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Autore: cartoonkeeper8    05/07/2014    1 recensioni
Universo 2012
Abbiamo visto le tartarughe alle prese con tutti i nemici possibili e immaginabili. Ma che succederebbe se il vero nemico... fosse dentro di loro? Se ognuno di loro trovasse la chiave del proprio mondo di mostri? Preparatevi ad affrontare momenti esilaranti seguiti immediatamente da attimi strappa-lacrime... Buona lettura!
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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~~- Start spreading the news…  I'm leaving today… I wanna be a part of it, New York, New York!
Il pomeriggio sembrava riluttante a lasciare il posto alla notte, ma in quel vicolo di China Town  il buio non spariva mai completamente, troppa cattiveria lo permeava. Perciò nessuno aveva notato (o forse aveva preferito non farlo) un ragazzo dalle fattezze chiaramente asiatiche, di un’età indefinita e col tatuaggio di un drago stonare (perché quello, vi assicuro, non era cantare) con aria preoccupata mentre passeggiava avanti e indietro ad un furgone, rigirandosi tra le dita il suo coltello, come un tic convulso. Per l’ennesima volta aprì il portellone del suo furgoncino per controllarne il contenuto. A guardare quel ben di Dio, gli venne una voglia malata di dimezzarne il numero … ma un rumore alle sue spalle lo distrasse, così chiuse subito il portellone e si girò spaventato. Sperava che i suoi clienti arrivassero subito, non gli piaceva stare lì … E se quella specie di pesce con le gambe l’avesse beccato a vendere nel suo territorio? O peggio, se l’avesse trovato quel cane scheletrico? Preferiva non pensarci, l’avrebbero come minimo pestato di brutto … 
- Chi è là? X-x-ever? – disse, cercando di trovare la fonte di quel rumore.
Sembrava il suono di un sassolino calciato involontariamente.  Trovò ciò che cercava, ma questo non lo rassicurò per niente. Quattro paia di occhi brillavano nel buio di quel vicolo sporco e molto silenzioso. il sole era quasi tramontato del tutto, e la luna pallida cominciava a farsi vedere. Ma al purple dragon non poteva importargliene di meno, era troppo occupato a cercare di controllare il tremore delle mani … soprattutto quella che teneva il coltello! Ingoiò un groppo di saliva e riprovò a fare il gradasso, come faceva sempre con bambini, ragazze indifese e quel vecchio cuoco cieco del ristorante giapponese, che l’inferno se li portasse via tutti quanti!
- Fatevi avanti! Non ho paura di voi!
Ma dovette immediatamente ritrattare. Una spada, una fascia turchina, un guscio e un paio di occhi cobalto gli causarono tremori incontrollati per tutto il corpo e l’impellente bisogno di andare in bagno. Non aveva alcuna intenzione di vedere il resto, gli bastava il ricordo di quelle due lame affilate puntate alla sua gola. Si girò per dire addio al suo amato carico (non pensava minimamente di tornare lì!! Era sì un delinquente non troppo sveglio, ma non così scemo!), ai soldi che avrebbe potuto guadagnare e al suo furgone (quante scorribande insieme! Quanta merce trasportata!).  Poi, da bravo vigliacco quale era in realtà, scappò a gambe levate,  macinando chilometri con quelle sue gambine scheletriche.

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- Oh, ma dai! Odio quando scappano! Di cosa hanno paura? Io voglio solo strapazzarli un po’!
- Evidentemente non tutti vogliono farsi pestare da te, Raph!
- Zitto Donnie! E poi, se non fosse stato per Mickey, quel moscerino non si sarebbe nemmeno accorto che lo seguivamo da un’ora!
- Ma perché è sempre colpa mia!?!?!?
- Volete stare zitti voi tre? I ninja non gridano in mezzo ai vicoli. Avete intenzione di svegliare tutto il quartiere?

Ma in fondo Leonardo era contento che quel ragazzo fosse scappato. Non avrebbe potuto graziarlo un’altra volta, e soprattutto non avrebbe potuto difenderlo dai pugni di Raph. Suo fratello quando voleva (e anche quando non voleva) era inarrestabile, un uragano violento dalla forza distruttiva di un tornado. Ma sapeva che, attacchi d’ira a parte, Raph gli voleva bene, l’aveva dimostrato più e più volte. Leonardo si costrinse a riportare la mente al Purple Dragon. La domanda era: cosa stava facendo lì, con quel furgone?
- Leo, sta arrivando qualcuno!
Leonardo si girò: suo fratello Donatello era in allerta, con il bō in mano. Sorrise: o lui e Donnie avevano un udito più fine, o erano semplicemente più attenti rispetto agli altri due fratelli, che intanto continuavano allegramente a litigare.
- Volete piantarla? Nascondiamoci, forse si tratta di altri Purple Dragons venuti a recuperare la merce.
- Subito, Fearless! – bisbigliò Raffaello, lasciando la presa sulla testa di Michelangelo e mettendosi scherzosamente sull’attenti, prendendo in giro il capo. – Così potrò finalmente usare i miei Sai! Sempre se qualche testa di legno non rovina tutto…
Michelangelo gli fece una linguaccia, roteando i suoi nunchaku.
- Fate silenzio, per la miseria!
Fecero appena in tempo a confondersi con le ombre della sera che una pantera della polizia si fermò davanti a quel vicolo.
- Ah, fantastico! Non è la mia serata. – sibilò inviperito Raph.
- Guarda il lato positivo: non dovremo fare nessuna chiamata anonima.
Il rosso sbuffò: quanto gli prudevano le mani … non sapeva cosa avrebbe dato per poter tirare un pugno, uno solo! Leonardo invece era tranquillo: ogni tanto, la giustizia a New York funzionava, a quanto pareva. O forse no?
- Frank, non era qui che dovevamo incontrare quel cinese per l’acquisto?
- Si, Smith, il vicolo è questo, ma non c’è nessuno! Maledetto, ci ha presi in giro! Niente, andiamocene, e la prossima volta che lo becco gli farò assaggiare il mio manganello e il mio teaser!
Le quattro tartarughe rimasero a bocca aperta. Anche la polizia era in combutta con i Purple Dragons! Come la macchina si fu allontanata, uscirono dal loro nascondiglio.
- Che schifo … questa città mi fa sempre più schifo. – stranamente Raffaello non sembrava arrabbiato,  o perlomeno non più del solito. Era più … deluso. Deluso da chi avrebbe dovuto combattere la criminalità, mentre invece a quanto pareva ci faceva comunella. Avrebbe dovuto essere la polizia a scoraggiare quei deliquentelli da strapazzo dal compiere traffici loschi, e non quattro tartarughe mutanti e un giovane e scapestrato giocatore di hockey… o una ragazza mezza umana e mezza Kraang.  Già, era proprio un vero schifo.
-  Puoi dirlo forte, Raph.  – anche Leonardo era disgustato, ma non stupito:  aveva capito da tempo che lui non aveva niente da invidiare agli umani. Non a questi, almeno. Sapeva che erano capaci delle azioni più crudeli e aberranti, e quasi non ci faceva più caso.
- Ma allora non ci si può davvero più fidare di nessuno …  in chi devono credere quei cittadini innocenti di New York?
Raffaello si girò verso il suo fratellino, così brutalmente disilluso, lui che guardando i film tifava sempre per i poliziotti, votati eternamente alla lotta contro i cattivi. Per poi scoprire che era tutta una menzogna.
- …  Ci siamo pur sempre noi a ricordare a questi bastardelli di stare al loro posto! La gente di New York avrà sempre noi dalla loro parte, anche se non lo sanno.
Mickey sorrise al suo fratellone.  Non se la prendeva mai tanto per ciò che gli diceva Raph, sapeva che sarebbe stato sempre lì per proteggerlo, e che in fondo, anche se odiava ammetterlo, gli voleva bene.
- Ehm … ragazzi? Che ne facciamo di questo?
Donnie, pratico come sempre,  guardava il furgone con aria interrogativa.
- Che domande! Lo lasciamo qui!
- Scherzi Raph?  Non possiamo!
- Ma Leo! Non sappiamo neanche cosa contenga! E diciamo anche che avere nella tana la merce dei Purple Dragons non faccia parte della mia lista delle cose da fare.
Raffaello non era per niente contento dell’idea, si vedeva benissimo, ma sapeva anche che Leonardo aveva ragione, non potevano lasciare quel furgone alla mercè di altri bulletti tatuati. Donatello aprì il portellone  del mezzo, mostrando ai suoi fratelli una cassetta da frutta di plastica coperta da un telo. Stavano per sollevarlo quando sentirono dei passi e delle voci avvicinarsi.
- Dai, prendiamolo e basta, guarderemo tutto con calma al rifugio! – sussurrò Leo, e le tartarughe e la cassa sparirono nella notte.

  
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