Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: sunflowers_in_summer    06/07/2014    4 recensioni
|«Prendi i bucaneve, no? Sono i fiori della speranza, perché a febbraio sbucano fuori dalla neve, a dimostrazione del fatto che, a volte, dalla neve nascono anche cose belle. Dico bene, Chione?»|
#Beautiful
#Powerful
#Dangerous
#Cold
{Svezia/Canada | Prima della guerra contro Gea}
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Chione, Dei Minori, Gea, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Blame on love and war'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
The frozen heart
Dangerous
{Questa forza gelata, sia scorretta che giusta}
 
Chione spalancò le porte. Poté giurare di vedere qualcuna delle statue di ghiaccio della sala del trono sobbalzare, ma era troppo presa dal far schiantare le porte conto il muro con tanto rumore quanto ne fosse possibile per pensare a quei poveri eroi congelati.
Un altro che sobbalzò vedendola fu Zete, il quale era ritto accanto al trono del padre, come un infimo consigliere. Cal l’aveva già messo al tappeto facendogli crollare un lampadario di ghiaccio in testa nell’ingresso, prima che provasse a fermare la sua furia.
«Chione, mio piccolo orsetto polare…» disse affettuosamente Borea vedendo la figlia raggiungerlo a grandi falcate.
«Dateci un taglio padre» urlò la dea con una nota di disperazione nella voce.
Le fronti di Zete e Borea si corrugarono contemporaneamente e Chione si impose di fermarsi ai piedi del trono per evitare di strangolarli entrambi.
Non sapeva davvero cosa dire. Certo, se il discorso non lo avesse uscito fuori lei, suo padre e suo fratello non avrebbero nemmeno accennato a quello che era successo, fingendo che la vita continuasse ad essere bella e giusta.  E dunque i tre si limitarono a guardarsi negli occhi per un bel po’, e quelli di Chione avrebbero sostenuto anche un intero discorso fatto di sguardi, se solo le lacrime non si fossero affacciate dai suoi occhi, cristallizzandosi ancora prima di toccare terra.
«Perché?» chiese la dea senza darsi la pena di mascherare il dolore. Nella sua voce, ora, lo strazio, la disperazione e l’angoscia erano palesi.
Borea si massaggiò le palpebre, proprio come suo figlio, e posò un gomito sul bracciolo del trono.
«Ma cherie, lo sai che l’ho fatto solo per il tuo bene…»
«No, padre. Voi mi avete tolto ciò che avevo di più caro al mondo. Non capite?» singhiozzò Chione «Voi proprio non capite?»
«Avevi perso il senno, sorella» si intromise Zete «Non controllavi più il tuo potere nel mondo, non nevicava più da nessuna parte. Ti interessava solo del tuo stupido mortale…»
L’antifona che Chione non voleva proprio sentire.
«Il mio stupido mortale è stato trovato morto, sotto una valanga. E io ero lì, con lui, lo sentivo respirare per l’ultima volta, chiedermi di aiutarlo, sotto la neve. È morto con la sua mano nella mia» e qui si bloccò, scossa dai singhiozzi «Con la sua mano nella mia…»
Senza potersi controllare, Chione scatenò una serie di scosse che corrispondevano ai suoi singhiozzi. Una, i due, dieci… le stalattiti crollavano giù, infrangendosi sul pavimento, contro le statue di ghiaccio, contro le colonne e le finestre. Un riverbero di aria fredda si riversò nella sala, muovendo lievemente i lunghi capelli della dea.
«Perché?» ripeté Chione, stavolta in un sussurro.
«C’è pericolo negli dèi, ma petit» rispose affettuosamente il dio del vento del Nord. «C’è pericolo anche negli dèi più buoni»
Chione non riusciva a seguire il suo ragionamento. L’immagine di Anders morente, soffocato dalla neve nonostante lei avesse cercato di ricorrere ai suoi poteri, l’idea di lei viva e lui negli Inferi… tutto questo la faceva sentire come se nulla al mondo valesse più. Si sentiva sola, senza un motivo di vita, senza calore.
«Vi prego, padre…» disse senza riflettere.
Lo stava pregando per cosa? Perché riportasse in vita Anders? Perché negasse che fosse stata colpa sua e del suo dover sempre porre il potere dinnanzi ai sentimenti? Perché ritirasse quello che aveva appena detto, le parole che le avevano fatto intendere che lei stessa, indirettamente, lo aveva ucciso?
«Mi dispiace, bébé» disse Borea «Non avresti dovuto innamorarti di lui. Arriverà il giorno in cui tutto passerà e tu non penserai più a lui, sarai felice che abbia scatenato quella valanga perché tu stavi perdendo il tuo autocontrollo. Chissà, forse, se tu non lo avessi amato, lui sarebbe ancora vivo…»
Chione gli voltò le spalle e, disgustata dalle sue parole, scappò via.
 

 
Ella’s corner
Devo ammettere che alcuni di voi avevano indovinato già dall’inizio cosa sarebbe successo ad Anders. Forse perché le mie storie stanno diventando prevedibili, forse perché dovrei provare a mettere le persone da parte lasciando perdere la morte. Forse. Molto probabilmente.
Siamo al penultimo capitolo. non saprei nemmeno io se considerarlo un capitolo di passaggio, ma solo ora mi rendo conto che forse avrei potuto pubblicare le quattro parti tutte assieme, cosa che però non mi avrebbe permesso di temporeggiare quel tanto che ci vuole perché finisca la mia prossima storia. E io che pensavo che d’estate si avesse più tempo, povera illusa!
Non ho molto altro da dire, oltre al fatto che la foto in alto è in bianco e nero (e ci ho messo secoli per trovarne una che rispondesse anche solo lontanamente all’idea che mi ero fatta del palazzo di Borea), come lo sarà quella del prossimo capitolo, perché è da qui che la storia prende una piega triste. E anche perché la foto l’ho già trovata in bianco e nero, ma sono dettagli, lol.
E questo è tutto. Spero che vogliate darmi un vostro parere tramite recensione.
Un bacio,
Ella.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: sunflowers_in_summer