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Autore: little devile    05/07/2014    7 recensioni
Finalmente si ritorna in azione, una nuova vittima per me, una nuova parrucca per il mio negozio. Questa volta la vittima sarà…
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il parrucchiere 2
 
Ormai sono tre giorni che nessuno viene nel mio negozio per farsi fare un bel taglio di capelli. Non ce la faccio più a resiste, sono in astinenza da omicidio, devo per forza ammazzare qualcuno, va bene anche un bel bimbo, con la sua piccola testolina piena di capelli, solo al pensiero sento un brivido di eccitazione dietro la schiena.
Ho deciso, oggi chiuderò il negozio e andrò al parco per cercare la mia vittima.
Neanche mezz’ora che vedo una bella bimba, bionda con gli occhi verdi, ma non sono quelli che mi interessano, io bramo i suoi bei capelli, perfetti per fare una parrucca, magari con delle belle treccine.
Devo cercare di avvicinarla, ma come posso fare? prima di avvicinarmi a lei devo escogitare un piano, non posso permettere che qualcuno mi noti. Mi guardo intorno per vedere se ci sono persone, soprattutto se ci sono poliziotti. La via è libera, ci sono soltanto dei genitori e babysitter, quindi posso agire indisturbato… lei è tutta sola, gioca con la sabbia, i suoi genitori non ci sono, li ho visti che si allontanavano per andare al bar. ‘Ingenui, mai lasciare un bambino da solo.’
“Ehi bimba, che stai facendo?” Le dico, inginocchiandomi vicino a lei.
“Scusa, ma non posso parlare con gli estranei.” Mi dice timida, infilandosi un ditino in bocca.
“Oh, ma io non sono un estraneo, io sono il gelataio, vieni con me e ti darò un bel gelato.”
“Davvero? Allora io prendo un bel gelato alla fragola.” Inizia a saltellare sul posto, poi mi prende la mano e mi segue.
“Certo, tutti i gelati che vuoi.”
“Va bene signor gelataio.”
 Bene, la mocciosa è cascata nella mia trappola, ora non mi resta che tagliare la sua bella testolina a metà e prenderle i capelli. Devo fare molta attenzione a non spaventarla, se dovesse scappare non me lo perdonerei mai.
 “Signor gelataio? Che razza di posto è questo?” Dice spaventata.
“Questo è il mio negozio, non aver paura io tornerò presto con il tuo gelato.” Cerco di rassicurarla.
“Va bene signore.”
È stato piuttosto semplice condurla nel mio negozio, nessuno ha prestato attenzione a noi, abbiamo passeggiato per la città senza destare sospetti. È stata ance una fortuna che lei è stata buona buona al mio fianco, non ha emesso un fiato, nessun capriccio. Certo che i bambini per un gelato fanno di tutto e di più.
Mentre la ragazzina mi aspetta di là chiudo la porta del negozio a chiave, ovviamente senza farmi notare da lei. Con calma vado nel resto del negozio e preparo il tutto: sega, lenzuola, cinghie, bisturi e chi più ne ha più ne metta.
Ritorno dalla bambina, che nel frattempo si è messa a giocare con un paio di forbici. “Vieni qui piccola, vieni a prendere il tuo gelato.”
Inizio col prendere la sega, piano piano mi avvicino a lei, la vedo li tutta spaventata; adoro quanto sono così impauriti.
Con un martello che tenevo nascosto dietro la schiena mi avvicino a lei, cerco di non farmi notare, ma so che la cosa non avrà importanza, posso lottare contro una bambina, sono mille volte più forte di lei. Con il martello ben impugnato in mano, la colpisco sul collo, in modo da farle male, ma anche di non ucciderla, basta non colpire troppo forte. 
La bimba emette un piccolo urlo dalla sua boccuccia rosea. Con un lamento cade per terra e inizia a dimenarsi, sembra un pesce in agonia. I piccoli occhietti sono usciti dalle orbite, del sangue le esce dalla bocca, questo è il momento di agire, non posso perdere altro tempo. La bambina continua a dimenarsi, evidentemente la botta che le ho dato deve essere stata forte, a quanto pare è un miracolo che non le si sia spezzato il collo.
Con una mano la faccio sdraiare sulla pancia, per poi assestarle una martellata forte sulla schiena e sulla colonna vertebrale. Il rumore delle ossa che si spezza mi dà alla testa, sono assuefatto da questo suono così leggiadro e musicale.
Il corpicino della bambina adesso giace per terra, in una posizione strana e evidentemente senza vita. Non volevo arrivare ad ucciderla… beh, almeno non così in fretta. Volevo sentire le sue urla nel momento in cui avrei iniziato a segarle la testa, il suono soave del dolore… musica per le mie orecchie. 
Butto il martello per terra e prendo in braccio il corpo inerme della bimba. Lo porto nel laboratorio, per poi appoggiarla su letto. Devo iniziare a lavorare sulla sua testa, non posso perdere tempo, i suoi genitori di certo la staranno cercando.
Non ho bisogno di legarla, dato che è già morta. La sdraio sulla schiena, non sta diritta come dovrebbe, la schiena è incurvata verto l’esterno, il collo sta piegato in una posizione scomoda e innaturale, questo sì che mi darà dei problemi.
Tolgo i guanti che avevo messo prima, non si sa mai che le mie impronte digitali restino impresse sul martello e su di essa. Mi lavo le mani e indosso un altro paio di guanti, questi mi serviranno per operare. Le afferro ila testa, con uno scatto deciso le sposto il collo in modo da metterla in posizione dritta. Le ossa fanno un rumore strano, innaturale, questo mi provoca la pelle d’oca… mi sto eccitando. Magari dopo aver operato sui suoi capelli la stuprerò.   
Prendo un bisturi e una sega, del cotone per tamponare il sangue, un secchio che metto sotto la sua testa, non voglio di certo sporcarmi le scarpe e inizio a tagliarle in cranio. Inizio a farle un’incisione piccola con il bisturi, seguendo in modo meticoloso la linee dei capelli. Arrivato alla fine il sangue e del liquido celebrale inizia a colarle sui capelli. In preda al panico butto il bisturi per terra, afferro i capelli e inizio a lavarli, se non faccio in fretta l’odore rimarrà attaccato ai capelli. Di certo non mi preoccupo del cervello che inizia a staccarsi dalla testa, ho altro a cui pensare.
Prendo dell’alcol, sapone e una spugna, ma il tutto non viene via, resta attaccato alla bella capigliatura. I capelli si sono rovinati, spezzati e ingarbugliati. Riesco a vedere la loro lucentezza andarsene.
Mi metto le mani sulla bocca, ovviamente prima mi tolgo i guanti. Butta la bella parrucca ormai inutilizzabile su una parte, lancio un urlo… cazzo ho sprecato un’occasione. Ho sprecato un pomeriggio, ma almeno ho soddisfatto la sete di morte e di sangue.
Sbuffando afferro la capigliatura ormai rovinata, la accarezzo con bramosia per un attimo e poi la butto nell’immondizia. Mi volto verso la bimba, la testa aperta, la boccuccia spalancata, il vestitino alzato sulle gambine corte e delicate. Sì, ho sprecato un pomeriggio, ma di certo posso recuperare il tutto facendomi una bella scopata. Con un ghigno sul viso mi avvicino al cadavere, l’odore del sangue mi eccita ancora di più. Inizio a sbottonarmi i pantaloni, estraggo la mia erezione dai boxer e inizio a massaggiarla, prima lentamente poi sempre con più ardore…
 Eh sì, alla fine questa giornata non è stata una perdita di tempo!
 
ANGOLO DELL’AUTRICE.
Buon pomeriggio a tutti, sono ritornata con il seguito del parrucchiere. A dire il vero non so come in cinquantasei minuti sono riuscita ascrivere questo racconto, forse la dea dell’ispirazione ha voluto farmi una grazia, io per questo la ringrazio, è ringrazio anche voi se andrete a dare un occhiata alla mia storia.
  
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