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Autore: alice_perazzona    05/07/2014    1 recensioni
"La giornata passò come tutte le altre. Sola, a casa, con le cuffie nelle orecchie, l'iPod, un buon libro e una cioccolata calda."
Genere: Horror, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi svegliai, come tute le mattine, e andai a controllare il cellulare sul comodino. Nessun messaggio come sempre. Non c'era molta luce. La porta era chiusa. Mi alzai e la aprii. Ero sola. I miei erano partiti per lavoro. Non potevo nemmeno invitare i miei amici per una festa, perché non avevo amici.
Feci per andare in cucina ma, con la coda dell'occhio, vidi qualcosa sul muro, qualcosa che non era né una cornice, né un poster. Era una scritta. La analizzai: aveva una calligrafia molto accurata, piacevole alla lettura, ed era stata composta con una di quelle bombolette che i ragazzi usano per decorare i muri. Lessi:'ATTENTO!' A cosa dovevo stare attenta? A non bruciarmi un dito mentre mi preparavo il pranzo? Lasciai perdere e andai in cucina per preparare la colazione. Avevo molta fame.
La giornata passò come tutte le altre. Sola, a casa, con le cuffie nelle orecchie, l'iPod, un buon libro e una cioccolata calda. 
Era ormai sera, e ripensai alla scritta sul muro. Ero stata attenta ad ascoltare la musica, a leggere e a non sporcare la coperta di cioccolata. A cos'altro dovevo prestare attenzione? 
Mi affacciai alla finestra per godermi il tramonto. Lo guardavo ogni sera. Era l'unica cosa che amavo davvero in questo mondo. Perché il sole spariva, un po' triste, ma ricompariva il giorno dopo, pronto a splendere. Anche io volevo essere come lui. Volevo splendere. Ogni sera mi davo un po' di speranza guardando il tramonto e finivo di pensarci, quando il sole spariva.
Non avevo parlato con nessuno in tutto il giorno, e decisi di chiamare i miei. Il telefono squillava, ma nessuno dei due rispondeva. Provai tante volte, e alla fine mia madre rispose. Ma non era la sua voce. Erano tante voci. Non capivo bene ciò che dicevano, ma alcune parole riuscivo a percepirle. Avevo sentito: coltello, letto e soldi. Chiusi la chiamata e andai a vedere i salvadanai. Vuoti. Mi recai in cucina e guardai la collezione di coltelli della mamma. Ne mancava uno. 
Corsi in camera dei miei con le lacrime agli occhi, e li vidi lì, sdraiati sul letto, abbracciati, con un coltello conficcato nei loro petti, che teneva uniti i loro corpi.
   
 
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