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Autore: _marty    05/07/2014    11 recensioni
Eric e Claire si incontrano dopo tre anni. Hanno tanto da dirsi, da raccontarsi ma si parlano sempre allo stesso modo con parole strozzate, omesse, mai dette a fare da sfondo. Tre anni passati a dimenticarsi, a non parlarsi, a superare tutto quel tempo in cui si erano amati ed appartenuti in silenzio. Tre anni passati ma senza che qualcosa fosse realmente cambiata.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Scolastico, Universitario
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Capitolo 1
3 anni prima

 

 


*I protagonisti del capitolo sono Eric e Claire, i loro POV si alterneranno.
Il nome in grassetto all’inizio del paragrafo cambia il punto di vista.*

 





Eric, dovrei andare a comprare un libro. Andiamo insieme?”
L’ennesimo messaggio di Claire che gli chiedeva di fare qualcosa dopo scuola, reclamando la sua compagnia. La guardò pochi banchi più avanti, esattamente al secondo, e aspettò che si girasse verso di lui. Lei sapeva che Eric aveva un cellulare alquanto decrepito e ogni volta, dopo aver mandato il messaggio, si voltava a guardarlo per capire se gli fosse arrivato o meno. Come al solito, tutto successe in tre singoli secondi.
Uno.
Claire che faceva finta di guardare fuori dalla finestra.
Due.
Lei che si portava svogliatamente la mano tra i capelli.
Tre.
La ragazza che guardava nella sua direzione.
Eric annuì, sorridendole, e Claire ricambiò quel sorriso.
“Siamo in motorino, va bene?”
Attese la sua risposta ma si rese conto che da lì a poco la terza ora sarebbe finita. Poco dopo suonò la campanella che segnava la ricreazione e, prima di uscire dalla classe, aspettò l’amica come era solito fare.
“Va bene, il motorino, ma è ingiusto chiamarlo così.”
“E come dovrei chiamarlo?”
“Cinquantino veloce come un moscerino.”
Claire iniziò a ridere e gli diede una pacca sulle spalle. Adorava quando rideva in quel modo, forse si era innamorato di lei per quel sorriso o forse non ricordava nemmeno l’esatto momento in cui aveva iniziato ad amarla. Vide la sua sagoma allontanarsi e andare verso il bagno delle ragazze. Loro non avevano bisogno di dirsi niente, sapevano già che si sarebbero rivisti subito dopo.
Si diresse verso il cortile, non accorgendosi di Robert, il suo migliore amico.
“Ripassiamo tutti insieme per il compito di matematica di domani?”
“Tutti chi?”
“Il nostro solito gruppo. Io, tu, Claire, Melanie e, se vuoi, anche Amy.”
“Siamo troppi.”
“Allora facciamo io, tu e Claire. Lei è brava e sa spiegare bene.”
“Okay.”
Non poteva che rallegrarlo averla per più tempo intorno.
“Allora ci vediamo alle tre e mezza a casa mia. Dillo tu a lei.”
“Diglielo tu.”
Gli rispose così ma Robert era già schizzato via a comprare la colazione.
Il cortile della loro scuola era immenso. Ai lati era circoscritto da quattro muretti, dove i ragazzi degli ultimi anni andavano a mangiare comodamente gli spuntini della ricreazione. C’era una gerarchia, mai esplicitata, in quelle posizioni; i ragazzi del quarto e del quinto anno stavano su quei muretti, due per ogni anno, a differenza degli studenti del biennio e del terzo che si dividevano tra il cortile e le scale per salire nelle aule. Eric e il suo gruppo, in quanto maturandi, avevano il loro muretto condiviso con il resto della classe. Non si stupì quando vide Melanie ed Amy sedute lì a mangiare la loro solita barretta ipocalorica. Si guardò intorno per cercare Claire ma era sicuro che fosse ancora in bagno. Nel frattempo scorse Amy alzarsi e andare verso di lui.
“Mi sono dimenticata di dirti una cosa.”
Nonostante non fosse molto alta sapeva come attirare l’attenzione, la sua voce era fin troppo squillante. Non aveva mai capito come mai Claire avesse legato con lei, ma poco gli importava, far parte di un gruppo non voleva dire essere amici con ogni singolo membro. A prescindere dal suo tono vocale, Amy non aveva mai fatto niente a Eric e lui era sempre disponibile per lei.
“Dimmi pure.”
“Sabato c’è una festa e pensavamo di andarci tutti, gli altri hanno già comprato le prevendite e manchi solo tu.”
“Dov’è?”
“E’ un locale che hanno aperto da poco. Dicono sia diverso dal solito. A quanto pare è su due piani, sotto c’è la pista per ballare, sopra c’è un privè. Al massimo finiamo sopra a parlare.”
Gli sorrise incerta, più per convincerlo a venire che per altro.
“Credo vada bene.”
La ragazza annuì e gli porse la prevendita.
“Sapevo saresti venuto, quindi te l’ho comprata in anticipo.”
“Quanto ti devo?”
Eric sembrava mortificato e vide Amy arrossire.
“Niente, niente. Mi offri la colazione un giorno di questi.”
Claire gli aveva detto più volte che la sua migliore amica aveva una cotta per lui da un paio di mesi ma Eric non aveva mai voluto crederci, non aveva mai visto atteggiamenti espliciti nei suoi confronti. Eppure adesso ne era arrivato uno di quelli. Lei che compra qualcosa per lui e lo invita a passare del tempo insieme, tempo che non comprendeva il resto del gruppo.
“Okay, facciamo così.”
Il ragazzo le sorrise e scorse ancora le guance arrossate di Amy, che si stava torturando una ciocca di capelli. Quel momento era diventato imbarazzante, decisamente imbarazzante. Fu Claire a rompere il silenzio.
“Questo bagno è pessimo, la fila è sempre infinita e poi…”
Si tappò il naso e continuò il discorso con una voce simile a quella di Paperino.
“Devo stare con il naso tappato per non svenire dalla puzza. Immaginate che tortura.”
Amy ed Eric scoppiarono a ridere davanti all’imitazione della loro amica e anche lei sorrise.


 
***


La campanella era appena suonata quando tutto il gruppo si mosse verso la classe. L’ora dopo, avrebbero avuto il penultimo compito in classe d’italiano della loro vita; l’ultimo sarebbe stato il mese prossimo per la prima prova degli esami di stato, ma nessuno sembrava considerarlo uno scoglio. La professoressa si ostinava a far fare loro dei saggi brevi: bastava semplicemente sottolineare le parti salienti di ogni articolo, appiccicare quattro frasi e dare una propria opinione in mezzo a quelle righe. Quello era l’anno della maturità e si erano dovuti sorbire le raccomandazioni e gli allarmismi vari da parte di tutti i professori, accompagnati dai tartassamenti continui di interrogazioni e compiti in classe, per tutto l’anno. Eric controllò che la professoressa non fosse ancora arrivata e chiamò il nome di Claire. La ragazza si girò verso di lui prima che entrasse in classe.
“Robert mi ha detto di chiederti se oggi ci vediamo alle tre e mezza a casa sua, per il compito di matematica di domani.”
“Te lo avrei chiesto io. Allora pranziamo insieme? Usciamo da scuola, mangiamo qualcosa al volo e poi andiamo in libreria.”
La guardò masticando la parte finale della sua merenda e le rispose ancora con il cibo in bocca.
“Mi sembra una buona idea.”
Claire lo guardò e rise. Era buffo guardarlo parlare con la bocca piena. Eric provò a sorriderle, alzando solo i due angoli della bocca, evitando che il cibo uscisse, e deglutì, dopo aver masticato per bene.
“Che libro vuoi comprare oggi?”
“Ieri sera in tv hanno dato Orgoglio e Pregiudizio. Lo sai che se vedo un film che mi piace devo leggere per forza il libro.”
Il ragazzo lo aveva visto la sera precedente ed era rimasto incantato dalla figura di Mr Darcy. Non si aspettava la dichiarazione finale del film perché non credeva che alla fine Elizabeth sarebbe riuscita a farlo innamorare di lui, anche se lo sospettava. Aveva rivisto tanto di lui e Claire in quel rapporto. All’inizio non l’aveva considerata come ipotetica fidanzata ma poi aveva cambiato opinione. Sapeva che un giorno le avrebbe fatto una dichiarazione del genere, ma non sapeva se quel giorno sarebbe mai arrivato. Aveva troppa paura di perderla, di perdere tutto.
“Jane Austen è una lettura piacevole, la professoressa diceva così al terzo anno.”
Non ebbero il tempo di finire il discorso dato che la professoressa di italiano stava già percorrendo il corridoio.
“Allora in bocca al lupo per il compito.”
“Crepi.”
 

 
***
 

“Com’è andata? Il tema non era interessante, ma credo sia andata bene.”
Claire si avvicinò a lui, tendendo le mani verso il casco che avrebbe indossato.
“Tieni. Comunque la stessa identica cosa per me, tema poco interessante. Ho cercato di allungare il brodo quanto più possibile.”
“Tu ci riesci bene ogni volta.”
La ragazza rise e, dopo aver indossato la scodella color topo in testa, salì sul motorino di Eric.
“Solita libreria?”
“Sì.”
Girare in motorino con Claire era uno dei modi per tenerla più vicina a sé, lei ogni volta preferiva abbracciarlo stretto per non cadere e lui sentiva i loro corpi aderire perfettamente, come se fossero nati per stare in quel modo. Non si era mai chiesto perché la ragazza preferisse fare in quel modo piuttosto che agganciare le mani alla parte posteriore del motorino ma, in fondo, poco gli importava. La libreria si trovava a pochi minuti da scuola e, dopo aver posato il motorino al parcheggio, si avviarono verso la porta principale.
“Dopo di te.”
Claire gli sorrise e passò davanti a lui, dirigendosi verso la sezione dei grandi classici. La vide soffermarsi sulla lettera “A” e iniziare la ricerca di Orgoglio e Pregiudizio. Non era la prima volta che la vedeva incuriosirsi così tanto per qualcosa e le si mise vicino, mentre continuava la sua ricerca. Vide i suoi occhi fermarsi e riscontrò che era giunta alla fine della sua ricerca, ne ebbe la conferma quando Claire afferrò una delle tante versioni tascabili del libro e lo aprì per leggerne dei pezzi. Eric fece lo stesso e, prima che potesse iniziare a leggere qualcosa, sentì l’amica leggere una frase ad alta voce.
Ho lottato invano. Non giova non riesco a reprimere i miei sentimenti. Lei deve permettermi di dirle con quanto ardore io la ammiri e la ami.”
Eric trasalì, sapeva che quelle parole non erano per lui, ma gli fece comunque uno strano effetto. Sognava che un giorno le avrebbe sentite dalla sua bocca, eppure nel frattempo si limitava solo a fantasticare.
“Questa frase è una di quelle che mi ha incuriosito. Vorrei capire come ha reagito Elizabeth davvero dentro di sé e non come lo ha fatto nel film.”
“Abbiamo capito che adori l’introspezione dei personaggi.”
Claire rise. Sapeva come farla ridere.
“Pensavo non si fosse capito. Che dici, pago e andiamo a pranzo?”
“Sì, andiamo.”


Claire stava pagando il libro appena comprato, ma doveva ancora riprendersi dall’imbarazzo che aveva provato dicendo quella frase presa dal libro. “Lei deve permettermi di dirle con quanto ardore io la ammiri e la ami.” Era sicura che Eric non avesse visto le sue guance diventare più rosse del dovuto, ma aveva notato lui trasalire come se gli avesse detto la cosa più terribile da sentire. Avrebbe reagito allo stesso modo se lei gli avesse detto cosa provava per lui? Sapeva di volere più di una semplice amicizia da Eric, lo sapeva ormai da molto tempo ma non poteva dire niente; in ballo c’era troppo. La sua amicizia con Amy, innamorata di Eric da un paio di mesi, l’equilibrio del loro gruppo di amici ed Eric stesso: non le aveva mai mandato dei chiari segnali e non si sentiva di dare più peso del dovuto a certe cose. Erano solo segnali confusi che non avrebbe mai notato se non si fosse innamorata di lui.
“Claire?”
Vide la mano del ragazzo ondeggiare davanti ai suoi occhi.
“Sì, scusa.”
“Allora cosa prendiamo?”
“Io prenderei un bell’hamburger con patatine. Ho voglia di ingrassare un po’.”
“Va bene, anche io allora. Devo crescere, no?”
Risero entrambi, ogni volta che uscivano avevano l’assurda convinzione che si sarebbero mantenuti sul leggero e poi finivano sempre a mangiare qualcosa di grasso. Afferrarono i vassoi e poi si diressero verso i tavoli, scegliendo quello più appartato, lontano dalla musica, ma anche da alcuni loro compagni di scuola fin troppo chiassosi. Mangiarono in silenzio, guardandosi. Claire sorrideva ogni volta che vedeva Eric in difficoltà o con qualche pezzo di panino ancora vicino alle labbra, tendeva a segnalarglielo ogni volta, eppure non aveva mai avuto il coraggio di avvicinarsi a lui e toglierlo con il suo dito.
“Secondo me il compito di domani sarà difficile. Considerando che tra un mese esatto avremo la prova di matematica, ci metterà una simulazione.”
“Oppure ne metterà uno facile facile, dato che è l’ultimo compito di matematica del liceo.”
“Lo sai che adoro il tuo ottimismo, Eric.”
Sorseggiò un po’ della sua bibita con la cannuccia prima di riprendere a parlare.
“Spero davvero sia come dici tu, ho sempre bisogno di fare tanti esercizi per prenderci la mano.”
“Dai, oggi pomeriggio cercheremo di capirne qualcosa con Robert. A me dispiace non aver detto niente a Amy, però…”
“E’ meglio così, lei si imbarazza quando ci sei tu in giro e poi va già dal professore privato ogni volta che abbiamo un compito. Rischia l’insufficienza per poco, quindi sta puntando tutto sulla matematica.”
“Non ne avevo idea.”
“In fondo Amy è la mia migliore amica, non la tua, perciò è normale che non conosci alcune parti del suo carattere.”
Claire scrollò le spalle e vide Eric prepararsi a dire qualcosa.
“Mi ha comprato una prevendita per la festa di sabato.”
La ragazza lo guardò, provando a capire dove Eric volesse andare a parare.
“Non ha voluto i miei soldi e mi ha proposto che un giorno le avrei offerto la colazione.”
Claire provò a non avere nessuna reazione e a nascondere quella gelosia che provava nei confronti di Amy.
“Te l’ho detto che le piaci.”
“Però non credevo sarebbe stata così esplicita. Credi che prossimamente vorrà dichiararsi o qualcosa del genere?”
“Non lo so.”
In effetti Amy parlava ogni giorno di come Eric a volte la guardasse o delle poche parole che si scambiavano a scuola, ma non le aveva mai detto cosa avesse intenzione di fare, né tantomeno se un giorno avesse voluto stare con lui. Aveva capito che le piaceva, però non sapeva quanto.
“Non è la tua migliore amica?”
Sottolineò quella domanda prendendola in giro e alzando un sopracciglio.
“E’ la mia migliore amica, ma non mi ha mai detto niente. Mi ha sempre detto che le piaci, nient’altro.”
“Allora domani le offro la colazione.”
Claire sentì lo stomaco fare una capriola, mangiò una patatina fritta, giusto per guardare altro e non gli occhi di Eric. Era sicura che lui avrebbe intravisto la sua gelosia.
“Sì, mi sembra una buona idea.”
Tolse il sale in eccesso dalle sue dite e asciugò le mani sul tovagliolo, poi guardò Eric osservare qualcosa fuori dalla finestra, pensieroso.
“Che c’è?”
La guardò e Claire provò a non arrossire. Anni fa, quando si erano parlati per la prima volta, lui stava distogliendo lo sguardo da qualcosa per posare l’attenzione su di lei.
“Niente.”


Eric in realtà avrebbe dovuto dirle che lui non avrebbe voluto accettare quella colazione, che in realtà voleva chiedere solo a lei di uscire insieme, ma non sapeva cosa avrebbe potuto rispondere. Sperava che gli dicesse qualcosa, che secondo lei non fosse una buona idea, però l’aveva vista mangiare, senza curarsi di lui, e non si era nemmeno accorta di come la sua non era un’affermazione, ma una sorta di permesso. Lui stava considerando Claire in quella affermazione, e invece lei non l’aveva notato.
“Allora a che ora dobbiamo andare da Robert?”
“Tra mezz’ora.”
“Abbiamo il tempo esatto della strada.”
Vide Claire sorridergli e buttare i residui del loro pranzo nel cestino della spazzatura. Si avviarono verso il motorino e Eric le porse il suo casco. Per tutto il tragitto si scambiarono solo qualche parola, giusto per non far sembrare che lui si aspettasse qualcosa da lei, e percepì il corpo della ragazza più lontano. Forse per la prima volta in tutta la loro amicizia.
“Vai, scendi prima tu.”
“Sì, grazie.”
Salirono in fretta le scale, ormai conoscevano bene casa di Robert, sperando che l’amico aprisse la porta. Eric era impaziente di separarsi da lei e di smettere di fingere, ma non riusciva a capire perché lei sentisse la stessa esigenza. Magari era solo una sua sensazione.
“Ciao a tutti e due.”
L’amico aprì la porta ed Eric e Claire risposero all’unisono, contraccambiando quel saluto. Robert lasciò che si accomodassero e il ragazzo vide Claire lasciare velocemente lo zaino in cucina, per poi dirigersi verso il bagno.
“Avete litigato come al solito?”
“No, non abbiamo litigato.”
Robert sembrava curioso.
“E allora?”
“Niente.”
Come avrebbe fatto a spiegare al suo migliore amico che si era seccato con la sua migliore amica perché non aveva reagito a una sua provocazione? Robert non aveva nemmeno idea che lui fosse innamorato di Claire. Aveva sempre detto che c’era una ragazza del gruppo che gli piaceva, ma non voleva dire chi fosse, dato che sapeva che l’amico avrebbe iniziato a prenderlo in giro e in poco tempo tutta la scuola lo avrebbe saputo.
“Sei sicuro che tra voi due non ci sia niente?”
Aveva imparato nel corso del tempo a rispondere a quella domanda senza imbarazzo. La prima volta aveva sputato l’acqua che stava bevendo e poi era scoppiato a ridere.
“Siamo solo amici.”
“Lo sai che due amici non si guardano come vi guardate voi?”
“Non capisco cosa intendi.”
“Vi guardate quasi spogliandovi.”
Eric trasalì e Robert gli sorrise.
“Non è vero.”
L’amico alzò le spalle, sospirando.
“Risulta difficile crederti, però me lo stai assicurando, quindi non te lo chiederò più.”
Vide Robert dirigersi verso il frigo e riempirsi il bicchiere con dell’acqua.
“Ne vuoi un po’?”
“No, grazie.”
 
 
Claire si era precipitata in bagno perché aveva voglia di riversare le sue emozioni guardandosi allo specchio e respirando veloce. Sapeva di fingere e alla fine scoppiava in quel modo, cercando di annaspare quanta più aria per ripartire con quel ciclo, dove non le era lecito manifestare i suoi sentimenti per Eric, dove era più giusto non destabilizzare il gruppo. Quanto tempo ancora avrebbe retto quella farsa? Quanto tempo le rimaneva prima di scoppiare definitivamente? Quanto volte ancora avrebbe ripetuto nella sua mente i motivi per cui lei ed Eric non potevano stare insieme? Sapeva che, se avesse detto qualcosa a Eric senza che lui ricambiasse quei sentimenti, la loro amicizia si sarebbe rotta e, nel frattempo, sapeva che, se Eric avesse ricambiato il suo amore, Amy non le avrebbe più parlato. In fondo lei amava Eric da prima di Amy, ma non esplicitandolo aveva reso quel sentimento inesistente, come sussurrato dentro di sé e senza che potesse uscire alla luce del sole.
Si guardò un’ultima volta allo specchio, si sciacquò le mani con il sapone due volte e, dopo essersi ravvivata i capelli, uscì dalla porta. Si diresse verso la cucina e sentì che i suoi due amici stavano parlando tra loro. Riuscì a sentire solo alcune frasi tra cui, “Siamo solo amici” e “Vi guardate quasi spogliandovi”, ma lei era rimasta solo alla prima frase. Non sapeva di chi stessero parlando e non voleva saperlo, quindi provò a disconnettere il cervello per una volta ed evitare di farsi castelli in aria che non avrebbe potuto condividere con nessuno. Aspettò che concludesse quella discussione, così da non creare imbarazzi vari, e poi rientrò in cucina. Si sedette in una delle sedie vicino al tavolo e poi iniziò a prendere i libri dallo zaino, provando a scacciare via quei pensieri. Di una cosa era certa: Eric stava dicendo la verità a Robert. Non tutti erano come lei, che preferiva farsi divorare dai sentimenti piuttosto che confessarli alla sua migliore amica, quindi non aveva nessun motivo di mentire.
“Iniziamo con i limiti?”
Robert la fece ritornare alla realtà.
 

 
***


“Facciamo una pausa?”
Eric aveva poggiato la penna sul quaderno e aveva iniziato a stiracchiarsi, aspettando la risposta degli altri.
“Per me va bene.”
“Anche per me.”
“Scendo un attimo a controllare il motorino.”
Robert annuì e Claire accompagnò Eric con lo sguardo, fino alla porta. Non appena vide la stessa richiudersi, si soffermò a guardare la cucina di Robert. Sembrava quella delle pubblicità: bianca, pulitissima e moderna. Accanto all’angolo cottura c’era il tavolo in cui stavano studiando e dalla parte opposta un angolo televisione, dove spiccava un divano color cuoio e il televisore piatto da 46 pollici. Era la prima volta che osservava così minuziosamente quell’ambiente. Ogni volta Eric le dava da parlare e tutto passava in secondo piano. Scosse la testa, provando a non riportare la mente a quella parte di discorso sentita prima, osservando il proprietario della casa aprire una delle ante della credenza.
Lei e Robert non avevano mai avuto un grande rapporto. Era suo amico per via di Eric, ma non l’aveva mai conosciuto fino in fondo. Quando stavano insieme lui era molto silenzioso e lo aveva scoperto qualche volta a fissarla senza che ci fosse un motivo apparente. Vide il ragazzo prendere una merendina e poi offrirgliela.
“Grazie.”
Gli sorrise molto gentilmente.
“Devo dirti una cosa importante, Claire.”
La ragazza non ebbe nemmeno il tempo di aprire l’incarto e mangiare.
“E’ successa qualcosa?”
Robert si avvicinò a lei.
“Un giorno vorresti uscire con me?”
Era esplosa una bomba, a pochi centimetri dal suo volto e Claire, a parte irrigidire il corpo, non fece niente. La domanda del ragazzo aveva un tono esitante e solo adesso riusciva a capire il motivo di quegli sguardi o di quando al cinema aveva sentito la mano di lui sfiorare la sua. Non sapeva cosa dire perché non aveva mai pensato a Robert in quel modo, in fondo non lo conosceva affatto, ma non sapeva come sarebbero andate le cose. Capì l’esitazione di Claire e si precipitò ad aggiungere qualcosa.
“Va be’, fa niente.”
“E’ che mi hai colto alla sprovvista, Robert. Posso pensarci un po’?”
Sembrava il giusto compromesso per la ragazza, però sapeva che, se Eric le avesse risposto con quella frase, a lei si sarebbe spezzato il cuore in mille pezzi. Era cosciente del fatto che avrebbe dovuto dire qualcos’altro ma sentirono entrambi il citofono. Eric stava risalendo e lei aveva cominciato a sentire un certo senso di colpa. Sentì la porta di casa di Robert chiudersi. Eric la guardò per la prima volta dopo ore, e il suo senso di colpa, nel frattempo, continuò a crescere tanto che non riuscì a sostenere lo sguardo del suo migliore amico.
Faceva troppo male.







spazio autrice
Eccoci al primo capitolo effettivo della storia, ha una struttura abbastanza particolare e sarà così per tutti i capitoli; i punti di vista dei due protagonisti e la loro effettiva comprensione di ciò che succede. Ci troviamo a tre anni prima, nelle ultime giornate di liceo e il loro cammino verso il presente inizia adesso, sono innamorati l'uno dell'altra da un paio di anni ma succedono tante cose in quelle ultime giornate e durante i mesi estivi. Amy che decide di parlare con Eric e Robert che chiede di uscire a Claire scatenano tutte delle reazioni a catena che avrete modo di vedere. Nel frattempo vi informo che la storia avrà una linearità differente, ogni due capitoli ambientati al passato, ce ne sarà uno al presente che riprende dall'incontro di Eric e Claire. Spero che questo capitolo vi piaccia e spero di leggere i vostri commenti. Ho fatto un trailer per la storia, fatemi sapere cosa ne pensate, si trova a questo link:
https://www.youtube.com/watch?v=L_LoWZIBTI8
E ringrazio la mia beta Hanna lewis che, pazientemente, vede in anteprima ogni capitolo :)
Grazie per tutti i pareri, i seguiti e preferiti e alla prossima <3






 
   
 
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