellana. Henry non può vedere il colore dei suoi occhi, da così lontano, ma muore dalla voglia di scoprirlo, e di sentire la sua voce, e respirare il suo profumo. Che gli presentino pure questa Caterina, ma appena tutte queste cerimonie artificiose saranno terminate, andrà a parlare con quell’angelo e scoprirà il colore dei suoi occhi. Ha un animo troppo sensibile, ma solo per ciò che lo interessa di più; e la ragazza alla finestra lo interessa più di ogni altra cosa al mondo.

Francia, 1559

Catherine si sveglia lentamente. Apre prima l’occhio destro, color caramello. La luce illumina la stanza filtrata dalle pesanti tende di velluto alle sue spalle, e scalda la sua pelle nuda. Ad una prima analisi, veloce e confusa, la regina riconosce gli arazzi dorati ricamati in Italia, dono della famiglia alla corte di Francia per il primo anniversario di matrimonio tra lei ed Henry. Catherine apre anche l’occhio sinistro, e ricorda. Il braccio di Henry le circonda ancora la vita, fermo dove è rimasto dopo che i due regnanti di Francia hanno fatto l’amore; più volte, con frenesia, con passione, con ardente desiderio. Catherine sorride alle immagini che le attraversano la mente, ai suoni che le tornano alle orecchie; tutte le volte che il suo re ha urlato il suo nome con tutto il fiato che aveva in gola e quelle in cui l’ha sussurrato al suo orecchio, famelico e malizioso; tutte le volte che le sue mani le hanno attraversato il corpo, cacciatrici di un contatto che per troppo tempo è stato negato; tutte le volte che la regina ha inspirato il profumo del suo re, mentre avvinghiati in un abbraccio si baciavano nostalgicamente.
Catherine sorride, consapevole di sembrare una sciocca ragazzina, ma non se ne cura. Si sente una ragazzina, di nuovo giovane e viva, bella e attraente. La regina di Francia ricorda ancora la prima volta che Henry l’ha sfiorata in quel modo, facendole provare una quantità di sensazioni che mai prima avrebbe immaginato di poter sperimentare.  Ora, vent’anni più vecchia, graffiata da un’esistenza che non ha mai avuto pietà con lei, quell’amore così desiderato è sfociato nella notte più bella che abbia mai vissuto: l’esperienza, la conoscenza, l’odio, l’astio, l’affetto, tutto ha reso quelle ore le più appaganti, vere, sincere nella vita di Catherine. Le è sembrato di riconoscere il suo dolce e coraggioso Henry, solo quindicenne, che le toccava il viso con ingenuità e desiderio, le baciava il collo con una passione curiosa ed impaziente, le stringeva le mani dolcemente, rassicurandola e confortandola per il dolore. Nel tocco del suo re Catherine non ha sentito la forza possessiva che sovrasta Diane, nè la fame incontrollata con cui deve fare i conti Kenna: Catherine ha provato solo il leggero e seducente soffio di intimità, che solo con lei può esalare. Solo con lei re Henry può essere sè stesso fino in fondo; Catherine sorride ancora, consapevole del vero potere che le sue mani racchiudono.
Anche Henry si risveglia. Sorride anch’egli, stringendo a sè la moglie che innumerevoli volte ha respinto; le bacia la spalla, la nuca, i capelli, la volta a sè: la ammira, radiosa e sensuale, gli occhi che brillano e i lunghi capelli biondi sparsi sul cuscino, disordinati e terribilmente perfetti.
- Ho sognato il nostro primo incontro, Catherine. – La regina accarezza la guancia del re, grata di quell’attimo ti puro amore. – Sei bella come allora. -

 

La duchessa d’Urbino si guarda allo specchio. Vede una donna in fiore: il suo volto sta cambiando, i seni le sono cresciuti e le spalle si sono leggermente allargate. Eppure, dentro il riflesso dei suoi occhi Caterina vede solo la bambina innocente che è sempre stata. Attraverso quel mare di caramello che le riempie le iridi vede solo mattine a rincorrersi sui colli toscani, vede pomeriggi condivisi con la balia a ricamare preziosi regali, vede serate popolate di fate ed elfi, che escono dalla bocca sapiente di balia Rosalba finchè la piccola duchessa non si addormenta. Eppure, la piccola innocente bambina con mastria si infila gli orecchini dorati, dono della madre ormai defunta; indossa gli anelli con gli stemmi di Firenze e di Urbino; si incipria il viso leggermente, e colora le palpebre d’oro. Quando può finalmente guardarsi allo specchio, nella sua visione d’insieme Caterina non può che intravedere la donna che sarà.
- Duchessa, tra pochi minuti siete attesa di sotto. –
Balia Rosalba sorride comprensiva. Sotto tutto quel trucco e quei gioielli artificiosi, anche lei vede solo una ragazzina, ma non può farci nulla: tra poco la sua piccola duchessa se ne andrà per sempre, sposata con un principe francese e probabilmente pronta a generare la prole che a lei è richiesta. Il cuore di Rosalba batte veloce, ma mai come quello di Caterina. Lei è un vero fascio di nervi, al momento. La duchessa si alza dal suo lavatoio, compie una giravolta su se stessa e tra le ammirazioni delle sue compagne di stanza si avvicina alla finestra: gli invitati hanno ormai riempito il cortile e forse tra essi lei può scorgere il suo futuro marito... E invece no. Caterina scorge solo un ragazzo stupendo, il più bello che abbia mai visto. Ha un portamento solido e un fisico prestante, il viso dolce e i lineamenti regali. Non sa chi sia, ma molto probabilmente è Francese, e poichè veste abiti preziosi e molto lussuosi, molto probabilmente è amico del suo fidanzato. Lo stomaco si attorciglia all’interno della povera ragazzina, al solo pensare a quella parola. Fidanzato.
Quanto sarà alto? Sarà gentile? E di bell’aspetto? Caterina spera silenziosamente che non sia un brutto giovane, altrimenti sarà più difficile innamorarsi. Caterina vuole innamorarsi e vuole che succeda in fretta, per non passare il suo tempo alla temuta corte di Francia ancora più penosamente di quanto è terrorizzata che succeda. La giovane duchessa ha solo quattordici anni, ma ha già capito tutto sull’amore; o almeno, ha già capito tutto ciò che una vecchia balia che mai ha avuto un uomo ha saputo instillarle nella mente. Caterina ha capito che l’amore non è fulmineo, nè accade per caso; l’amore si crea, si costruisce e si fa crescere, con la buona volontà e lo sforzo interiore. Eppure, la giovane spera che il suo fidanzato assomigli almeno un po’ a quel ragazzo che ha appena visto alla finestra, così lo sforzo sarà meno incombente e la fatica sarà più gratificante.
- Sù, non facciamo aspettare la regina di Francia, ve ne prego, questo fidanzamento è già complicato abbastanza cosi’ com’ è. –
Caterina distoglie lo sguardo, e con il cuore troppo veloce nel petto e le farfalle troppo agitate nello stomaco, si avvia verso il suo destino.

 

- Tu non hai più i capelli, invece. –
Henry ride, e quel suono  mette al suo posto ogni cosa nella mente di Catherine.
- Mi donavano, in effetti... –
Catherine non può che assentire, e con una nota amara nella voce, osservare: - Mi hai fatto innamorare, con quella pettinatura bizzarra, perciò posso ammettere che non ti stessero così male. –
Catherine si perde negli occhi del suo re. Si domanda senza proferir parola se lo ami ancora; la risposta è una mistione di sensazioni che le pervadono il cuore: rabbia, affetto, odio, ammirazione, compassione, nostalgia, desiderio. Catherine vuole amare ancora il suo re. Ma come fare, ormai? Di tutto l’amore che hanno condiviso, non sono rimaste che macerie impolverate, un letto a baldacchino grande come il mare e quattro mura testimoni di una notte folle. E due cuori induriti troppo a lungo, ormai.
Catherine vuole amare il suo re, ma non è più quella sciocca ragazzina, sebbene il suo sorriso riveli il contrario. Non ha più quattordici anni, non è  più una duchessa spaesata e alle prime armi. Catherine de Medici è la regina di Francia. Ha quarant’anni, quattro figli, un regno.
Henry, mentre osserva la sua regina, si chiede altrettanto: amo ancora questa donna? Certo, ha i capelli sciolti e le gote arrossate, ed è davvero bella come allora, ma le rughe che iniziano a spuntarle sul volto sono segno di una vita ormai vissuta, e sebbene i suoi occhi non abbiano perso il loro affascinante color caramello, sono il riflesso di una donna ormai cambiata. E anche lui non è  più lo stesso.

 

Caterina non sa se questo è un sogno. Anche Henry se lo chiede, mentre davanti ai suoi occhi sfila l’angelo che ha visto alla finestra: chiude le palpebre un secondo, timoroso che il sole di giugno gli stia giocando qualche scherzo indesiderato. Ma lei è lì, i lunghi capelli sciolti e le gote arrossate. Mentre si inchina rispettoso, Henry scruta gli occhi della sua futura moglie. Color caramello. Sapeva che non ne sarebbe rimasto deluso.
Caterina vorrebbe anch’essa chiudere gli occhi per un attimo, perchè il principe di Francia è il ragazzo più bello della festa e profuma di nuovo inizio.
L’aria è impregnata di questo suo odore. Caterina si sente felice come mai prima: i dubbi e le paure si sono accantonati in un angolo, per lasciar spazio all’eccitazione e alla consapevolezza. La duchessa è certa che passerà la vita più entusiasmante e appagante che potesse immaginare, e che si impegnerà fino al giorno della sua morte per amare con ogni fibra del suo corpo il marito che le spetta.


- Perchè non ci amiamo più come allora, Caterina? –
- L’amore si crea, si costruisce, si fa crescere. Ci vuole impegno e decisione. Noi abbiamo smesso di impegnarci molto tempo fa, Henry. –
Henry abbassa il capo, e bacia la sua regina. Un’ultima volta.




 

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Bene,
Eccomi qua con la mia follia e questa insana otp che mi tiene sveglia la notte! Allora, cosa dire? Avevo tanta voglia di scrivere qualcosa su Henry e Catherine, e ringrazio TheSandPrincess per avermi inconsapevolmente ispirato un parallelo tra presente e passato, sebbene poi io abbia totalmente stravolto il significato della sua raccolta (che per chi fosse interessato si trova qui, un po’ di sana e meritata pubblicita’ non fa mai male!).
Tre sono le cose che volevo evidenziare in questa one shot (sarete voi a dirmi se ci sono riuscita): la nostalgia per un amore che e’ ormai passato, il cambiamento di Catherine (perche’ d’altronde e’ quella che si e’ trasformata di piu’, possiamo immaginare), e vabbe’ gli occhi caramello della mia Megan Follows che e’ troppo troppissimo gnocca.
Un ringraziamento specialissimo a Elle Fanning (che non ha gli occhi caramello, ma nel mio banner si perche’ mi sono pure messa a modificare il colore degli occhi ahahah sono andata)  e a Paul Wesley (il mio wasilewski *cuoricini*) per aver impersonato teen!Catherine e teen!Henry nella mia testolina bacata. Spero che questa stupidata vi sia piaciuta.
Un bacio,
ems.

   
 
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