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Autore: Bru_    05/07/2014    3 recensioni
Stefano è amico di Chiara. Un grande amico. Il migliore. Ma cosa succede se l'amore decide di fare capolino? Gli equilibri si rompono, i sogni si infrangono e le cose non restano più esattamente le stesse. Ma il loro rapporto resterà così per sempre? Ci sono speranze per Chiara e Stefano, o sono destinati a predersi?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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STEFANO
Scoppia a ridere.
Di una risata limpida, solare, cristallina.
La guardo di nascosto.
Osservo i suoi denti perfetti, le sue labbra rosse e piene e quelle splendide fossette sulle sue guance.
È stupenda.
Sento il cuore che comincia a battermi più velocemente in petto, talmente forte che ho il timore che qualcuno possa sentirlo.
Ridono tutti, adesso. Tutti tranne me, che sono assorto nei miei pensieri e che continuo a contemplarla, come se fosse una dea, un essere soprannaturale, un’opera d’arte.  Lo sguardo scende ad accarezzarle il corpo, a rubarle un po’ di quella intimità che tanto cerca di difendere e di proteggere. Con occhiate furtive e veloci osservo i suoi seni che si alzano e si abbassano al ritmo della sua dolce risata. Osservo le sue gambe lunghe e snelle, fasciate da un paio di jeans stretti e un po’ consumati.
Avrei voglia di baciarla qui, a scuola, davanti a tutti, un po’ per assaggiare il suo sapore, un po’ per marcare il territorio.
Lei è mia.
E non è solo la mia amica, la mia migliore amica. Lei è mia punto e basta. Invece me ne rimango sulle mie, con l’aria un po’ incazzereccia, con lo sguardo serio e accigliato. Mi scompiglio un po’ i capelli, già abbastanza arruffati e continuo a riporre i libri nello zaino.
Mi si avvicina lentamente.
-Ste, si può sapere che hai oggi? Mi sembri…- Mi chiede con quell’aria innocente e quegli occhioni azzurri sgranati. Una ciocca di capelli le scivola sulla fronte e avrei voglia di prenderla quella ciocca, di spostarla con le mie dita, magari di giocherellarci un po’.
-Ti sembro?- La incalzo. Voglio che sia lei a terminare la frase.  Voglio capire quello che ha capito, quello che vuole vedere di me.
-Dai…lo sai, no? Ti metti da una parte, non scherzi, non sorridi…ecco: sembri incazzato!- Dice con discrezione per non farsi sentire dagli altri mentre mi appoggia una mano sulla spalla.
La guardo negli occhi. Ho la forte tentazione di dirle tutto quello che provo, come ho immaginato tante volte nel buio e nella solitudine della mia stanza. Vuotare il sacco. Raccontarsi per davvero. Fare uscire i propri sentimenti e magari scoprire che la persona che hai di fronte prova lo stesso per te, senza paura, senza freni.
 E invece me ne sto nel mio mutismo, senza dare spiegazioni, con nell’animo un tumulto che rischia di esplodere da un momento all’altro.
-Chiara…- e il cuore batte sempre più velocemente. Allargo le braccia e continuo.
-Diciamo che è semplicemente una giornata “no”.- Mi passo una mano fra i capelli mentre con una serietà che stupisce persino me stesso continuo a fissarla negli occhi.
-Hai voglia di parlarne, Ste? È successo qualcosa a casa? I tuoi?-
Dio quanto è bella. La sua innocenza e purezza d’animo mi lasciano sempre ogni volta sconvolto.  “Sono cotto di te, Chiara. I miei non c’entrano un cazzo di niente. E non so come uscire da una situazione assurda in cui mi sono ficcato da solo! Tu sei la mia amica e ci credi, pure. Io invece vorrei baciarti e scoparti.” Queste sono le parole che dovrei trovare il coraggio di dire.
-Chiara davvero, non oggi. Non…- riesco a blaterare senza convinzione.
-Magari oggi pomeriggio, allora. Giuro che ti chiamo, Ste. Oppure ci becchiamo su facebook.- Mi sorride radiosa e io abbasso definitivamente tutte le mie difese e tutte le barriere che disperatamente tentavo di sollevare.
Poi lo fa. Mi abbraccia. Si stringe a me col suo bellissimo corpo, tanto stretta che posso sentire il profumo dei suoi capelli e come non ricambiare quell’abbraccio? Come fare finta di niente? Come rimanere indifferente e continuare a giocare la parte dell’amico affidabile? Mentre sento i suoi seni premere contro il mio petto? E mentre li immagino, quei seni, sotto le mie dita, in una situazione un tantino più intima di questa.
Eppure riesco a recitare anche questa volta. E lei si gira e leggera e silenziosa se ne va verso le sue amiche. Così come era venuta. Lasciandomi in una marea di pensieri di cui non immagina neppure lontanamente l’esistenza.
 
-Chiara ti devo parlare.- Continuo a ripetere davanti allo specchio, cercando di fare uno sguardo serio e credibile, degno di ascolto.
Ho preso finalmente una decisione: non posso continuare ad essere suo amico e  ascoltare le sue confidenze più intime che spesso mi piombano addosso come pugni nello stomaco. Devo agire e devo farlo prima che questo sentimento che provo mi travolga del tutto, e che mi lasci con in mano un pugno di mosche.
So che rimarrà delusa. So che probabilmente la perderò. Ma non posso continuare a fingere che tutto sia così perfetto perché perfetto non lo è per niente.
Mi passo nervosamente una mano fra i capelli. Prendo il coraggio a due mani e scendo.
In pochi minuti sono sotto casa sua, dove la vedo sorridente e bellissima come sempre. Ha raccolto i capelli e delle ciocche ribelli e leggermente schiarite dal sole, le incorniciano il viso.
-Ciao!- e i suoi occhi si illuminano di una luce che non è solo quella del sole…è di più, molto di più.
Mi stampa un bacio sulla guancia e quel tocco leggero ed apparentemente innocente mi fa sussultare dentro.
Per un attimo ho la tentazione di non dire nulla.  Di continuare a nascondere quello che provo dietro una maschera di serietà e di indifferenza. Poi il mio cuore, che batte in modo furioso ed incontrollato, mi ricorda che non posso andare avanti così.
Non mi chiede niente. Passeggiamo tranquillamente fino al parco, in un silenzio che mi godo appieno, perché significa più di mille parole. Lei è così: non ha mai avuto bisogno di fare troppe domande o di insistere con me. Ha sempre avuto la grazia e il garbo di aspettare che fossi io a fare la  mia mossa, per poi ascoltare con grande partecipazione e con un’empatia rara.
È anche per questo che mi sono innamorato di lei.
Si ferma. Si appoggia contro un albero e mi guarda.
Mi fermo anch’io e deglutisco. La bocca incredibilmente secca. Umetto le labbra e raccolgo i pensieri. Non so davvero come e da dove cominciare. La sua bellezza mi disorienta e istintivamente le prendo la mano, un gesto intimo che abbiamo condiviso altre volte, ma che questa volta per me ha un sapore diverso. Chiara continua a guardarmi interrogativamente adesso. Forse si sta chiedendo che cosa sia successo, forse si immagina catastrofi indicibili per me o per la mia famiglia, senza rendersi conto di essere lei il vero motivo del nostro incontro.
Tengo sempre stretta la sua mano.
Vorrei darle delle risposte. Non ne ho la forza. Poi improvvisamente una folata di vento mi porta il suo profumo. Dolce e fresco penetra nelle mie narici e davvero non esistono più pensieri razionali per me. Tutti i discorsi provati davanti allo specchio vanno a farsi friggere. Tutti i sentimenti che tanto ho represso in quest’ultimo periodo rompono l’argine di sicurezza, uscendo allo scoperto senza freno alcuno.
Appoggio le mani ai lati del suo viso e mi avvicino alla sua bocca. Sempre più vicino. Terribilmente vicino. Sento il suo alito fresco sulle mie labbra e mi invade fortissima la voglia di baciarla.
E senza ulteriori ripensamenti la bacio. Esploro la sua bocca con una voglia disperata, assaporando tutto. Il crescente desiderio si fa sempre più forte, soprattutto quando mi rendo conto, come in un sogno, un bellissimo sogno, che Chiara sta ricambiando il mio bacio.
Il tempo sembra fermarsi.
Il bacio dura pochi istanti, o forse un’eternità…chi può dirlo? E quando mi riprendo, incapace di ragionare, i miei occhi rivedono la luce e si tuffano di nuovo dentro i suoi, cercando una conferma dei suoi sentimenti, sperando che il “non detto” sia sufficiente a fornire le spiegazioni necessarie. Quello che spero è che lei capisca che la amo senza il bisogno di una confessione e che questo bacio sia un po’ la “nostra” confessione, di tutti e due.
Ha un’espressione indecifrabile. Non riesco a capire. È confusa, stordita, sorpresa.
-Chiara…non posso essere più il tuo migliore amico.- Le sussurro dolcemente all’orecchio con la voce ancora roca per l’eccitazione.
Continua a guardarmi con stupore. Senza trovare ancora la forza di dire nulla. Percepisco un momento di distacco da parte sua e mi allontano da lei.
Cazzo, cazzo, cazzo! Dì qualcosa Chiara! Mandami affanculo se vuoi, ma parlami! Il mio cuore ormai batte all’impazzata, non ha più controllo, ed ora questo silenzio fra noi mi sembra lunghissimo, incolmabile, eterno.
Sospira, infila i pollici nei passanti dei jeans e si guarda imbarazzata la punta dei piedi.
-E quando è cominciato tutto questo, Stefano?- chiede finalmente con la voce rotta dall’emozione.
Non ho voglia di risponderle. Sento che sto precipitando senza paracadute, in caduta libera. Riesco solo a guardala ancora più intensamente, cercando di farle capire la risposta proprio attraverso il mio sguardo. Un anno…forse un po’ di più. Sì. È un anno che fingo di esserti amico, Chiara. Un anno che spero che tra noi nasca qualcosa di diverso, di più forte.
-Cazzo, Ste! Mi sento una merda! Tutte le volte che ti ho parlato di Fabio tu…tu…perché non me ne hai parlato subito? - Chiede con aria innocente ma sempre più incredula.
-Non volevo perderti, Chiara. Ma forse sta succedendo adesso. Dimmelo tu, Chiara, sta succedendo?-
Il suo sguardo si fa cupo e triste. Abbassa gli occhi e non ha il coraggio di guardarmi in faccia. Con un dito, delicatamente, la costringo a rialzare il viso e di nuovo ho i suoi occhi dentro di me. Adesso andiamo fino in fondo. Costi quello che costi.
-Cazzo, Ste!- dice alzando decisamente il tono della voce, quasi in un lamento. – Perché proprio io? Perché noi?-
I suoi occhi cominciano a riempirsi di lacrime e la felicità che avevo provato pochi istanti prima, l’illusione di un bacio ricambiato, le sensazioni positive…tutto si sgretola inesorabilmente.
-Ti prego, Chiara, non piangere.- Mi avvicino a lei per consolarla, ma Chiara si scansa con freddezza, mi respinge con decisione questa volta.
-Bene,- dico con una certa risolutezza. – io mi sono esposto abbastanza. Adesso tocca a te! –
Piange.
E non posso neppure consolarla. Per la prima volta da quando ci conosciamo rifiuta un contatto con me. Non mi vuole illudere, lo so, lo capisco, ma è durissima lo stesso. È a questo che dovrò abituarmi d’ora in poi? Freddezza e distacco da parte sua? Un rapporto formale e garbato, ma senza attaccamento?
-Stefano…ti prego…restiamo amici.-
-Forse non hai capito, Chiara. Forse non mi sono spiegato bene. Sono innamorato di te e sono uscito allo scoperto perché non posso continuare ad essere il tuo amico. Ci sto male e lo sai anche tu. - Mi passo nervosamente la mano fra i capelli e la guardo dritta negli occhi. Vorrei stringerla, baciarla di nuovo, consolarla. Mi trattengo proprio in nome di ciò che ho appena detto. Basta giocare a fare l’amico.
-Mi dispiace, Ste ma io…riesco a vederti solo come amico. E non sai quanto mi fa male dirti questo, ma è giusto essere sinceri. Te lo devo.-
Finalmente è stata chiara anche lei. Anche se mi si annebbia un po’ la vista. Anche se mi si ferma il cuore per alcuni istanti.
-D’accordo Chiara.- Riesco a dire con un filo di voce carica di rammarico e di risentimento. – Buona vita a te!-
La lascio lì, con le lacrime agli occhi, dopo averla baciata ed essermi illuso. Me ne vado col cuore spezzato e con l’aria incazzata di chi è stato scaricato. So che mi mancherà. So che soffrirò come un cane, ma forse è la soluzione migliore per tutti e due.
Lo spero.
Cerco di convincermene mentre mi allontano da lei e dalla sua vita a passi veloci e decisi.
 
CHIARA
Il suo banco oggi è vuoto.
Non è venuto a scuola e qualcosa per un momento mi fa pensare di esserne responsabile. Poi scaccio con fermezza quel pensiero: non può essere stato a casa da scuola per me, mi dico risoluta.
Però sto male. Da cani. Mi sento uno straccio, una merda, uno schifo.
Durante la lezione di latino tiro fuori lo smartphone e gli mando un messaggio. Non resisto. È più forte di me. Una semplice, discreta domanda: come stai? Non ricevo risposta. Continuo a controllare il mio cellulare nella speranza di vedere illuminato il simbolino dei messaggi, ma niente di niente.
Questo non sapere accresce la mia ansia. Lo so che sto sbagliando, che dovrei lasciarlo in pace, ma già mi manca da morire.
Ste…dove sei?
 
 
Accendo il tablet e mi connetto a facebook. Scorro velocemente la lista degli amici, nella speranza di vedere il pallino verde accanto al suo nome, ma niente. Non è collegato. Che faccio? Lo chiamo? Assolutamente no! Devo lasciarlo in pace. Abbiamo bisogno tutti e due di tempo. Poi forse le cose si riaggiusteranno…forse. Il pensiero di averlo perso per sempre mi fa attorcigliare lo stomaco.
Cazzo Ste…è passato solo un giorno e già sto da schifo! Come faccio a rinunciare a te?
 
Lo vedo in cima alle scale della scuola. I suoi capelli arruffati sono inconfondibili. Ha lo sguardo un po’ serio e spento…o forse è una mia impressione. Ora sta parlando con Andrea e sorride garbatamente, ma io posso vedere bene che nei suoi occhi c’è qualcosa che non quadra.
Mi sento terribilmente in colpa.
In un attimo guarda nella mia direzione e mi vede. I nostri sguardi si incrociano per alcuni istanti. Il cuore comincia a battermi forte. Gli sorrido, ma lui guarda da un’altra parte.
Sto davvero male.
 
Per tutta la mattinata sento i suoi occhi su di me. Ma appena mi giro mi rendo conto che forse era soltanto una mia sensazione, un’impressione. Il tempo sembra non passare mai. Scorre lentamente e non vedo l’ora che finisca la lezione per poter parlare con Stefano.
Al suono della campanella mi precipito da lui, senza neppure riflettere. Sta ridendo insieme agli altri e si blocca non appena si accorge che mi sono avvicinata. Intorno a noi si crea il vuoto. Tutti hanno capito che c’è qualcosa che non va. Che si è rotto un equilibrio. E forse per questo decidono di lasciarci soli.
-Hey.- Dico guardandolo negli occhi.
-Chiara.- Dice lui lanciandomi uno sguardo di fuoco.
Silenzio.
-Non hai risposto al mio messaggio e… - balbetto impacciata.
-…e?- incalza lui.
-…e…volevo sapere come stai. Tutto qui.-
Sospira. Si passa una mano fra i capelli. È arrabbiato. Lo percepisco. Lui vuole sembrare indifferente e distaccato, ma è incazzato nero. I suoi occhi verdi si posano sui miei.
-Mettiamo in chiaro le cose.- Dice alzando il tono della voce. – Ci vedremo tutti i giorni, Chiara. Frequenteremo anche le stesse persone, forse. Lo so che non sarà facile, ma dovremo abituarci a un certo distacco.- So che ha ragione, ma le sue parole mi feriscono ugualmente, nel profondo. Sono abituata a scherzare con lui, a ridere, ad ascoltarlo e ad essere ascoltata…non sono abituata ad “un certo distacco”.
Annuisco garbatamente.
Che casino di merda! Avrei voglia di piangere, ma sento già il peso di questi ruoli cambiati repentinamente, e non me la sento di lasciarmi andare davanti a lui, che continua a guardarmi con rabbia e delusione.
-Stammi bene.- Dice seccamente. Raduna le ultime cose e se ne va lasciandomi sola e con un macigno sullo stomaco.
Perso. Sento davvero di averlo perso.
   
 
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