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Autore: ___Kenji__    06/07/2014    1 recensioni
*DAL TESTO*
Nella mia vita ci sono una miriade di ''perché'' e il più grande ed emblematico è come mai mi sono ridotto così, me l'hanno chiesto spesso ma non ho mai dato la risposta reale sempre scuse, fredde, arroganti e rabbiose, sempre vie di fuga ho usato nella mia vita, non sono mai stato in grado di affrontare nulla. Ho sempre lasciato le cose scorrere ho fatto di me un'abitudine. Ho reso le cose belle brutte facendole passare sotto le mie mani e distruggendole, facendo portare dagli altri rancore nei miei confronti, non ho permesso a nessuno di potermi capire ho sbattuto porte in faccia a chiunque e ho per sino chiuso con la mia famiglia maledicendola senza un reale motivo.
La storia è stata scritta interamente dal punto di vista di Gerard... Hope you Enjoy it!
c.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un po' in ansia lo sono... E sicuro lo sarò anche dopo aver pubblicato...

Allora, questa ''storia'' l'ho scritta tutta di getto e ascoltando ripetutamente delle canzoni, le dita si muovevano quasi a tempo di musica sulla tastiera! Mi sono lasciata trasportare dall'ispirazione e in certi punti mi sono pure emozionata senza un reale e/o proprio motivo!
è stato incredibile... Spero vi coinvolga ed emozioni come ha fatto con me!

 


Ci vediamo giù!

c.

 


Che il racconto abbia inizio...



The Hardest Part Of Ending Is Started Again...

 


Apro gli occhi, sono tutto sudato c'è afa in questa stanza chissà da quanto tempo ormai non passa aria pulita o comunque nuova, sempre la stessa che si ricicla... Chissà forse morirò per asfissia o per chi sa cosa, di certo stare qui con questo odore non mi aiuta.

Mi passo le dita affusolate e pallide come il resto del corpo sul viso fino a delinearne il profilo e poi facendo scorrere la mano più su mi scompiglio i capelli e sbuffo. Faccio leva sui gomiti, mi sorreggo per qualche secondo e poi mi tiro su, mi volto e finisco per sedermi sul bordo del letto con le gambe a penzoloni e la testa bassa, come sempre.

Sospiro addolorato già di prima mattina ed esco dal letto scostando le coperte blu notte, passi lenti e a momenti tremolanti mi portano fino alla finestra dove non mi affaccio ma mi appoggio con la testa sul vetro freddo e fisso fuori. Quello che un tempo era ciò che mi faceva stare bene è quello che ora mi fa paura.

Sapevo che finire il tutto mi avrebbe fatto male lo sapevo benissimo, lo sapevamo tutti, ma non è mica stata una mia scelta e ora mi sento vuoto come un foglio pentagrammato con solo scritta la chiave di sol, come un fumetto senza personaggi ma solo vignette, discorsi sospesi senza appartenenza, come una canzone senza ritornello. Sono in una stanza che se non fosse per il letto su cui passo le mie miserabili giornate sarebbe vuota, esattamente come sono io. Ho gli organi, ho il cuore ma solo un tempo lo sentivo davvero pulsare ogni tanto mi fa male ma non è piacevole, non sto bene e questo non capita da tempo.

Preso da un piccolo e quotidiano attacco di panico chiudo le serrande e le serrature della finestra e corro alla porta per assicurarmi che sia chiusa anche quella. Guardo dallo spioncino ma come ogni dannato giorno lì non c'è nessuno, non per me. Vedo i vicini che vengono visitati, vedo le persone passare davanti alla mia porta senza nemmeno girarsi per guardarla, probabilmente anche quella fa schifo, come tutto ciò che contiene. Ritorno coi miei passi insicuri ed i piedi ricurvi verso l'interno in segno di disagio in camera dove passo accidentalmente davanti ad uno specchio. Non lo avessi mai fatto.

Il mio corpo magro, i miei occhi scavati, la mia pelle pallida mi terrorizzano mi fanno sentire strano e mi inquietano vagamente facendomi venire dei brividi che attraversano tutta la schiena di paura e repulsione verso la mia stessa porsona. Un moto di rabbia si fa spazio in me, sento anche urla nella mia testa, vedo le pareti stringersi, venirmi incontro, riempirsi di sangue, che dagli angoli cola, sento quello che una volta era il cuore far male mentre mi accingo a toccare lo specchio per vedere se sia vero il mio riflesso o solo un altro gioco della mia mente ma mi accascio a terra, sospiro, sbuffo, ansimo e mi sento come se due dita mi stessero stringendo intorno al collo.

Le mani mi tremano, la testa mi gira ma poi passa tutto. Riapro gli occhi come poco fa e sotto l'odore sgradevole di giorni di chiuso mischiati a fumo e sonno mi alzo per raggiungere il bagno poco illuminato. Un altro dannatissimo specchio, tengo la testa bassa e mi lavo quel che è rimasto del mio viso senza nemmeno guardarmi, stufo sospiro... Dovrei aver superato tutto, non capisco che cosa mi tenga così legato al passato, si chiama così per un motivo che io non seguo ma non seguire le convenzioni sociali, le regole, il rispetto da dover portare nei confronti degli altri di certo non mi ha portato a nulla di buono vista la mia situazione attuale. Pessima.

Ormai è diventato tutto un'abitudine! Guardarmi e sbuffare, pensare e farmi venire il mal di testa, guardare fuori e sentirmi solo, odiarmi. Tutte abitudini che non mi aiutano, tutte abitudini create dal mio cervello e da me stesso per cercare di ptroteggermi ma in realtà non ho fatto oltre che segregarmi e uccidermi lentamente, la mia figura, la mia personalità e i miei sentimenti che fingo di non sentire.

Mi autodefinisco apatico ma sono tuttaltro, io sento tutto, io provo tutto è solo che mi fa paura provare tante cose brutte assieme quindi preferisco pensare di non poter provare sentimenti perché questo mi fa credere di essere migliore.

Una persona può buttarsi tanto giù solo ed esclusivamente per dei ricordi, che alla fine sono pure belli?

sono intrappolato nello stesso involucro che io ho creato e vivo nell'abitudine di una vita falsa, convinto del fatto che la parte più difficile sarebbe stata finire il tutto ho continuato imperterrito ad autoinfiliggermi dolore, senza realmente capire che era riniziare.

Mi sono costruito un castello freddo, fragile e pieno di disperazione di cui ora io sono solo ed esclusivamente un'insignificante crepa, una scheggia tra tanta perfezione precedentemente curata ed organizzata.

Non mi sono preso il mio tempo per riniziare ho solo pensato a tanti modi per finire e ora mi sto togliendo la vita da solo ed è buffo pensare a tutto questo in una mattinata identica alle altre mentre mi lavo la faccia e provo ripulsione rispetto a quello che potrei vedere riflesso nello specchio, se soltanto alzassi il viso! Chiudo gli occhi, stringo i denti, il sangue nel mio corpo ribolle, il cuore fa male ma in modo diverso, mi sono illuso di poter stare solo, di potercela fare da solo ma so benissimo che non ci riuscirò. Stringo forte i pugni e quello destro lo sferro violentemente contro lo specchio che in mille pezzi cade come le gocce che dai tagli sul mio pugno ancora chiuso e tremolante fuori escono e vanno a colorare la mia mano di un rosso scuro intenso.

Io dipingevo.

Mi tiro su, mi fisso nei pochi pezzi riflettenti che sono rimasti attaccati alla cornice e poi mi volto per uscire dalla stanza, arrivo davanti al letto e prendo quella tela che da tempo stava sul pavimento a riempire semplicemente spazio. Apro bene la mano rossa che fa male, che punge, che mi fa soffrire ma non riuscire a piangere. la premo sulla tela ruvida che mi provoca altro dolore e la sfrego iniziando finalmente a piangere. Ma non per il dolore che provo muovendola, no, per tutto quello che ho dentro e non riesco a fare, a sistemare o tanto meno a ripulire.

Sto impazzendo? Probabile... La solitudine fa male.

Mi sdraio a terra e rotolo sulla tela, le tiro calci, sputo, impreco, urlo, ripremo forte la mano e stringo forte gli occhi e i denti, in mezzo al delirio del momento e alla non curanza inizio per sino a ridere rendendomi conto di quanto il mio cervello sappia essere bacato.

Ridacchio e mi tiro su,

ridacchio e barcollo,

ridacchio e arrivo alla porta di entrata e la apro,

ridacchio e svengo.

 


[***]

 


Apro gli occhi, aspettandomi di essere circondato dalle pareti ingiallite e sporche della mia camera da letto, se così la si può definire, ma no, mi ritrovo circondato da pareti bianche. Mi volto appena e una grande finestra aperta e che fa entrare luce mi illumina e mi rinfresca.

Luce.

Tra il bagliore e le macchie sparse di nero per il mio continuo sforzo nel cercare di catturare la luce almeno con i miei occhi, dato che dentro di me non riuscirà mai ad arrivare, scorgo anche il sole caldo ed un albero che si eregge proprio di fianco a me, se ne avessi le forze mi alzerei e lo raggiungerei ma appunto non le ho... Perché?

Nella mia vita ci sono una miriade di ''perché'' e il più grande ed emblematico è come mai mi sono ridotto così, me l'hanno chiesto spesso ma non ho mai dato la risposta reale sempre scuse, fredde, arroganti e rabbiose, sempre vie di fuga ho usato nella mia vita, non sono mai stato in grado di affrontare nulla. Ho sempre lasciato le cose scorrere ho fatto di me un'abitudine. Ho reso le cose belle brutte facendole passare sotto le mie mani e distruggendole, facendo portare dagli altri rancore nei miei confronti, non ho permesso a nessuno di potermi capire ho sbattuto porte in faccia a chiunque e ho per sino chiuso con la mia famiglia maledicendola senza un reale motivo.

Accusatore, lo sono sempre stato. Non ho mai assunto una responsabilità nemmeno quando ero piccolo non ero in grado di dire ''si sono stato io'' avevo troppo paura delle conseguenze e queste maledette paure mi hanno portato a vedere del male in tutti. Richiudo gli occhi per non far bruciare l'iride col contatto alla luce potente, che da tempo non vedevo. Sono una stupidissima abitudine non sono una persona, ormai tutti sanno come sono nessuno ci prova ad aiutarmi ma ei come mai ora mi ritrovo in un ospedale? Lo è palesemente e anche le persone che mi ritrovo attorno vestite e sdraiate come me lo testimoniano... Oppure siamo tutti in purgatorio, Dio è stato tanto clemente da sospendere il mio giudizio ma se fossi stato in lui mi sarei spedito nell'inferno a morire soffrendo, penso che però ne avrei goduto. Mi fa piacere il dolore perchè il vero piacere non l'ho mai conosciuto. Se non conosci qualcosa non lo puoi provare, difatti la conoscienza è l'unica cosa che può renderti libero.

Ha deciso di farmi rimanere in attesa senza nulla da fare, ha deciso di lasciarmi pieno e privo allo stesso tempo di una qualsiasi speranza prendendomi per mano ma facendomi comunque camminare su un filo sottilissimo e trasparente, il cuore accellera le pulsazioni, la paura sale e la voglia di rompere tutto assieme ad essa. Mi guardo attorno luci, voci, camici, malati. O sono fottuto o sono in un ospedale. Ma chi mai mi avrebbe voluto salvare?

Fisso tutti, uno per uno, sono davvero messi peggio di me questi, non sono a quei livelli io il mi viso non è tanto mal messo... O forse si. Cerco qualcosa in cui specchiarmi ma giustamente non trovo niente. Mi volto verso destra ed un'altra fila infinita di pazienti si estende ma ce nè uno seduto vicino a me, proprio nel letto accanto, che mi fissa. Gesù... Sei tu?

Pazzo, completamente pazzo.

IL ragazzo mi regala un sorriso che definire magnifico è un insulto sia al suo che a tutti i sorrisi del mondo e si alza avvicinandosi senza paura a me... Lo fisso senza capire chi sia e inevitabilmente il castello da me in tutti questi anni costruito si riempe di crepe, tutta l'abitudine contenuta in esso chiede il consenso di uscire che gli viene negato ma sento, io so, che qualcosa sta cambianndo.

Io so delle cose, ne sono fermamente convinto! Forse sono semplicemente da curare, ma mi sento invincibile, o che ne so io so solo che tutto mi sembra pazzesco ma io lo so, io so delle cose! IO capisco le persone meglio degli altri... Io le percepisco non so come faccio ma io capisco subito una persona, di cosa ha bisogno so come aiutarla... Ma sono incapace di ammettere come sto io. Ho sempre voluto essere utile, voluto esistere per gli altri ma non riesco a desiderarlo in egual modo anche per me stesso. Mi sento vittima del mio corpo, collegato ad ess o senza alcun principio o motivo. Sfiora piano il mio braccio e spazza via i miei pensieri portando tutta la mia attenzione sulle sue dita che leggere solleticano la mia pelle, sposto lo sguardo percorrendo tutto il suo braccio tatuato e appena i miei occhi incontrano i suoi mi sembra di rivedere il sole che poco prima rischiava di accecarmi.

Una finestra dentro di me si spalanca e della luce, cazzo non ci credo! E dell'aria pulita vi entrano. Non capisco sono storido, mi sento fatto a dirla tutta, ma non lo sono... é tutto apparrente come la mia presenza qui perché io in realtà sto pensando a tutt'altro.

- Ciao Gerard - Davvero, mi spavento a morte! Questo come può sapere il mio nome? Lo fisso ancora più male di prima e lui ridacchia, cosa ridacchia? Voglio urlare e la finestra interiore poco prima spalancatasi si richiude bruscamente creando un grande tonfo che rimbomba dentro e che mi provoca male al petto. La sua risata, però, cristallina si trasforma in un sorriso dolce e mi viene da piangere solo al pensiero che sia per me, regalato, gratis ed unicamente per me! Cosa sto provando ora? Non lo so ma mi sembra di aver perso tanto di quel tempo... Spero che questo ragazzo abbia giocato bene le sue carte, che nonostante tutte le avversità della vita abbia avuto il coraggio di superarle e che abbia vissuto bene il tempo della sua vita. - Sei qui grazie a me... Stavo andando a trovare mia madre ti ho trovato sulla porta di casa steso a terra e con la mano insanguinata, nemmeno ci ho pensato. Ti ho portato qui e ei... Hai un po' del mio sangue in circolazione ora! -.

Ma che ha fumato questo!? Dice tutto sorridendomi dolcemente e piano piano la sua mano che mi accarezza scende e incastra le propire dita con le mie - Tu non ti ricordi Gee... Tu non ti ricordi chi sono -.

E ineffetti no non capisco perché abbia fatto questo per me... Sono arrivato a fargli tanta pena da portarlo a salvarmi? Sbuffo e lo fisso... Non voglio questi giochetti dai mi sento solo preso in giro e stupido, vorrei evitare tutto ma non posso non ne ho scelta ma questo ragazzo poteva anche lasciarmi stare, non ha mica guadagnato qualcosa salvando me - Sono Frank, Gee -.

Il cuore, sì il cuore, fa male, fa malissimo, ma in modo del tutto diverso; batte forte, mi corrode, chiede di potersi ingrandire, pulsa sangue da tutte le parti, lo sento, sento anche il suo di sangue che circola mischiatosi al mio. Il cuore pompa sangue, la testa mi minaccia di iniziare a girare le mani tremano, il petto si scalda, lo stomaco inizia a bruciare e gli occhi a gonfiarsi. Come ho fatto a non riconoscerlo? E perché mi ha salvato... Doveva lasciarmi stare lì, doveva lasciarmi morire.

é stato quello che ho trattao più male, l'ho rifiutato, umiliato, preso in giro, ferito e forse sono diventato l'ombra di me stesso per i sensi di colpa che provavo e provo anche adesso, soprattutto adesso, nei suoi confronti. Un giorno ero felice. Un tempo lo ero davvero e quel ricordo mi brucia, mi prende a schiaffi e mi urla di regire ma fino ad ora sono stato sordo e anche muto, probabilmente, perché non ho mai urlato ribellandomi. Ho lasciato scivolarmi tutto addosso senza nemmeno più distinguere le cose brutte da quelle belle. Sospiri, lacrime, Frank, ovunque.

Io che lo caccio, lui che mi implora, io che mi taglio.

Ora si che lo sento il mal di testa e lui continua a sostenere lo sguardo, piccolo Frankie adesso riesci, ricordo il modo timido in cui mi guardavi, sarai sposato no? Avrai una famiglia no? Sarai qualcuno almeno tu... No? Se mi sbaglio per favore cavami gli occhi, posso sopportare di essere inutile io, di non valere niente io ma non tu. Non voglio vederti insoddisfatto per colpa mia, perché non ho saputo amarti. Ti chiedo di perdonarmi ma so che non lo farai mai, allora ti chiedo di lasciarmi stare. Te lo imploro in ginocchio.

Lascio scivolare la mano dalla sua e lui mi guarda confuso. - Gee... Spesso dicevi che odiavi il passato... Ora anche io lo odio - Mi fai male dicendo così, perchè lo fai?... Anche se me lo merito tutto. - Ma .. Oddio ma solo rivederti mi ha fatto stare bene, certo, le condizioni in cui ti ho trovato mi hanno ucciso nuovamente...- certo la prima volta ti ho ucciso io... Lo so, non ho bisogno di sentirtelo dire. Ricordi? Io so. -...Ma rivederti beh... Gee si sono Gesù, o comunque un suo parente perché tu oggi mi hai fatto resuscitare -.

Rimango senza fiato, lo fisso, poi guardo le nostre mani e continuo ad alternare lo sguardo facendolo passare anche per la finestra almeno dieci volte... Minimo dieci volte.

- Gee mi hanno raccontato tutto, lo so che ti sei chiuso dentro... Non sei solo tu quello che sa le cose... Le soluzioni non sono sempre facili, lo sappiamo, a volte é difficile rimanere ma tu non meriti di andartene. Hai un po' paura di iniziare ma se vuoi io sarò con te... Gerard il sole potrà splendere anche per te se mi permetterai di stringerti la mano -.

Mi legge dentro, è bastato che gli dicessero qualcosa su di me e lui immediatamente ha capito tutto. Se solo non fossi stato tanto stupido da mollarlo per delle dipendenze che non hanno fatto altro che uccidermi! Che privarmi della mia serenità con la quale prima affrontavo la vita! Che non hanno fatto altro che allontanare tutti e tutto, pure lui, l'unica persona esistente sulla terra in grado di farmi sentire un po' migliore, in grado di non farmi venire la costante voglia di uccidermi, l'unica persona che mi si è data sempre senza chiedere nulla in cambio se non un mio sorriso.

Stavamo assieme un tempo io e Frank ma ho preferito la bottiglia, le pillole, a lui. Ho preferito la finzione psicadelica alla meravigliosa realtà che invece avevo e vivevo. Mi sono coperto gli occhi da solo per non vedere quello che mi faceva schifo, male, piangere, ma in realtà ho solo coperto le cose belle. Stavamo insieme dunque, avevamo una band, avevo degli amici, ho mandato tutto a puttane per seguire qualcosa di irreale. Ho mandato tutto a puttane nel tentativo di salvarmi dai miei stessi mostri che ora mi hanno mangiato corpo ed anima.

L'ho mandato via dalla mia vita, ero strafatto quella sera, lo sguardo che mi dedicò prima di andarsene, Dio quello sguardo, ho iniziato a pregare solo perchè ogni notte speravo con tutto me stesso che nessuno mai glielo avrebbe fatto ripetere, che nessuno mai lo avrebbe più ferito. Spero che a Dio siano arrivate. Non credo in niente se non nella finzione da me creato ma per Frank potrei credere anche negli unicorni. Sento che gli occhi sono più liquidi, vedo i suoi imitare timidamente i miei.

Vorrei dirgli tutto, come sono stato, cosa ho provato, che ormai ho smesso, non per scelta mia ma perchè semplicemente ho avuto almeno il pudore di non prostituirmi in cambio della roba, sbuffo, chiudo gli occhi cercando di cacciare indietro quelle che minacciano essere lacrime argentate ma lui non lo fa. Non ha paura di farsi vedere fragile e questo è coraggio.

Quando l'uomo ammette le sue debolezze, i suoi limiti, le sue colpe e si fa avanti per dichiarare il tutto, coraggio. Io sono completamente l'opposto. Non mi sono mai congratulato con niente, non ho mai assunto una responsabilità o colpa che sia stata. Ho sbagliato. Ammetterlo non fa di me una persona coraggiosa, semmai ipocrita, ma una minima speranza di poter rivedere Frank sorridere come faceva un tempo solo per me mi si riaccende nello stesso momento.

La sua mano stringe forte la mia, perchè lo fa? Sbuffo tento di voltare il viso di 180 gradi verso il lato opposto al suo ma il suo palmo caldo, a differenza dei miei sempre freddi, mi blocca.

- Gerard il sole potrà splendere anche per te se mi permetterai di stringerti la mano -.

Le lacrime ormai cadono il suo viso si avvicina al mio e io non so che fare. Sono pentito, mi detesto, non mi capisco... Ma lui sì. E questo fa male. Un'altra cosa che fa male tra le migliaia.

Nemmeno mi sono accorto che le nostre mani sono tornate a contatto, si sono ricercate involontariamente e si sono legate assieme.

 

 
*'' Nessuno può davvero capire come mi sento, tutti si sentono gli eroi della mia vita ma nessuno assume realmente il compito di esserlo. Frank, oddio forse lui si ma non voglio si rovini per uno sciocco come me... A me piace ho visto come mi guarda e lui ha visto come io guardo lui, lo sappimo che ormai non è solo attrazione fisica ma cosa possiamo farci? Io sono sempre stato del parere che l'amore arrivasse col tempo, non credo nei colpi di fulmine e nemmeno alle ''prime sensazioni'' ma Dio la prima volta che ho visto Frank giuro su Superman che sono morto per poi rinascere in un modo fantastcio! é stato come risvegliarsi dopo una dormita splendida! Lo fisso e lui fissa me... Gli sorrido e lui ricambia il sorriso ''Frankie... Una volta in hotel stiamo in camera assieme vero?'' che domanda del cavolo, mi pare abbastanza ovvio! E sempre così ma non ammetterò mai e nessuno saprà mai quanto godo nel sentirmelo dire, è come se dicessi che è mio, lo affermassi... Lui però da un po' si frequenta con 'sta ragazza non vorrei rovinare tutti i suoi piani, sembra davvero serio con lei, ma so che non la guarderà mai come guarda me e io non riesco a lasciarlo andare più ci provo e più lo lego a me. Lei non lo avrò mai ormai è mio ''Certo dolcezza... Da soli'' mi guarda con un sorrisino malizioso che mi fa immaginare di tutto e non posso non ridacchiare alzarmi dal divanetto rosso del tour bus ed andare ad abbracciarlo. Una settimana fa mi ha confessato che gli piaccio e io beh ho avuto la conferma di quello che prima pensavo solo di provare... Lo amo! Ma non posso dirglielo o tutto si farebbe più serio, non possiamo permettercelo! Anceh se lo vorrei! Siamo famosi ormai, siamo in un gruppo, non possiamo spiattellare in faccia a tutti che 'ei noi stiamo insieme' anche perchè... Non è vero. I nostri sono soli incontri, Jamia ha una fede, non io, Jamia è quella che si becca i suoi 'ti amo', non io... ma Cristo io lo amo, non potrò mai smettere di farlo. ''Adoro quando sorridi Frank'' Così il suo sorrisone si allarga ancora di più ''io amo quando lo fai tu'' e ancora in questo abbraccio stretto ci riscaldaimo a vicenda, ci coccoliamo, ci proteggiamo e cerchiamo di non dimenticarcene mai... Un giorno finirà ma starò bene perchè tanto avrò cmunque il suo odore vicino, lui si sposrà ma io continuerò ad amarlo. Brutta fine? Nah, tanto saprò che non amerà mai nessuno come sta facendo con me. ''Gee... Sta notte... Mi faresti le coccole?'' Oddio me lo mangerei! Ha anche un buon sapore...

... ... ...

...Siamo qui io e lui, lui con il viso appoggiato al mio petto e io che lo coccolo come prima sul bus gli ho promesso. Ogni tanto gli lascio pure qualche bacio sparso sul viso e lui ridacchia come un bambino! Mi fa morire! Non sono mai stato tanto perso e fragile di fronte a qualcuno. Sospiro, come uno stupido innamorato, e lui con la voce assonnata richiama la mia attenzione. ''Dimmi'' Lui sospira piano e poi si appoggia ai gomiti per sistemarsi con il mento all'altezza del mio cuore e gli occhi che fissano e cercano i miei ''Ho lasciato Jamia...è inutile che ci prendo in giro... Non la amo davvero'' Mi si ferma il cuore, lo so, lo sento, o meglio, non lo sento! SORRIDO, non dovrei ma non restisto quindi lo faccio e lui ridacchia ''Perchè tanto amo te... Quindi'' Lo fisso come se avesse appena detto quattro bestemmie di fila e sgrano gli occhi, lo sapevo ma mai l'ha detto in modo così diretto. ''Voglio stare solo con te e per sempre... Non mi interessa se ogni tanto bevi ti accompagnerò e ti aiuterò qualsiasi cosa succeda NON TI LASCERò MAI'' sorrido ora e non ci posso crede mi scappa pure qualche stupidissima ed imbarazzantissima lscrima! Sospiro, sta volta perchè sennò svengo, e lui si avvicina piano per far fondere e collidere le nostre labbra. ''Gerard... Vuoi essere il mio fidanzatino?'' Scoppio a ridere e lui con me e dato che non riesco a formulare una sola parola, o scoppio a piangere ne sono sicuro, lo ribacio io ed annuisco ''*

 

 

Si avvicina. Il suo viso si avvicina al mio. - Non hai saputo prenderti i tuoi tempi, hai sempre agito di testa tua, non mi hai mai reso partecipe o ascoltato, mi hai escluso sempre... Per paura di ferirmi... Ricordi quando timido ti ho afferrato la mano come in questo momento e ti ho confessato quello che provavo per te? Quando in uno scatto pazzo di follia ti ho baciato?... Lo rifarei centinaia di volte... Lo voglio rifare centinaia di volte... ''Gerard ti tengo la mano, te la scaldo, sempre fredda, sempre sporca di colore, Gerard... Posso amarti?''... Che cretino sono stato a dirtelo così, lo so. - E invece no, era dolcissimo, era puro miele. Teneva la testa bassa e stringeva convulsivamente la mia mano davvero sporca di tempere e io lo guardavo con un sorrisino felino... Mi sarei aspettato di tutto quella sera, anche una scopata non programmata, ma non che lui mi chiedesse il permesso di lasciarmi amare. Voleva prendersi cura di me, voleva avermi, ma non voleva impormelo. -Comunque... Davvero Gerard lo rifarei... Gee... Posso riamarti? Posso prendermi cura di te? Non mi interessa quanto male mi farai perchè tanto non sarà mai paragonabile a quello che mi fa starti lontano. Gerard permettimi di tenerti la mano.- Ha un modo tutto suo di dire le cose, mi affascina, mi incanta, mi fa innamorare.

Avevamo iniziato come due ragazzi che avevano appena scoperto di ''essere gay'' e dato che sentivamo che qualcosa c'era ci limitavamo ad incontri clandestini dove ci concedevamo l'un l'altro ma poi abbiamo scoperto... Anzi lo sapevamo che non era solo voglia, che non avevamo ''scoperto'' di essere gay, no, avevamo scoperto di amarci e fu lui il primo a parlarne, lo fece in quel modo, con quelle parole dopo l'ennesimo incontro a casa mia sul letto sfatto e bagnato dal nostro sudore.

Prendo un profondo respiro e ora sono io che non riesco a sostenere il suo sguardo. - Non posso permettertelo, ti faresti solo del male che non voglio provocarti, non mi faccio più voglio che tu lo sappia... Ma ti porterei infondo con me, non me lo perdonerei mai.- Scuote la testa e continua imperterrito a sorridermi. Smettila! -E se fossi io a farti salire con me? Cammina con me in questa pioggia di proiettili, il mio cuore ormai è a prova di proiettile, permettimi di proteggere anche il tuo -

Sospiro, sono affranto, sono stanco, sono esasperato!

- Perchè mi hai salvato? Perchè mi hai donato il tuo sangue? Avresti dovuto lasciarmi lì...- Mi interrompe bruscamente come se lo avessi offeso e si tira un po' su, grazie a Dio... Averlo così vicino mi faceva quasi tornare a respirare, non ne sono più abituato dai - A morire? Tu sei pazzo... Tu non puoi permetterti di farmi soffrire e io non posso permettermi di non salvarti -

Non capisce, non lo capisce proprio! Frank... Il solito testardo Dio santo!

- Frank, tu... Non sai nulla... Io ormai sono la mia stessa abitudine, non sono una persona, vivo dentro ad un castello che io stesso ho creato, che credevo mi facesse bene ma che ora non... Sono solo una crepa... E tu non vuoi capire -

-Esatto, non voglio capire... Sei una crepa? Benissimo se vuoi posso prendere una mazza e sbattertela addosso! Per farti soffrire un ultima volta, perchè so che lo vuoi e poi basta, per far distruggere tutto il castello, per liberarti... -

La fa troppo facile. Io non sono come lui, io non reagisco, non vado ad istino... Non lo seguo mai e ormai lui non viene neanche più a suggerirmi qualcosa da fare. Mi ha abbandonato pure quello... Anche se mi fa che in realtà sono stato io ad abbandonare tutto.

- Il sole sorgerà anche per te... Permettimi di far diventare giorno anche per te tesoro tutto questo - Questo è il culmine! Inizio a piangere e a singhiozzare manco avessi tre anni, sono ricoperto di brividi chiudo gli occhi e un tepore mi circonda. Le sue piccole braccia tatuate mi stanno avvolgendo e porgendo al suo petto come se questo costituisse un posso sicuro, ma è a prova di proiettile no? Quindi forse lo è. Tremo un po' nemmeno gli devo dire qualcosa che lui già mi rassicura, non mi da tempo di star male perchè teneramente mi sussurra paroline dolci alle orecchie cercando di farmi stare bene.

- Non hai saputo prenderti il tempo... - In realtà non ne sono proprio stato in grado -...della tua vita, ma non è finita. Puoi ancora farcela, possiamo ancora farcela -

Lo dice perchè gli faccio pena! - Cosa ti ha portato a salvarmi Frank? Rispondimi a questo. Cosa ti ha tenuto legato a me dopo tutto questo tempo? Rispondimi Frank!- non sono alterato, anzi tutto questo glielo chiedo sospirando piano e con un filo di voce. - Il fatto che non posso non amarti... Gerard con o senza il tuo permesso ci sono troppo dentro per farmi fermare. Io ti amo, che tu lo voglia o no - Non l'ho mai visto tanto sicuro, ci siamo invertiti i ruoli, ero io quello forte che lo rassicurava. Quello che lo proteggeva ed ora io mi ritrovo a stringere convulsivamente la sua maglietta per sentirmi sempre più attaccato a lui e al sicuro. Sono io quello debole e lui quello forte.

- Non sei tu un'abitudine... tu vivi nell'abitudine -

-Dammi... Dammi tempo, non so che fare, non so con cosa schierarmi, non so nemmeno per cosa vale la pena combattere ormai -

- Per noi gerard per noi! Possiamo essere felici se siamo insieme... Lo sai -

- Devo prima rompere l'abitudine, ho bisogno di un blackout generale, devo smetterla di lasciarmi scivolare tutto addosso, nessuno mi ha mai ascoltato davvero.. Apparte te... Devo calcolare il mio tempo -

- sono io il tuo tempo -

- E cosa dovrei fare? -

- Lasciarti insegnare cos'è il piacere... Stai nel dolore perchè conosci solo quello e godi nel provarlo, ma il piacere esiste... è immenso -

- Ci metto tempo ad imparare le cose -

- Ei, sono io il tuo tempo... Puoi usarmi quanto e come vuoi -

Ammicca. Mi ammicca anche! Ma è possibile?! No e forse proprio perchè è impossibile mi pare così facile. Nell'impossibile sto bene perchè io stesso lo sono. Mi sono sempre lasciato coinvolgere nelle cose, mi sono sempre lasciato scivolare tutto addosso ma non ho mai realmente preso una posizione. Potrei farlo ora. Mi sta chiaramente offrendo se stesso in ogni modo, vuole portarmi dall'altra parte del fiume e portarmi lontano, vuole essere lui la mia mano guida sul filo sottilissimo e trasparente, vuole spalancare la mia finestra per permettere alla luce di entrarci... Non capisce che è lui la mia luce? Che non c'è bisogno che faccia diventare giorno per vedere il mio sole sorgere perchè lui stesso lo rappresenta?

- Devo afferrare il mio tempo? - Lo chiedo serio e lui mi si siede sulle gambe fissandomi. Appoggia le sue mani sulle mie spalle e mi guarda mordendosi il labbro inferiore - Devi afferrarlo e farlo tuo - Sussura ad un centimetro dalle mie labbra, infatti detto questo fa scontrare le sue con le mie bramose e gonfie d'eccitazione e attesa, labbra contro labbra, fronte contro fronte, cuore contro cuore. Il sole sorgerà anche per me ne sono sicuro, fino a quando gli stringerò la mano continuerà a sorgere e la sua luce ad irradiarmi. Lui mi porterà in alto fino in cielo e mi farà toccare le nuvole. Me le farà assaggiare ma niente al mondo, o fuori da esso, avrà un sapore buono tanto quanto o anche solo lontanamente paragonabile al suo.

 

 

 



Angolo dell'autrice

Se siete arrivati/e fino qui beh... VI AMO!!!!


Nella storia ci sono diversi richiami a diverse canzoni tra cui ''shadow of the day dei linkin Park, time of your life dei Green Day, Castel of glass sempre dei Linkin Park...ecc..'' Spero vi abbia trasportato come ha trasportato me e che vi abbia un po' magari distratto o che comunque non sia stato solo una perdita di tempo...

è una delle prime che pubblico scritte interamente da sola (tempo fa lo facevo in collaborazione con una mia amica ma per vari litigi ecc ora non ci parliamo nemmeno più YEE...).

Sarei ancora di più, IMMENSAMENTE, felice se mi lasciaste qualche recensione... Anche solo per consigliarmi di comprare un dizionario più aggiornato e soprattutto italiano *tira su i pollici e sorride*.

 

Alla prossima... Se ci sarà!

C.

  
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