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Autore: XfoundX    06/07/2014    3 recensioni
Elizabeth Hunt e Cole Harris sono amici sin dalla nascita. hanno affrontato ogni passo della loro vita insieme, senza che mai nulla riuscisse a separarli. almeno fino ad ora: Beth e Cole stanno per andare al college, cosa cambierà?
tratto dal primo capitolo:
"ma perchè ti importa tanto quello che pensa quello sbruffone!?" la vocine della sua coscienza si era finalmente fatta sentire. aveva ragione, a lei non era mai importato niente di Adam Harris. e di certo non le sarebbe iniziato ad importare ora.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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ELIZABETH:

«Beth!» l'urlo di Cole era arrivato forte e chiaro dalla sua stanza «BETH!» urlò ancora, più infuriato di prima.
Accidenti, doveva averla combinata grossa.
Elizabeth tentò di ricordarsi cosa aveva potuto fare per farlo arrabbiare tanto «vuoi venire qui o ti devo venire a prendere di peso!?» la ragazza sbuffò, avviandosi rassegnata verso il suo migliore amico.
Uscì con qualche difficoltà dalla sua stanza, stando attenta a evitare gli ultimi scatoloni rimasti e si avviò lungo il corridoio.
Si era sbagliata però, Cole non era in camera sua.
Sbucò dal corridoio che immetteva nel grande salone con angolo cottura - separati dall'isola della cucina - e lo trovò in piedi davanti al frigo, lo sportello spalancato «quante volte devo dirti che non voglio che metti la nutella in frigo!?» le sbraitò contro, il barattolo incriminato stretto in mano.
Liz si prese un attimo per osservare il suo migliore amico: Cole era molto alto, sfiorava il metro e ottanta, aveva i capelli castani tenuti corti e due allegri occhi marroni.
Anni di sport avevano reso il fisico del ragazzo asciutto e scattante, ma non per questo troppo magro.
Fece di tutto per non scoppiare a ridere «o ma dai! se la teniamo fuori si scioglie e lo sai che la cioccolata calda è immangiabile!» replicò.
Ormai era una discussione assidua «bhè forse a me piace la cioccolata calda ci hai pensato!?» Liz strinse gli occhi tentando di afferrare il barattolo che, ovviamente, fù prontamente portato fuori dalla sua portata.
Non si poteva dire che Elizabeth fosse una ragazza bassa, arrivava quasi al metro e settanta, ma rispetto ai suoi amici era comunque la più piccola di statura «siamo a Los Angeles, Califorina, non scendiamo quasi mai sotto i venti gradi. hai presente?! come fai a dire di preferire la cioccolata calda!?» sbottò, tentando di arrampicarsi sul suo migliore amico nel vano tentativo di recuperare la sua cioccolata «si, Beth, sò dove viviamo. grazie della lezione di geografia. ma a me piace così!» la bocca gli si allargò in un sorrisetto ironico, lo stava facendo di proposito.
Lei e Cole erano amici da una vita praticamente: erano vicini di casa ed erano cresciuti insieme. Cole era il fratello che lei non aveva mai avuto, non avrebbe mai potuto vivere senza di lui, tanto che - adesso che entrambi stavano per iniziare il college - erano andati a vivere insieme.
«Cole, mi vuoi bene?» domandò, con la vocetta smielata a cui lui non poteva resistere «certo che ti voglio bene, che domande!» replicò lui, la fronte aggrottata.
Non aveva capito dove voleva andare a parare Liz «e allora perchè non mi lasci tenere la nutella in frigo?» domandò, sempre con lo stesso tono.
Cole abbassò di poco il braccio con cui teneva il barattolo sollevato, quel tanto che bastò a Liz per allungarsi - tenendosi sulla spalla del ragazzo - e riappropriarsi del barattolo «ah!» gli sventolò il barattolo sotto al naso, soddisfatta di se «tu piccola...» o no, la voce rabbiosa! tentando di trattenere una risata, Liz tentò di scappare con scarso successo. Quattro passi più in là, infatti, Cole la riacciuffò, afferrandola per la vita e iniziando a farle il solletico. Elizabeth scoppiò a ridere, tentando di liberarsi della morsa in cui la aveva stretta «t-ti pre-ego!» iniziò, tentando di parlare tra le risate «b-asta!» ma Cole non accennava a smettere. Grosse lacrime iniziarono a scendere lungo le guance, le facevano male le costole tanto stava ridendo «è così che tratti le ragazze fratellino?» una voce familiare e contemporaneamente estranea penetrò tra di loro.
Cole la lasciò subito andare, concentrandosi sul fratello «ADAM!» esclamò infatti, allungandosi per abbracciarlo.
Liz abbassò lo sguardo e spostò una ciocca dei lunghi capelli biondi dietro l'orecchio destro.
Quello sarebbe stato l'unico lato negativo del vivere con Cole.
Quando entrambi erano stati ammessi alla UCLA, erano tutti così contenti che Liz aveva accettato di andare a vivere lì senza nemmeno pensare alle conseguenze: avrebbero diviso l'appartamento con Adam, il fratello maggiore di Cole.
«Mamma aveva detto che saresti arrivato la settimana prossima!» esclamò Cole, entusiasta di vedere il fratello dopo quasi un anno «già, ho fatto una sorpresa anche a loro. sono di sotto che scaricano le mie cose, sono salito per chiederti di darmi una mano... non pensavo che ti fossi già dato da fare..» ironizzò, lanciando un'occhiata verso di lei.
Liz sentì le guance avvampare.
Adam Harris era l'unico ragazzi sulla faccia della terra che la avesse mai fatta sentire inadeguata.
Lo odiava con tutta se stessa.
«Io vado a finire di sistemare» borbottò verso Cole prima di dirigersi in camera sua.
Arrivata a metà del corridoio, Elizabeth realizzò di avere ancora in mano il barattolo della nutella, così tornò sui suoi passi per poterla rimettere in frigo «ma che vai blaterando?» stava dicendo Cole «fai un bel respiro profondo fratello! capisco che tu abbia voluto approfittare della casa vuota prima che anche Elizabeth si trasferisca qua» a quelle parole, Liz si congelò sul posto.
Come? ma di che diavolo stava parlando Adam?
«Quella li è elizabeth!» Cole calcò molto la voce sul suo nome, come per chiarire bene il concetto.
Sul serio non la aveva nemmeno riconosciuta!?
Liz era scioccata.
Era vero che non vedeva Adam da quasi due anni ma... era cambiata così tanto?
Tornò in camera sua, concentrando l'attenzione allo specchio a tutta figura che aveva appeso alla parete.
L'immagine riflessa era sempre quella: era pallida, troppo pallida per una che viveva a Los Angeles, aveva fatto crescere i capelli, certo, ma era sempre e comunque biondi, aveva sempre gli stessi lineamenti anonimi e gli stessi occhi grigi.
"Ma perchè ti importa tanto quello che pensa quello sbruffone!?"
la vocine della sua coscienza si era finalmente fatta sentire. aveva ragione, a lei non era mai importato niente di Adam Harris. e di certo non le sarebbe iniziato ad importare ora.

SPAZIO AUTORE:
I fatti e i personaggi presenti in questa storia sono solo opera di fantasia. riferimenti a fatti e/o persone sono puramente casuali. se dovessi per sbaglio aver copiato qualcosa o la storia vi sembra simile ad altre vi prego di farmelo notare, correggerò immediatamente. è la prima storia che posto sul sito e ci stò ancora prendendo la mano!
  
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