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Autore: cecchino_2028    05/07/2014    1 recensioni
Il bifolco è lui, che gira per il paese con i vestiti sporchi di terra e sudore, con le mani callose e gli occhi stanchi, la schiena piegata dalla fatica.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
- Questa storia fa parte della serie '365 stories'
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Bifolco.


Bifolco lo chiamano in paese, o meglio, nel castello che guarda il paese; lui che prima di imparare a camminare sapeva già zappare, lui che è nato tra il grano dorato su cui si spacca la schiena da quasi vent'anni.
Figlio di contadini.
Nipote di contadini.
Niente futuro in città per lui.
Solo terra viva, sole cocente ed una vanga.
Magari dei buoi, un aratro, ma nulla di più.
Fischietta raggiungendo il campo, fischietta la sera, quando torna a casa, fischietta quando sente quel nomignolo: bifolco.
Lui ride quando la perfetta principessina lo chiama con quel nome, che quasi ha sostituito quello di battesimo, perché la principessina non sa che senza il lavoro del bifolco lei non avrebbe il cibo in tavola ed i bei vestiti con i quali passeggia al braccio del promesso sposo.
Li vede spesso in paese, lei bellissima, come quando da bambini giocavano insieme nella grande tenuta, i capelli scuri sciolti sulle spalle, il vestito colorato che le mette in risalto le forme perfette, gli occhi azzurri, pronti a giudicarlo.
Lui, il nobile che le ha rubato l'amore ed il cuore, è più vecchio, si nota da lontano, più navigato, ne ha viste di cose nella sua vita, indossa sempre una camicia bianca ben inamidata, un fazzoletto colorato al collo, ed un completo che gli fascia le spalle larghe. Zoppica, quell'uomo del quale non ricorda il nome, quel nobile di chissà dove, vittima di una ferita di guerra.
Il bifolco è lui, che gira per il paese con i vestiti sporchi di terra e sudore, con le mani callose e gli occhi stanchi, la schiena piegata dalla fatica.
La principessina, invece, ha le mani bianche, perfette, che tante volte hanno accarezzato quel corpo forte, cotto dal sole.
Un amore impossibile, l'hanno sempre saputo, ma il dolore che ne è derivato, quello no, non se lo aspettavano.
Lui si è chinato sulla sua terra, ha sfogato il dolore zappando più forte, rimanendo più ore possibili sul campo.
Lei ha abbassato lo sguardo al volere del padre, ha ripreso a ricamare un cuscino, giusto per distrarsi, per non pensare a quell'uomo che potrebbe essere suo nonno e che zoppica, dimostrando solo il suo essere valoroso.
L'altro, il terzo, il nobile, quello che si è inserito tra di loro senza essere invitato, ha sorriso di fronte a quel piccolo paese, ha sbattuto la sua felicità, la sua soddisfazione di avere a disposizione una ricca vergine, sul muso cotto del bifolco.
Ma verrà un giorno in cui i bifolchi si libereranno della loro condizione, di quell'appellativo che li ridicolizza, della loro condizione sociale e la lotta di classe li porterà ad avere potere, fama, soldi, amore.
Ma per ora, il bifolco si china sulla terra pregando per un buon raccolto, rincorrendo il tramonto.
tramonto
   
 
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