Fotografia all'alba
E' un giorno qualsiasi di luglio.
Sono le quattro del mattino.
Mi sto pentendo dell'idea che ho avuto. Non mi voglio alzare, sto così bene sotto le coperte.
Io e i miei colpi di genio!
Ok, mi alzo.
Bevo il caffè e controllo di aver messo tutto nella borsa.
Quattro e mezza.
Prendo le chiavi della macchina ed esco di casa.
Ho ricominciato,
timidamente,
a guardare
intorno a me.
Con paura,
lo sguardo
ha ripreso a soffermarsi
su altri sorrisi,
a cercare
nuovi occhi da ammirare.
Con l'incertezza
di chi non sa vivere
ho ricominciato
ad osservare
il mondo intorno a me.
Per me è sempre stato difficile capire i meccanismi della luce nella fotografia però ho sempre nutrito l'ambizione di carpirne i segreti.
La luce del mattino presto, ad esempio, è calda. I raggi del sole sono più lunghi e le tonalità dello spettro solare sono rosse.
Vorrei catturare un'immagine che trasmetta una sensazione...
Mostrare in uno scatto il mio risveglio.
Con l'auto arrivo fino al parcheggio del rifugio.
Intravedo il paesaggio che voglio immortalare.
Fra le fronde degli alberi si vede tutta la vallata, le cime che la proteggono. C'è la foschia che rende tutto magico.
Prendo la borsa con la macchina fotografica, gli obiettivi ed il cavalletto.
Mi incammino su per il sentiero.
Non c'è tanta strada da fare.
Userò il grandangolo.
Ora devo impostare diaframma e tempo della macchina fotografica.
Sorrido pensando all'infinità di post-it che avevo sparso per la casa con gli appunti sull'esposizione.
Che confusione l'apertura del diaframma associata al tempo di esposizione. Dovevo appuntarmi il numero della focale in caso di soggetto buio o luminoso.
Sono le cinque del mattino.
Rimango a contemplare lo spettacolo che ho davanti agli occhi.
Emozioni che non so spiegare...
Comincio a scattare.
Cambio un po' le impostazioni e faccio qualche altro scatto.
Intorno a me c'è silenzio.
Solo il vento chiacchera un po' con me.
Sono le sei del mattino.
I raggi del sole cominciano a scaldare un po'.
Decido di rientrare a casa.
Casa...
E' il rifugio
che mi spaventa.
Sentirmi
al sicuro
con te,
la tranquillità
che sento
con te.
Apro la porta e cerco di non fare rumore.
Appoggio tutta l'attrezzatura e vado verso la camera.
Mi fermo un momento sulla porta.
Sei così bella.
Un sogno.
Mi avvicino piano e mi inginocchio accanto al letto, vicino a te.
«Sei uscita davvero...»
«Credevo dormissi.»
Ti stiracchi e mi sorridi.
Poi ti sposti verso di me e mi dai un bacio veloce.
«Alex, tu non sei normale. Lo sai vero?»
Il tuo sorriso è la cosa più bella che io abbia mai visto.
«Lo so. E' questo che ti piace di me.»
«In effetti si... Ma non solo questo.»
Come ho fatto
a nascondere
il mio cuore
tutto questo tempo?
Come...
Ho nascosto in te
tutta la mia paura.
Ho dato la colpa
a te...
Ma lei...
Carezza del mattino
che mi ha svegliata.