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Autore: ariannadamico    27/08/2008    3 recensioni
"Allungai un braccio e lo strinsi a me. Mi guardò con i suoi occhi grandi e grigi, interrogativamente. Mi chinai e lo baciai più volte. Piccoli baci casti, a fior di labbra. Una pioggia di baci sul suo viso sorpreso." La prima con rating verde che posto. Lo so, da parte mia? E' anche piccolina. Diciamo che è semplicemente una cosa che avevo bisogno di scrivere.
Genere: Romantico, Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Matt, Mello, Near
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[NOTA: LE FICS SONO SCRITTE IN MODO DI ESSERE INDIPENDENTI DALLE PRECEDENTI, MA FANNO PARTE DI UNA CATENA. L'IDEALE SAREBBE LEGGERE DALLA PRIMA IN AVANTI, MA SI POSSONO ANCHE LEGGERE COME ONE-SHOT.]

---Esteriorità---
---The Outsiders---

“Chissà quali cambiamenti possono arrivare?
Chissà cosa chiamiamo casa?
So che tu vedi ciò che ho dentro, la mia luminosità svanisce,
Ma il tramonto fornisce un antidoto, io non ho paura."
-R. E. M.

Mi stesi, in modo da ottenere una migliore visuale dei fuochi d’artificio.

Sorprendentemente, si stese anche Near accanto a me, per una volta incurante del fatto che si sarebbe sporcato il cappotto bianco.

Era una vista bellissima, il profilo di New York di notte illuminata dalle luci colorate che esplodevano nel cielo.

Mi bruciava ancora nel petto quello che Near mi aveva detto poco prima. Non sapevo perché mi importasse tanto sapere se Mello era stato con qualcun altro quelle tre settimane che ci aveva rinchiuso nell’appartamento. Non sapevo perché, ma mi importava.

Sapevo già di non essere duro come loro. Almeno, non in quegli anni. Più tardi riuscii a diventarlo. Near era distaccato da quasi tutto, ed era già sorprendente che non ignorasse anche i desideri del proprio corpo. Mello era ostinato, crudele a volte, orgoglioso fino ad essere autodistruttivo. Erano come il ghiaccio e il fuoco.

Io non ero così. Non ero un automa senza emozioni, e non ero neanche una macchina da guerra. Si può dire che fossi il più normale dei tre. Qualunque cosa “normale” voglia dire, poi.

Mi voltai su un fianco, a guardare Near. Avrei voluto che fosse più partecipe a volte, avrei voluto vedere dell’emozione nei suoi occhi. Ma sapevo che non sarebbe mai accaduto.

Allungai un braccio e lo strinsi a me. Mi guardò con i suoi occhi grandi e grigi, interrogativamente. Mi chinai e lo baciai più volte. Piccoli baci casti, a fior di labbra. Una pioggia di baci sul suo viso sorpreso.

“Matt…”

“Shhh.” Lo zittii. Lo sapevo già, lo sapevo cosa mi voleva dire. Voleva che smettessi di baciarlo in quel modo.

Voleva che smettessi di avere bisogno di loro, voleva che fossi distaccato anch’io come lui, o almeno forte come Mello.

Ma io avevo ancora speranza, pensavo ancora che il nostro destino non fosse già scritto.

Continuai a baciarlo, la mia sigaretta dimenticata da qualche parte sulla pietra levigata.

“Matt… Sto congelando…” Sussurrò.

Lo lasciai andare. Si alzò e tornò dentro, senza rivolgermi un’altra parola.

Restai lì, nel freddo, da solo, a guardare una città sconosciuta che si dispiegava davanti ai miei occhi. A chiedermi come fossi finito lì, e soprattutto, perché mi sentissi così. Come se stessi inevitabilmente cadendo. Come se puntassi i piedi nel nulla.

Poco dopo arrivò Mello, anche lui in silenzio, che mi prese per un polso e mi riportò dentro.

[Disclaimer: Sigh, non possiedo Death Note.
Scritto tra l’8 e il 27 Agosto 2008,
Mentre ascoltavo: (album)
The Cranberries – Wake Up And Smell The Coffee
Tori Amos – Scarlet’s Walk
Patti Smith - Land (1975-2002) Disc 1
Oasis – Don’t Believe The Truth]
  
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