Sailor Moon e il tempo della rinascita
Capitolo 1 – Lacrime e cristalli
Usagi era sdraiata sul letto, dove si era lasciata
andare ad un sonnellino pomeridiano. Ma il suo sonno era tutt’altro che
piacevole: la ragazza infatti era tormentata da un incubo.
Mamo-chan ti prego, non lasciarmi!
“Mi dispiace Usagi, la nostra storia è finita!”
Perché Mamo-chan
“Seya…ti
sei innamorata di lui!”
Non è vero! Tu non
c’eri, non rispondevi alle mie lettere, ad un certo punto mi ero convinta che
tu non mi volessi più, ma nonostante questo sono sempre stata innamorata di te!
“No, non hai avuto
fiducia in me, addio”
Mamoru ti prego!!!!!
Usagi si risvegliò con il viso bagnato dalle lacrime.
Erano passati solo due giorni da quando Seya e le
Star Light erano partiti per ricostruire il loro pianeta, eppure non aveva
ancora parlato di lui con il suo Mamo-chan.
Razionalmente
sapeva che nulla di male c’era stato, ma il suo cuore piangeva e reclamava al
più presto un confronto con Mamoru. Aveva bisogno di
dirgli tutto, ogni minimo particolare di quello che era successo tra lei e Seya.
Scese
in cucina con gli occhi ancora gonfi “Ho proprio bisogno di una cioccolata
calda per consolarmi!”, e subito le tornò il sorriso ripensando al modo in cui
il suo Mamoru l’avrebbe presa in giro “Odango, ingrasserai come una balena!”. Presa da questi
pensieri fece la linguaccia verso un punto imprecisato del salotto e
canticchiando cominciò a preparare la sua cioccolata. Non l’aveva neanche
assaggiata però che subito una morsa le strinse di nuovo il cuore e le fece
passare tutta la voglia della cioccolata.
“Chi
potrei chiamare per sfogarmi?”, nella sua testa circolarono velocemente le
immagini di Rei che la rimproverava “Come puoi fare a Mamoru
una cosa del genere, muoviti a chiamarlo!!!”, la forte Makoto che la
incoraggiava “Tu non hai fatto nulla di male, va da lui e digli tutto quello
che ti passa per la testa!”, la dolce Minako che le
sorrideva “Mamoru capirà, non hai che da dirgli
tutto”, e la riflessiva Amy che invece le faceva notare che “Mamoru ti legge dentro, Usagi, ti
ha già perdonata.”
Le
espressioni sul viso di Usagi intanto avevano
espresso terrore, poi lentamente determinazione, quindi dolcezza, e infine
certezza di ciò che doveva fare.
Pur
consapevole che quei dialoghi erano frutto della sua immaginazione non
trattenne un “Grazie amiche!” indirizzato verso uno sconvolto Shingo che si trovò faccia a faccia con lei proprio in quel
momento. “Usagi, stai bene?” – “Ma si che sto bene,
che ne vuoi sapere tu!”, la bionda si riprese in breve e sgattaiolò nella sua
stanza.
Un’ora
dopo era davanti alla porta dell’appartamento di Mamoru.
Era arrivata lì tutta baldanzosa, convinta che avrebbe sistemato ogni cosa, ma
nello spazio dei tre metri che separavano la rampa di scale dalla porta aveva
sentito tutte le sue certezze crollarle miseramente come un castello di carte.
Ormai era da cinque minuti ferma davanti alla porta e sentiva già le lacrime
premere per uscire. La morsa che le aveva attanagliato il cuore durante i
lunghi mesi di assenza di Mamoru era ritornata a
farsi sentire.
“Devo
reagire! Non posso stare qui impalata. Devo trovare la forza di confessare a Mamoru il mio turbamento…” Finalmente trovò il coraggio di
bussare. Mamoru aprì subito, quasi la stesse
aspettando dietro la porta, sorprendendo Usagi. “Ma-Mamo-chan…” – “Entra, mia dolce Odango.
Ce ne hai messo di tempo! Entra, voglio mostrarti una cosa.” Usagi entrò incerta, ma appena varcata la soglia la investì
un dolce tepore, qualcosa che le andò diritto al cuore.
Guardò
negli occhi il suo amato, e vi colse uno sguardo di bonario rimprovero “Usako – le prese la mano e la condusse sul divano – mentre
mi trovavo nel limbo della morte di Galaxia la mia
unica forza eri tu. Non so spiegare perché, forse perché il legame tra il mio
cristallo d’oro e il tuo cristallo d’argento è indissolubile, ma sentivo i battiti
del tuo cuore, percepivo brillare le tue lacrime. Piangevi per me Usako, piangevi per il dolore della mia assenza, piangevi
perché dentro il tuo cuore stava entrando un’altra persona.”, le lacrime che Usagi cercava disperatamente di trattenere scesero senza
freno, provò a parlare, ma Mamoru asciugandole una
lacrima non le permise di parlare.
“Fammi
continuare amore mio. Io sentivo che il tuo cuore lo respingeva con tutte le
tue forze, ho assistito alla tua lotta interiore, e non potrei mai biasimarti
se avessi pensato anche solo per un attimo che io non sarei più tornato da te.”
– “Mamo-chan io…” – “Lo so, non potevi sentirmi, non
potevi perché io mi trovavo in un’altra dimensione e Galaxia
ti aveva offuscato il cuore, ma non l’ha fatto mai abbastanza da farti
dimenticare di me.” – “Come avrei potuto dimenticarmi di te, Mamoru! Io ti amo!”, una lacrima che si era fermata sul
solco della bocca fu raccolta dal giovane con un dolce bacio. “Usako io ti conosco, non hai nulla da rimproverarti.
Guarda.” Mamoru chiuse gli occhi stringendole la mano.
Una
luce si sprigionò dal cuore di Mamoru, trasformatosi
in Endymion: il cristallo d’oro brillò tra le sue
mani. Pochi istanti dopo il cristallo d’argento fuse la sua luce con quella
dorata di Serenity: “Mia dolce principessa, apri gli
occhi, vedrai il tuo regno lunare così com’era una volta: un regno
meraviglioso, dove la pace regnava grazie al cristallo d’argento.”
I
due giovani si ritrovarono nel Silver Millennium. Una
musica di violini accompagnava i loro passi: “La Terra vista da quassù è
bellissima. Sulla Luna lo chiamiamo Pianeta Azzurro”, sussurrò dolcemente Serenity, “E’ lo stesso azzurro che ritrovo nei tuoi occhi,
mia principessa, e che voglio rivedere per sempre. Serenity,
sii la mia Regina!” Non ci fu bisogno di risposte: solo un dolcissimo bacio.
Quando
riaprì gli occhi, non più arrossati dal pianto, Usagi
vide Mamoru che la guardava sorridente: “Perché ridi,
Mamo-chan?” – “Non hai risposto Usako.
Vuoi essere mia moglie?” – “Tu-tua moglie?” – “Non vorrai
scoppiare di nuovo a piangere, sei proprio una piagnucolona!” – “Ehi, ehi, non
scherzare, perché dovrei piangere…in un momento simile – ma già come d’incanto,
di nuovo, comparirono le lacrime tra le sue ciglia – Oh, cavolo! Mamo-chan mi sei mancato così tanto!!!” – “Anche tu,
coniglietto.”.
Usagi si fermò improvvisamente a riflettere:“Come farò
con la scuola?” – “Ci sposeremo dopo che avrai terminato gli studi.” – “Oh nooo! Un altro anno!”, Usagi
sbuffò, per un attimo ci aveva creduto all’idea di poter abbandonare
precocemente l’odiata scuola. Mamoru ridacchiava
ancora.
“Mamo-chan, volevo dirti…Probabilmente – abbassò gli occhi
arrossendo – se non ci fosse stato Seya, se non fosse
stato per Galaxia…io non avrei mai capito quanto
veramente ti amo…cioè no, non fraintendermi, io ti amavo già più della mia
stessa vita, avrei fatto qualunque cosa per te! Ma…ma…” – “Usako,
non devi avere paura di quello che pensi. Seya era un
ragazzo che ti avrebbe fatto innamorare…” – “No! Cioè…forse se fosse arrivato
prima di te, Mamo-chan.” – “Sai, io in qualche modo
gli sono grato.” – “Come?”, Usagi lo guardò sorpresa
– “Seya ti ha protetta nell’ultima battaglia, quando
io non potevo farlo. Ero già morto ma il mio cristallo in quel momento pareva
volersi spezzare per l’impotenza di sentirti soffrire e non poter far nulla. Se
sei ancora qui lo devo anche a Seya.” – “Se ripenso a
quando il cristallo d’oro ci ha mostrato le immagini della tua…Mi sono sentita
morire dentro, Mamoru, perché non riuscivo a credere
che non ti avessi sentito gridare aiuto, che non ti avessi sentito sussurrare
il mio nome mentre scomparivi…” – “Ora è tutto finito, mia cara Usako. – la guardò di nuovo con i suoi occhi azzurri – Affronteremo
altre battaglie, ma sono sicuro che tu avrai la forza per affrontare qualunque
difficoltà.” – “Non sola, mai più sola Mamo-chan, lo
faremo insieme.”
Lui
sorrise “Sai, sei cambiata molto dal coniglietto fifone che conobbi cinque anni
fa…” – “Rimango sempre la solita piagnucolona, però.” Si schernì lei ridendo.
Rimasero
a chiacchierare tutta la serata, finchè Usagi si addormentò sul divano, esausta ma serena. Mamoru la osservò dormire, quindi le sfiorò la fronte con
un bacio: per un attimo il simbolo lunare reagì al contatto, illuminando
parzialmente il volto del ragazzo.
“Non
me ne andrò più via, Usako, te lo prometto.”
Ciao, non sono nuova alle fanfiction,
ma ammetto di essere nuova alle fanfiction su Sailor
Moon. Ultimamente, forse per bisogno di un ritorno all’infanzia, sto spulciando
youtube da cima a fondo cercando AVM e puntate per
rinfrescarmi la memoria dopo tanti anni. Ho 22 anni e sono (sarei…)piena di
impegni, però Sailor Moon mi mancava troppo! Spero che vi piaccia l’inizio di
questa fanfiction J