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Autore: _eco    07/07/2014    9 recensioni
[Stydia] [4x01]
Lydia costruisce una nuova voce, perché Stiles ha bisogno che gli si parli in maniera diversa, ogni tanto.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lydia Martin, Malia Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You'd better breathe

     
"When I kissed you, you held your breath"
"Did I?"
"You did"
Teen Wolf, 3x11

Malia sgranocchia con poca grazia il cono gelato, mordicchiandolo rapidamente lungo il bordo.
Lydia pensa che, forse, è per questo che gli piace tanto. Sono così simili, loro due, entrambi così impacciati e sporcaccioni a tavola, entrambi poco interessati a mostrare un minimo di contegno durante i pasti.
Forse, pensa Lydia, con Malia Stiles si sente davvero a suo agio. Lei ha mai fatto in modo che lui potesse sentirsi alla sua altezza? Che poi – e Lydia vorrebbe uccidersi per essersi permessa di pensare anche questo – è sicura di essere lei a trovarsi una spanna sopra di lui, e non il contrario?

«  È davvero un buon amico. » butta lì Malia, una punta di malizia nella voce, passandosi il dorso della mano sulla bocca imbrattata di gelato alla nocciola.
Lydia cade dalle nuvole. Letteralmente.

« Chi? Scott? » chiede e si risponde da sola nel giro di mezzo secondo. « Sì, lo è. Ho sentito che ti sta aiutando a gestire la tua condizione da umana. » continua, tradendo un certo, inaspettato e immotivato – deve essere immotivato – nervosismo.
È simpatica, Malia.
Le ricorda un po’ Stiles, nei suoi modi di fare.
Le ricorda anche un po’ Scott, nel suo essere temeraria, anche se mostra ancora i segni evidenti della sua radicata natura animalesca.
Ha dei begli occhi scuri, Malia, leggermente ambrati.
Le ricorda un po’ Alli…
No.
Lydia aggiunge quest’ultimo pensiero alla lista di quelli per cui vorrebbe uccidersi.
Non vuole contaminare il ricordo di Allison con quello passeggero di persone sicuramente meno importanti di lei. Non vuole sovrapporre al suo volto quello di altri individui che le somiglino anche in un solo dettaglio.
No. Non vuole lasciarla andare. Non ancora. Non è pronta a parlare di lei usando il passato, non è pronta a comprare un mazzolino di rose da posare sulla sua lapide, non è pronta a paragonare nessuno a lei. Non lo sarà mai.

« No. » Malia squarcia il silenzio, o forse sarebbe meglio dire che spezza la catena di pensieri che affollano la mente di Lydia.
« Stiles. È un buon amico » indugia sull’ultima parola, scandendola lentamente, e, a ogni lettera, Lydia avverte che tutto, intorno a lei, è diventato liquido. Informe, inutile, estraneo.
E lei se ne sta lì, ad ascoltare le parole di Malia echeggiarle in testa. Ad ascoltare la voce sinuosa di questa bella, bellissima ragazza, che le dice, con tranquillità e con una malizia – che, Lydia ne è sicura, è assolutamente studiata – che Stiles è un buon amico. Come se lei fosse stupida, come se non sapesse leggere fra le righe e capire che Malia intende molto, molto di più che “amico”.
Lydia mugola qualcosa.

« Sì? » cerca di sembrare disinvolta.
« Anche lui mi sta insegnando a controllarlo. » confessa Malia.
Controllare cosa? Il disgustoso modo in cui parli mentre mastichi un cono gelato? Perché, se è così, dovrebbe impegnarsi di più. E sì, hai scelto un pessimo insegnante, se è questo l’obiettivo.

« Controllarlo. »  soffia fra le labbra Lydia, ed è come se la sua voce, una volta fuoriuscita, ritornasse indietro, bloccandole il fiato e avvelenandole le vie respiratorie.
C’è una punta di indefinibile frustrazione in ciò che ha appena detto.

« Certo, ha i suoi trucchi, che sono anche parecchio discutibili, ma funzionano. » continua Malia.
Stavolta, Lydia non dà segno di aver ascoltato, ma si limita a torturare con il cucchiaino la sua granita alla fragola.
Lydia, ma mangi sempre la granita alla fragola perché hai i capelli biondo fragola? Oppure dici di avere i capelli biondo fragola perché ti piace la granita alla fragola?
Stiles gliel’aveva domandato quando avevano sì e no dieci anni, inciampando buffamente nelle sue stesse parole, e dimostrando – ma questo Lydia non gliel’aveva mai confessato – di essere stato l’unico a ricordarsi che la sua chioma luminosa non fosse semplicemente bionda, ma biondo fragola.

« Ogni tanto, mi capita di avere delle crisi. Vere e proprie crisi d’identità: sono io o sono il coyote? E comincio a respirare affannosamente, come in un attacco di panico, ma basta che Stiles mi baci per tornare in me. Trattengo il fiato. Stiles mi ha spiegato che quando si hanno degli attacchi di panico…»
« … devi trattenere il fiato. » completa Lydia, come un automa.
Dentro di lei, qualcosa s’incrina, qualcos’altro smette di funzionare come dovrebbe, qualcos’altro ancora inizia a ribollirle insieme al sangue nelle vene.
Dentro di lei, qualcosa, infine, si spezza creando un trambusto assordante, che lei e solo lei riesce a percepire.

« Esatto! » esclama Malia, quasi fosse orgogliosa e al contempo sorpresa dall’ingegno della sua interlocutrice. « Non so dove l'abbia sentito. Forse l'ha letto da qualche parte. »
Letto. Seriamente?
Lydia costruisce un sorriso, perché ne ha bisogno.
Ci mette dentro la goffaggine di Stiles, la mitezza di Scott e gli occhi di Allison. Ci mette dentro anche il calore degli abbracci di Jackson, perché Lydia non l’ha ancora dimenticato. Qualcosa nella fase di costruzione non va per il verso giusto e in quel sorriso Lydia, alla fine, ci mette anche un po’ di amarezza.

« Stiles dice che su di lui non ha più effetto. Cioè, non riesce a trattenere il fiato troppo a lungo per liberarsi da un attacco di panico. È strano. » dice poi Malia, e stavolta non c’è malizia nella sua voce, solo ingenua sorpresa e incredulità.
« Stiles ha i suoi trucchi, no? » replica Lydia, sentendo la voce spezzarsi alla fine della frase. Deglutisce. Una, due volte. Deglutisce anche una terza volta, perché non si sa mai.
« Troverà un altro modo per trattenere il fiato. »  la rassicura, e Malia sorride spontaneamente.
O forse lo troverete insieme.
Forse, Malia, forse lo troverai tu, ma voglio rimanere nel dubbio, perché quel “forse”, in un modo perverso ed egoista, mi dà speranza.
Lydia aggiunge questo terzo e ultimo pensiero alla lista di quelli per cui vorrebbe uccidersi e smettere semplicemente di arrovellarsi il cervello.
 
Le dita di Stiles vibrano nervosamente, mentre armeggiano con gli ingranaggi della sua jeep.
Cosa diavolo è questo aggeggio rettangolare e pesante che si è appena accidentalmente staccato da quell’altro, sconosciuto meccanismo?

« Stiles! Concentrati! » strilla Lydia, reggendo la torcia in maniera a dir poco inefficiente, facendo oscillare il cono di luce.
« Lo sto facendo, Lydia! » replica lui, infastidito.
« Bene, così come io devo essere meno terrorizzata, » lo rimbrotta lei « tu devi concentrati di più. »
Dopo un paio di minuti, Stiles è ancora lontano anni luce dal riuscire a mettere in moto il catorcio che mai, mai lascerà nel bel mezzo del nulla.
Lydia gli scocca occhiate soffocanti, che lo mettono ancora più sotto pressione.

« Lydia, » esplode Stiles « mi stai asfissiando! »
La ragazza sposta inavvertitamente la torcia dal punto in cui Stiles sta lavorando.
« Davvero? » replica, sarcastica. « Ho sempre avuto questa specie di… chiamiamolo talento ad aiutare la gente a trattenere il respiro. »
Le parole escono come un fiume in piena. Graffianti, cattive, aguzze.
Stiles lascia scivolare la chiave inglese, che si schianta con un sordo clangore contro chissà quale ingranaggio, in quell’intrico di molle, scatole e Dio solo sa cos’altro.
La sua espressione è più eloquente di qualsiasi altra risposta: occhi color miele sgranati, bocca dischiusa, fronte aggrottata per l’incredulità.
Perché?
È come se le chiedesse questo, con voce rotta e ferita.
Lydia non sa, proprio non lo immagina, che Stiles vorrebbe dire anche altro. Non immagina che c’è un perché se Stiles non riesce più a trattenere il fiato. E che, se qualcuno può aiutarlo a farlo quando vuole cacciare un attacco di panico, è solo lei.
Lydia costruisce una corazza, perché ne ha davvero bisogno.
Ci mette l’amarezza che ha provato quando Malia, entusiasta, le ha svelato il prodigioso trucchetto con cui Stiles l’aveva aiutata. Ci mette tutto il rumore che ha sentito dentro di lei, quando ogni suo ingranaggio si è spezzato. Ci mette la frustrazione di essere stata abbandonata – da suo padre, che non c’era mai stato davvero, da Jackson, da Allison.
In un attimo di distrazione, Lydia ci mette anche un po’ di insicurezza, frutto della malsana consapevolezza di non essere abbastanza, nel momento in cui usa contro Stiles armi tanto infantili quanto immeritatamente crudeli.

« Concentrati. » gli ripete con voce flebile, macchiata come lo è la sua coscienza, accartocciata e ridotta a brandelli.
Stiles cerca alla cieca la chiave inglese, senza trovarla.

« Lo sto facendo! » quasi urla, assumendo un tono cupo, iracondo, che sorprende Lydia e la fa sussultare.
Lydia sa che non c’è solo la rabbia frutto della pressione che lei gli mette addosso, lì dentro.

« Stiles? »
« Che c’è? »
« Vuoi che vada via? »
« Cosa? – ribatte lui, il viso affondato in mezzo agli ingranaggi della jeep, gli occhi che guizzano di qua e di là alla ricerca della maledetta chiave inglese che ha lasciato cadere, perché Lydia lo ha praticamente gelato con quella battuta, che è stata a sua volta innescata da una sua azione che adesso suona quasi come un tradimento. Ma non lo è.
Stiles non ha fatto niente di male.
Dovrà pur meritarsela un po’ di felicità anche lui o no?

« No. Devi farmi luce. »
Lydia si avvicina un po’ di più e punta la torcia verso Stiles.
« Stiles? »
« Cosa vuoi, Lydia? »
Il modo in cui parla è innaturalmente freddo e infastidito.
Lydia costruisce una nuova voce, perché Stiles ha bisogno che gli si parli in maniera diversa, ogni tanto.
Ci mette dentro la tenerezza di Allison, che le accarezzava i capelli quando non riusciva a dormire a causa delle voci che la torturavano. Ci mette dentro l’istinto a proteggere gli altri che ha sempre caratterizzato Scott. Ci mette dentro le mani di Jackson, che l’aiutavano a prendere la mira quando giocavano a bowling.
In un momento di distrazione, Lydia ci mette persino un po’ di amore.
E poi, con delicatezza, soffia fuori le parole.

« Faresti meglio a respirare. »
Ditemi che è illegale invadere così pidocchiosamente un fandom e me ne andrò con la coda fra le gambe lol
Ma finché non scopro che è illegale, continuerò a torturarvi. 
Guardando le prime puntate della quarta stagione, ho visto che Lydia prova sentimenti contrastanti per Malia. Ora le sorride, ora la guarda come se volesse strangolarla. Perciò ho provato a rendere queste montagne russe emozionali (cit. Elena Gilbert) tra Malia e Lydia.
C'è un po' di angst, ma io sono la moglieh dell'angst, quindi... sciroppatevi sta cosa qua. Anzi, se state leggendo le note, ve la siete già sciroppata.
Let me know. ♥
Baci.
S.
  
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