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Autore: Mary SG    06/07/2014    3 recensioni
Dal capitolo 1:
"Mi afferrai al muretto del lungo mare e mi sporsi un po’ più avanti chiudendo gli occhi e inalando l’acqua marina. Il vento di febbraio mi sfiorava il viso, era fresco ma piacevole. Pensai un attimo alla mia schifosa vita, che stava per finire in quest’oceano.
Ero psicologicamente pronta quando sentii i passi di qualcuno avvicinarsi a me cautamente, rimasi immobile facendo finta di niente, poi sentii una voce maschile e così calda dietro le mie spalle.
“Cosa vorresti fare?” chiese con tutta tranquillità l’uomo dietro di me."
| prima storia che pubblico sugli a7x, spero vi piaccia! Buona lettura :) |
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Fallen Souls
Capitolo 7.
"Don't speak, no use for words
lie in my arms, sleep secure.
I wonder what'you're dreaming of,
lands rare and far
A timeless flight to reach the stars."

Crimson Day.


 
Dio, era come se avessi previsto il mittente del messaggio, e mi preoccupavo per il fatto che aspettare un suo messaggio fosse stato cosi importante. Non avrei mai creduto che quell'uomo, dal primo incontro sul lungomare, mi avesse fatto quest'effetto. Da parte sua invece, non sembrava che provasse sentimenti simili ai miei, d'altronde era un uomo che pensava a tutt'altro che all'amore e per lui forse ero un'altra vittima incastrata nella sua trappola.
Risposi al messaggio scrivendogli che andava bene e ritornai al mio lavoro. Quella giornata è stata abbastanza pesante, erano venuti molti clienti, il che era un bene per il negozio, ma sommando alla fatica di sistemare i nuovi arrivi al loro posto, è stato abbastanza stressante. Alle 2:30 pm salutai Marcus, il quale era impegnato ad accordare alcune chitarre in sala strumenti, e lasciai il negozio dirigendomi verso casa. Prima di tornare a casa, feci un salto dal ristorante cinese ordinando degli involtini primavera e un tempura. Quando arrivai mangiai di fretta perché l'unica cosa che volevo fare era dormire, infatti non appena toccai il letto mi addormentai di sasso.
 
Venni svegliata da un continuo vibrare e, ancora scombussolata, tastai sul comodino per prendere il cellulare che stava vibrando. Non appena lo presi, risposi senza vedere chi fosse.
"Pronto ?" biascicai un po' assonnata.
"Phem finalmente hai risposto! Apri la porta che sono qui fuori da dieci minuti" rispose Zacky tirando un sospiro di sollievo sentendomi.
"Oh si subito" chiusi in fretta la chiamata e mi affrettai ad aprire la porta a Zacky. Quando la aprii Zacky mi guardò divertito vedendomi scombussolata con i capelli arruffati. Gli diedi un leggero schiaffetto sulla spalla e lo feci entrare, accomodandosi in soggiorno.
"Hai per caso visto che ore sono?" disse guardandomi buffo. Feci cenno di no con la testa guardandolo con un sopracciglio alzato, lui mi fece segno di guardare l'orologio che era appeso al muro che divideva la cucina al soggiorno.  Mi girai di scatto e vidi che erano le 6:30 pm. Oddio.. mancava mezz'ora alle prove della loro band ed io facevo pietà.  Mostrai un sorriso nervoso a Zacky, al quale chiesi di aspettarmi mentre io andavo a prepararmi; mi fiondai subito in camera mia per cambiarmi i vestiti. Dopo nemmeno dieci minuti ero pronta e feci segno a Zacky di essere apposto e di poter uscire, lui, un po' spazientito, mi sorrise e uscemmo dell'appartamento e ci dirigemmo in macchina.
"Allora, oggi sentirò pezzi nuovi?" chiesi curiosa.
"Non cantiamo mai canzoni nuove ai nostri amici, se non vengono prima autorizzate dalla band" disse Zacky con tono superiore e abbozzando un sorriso.
"Ehi! Con me dovete farlo!"
"E perché mai?"
"Sono la tua migliore amica! Ecco perché! "
"Lo sai? Me n'ero quasi dimenticato"
Alle sue parole divenni un po' triste, era vero.. non ero più la sua migliore amica, erano passati tre anni dall'ultima volta che ci vedemmo ed era ovvio che lui mi avrebbe dimenticata, nonostante l'infanzia passata interamente insieme. Abbassai il capo, cercando di non guardarlo e fare in modo che lui non notasse la mia tristezza. Improvvisamente sentii la sua mano adagiarsi contro la mia coscia provocandomi un leggero pizzicore. Mi voltai di scatto verso di lui e gli feci un'occhiataccia.
"Ehi! Mi hai fatto male! "
"Scema credevi veramente che avrei smesso di essere il tuo migliore amico? "
"Non lo so, ultimamente sembrava così" risposi titubante.
"Ma se ti voglio un bene dell'anima!"
"Awww" mi buttai su di lui abbracciandolo più forte che potevo, cercando di fare attenzione visto che lui era al posto del guidatore.
Arrivammo dinanzi ad una bellissima villa, non riuscii a vedere molto, dato che di fronte a noi c'era un grande cancello e un muro di cinta che era completamente ricoperto di edere. Sentii il finestrino dell'auto abbassarsi dalla parte di Zacky e un "Sono Zacky" da parte sua. Dopodiché il grande cancello si aprì e mi ritrovai su un lungo viale decorato con vasi da fiori di ogni colore e maestose palme ai lati della strada. Dopo aver percorso quel tratto ci ritrovammo di fronte ad una bellissima fontana, decorata con delle statue in stile classico. Rivolsi lo sguardo all'abitazione. Era una villa enorme e in stile moderno, in perfetta armonia con il verde del giardino. Scesi dall'auto, che Zacky aveva parcheggiato sotto un gazebo in legno, accanto ad altri veicoli, e diedi uno sguardo intorno: dov'ero finita?
"Zacky, questa è la casa di.. B-Brian?"
"Si! E la vedi quella piccola casa?" disse indicandomi un'altra abitazione, più o meno lontano dalla villa, era una dependance ma abbastanza grande e altrettanto bella.
Annuii semplicemente.
"Il resto della band, compreso me, vive lì. Brian ci ha ospitati a casa sua, dato che passiamo la maggior parte della temlo insieme poi io ero di un'altra città e ha preferito che venissi a vivere qui piuttosto che in un misero condominio"
Ci dirigemmo verso il retro della casa, dove trovammo un soggiorno esterno con divani in vimini e tavoli da pranzo, accanto invece un'ampia zona barbecue. Attraversammo quel "piccolo" angolo di relax e salii le scale che portava su un largo balcone, anch'esso arredato con un grande tavolo da pranzo e divanetti. Zacky aprii la porta e mi trovai in un bellissimo soggiorno, degno di una villa. L'arredo era scuro e le pareti dipinte di un bianco sporco. Poco dopo il soggiorno c'era una grande scala e al lato sinistro di essa vi era una piccola cascata che scendeva piano e sul pavimento vi era posizionata una vetrata che mostrava il laghetto in stile zen.
Ero ammaliata nel vedere questa bellissima villa in tutto il suo splendore, dovunque mi giravo la casa trasmetteva armonia e relax ed io non potevo crederci Brian avesse una proprietà del genere.
Zacky mi fece tornare alla realtà, toccandomi la spalla e facendomi segno di seguirlo. Ci dirigemmo verso la scala, e dopo aver salito i gradini, mi ritrovai un lungo corridoio, il quale attraversammo e arrivammo davanti ad una porta. Il mio migliore amico la aprì e mi ritrovai davanti al resto della band che stava sistemando spartiti e accordando gli strumenti.
"Era ora Vee! Quanto cazzo ci è voluto? "
"Scusa Jimmy ma qualcuno non si stava sbrigando" disse riferendosi a me. Mi sentivo piuttosto osservata Brian, come se aspettasse qualcosa da me. Avrei dovuto dirgli che la sua casa fosse bella ma mi sentivo a disagio.. non capita tutti i giorni visitare una villa che per giunta è di un uomo che credevi fosse un poveraccio puttaniere che vive solo di musica. Sentii crescere l'odio nei suoi confronti, mi aveva detto che aveva molte cose in comune con me, ma avevo sbagliato a crederlo. Non era altro un puttaniere e io una delle sue vittime che cercava in tutti i modi di portarmi a letto, ed io rimanevo fermamente convinta del mio giudizio.
"Allora Phem, ti va di sentire qualche nuova canzone?" chiese Matt allegro.
"Certo! Aspettavo solo questo!" mi girai vero Brian e lo guardai mentre lui mi stava fissando con occhi languidi. Arrossii velocemente e tolsi lo sguardo da lui, nel frattempo una figura femminile ed esile entrò nella sala, aveva i capelli corti che le arrivavano sulle spalle di colore viola, occhi color nocciola, identici a quelli di Brian e un piccolo sorriso timido stampato in viso.
"Ehm Brian, è arrivato un tizio" disse chiamando il chitarrista. Brian si girò verso la ragazza e annuì, lasciò la chitarra e si diresse verso di lei.
"Oh Mckenna, lei è Euphemia, la migliore amica di Zacky e una nostra amica. Io vado" disse presentandomi alla ragazza e congedandosi.
"Ciao Euphemia, mi presento meglio, dato che il mio fratellone ha sempre da fare ed è di poche parole.. sono Mckenna, sorella di.. beh di quello là" disse ridendo e porgendomi la mano.
Ricambiai il sorriso e le porsi la mano stringendola "Piacere di conoscerti, io sono Euphemia e .. beh quello là ti ha appena detto chi sono quindi.. non c'è bisogno che te lo ripeta" dissi ridendo.
"Ma che cazzo, dovevamo iniziare le prove e quel coglione di tuo fratello se ne doveva andare!" sbottò improvvisamente Jimmy. "Sai chi era almeno?" continuò riferendosi a Mckenna.
"No in realtà no, bho sarà qualcuno che aveva bisogno di lui"
Tutto il resto della band scoppiò in una fragorosa risata, tanto da far cadere Jimmy e Johnny a terra, ma continuando sempre a ridere. Alla loro vista, anche io e Mckenna iniziammo a ridere e quest'ultima alzò le mani come segno di scuse.
"Okay okay, forse ho esagerato"
Tutte quelle risate mi avevano provocato un enorme bisogno di andare in bagno, tutta colpa di Jimmy e Johnny per la loro stupenda caduta.
"Scusami Mckenna, mi diresti dov'è il bagno?" chiesi quasi sussurrando.
"Ma certo! Appena esci gira verso destra e vai dritta poi vai a destra, è la seconda porta"
La ringraziai e uscii dalla sala dirigendomi verso il bagno, speravo solo di riuscire a trovarla e di non fare imbarazzanti figure. Mentre però, giravo a destra per ritrovarmi di nuovo un disimpegno circolare che dava in mostra tutte le altre camere, sentii un gemito provenire da una camera.
Mi spaventai leggermente e mi avvicinai alla porta della camera, che era rimasta quasi aperta.
Non riuscivo a crederci a quello che stavo vedendo. Brian, con una siringa infilata nella pelle del suo braccio. Rabbrividii alla vista dell'ago uscire dalla sua pelle e sentii un gemito strozzato da parte del chitarrista. Feci un respiro profondo e mi allontanai da quella camera per andare al bagno.
Uscita dal bagno mi diressi verso la sala, notando che la camera -probabilmente di Brian- era chiusa. Raggiunsi la porta della sala e la aprii trovandomi i ragazzi che stavano iniziando a suonare, cosi mi sedetti accanto a Mckenna e ascoltai i ragazzi con una loro nuova canzone. Avevano tutti un'energia unica ma Brian aveva una strana luce nei suoi occhi. Si era appena drogato, cosa poteva avere se non l'effetto della droga che attraversava il suo corpo?
Avevano appena suonato un paio di canzoni ed erano tutte bellissime.  Durante la pausa in ogni canzone mi avevano detto che l'anno scorso avevano inciso il loro primo disco ma non ebbero il successo che si aspettavano, cosi ce la stavano mettendo davvero tutta per poter incidere il secondo album e avere maggiore successo.
Dopo le prove scendemmo nel soggiorno e Brian con Mckenna andarono in cucina per prendere tutti gli alcolici che avevano comprato, Jimmy e Johnny, invece, chiamarono la pizzeria per ordinare alcune pizze e farsele consegnare all'indirizzo di Brian. I ragazzi ci diedero giù con l'alcool e Mckenna ed io ci limitammo a sorseggiare una birra; di solito bevevo anch'io quantità di alcool ma ero a casa di un "amico" che per giunta pensavo di provare qualcosa per lui, non potevo ubriacarmi altrimenti avrei fatto cose che non desidero neanche immaginare. Poco dopo suonò alla porta il fattorino delle pizze e toccò a Jimmy pagare, il quale lo fece con malavoglia.
Non credevo di potermi divertire tantissimo con quei ragazzi, erano semplicemente la simpatia e l'amore fatta a persona. Peccato che per tutta la serata avevo gli occhi di Brian puntati su di me, era imbarazzante, e non poco, ma cercavo tuttavia di non farmelo pesare.
A fine serata, tutti erano sbronzi ma mai quanto Brian, delirava quasi e a me spaventava abbastanza. Avevo sempre avuto paura delle persone ubriache, forse perché nel mio passato le persone, che mi toccavano e mi facevano male, puzzavano d'alcool. Lo vidi ad un tratto uscire fuori in veranda e pensai che volesse fare una pazzia o qualcosa del genere, mi voltai verso i ragazzi e Mckenna notando che loro, al contrario, erano spensierati e giocavano alla Playstation. Così mi alzai dal divano in pelle e inventai una scusa a Mckenna dicendole che andavo a fumare- non potevo di certo dirle che stavo, in realtà, controllando suo fratello.
Raggiunsi la veranda e con mia sorpresa, notai che di fronte a me vi era il mare. Wow, anche la spiaggia privata, pensai fra me e me. Mi incamminai e in lontananza scorsi la figura di Brian seduta sulla spiaggia.
"Ciao"
"Ehi Phem, siediti" disse massaggiandosi le guance.
"No grazie, sono venuta qui solo per sapere come stavi, visto che quasi deliravi"
"Quello che hai visto non era niente, sono peggio fidati"
Rimasi in silenzio. Quella era la volta buona per parlare, non c'era nessuno e intorno a noi c'era solo un silenzio pacifico.
"Brian... ti dovrei parlare"
"So già cosa vuoi dirmi"  disse in tono pacato.
"Brian... noi non abbiamo niente in comune..." dissi quasi tristemente e arrabbiata "tu vivi in una villa lussuosa e i tuoi amici nella dependance che hai accanto, mentre io vivo in un appartamento da quattro soldi.. hai una vita perfetta, hai una sorella che ti vuole bene, degli amici che sarebbero disposti a morire per te... io ho solo ritrovato il mio migliore amico dopo tre anni e sento anche un po' di distacco nei suoi confronti ma non gli do torto... dimmi cosa abbiamo in comune perché io non ci vedo niente" dissi sospirando e incrociando le braccia sul petto.
"Euphemia..." disse sospirando, il modo in cui diceva il mio nome con la sua voce calda e roca, era come se mi stesse mandando in paradiso; nessuno pronunciava il mio nome come lo faceva lui. "io voglio morire" disse abbassando lo sguardo stanco. Rimasi quasi scioccata dalla sua affermazione.
Perché voleva morire quando aveva tutto quello che una persona poteva chiedere?  Avrei dato me stessa pur di avere in cambio quella piccola felicità che aveva con i suoi amici.
"Ma che cosa stai dic.."
"Ci andavo ogni sera su quel fottuto lungomare, mi mettevo sul cornicione e cercavo un modo per morire. Poi quella sera c'eri tu, eri nelle mie stesse condizioni; lo capivo dal tuo comportamento, quando ti ho guardata pensavo di averti già vista, infatti era così: Zacky parlava della sua migliore amica di Olympia che si era trasferita ad Huntington Beach e aveva tantissime foto di te e lui, cosi ti riconobbi subito e allo stesso tempo capii di aver trovato qualcuno simile a me" sospirò. 
Le sue parole erano quasi spezzate e dava una malinconia assurda. Non credevo che Synyster Gates, un ragazzo con una certa popolarità, volesse morire.
Riflettei a lungo sulle sue parole guardando vagamente l'orizzonte del mare, la luna risplendeva in tutta la sua perfezione.
"Ti droghi" dissi lievemente con sguardo basso. Lui era seduto sulla spiaggia, con le ginocchia sul petto mentre stringeva le sue gambe con le braccia. Si voltò verso di me, la quale era in piedi e mi guardò strano, come se stesse cercando una risposta.
"Non è una domanda, è un'affermazione. Ti ho visto prima, ero al piano di sopra per cercare il bagno e ho visto la porta della tua camera aperta e sentivo dei gemiti.." confessai con tono basso. "Perché lo fai?"
"Io... non lo so Phem" rispose prendendosi la testa fra le mani con sguardo basso. Mi avvicinai e mi sedetti accanto a lui, mettendo la mia mano sulla sua spalla accarezzandolo dolcemente. Improvvisamente lui si lasciò e mi abbracciò fortemente, con la testa poggiata sul mio petto. Sentii dei leggeri singhozzi così passai l'altra mano tra i suoi capelli , accarezzandolo e consolandolo. Nonostante fosse un brutto momento, mi sentivo bene tra le sue braccia e in un'armonia tale che sembrava fossimo fatti per stare così legati.
"Mi piaci Euphemia, mi piaci tantissimo" confessò infine con voce flebile. Sentii andarmi a fuoco le guance ed esplodermi il cuore, a quelle sue parole strinsi la presa portandolo più vicino a me.
"Shh sei ubriaco"
"Sono abbastanza sobrio per confessarti questo"
Non dissi niente, non sapevo cosa dire. L'unica cosa che volevo, era stare tra le braccia di quell'uomo.




Author's corner:
Buooonsalve a tutti! Eccomi qui con.. l'ottavo capitolo! E chi l'avrebbe mai detto! Sono veramente felice che c'è qualcuno a cui piace questa storia, inizialmente pensavo che sarebbe stato un flop totale, ma alla fine sono contenta dei risultati che sto raggiungendo.
Ritornando alla storia.... Eh si Brian si droga. Ho voluto descriverlo in questo modo perchè nel corso della storia ci sarà un capitolo fondamentale. Per non parlare della sua confessione a Phem! Finalmente Phem sa di piacere a Brian e... nel prossimo capitolo vedremo cosa succederà! Ringrazio di nuovo tutte le belle persone che mettono tra i preferiti e seguite la storia e chi recensisce,  e ringrazio anche chiunque legge i miei capitoli ma è silenzioso. Quindi personcine silenziose fatevi avanti, voglio sentire anche i vostri pareri.
Okay, sono troppo rompipalle hahaha ci vediamo la prossima volta! Con affetto

Mary SG



 
  
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