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Autore: Aniel    07/07/2014    1 recensioni
Cosa accadrebbe se Bonnie facesse un incantesimo per far tornare indietro il tempo? E se solo lei e Klaus ne mantenessero il ricordo? Tutto potrebbe essere sistemato! Il problema? L’incantesimo decide da solo fin quando invertire il tempo, può essere fatto una volta sola e ha dei piccoli effetti collaterali.
L'originario vedrà così la sua vita venire brutalmente sconvolta e prendere una piega che nessuno si sarebbe mai aspettato. Buona lettura! =D
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Elena Gilbert, Klaus, Originari, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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15 – MOMENTI DECISIVI







 
 
Erano passate due settimane da quel giorno e la luna piena sarebbe sorta presto nel cielo. Loro erano pronti. Due settimane prima Klaus aveva lasciato la residenza della sua famiglia e si era ritrasferito nel suo vecchio appartamento. Nessuno era andato a trovarlo, neanche Mikael, ma era rimasto in contatto con Bonnie tramite mezzi magici non rintracciabili ed erano riusciti così a programmare tutto per tempo. Avevano fatto del loro meglio per arrivare a quel giorno senza che niente fosse lasciato al caso e, fino a quel momento, potevano dire di esserci riusciti. Nella radura erano presenti solo Klaus, Elijah, Bonnie, Elena, il licantropo e il vampiro scelti per il sacrificio. Loro erano gli unici a sapere che la maledizione stava per essere spezzata per la seconda volta, era stata una scelta di Elena e gli altri l’avevano rispettata. Se le cose sarebbero andate come erano state progettate non c’era ragione per gli altri di sapere nulla di quella sera. Bonnie aveva già fatto un incantesimo di protezione sull’amica e un incantesimo sull’intera area circostante per impedire a chiunque di avvicinarsi, entrambi presi direttamente dal grimorio di Esther, e ora si sentiva nervosa ma risoluta. Recitò alla perfezione l’incantesimo, mentre Klaus uccideva prima il licantropo, poi il vampiro.
«Sei pronto?» gli chiese prima di iniziare la fase finale del rito. Klaus annuì e lanciò un’occhiata al fratello, i sensi allerta, pronti a captare qualsiasi movimento nei boschi, al di là del confine. Questa volta, quando l’originario le tese la mano, Elena la prese e si lasciò condurre vicino al bacile di pietra con lentezza esasperante.
«Ti farà un po’ male» la avvisò.
«Ma starò bene» replicò lei. I canini di Klaus le squarciarono la gola un attimo dopo, ma non era terribile come aveva immaginato. Quando si addormentò, lo fece con la consapevolezza che si sarebbe risvegliata e che le cose stavano per andare nel verso giusto.
«Klaus» il ragazzo sentì la voce della strega che lo chiamava, ma non riuscì a rispondere. Urlò di dolore mentre sentiva le ossa spezzarsi e il corpo cambiare, e la sua metà da lupo riaffiorare. Con tutto quello che era successo in quell’ultimo periodo non si era reso conto di quanto gli mancasse quella sensazione e ora, nonostante il dolore della trasformazione, si sentiva finalmente, di nuovo, completo. Elijah prese Elena tra le braccia e la portò tra la radura e il confine, chiamando anche Bonnie.
«Impediscigli di lasciare la radura finché è in forma animale. È pericoloso in questo momento, non possiamo permetterci che uccida qualcuno e dia nell’occhio. L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è che Mikael lo veda» disse Elijah.
«Ma non può rimanere qui da solo finché non si ritrasforma»
«Rimarrò io con lui. Tu fa l’incantesimo e poi rimani qui con Elena finché lei non si sveglia, poi andate a casa»
Lentamente, le ossa cominciarono a guarire in differenti posizioni e Klaus ululò alla luna, totalmente lupo.
«Fallo, Bonnie!» la strega pronunciò l’incantesimo giusto in tempo per impedire al lupo di scagliarsi contro di loro, dopodiché non le restò altro da fare che attendere.
 
Quando Elena aprì gli occhi le servirono due minuti buoni per ricordare dove si trovasse.
«Elena, stai bene?» le chiese Bonnie, accanto a lei.
«Sto bene, dov’è Klaus?» la strega fece un cenno con la testa verso la radura: Elijah era seduto sul bacile di pietra, mentre poco lontano un lupo correva a perdifiato cercando un modo per superare una barriera invisibile.
«L’ho chiuso dentro, finché non torna umano»
«Quello è Klaus?» chiese Elena, stupita. Non aveva mai visto un lupo mannaro nella sua forma animale prima, e non sapeva nemmeno se l’aveva mai visto nel tempo che avevano cancellato, ma sapere che il lupo che stava guardando era lo stesso ragazzo che aveva vissuto a casa sua per oltre due mesi la faceva sentire strana. «È pieno giorno, perché è ancora un lupo?»
«Può cambiare quando vuole, gli ibridi non devono trasformarsi con la luna piena. Immagino si ritrasformerà quando si sarà arreso al fatto che non può oltrepassare la mia barriera. Andiamo a casa»
«No, aspetta!» Elena non riusciva a staccare gli occhi da quell’animale.
«Tornerà a casa quando sarà tornato umano ed Elijah ci chiamerà, non c’è bisogno che rimaniamo qui» ma la ragazza non l’ascoltava. Un passo dopo l’altro, si era avvicinata alla barriera senza che la strega notasse la vicinanza eccessiva. Il lupo le si avvicinò e la annusò attraverso la rete di magia che li separava. Elijah e Bonnie osservavano quella scena, pronti ad intervenire qualora ce ne fosse stato bisogno. Elena avvicinò lentamente la mano al muso del lupo, sentendo la voglia irrefrenabile di accarezzarlo.
«Elena, non mi sembra il caso» la avvisò l’originario, ma il lupo avvicinò ulteriormente il muso alla mano della ragazza, permettendole di toccarlo, e non fece nulla per ferirla, poi si gettò per terra e si coprì gli occhi con una zampa.
«È stanco… si addormenterà presto e si trasformerà nel sonno. Andate a casa, riposate un po’»
«Io voglio restare» replicò Elena, ma Bonnie le strinse un braccio.
«Jenna sarà preoccupatissima a quest’ora. È meglio se andiamo a casa, Elena» questa volta la ragazza sospirò e annuì.
«Hai ragione» acconsentì «chiamami quando si sveglia»
«Certo»
Non appena le ragazze si furono allontanate, Elijah si sedette accanto al fratello e attese pazientemente di vederlo cambiare, con un cambio d’abiti pronto accanto a sé.
 
Due ore dopo Klaus bussò alla porta di casa Gilbert e venne accolto da un sorriso che non era più abituato a vedere.
«Guarda chi è tornato. Ci sei mancato da queste parti»
«È un piacere vederti, Jenna. Mi dispiace molto, sono stato parecchio impegnato in questo periodo» l’espressione della donna mutò immediatamente.
«Ancora problemi con tuo padre?»
«Le cose stanno per risolversi. Elena e Bonnie sono in casa?» chiese, esitante.
«Si, sono di sopra» Jenna si spostò quel tanto che bastava per lasciarlo entrare e chiuse la porta alle sue spalle. «Cosa sta succedendo?»
«Non preoccuparti! Quando sarà tutto finito ti spiegheremo, ma ora è davvero troppo presto» le disse, prima di prendere le scale, ma la donna lo afferrò gentilmente per un braccio.
«Klaus, sono stata all’oscuro di tutto questo per troppo tempo, e non è stato bello. Dimmi, cosa state progettando?» l’ibrido esitò.
«Non posso dirti tutto adesso, ma stiamo escogitando un modo per liberarci di mio padre, per sempre»
«Si può fare? Pensavo che avessi distrutto tutti i paletti che potevano uccidervi»
«L’ho fatto» replicò lui «ma c’è ancora un modo» le sorrise e continuò a salire le scale fino a trovarsi di fronte la porta della stanza di Elena, bussò due volte ed entrò nella stanza. Le ragazze erano sedute a gambe incrociate sul letto e sembravano reduci da un’intensa conversazione. Quando Klaus fece il suo ingresso, Elena gli si gettò addosso.
«Sei di nuovo in forma umana. È stato incredibile vederti in quel modo»
«E tu sei ancora viva. Che miracolo!» rise lui.
«Io sono pronta, Klaus» si intromise Bonnie, ancora seduta e molto seria. A quelle parole Elena sospirò pesantemente e si rivolse verso l’ibrido.
«Non credo che sia la cosa giusta da fare. Potrebbe essere pericoloso. Ora sei abbastanza forte per sconfiggere Mikael da solo e lui non lo sospetta nemmeno»
«Non si tratta solo di sconfiggere Mikael. Io devo farlo! Andrà tutto bene, giusto Bonnie?» la strega annuì lievemente, incerta sulla veridicità della risposta. «Hai tutto quello che ti serve?»
«Manca solo una cosa»
 
La stanza in cui si trovava era colma di armi di ogni genere. Da secoli aspettava questo momento, da mesi fremeva di anticipazione sapendo che stava per arrivare. Mikael finì di intagliare l’ultimo paletto e si diresse verso il bagno per fare una lunga doccia calda. Sapeva che le armi in suo possesso non sarebbero state sufficienti ad uccidere quel mostro che i suoi figli continuavano a considerare di famiglia, ma il suo desiderio di distruggerlo era talmente pressante nel suo petto da far emergere tutta l’inventiva di cui era in possesso. Sarebbe riuscito ad annientarlo anche senza doverlo uccidere, c’era quasi riuscito nel magazzino, quando sentiva le sue urla imploranti attraverso quel muro. Era sufficiente averlo sotto le mani per qualche mese, e il mostro non sarebbe più stato più in grado di nuocere nessuno. Il tempo era vicino. Uscito dalla doccia, Mikael si preparò con cura, badando ad ogni dettaglio. Aveva passato le ultime settimane ad osservare il comportamento della cosa. Aveva notato con gioia come, dopo il loro ultimo incontro, si era trasferito nell’appartamento che aveva prima di essere accolto in casa Gilbert, e all’apparenza non aveva più contatti con nessuno, come aveva previsto. Usciva solo la sera per andare in quel sudicio bar a bere, da solo, circondato da ragazzi felici che non lo degnavano di uno sguardo, e seppur tale visione fosse indescrivibilmente splendida ai suoi occhi, aveva smesso di seguirlo dopo i primi giorni, preferendo passare le serate ad affinare gli strumenti che gli sarebbero serviti quel giorno stesso. Il mostro si era affezionato troppo a quegli stupidi ragazzini per permettere che venisse loro fatto del male, ed ora che non gli era rimasto più nessuno sarebbe stato fin troppo semplice per lui entrare in quella testolina e distruggerla pezzo per pezzo, con una lenta tortura. Pregustava già il sapore del terrore che avrebbe scucito da quel mostro che un tempo considerava figlio, e ne gioiva. Sorrise malignamente a quei pensieri e si incamminò verso l’appartamento, pronto per la prima sessione.
Una volta arrivato al palazzo salì le scale con lentezza esasperante, cercando di decidere con cosa iniziare. Aprì la porta dell’appartamento senza neanche pensare di annunciare la sua presenza, ma anziché avvertire la paura di un ragazzo solitario, Mikael sentì un sonoro ringhiare provenire dall’angolo più buio della stanza. Dall’ombra uscirono Elijah e un bellissimo lupo dal manto argentato, il quale aveva i denti aguzzi scoperti nella sua direzione.
«Sorpreso, padre?» domandò Elijah con calma innaturale.
«Cosa significa questo?» il figlio sorrise alla rabbia di Mikael, forse per la prima volta in vita sua.
«Questo è quello che avremmo dovuto fare innumerevoli anni fa. Saluta papà, Niklaus» e con un ringhio acuto, prima che potesse accorgersene, il lupo si scagliò contro di lui, mordendolo ripetutamente e facendogli perdere i sensi, rendendolo finalmente da cacciatore a preda.
 
Dal suo punto di vista erano passati mesi dall’ultima volta che era entrata nella vecchia casa delle streghe, dove sua madre era diventata una vampira. Sospirò pensando che in realtà, adesso, sua madre era una normalissima donna, disinteressata alla vita della figlia e lontana da lei e da quel mondo. Bonnie prese il grimorio tra le mani e ne sfogliò le pagine fino a trovare l’incantesimo che le serviva. Anche lei, come Elena, non era sicura della buona riuscita del piano, ma Klaus era stato irremovibile e gli si era affezionata troppo per negargli una cosa così importante.
«Puoi smetterla di camminare avanti e indietro? Mi stai facendo venire mal di testa» la rimproverò l’amica e Bonnie si costrinse a sedersi su una sedia sgangherata, nel tentativo maldestro di tranquillizzarsi.
«Scusa, è che è un incantesimo davvero particolare e un minimo errore potrebbe causare un disastro»
«Hai mai fatto un incantesimo del genere prima? Nell’altro tempo, intendo» Bonnie rifletté per un momento.
«Ho provato a fare qualcosa di simile quando tu eri in transizione, ma gli spiriti me l’hanno impedito. Però adesso sono stati gli spiriti a contattare Klaus e a dirgli di farlo, quindi non dovrebbero esserci problemi, anche se questa formula è un tantino più complessa di quella»
«Sei una grande strega, Bonnie» le disse Elena «se c’è qualcuno che può farcela, quella sei tu»
In quel momento, Elijah e Klaus apparvero all’ingresso, portando con loro un Mikael sanguinante e privo di sensi.
«Oh mio…»
«L’hai morso» constato Bonnie voltandosi verso l’ibrido.
«L’ho morso mentre ero nella forma di lupo. Non si è potuto difendere. Ci serviva debole, ora lo è. Se tutto va bene non dovrebbe più svegliarsi, ma anche se dovesse svegliarsi durante il rituale, Elijah sarà qui con voi»
Si lanciarono tutti un’occhiata nervosa, quando Klaus riprese la parola.
«Vogliamo iniziare?»
«Klaus, questo potrebbe finire male, lo sai» lo fermò Bonnie.
«Lo so, è per questo che non lo sa nessuno a parte le persone presenti qui. Ma sono fiducioso. Facciamolo»
Klaus e Bonnie si sedettero per terra, l’uno di fronte all’altra, Elijah trascinò il corpo di Mikael vicino a loro e la strega poggiò una mano su quella tesa dell’ibrido e l’altra su un braccio dell’originario steso per terra, poi inizio a recitare.
 
Klaus si svegliò in un luogo luminoso. Non riusciva a distinguere nulla oltre i suoi piedi e la luce lo accecava; faticava a ricordare come era arrivato lì e cosa doveva fare. Camminò per qualche metro senza sapere dove andava, quando sentì di aver pestato qualcosa e si chinò a raccogliere l’oggetto: era una vecchia bambola di pezza che sua madre aveva cucito quando era nata Rebekah e con cui la sorellina e il fratellino più piccolo giocavano spesso. Henrik. Perché il nome del fratello risuonava nelle sue orecchie come se fosse la cosa più importante della sua vita?
«Sei arrivato, infine!» tuonò una voce a pochi passi da lui. Apparteneva ad una donna, alta, scura ed eterea, e nell’istante in cui i suoi occhi si posarono su di lei, Klaus ricordò tutto quello che aveva dimenticato, il perché si trovava in quel luogo e l’importanza della missione.
«Sono qui per mio fratello» rispose. La donna sorrise.
«Sappiamo perché sei qui. Abbiamo deciso noi di ricompensarti per aver cambiato le tue scelte in modo così accurato»
«Voi? Chi siete? Cosa siete?»
«Questo non ha importanza! Ciò che conta è che il tuo viaggio non è ancora concluso. Tuo fratello non può ancora tornare»
«Cosa significa? Non potete! Questa è la nostra unica possibilità» urlò lui contro la donna, cercando di scagliarsi contro di lei, ma non riuscì a colpirla. Un’acuta risata risuonò nelle sue orecchie.
«Non hai ancora concluso» quella frase echeggiò nell’ambiente fatto di luce e Klaus si inginocchiò, sicuro di aver fallito.
All’improvviso la luce cominciò a svanire, per lasciare il posto ad uno scenario che lui conosceva bene. La capanna di fronte a lui era in fiamme e le persone all’interno urlavano in agonia mentre Mikael si faceva strada tra i corpi e provvedeva a finire quelli che erano ancora in vita.
«Perché mi fate vedere questo?! Non è stato sufficiente farmi rivedere la morte di Henrik?» urlò Klaus al vento «Perché anche quella di mio padre?» questo lo sussurrò, mentre le lacrime iniziavano a scendere dai suoi occhi alla vista di Mikael che sferrava il colpo di grazia all’ultimo licantropo vivo all’interno della capanna. Ma tra gli alberi, poco lontano, Klaus poté scorgere una figura che pensava non avrebbe più rivisto: Lynnie, una delle figlie più giovani di suo padre, che da umano pensava fosse solo una graziosa ragazzina con il gene dei licantropi e che ora, invece, guardava da fratello.
«Lynnie si è salvata» sussurrò. Pensava che la famiglia di suo padre si fosse estinta quella notte, invece scopriva adesso che non era così. «Ma perché me lo state mostrando?»
«Perché avevi bisogno di sapere» Klaus sobbalzò all’udire quella voce. Non si aspettava davvero una risposta alla sua domanda. «avevi bisogno di sapere che i vampiri non sono la tua unica famiglia. Hai bisogno di conoscere la tua metà da licantropo, Klaus, hai bisogno di conoscerla per poterla accettare»
«Chi siete voi?» la donna sorrise nuovamente.
«Siamo streghe» rispose «streghe estremamente grate per lo sterminio che hai impedito venisse nuovamente compiuto. Ora è il momento» disse, indicando un punto oltre la spalla dell’ibrido. Voltandosi, Klaus vide Henrik camminare lentamente verso di lui.
«Ricorda» continuò la donna «impara dai tuoi errori Niklaus Mikaelson. Questa nuova vita sarà difficile per tuo fratello, tu sarai la sua guida. Fa in modo di essere all’altezza del tuo compito»
La donna scomparve ed Henrik arrivò da lui.
«Sei pronto per andare?» gli chiese Klaus con un sorriso. Il fratellino ricambiò e gli tese la mano, che questa volta Klaus accettò senza paure. Nell’istante in cui le loro dita si sfiorarono, Mikael apparve davanti a loro, sorpreso, giusto un attimo prima che loro sparissero.
 
Klaus riaprì gli occhi e la prima cosa che vide fu Bonnie, le lacrime agli occhi e un po’ di sangue al naso.
«Stai bene?» le chiese.
«Sto bene… e sembra che stia bene anche lui» l’ibrido abbassò lo sguardo e vide la testa di Henrik sulle sue ginocchia, il petto che si abbassava e si alzava regolarmente. Elijah si avvicinò a loro e gli sorrise.
«Sembra che stia dormendo. Cos’è successo? Sei stato nell’Altro Lato a lungo»
«Io ho visto molte cose» rispose «anche Mikael, prima di tornare qui»
«Sì, si è svegliato» disse il fratello «nel bel mezzo del rituale. È stata dura mantenere il contatto tra lui e Bonnie, ma alla fine ci siamo riusciti. Li abbiamo scambiati» Klaus annuì e accarezzò la testa del fratellino.
«Sarà dura per lui»
«Penso che sarà altrettanto dura per Rebekah, Kol e Finn scoprire che è tornato» rimasero in silenzio per un po’, ognuno perso nei propri pensieri. Fu Elena a parlare per prima.
«Lo portate direttamente a casa vostra?» domandò, osservando Henrik. Elijah stava per rispondere, ma Klaus lo fermò.
«No. Lo porto prima all’appartamento. Non ci sono garanzie che ricordi di essere morto. Preferisco parlargli con calma in un posto neutrale dove nessuno può disturbarci. L’appartamento è sicuro ora che Mikael è morto ed Henrik si spaventerà comunque per quest’epoca, in qualunque posto lo portiamo. Tanto vale che non sia sommerso dagli abbracci della famiglia. Non immediatamente almeno» Elijah annuì e lo aiutò a portare Henrik in macchina. Bonnie ed Elena spensero tutte le candele, mentre il maggiore degli originari presenti rimaneva a seppellire il cadavere del padre.
 
Elena tornò a casa due ore dopo, esausta. Era passata dall’appartamento per assicurarsi che Klaus stesse bene dopo l’incantesimo e poi si era trascinata verso casa, ignorando i messaggi dei suoi amici che la invitavano a bere qualcosa al pub. Aprì la porta lentamente, sperando che Jenna, Alaric e Jeremy dormissero a quell’ora, e se la richiuse alle spalle altrettanto silenziosamente.
«Buongiorno Elena. Un po’ tardi per rientrare» Elena sobbalzò a quella voce e si voltò di scatto a fronteggiarla.
«Zio John!»






Angolino
Un commento per questo capitolo pieno di avvenimenti, please!!!
Un bacio e alla prossima!
  
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