Teatro e Musical > Romeo e Giuletta - Ama e cambia il mondo
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Autore: daymon98    06/07/2014    3 recensioni
"Era davanti alla porta di casa Capuleti ormai da qualche minuto e non aveva il coraggio di entrare. Erano passate solo poche settimane da quella notte di dolore, ma era costretta ad andare avanti"
Una persona distrutta dal dolore, potrà ritrovare la gioia grazie ad un altra creatura.
Genere: Fluff, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Salve a tutti,
piccola premessa, la storia non è cimpleta, perchè pensavo di aggiungere un pezzo finale ma poi non l'ho fatto ;P, quindi volevo chiedervi se commentando avevate voglio di scrivermi se e come voleste che finisca la storia. 
Grazie in anticipo.


Le urla si sentivano fin ai campanili delle chiese.
La donna stava sdraiata sul pagliericcio e si dimenava dal dolore incontenibile.
- Calmati, calmati…- le ripeteva la sorellina minore – Tra un po’ sarà tutto finito. –Ma la donna continuava a gridare e ha stringere i pugni.
Ad un tratto le grida cessarono per far spazio ad un silenzio tombale.
La donna prese fiato e sorrise dolcemente alla sorella. – Dammelo…. Fammelo tenere in braccio…-
La ragazzina la guardava tristemente – Sei sicura…? Non …-
- Dammelo…- richiese la donna spaventata.La ragazzina le porse il fagottino che  teneva tra le mani e lei se lo strinse al petto raggiante, finché si accorse che non ne  usciva né suono né fiato. Lo allontanò per vederlo meglio, e le apparve un bambino con gli occhi chiusi e il volto violaceo.
Non respirava.
La donna lo strattonò con violenza, ma il piccolo non dava nessun cenno di vita.
Sentì gli occhi pizzicarle, le palpebre si coronarono di lacrime, che spingevano sempre più violentemente e che presero a rigarle il volto.
Si percepì il primo singhiozzo, seguito da un altro, e un altro…..
Prese il fagotto e se lo rimise al petto con tutta la forza che aveva, piangendo a dirotto dagli occhi serrati, la bocca cosparsa di lacrime e saliva continuava a baciare quella testolina penzolante e a ripetere frasi dolci e doloranti.
Le notte passò con la lentezza di un secolo.
 
 
Era davanti alla porta di casa Capuleti ormai da qualche minuto e non aveva il coraggio di entrare. Erano passate solo poche settimane da quella notte di dolore, ma era costretta ad andare avanti. Rivedeva vivido il ricordo di suo figlio morto tra le sue braccia mentre lei piangeva disperata, pregando per la sua anima non battezzata.
Si asciugò la lacrima che stava cercando di uscire e bussò con vigore al grosso portone.
Le aprì un ometto curvo e vecchio con lo sguardo incattivito dagli anni.
- Chi è lei? Che cosa vuole?- chiese scontrosamente
- Sono qui per….- non riuscì a finire la frase che si sentirono delle urla terribili provenire dal palazzo.L’uomo guardò rabbioso verso l’alto poi si voltò di nuovo verso di lei e le osservò i seni. Senza dire una parola la prese per un braccio e la trascinò dentro. La condusse fino alla stanza da dove provenivano le urla e dove una ragazzina dai capelli rossi se ne stava rannicchiata in un angolo con le mani sulle orecchie, dall’altra parte della camera un uomo molto più maturo camminava nervoso sul limitare del muro. L’uomo curvo bussò alla porta attirando l’attenzione dei presenti.
- Scusi l’intrusione, Signore, ma ho trovato questa donna alla porta.-
- È la balia?- chiese speranzoso quello che doveva essere il Signor Capuleti
- Penso di si- rispose lei senza troppa convinzione, non le piaceva l’idea che un altro infante lerubasse il latte che doveva essere di suo figlio.
Appena rispose la ragazzina sconvolta la prese per il braccio e la spintonò davanti alla culla dove un esserino piccolo piccolo piangeva e urlava senza sosta.
- Prenditela, si chiama Giulietta.- le disse lasciandola sola con la bambina che piangeva.Nella sala rimasero solamente lei e l’infante che continuava ad urlare.
Senza sapere bene cosa fare la prese in braccio e scostandosi la veste dal petto l’avvicinò al seno.
Senza rendersene conto senti qualcosa farle male e notò che la piccola, avendo smesso di urlare, succhiava avidamente il latte.
Finito di allattarla la rimise nella culla e la vide aprire gli occhioni scuri che sembravano sorriderle.
- In fondo non sei così male, anzi sei la cosa più carina che abbia mai visto- disse sorridendole di rimando .
  
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