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Autore: Green 182    05/07/2014    0 recensioni
“Il treno proveniente da Milano è in arrivo sul binario 3”
Sentendo l'altoparlante, S. si agitò: da un momento all'altro avrebbe rivisto quella che considerava la sua migliore amica.
Era nervosa e, probabilmente, se avesse avuto una sigaretta a portata di mano, l'avrebbe fumata.
Arrivò il treno e da esso scese lei.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'My Heart Is Yours...'
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Questa ff l'ho scritta il 4 giugno 2013, quindi più di un anno fa. L'avevo tolta, ma poi ora, alle 5 di mattina, ho deciso di rimetterla. Don't know why.
Poi questa, a differenza dell'altra, è inventata, M. verrà forse quest'estate nella mia città. Quelle che descrivo qui sono solo delle mie fantasie malate lol ma l'anno scorso avrei voluto fossero reali...


 

I Need You

 

“Il treno proveniente da Milano è in arrivo sul binario 3”

Sentendo l'altoparlante, S. si agitò: da un momento all'altro avrebbe rivisto quella che considerava la sua migliore amica.

Era nervosa e, probabilmente, se avesse avuto una sigaretta a portata di mano, l'avrebbe fumata.

Arrivò il treno e da esso scese lei.

S. la vide da lontano, era impassibile, ma dentro stava esplodendo di felicità.

Lei le corse incontro e si abbracciarono forte.

S. non avrebbe mai voluto lasciarla andare, non credeva ancora ai suoi occhi.

Lei era lì davanti a lei, in carne ed ossa...finalmente.

Era la persona che probabilmente l'aveva aiutata di più.

Era una delle persone più importanti per lei.

E finalmente era lì, davanti ai suoi occhi.

S. l'abbracciò ancora, giusto per capire se era reale, se lei era lì davvero per lei, solo per lei.

Sorrise come un'ebete, alla fine.

-Hai in mente di stare qui in stazione a lungo?- le chiese.

A questa domanda scese dalla nuvole e si limitò a ridere leggermente.

-Dove vuoi che ti porti?- le chiese S..

-Non lo so, sei tu che abiti qui-

-Già-

“Purtroppo” pensò.

Avrebbe voluto abitare vicino a lei, non per forza a Milano, ma in uno stesso posto, in una stessa città qualunque.

La portò in centro, in un negozio di dischi: il loro paradiso, e fu anche felice che l'amica trovò qualche cd a lei mancante.

Si sentiva soddisfatta.

Restarono in centro un po', giusto il tempo di visitarlo.

Senza che lei se ne accorgesse, la osservava, ancora imbambolata, come se fosse un angelo.

Un angelo sceso in terra, ecco cos'era.

Finito di visitare il centro, lei la portò a casa sua, solo per provare soddisfazione nel fargliela vedere.

Arrivate in camera, si sedettero sul letto e guardarono le pareti e gli armadi.

Lei fu sorpresa da tutte quelle foto, ma era una cosa che le piaceva molto, visto la passione in comune.

Venne il momento in cui si guardarono negli occhi e non seppero cosa fare.

S. abbassò lo sguardo, probabilmente rossa in faccia, e disse una frase:

-Ho bisogno che tu abbia bisogno di me-

Lei a questa frase ci rimase sorpresa, non sapeva cosa dire, forse perchè non provava lo stesso.

E questo silenzio fu una pugnalata allo stomaco.

-Scusami- continuò S., sempre con lo sguardo abbassato.

Lei glielo alzò con le mani e le accarezzò una guancia.

-Cosa provi?- chiese.

-Tu?-

-Te l'ho chiesto prima io-

-Dimmelo tu-

-Non lo so...non lo so riconoscere-

Lei l'ascoltò in silenzio e poi fece uno scatto per baciare S..

Non sapeva spiegarsi il come, ne il perchè di quel gesto che mai aveva pensato di compiere.

Fu un bacio corto, pieno d'imbarazzo.

-S-solo che non posso dirti di amarti, ma neanche semplicemente di volerti bene...ti adoro, probabilmente sei come una sorella per me...sei davvero importante- le disse.

Chi se lo immaginava che si erano invertite le parti ora?!

 

Alle 19.30, la accompagnò in stazione.

Non avrebbe mai voluto farlo.

Mai.

Non avrebbe mai voluto lasciarla andare di nuovo.

-Ti voglio bene- disse, ma in modo illimitato, perchè quelle tre parole non rappresentavano la realtà.

Era molto di più di un “Ti voglio bene”.

-Anche io- rispose M, e si avviò verso il treno.

Quando questo partì, il vuoto in S. che -con la presenza di M.- si era riempito, ora era ricomparso.

 

 

So che questa storia non è il massimo e che non si capisce molto con tutti quei “lei”, ma ho voluto lasciarla così.

Riguardo i nomi...ho voluto scrivere solo l'iniziale, ma chi sa, sa (?).

 

 

 

 

 

 

  
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