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Autore: elaia86    27/08/2008    4 recensioni
Dopo la battaglia con Galaxia per Usagi è il tempo dei chiarimenti. Il suo destino si sta per compiere ma altri ostacoli dovrà affrontare. <>
Genere: Generale, Romantico, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Usagi era sdraiata sul letto, dove si era lasciata andare ad un sonnellino pomeridiano

Sailor Moon e il tempo della rinascita

 

 

Capitolo 1 –  Lacrime e cristalli

 

 

Usagi era sdraiata sul letto, dove si era lasciata andare ad un sonnellino pomeridiano. Ma il suo sonno era tutt’altro che piacevole: la ragazza infatti era tormentata da un incubo.

 

Mamo-chan ti prego, non lasciarmi!

“Mi dispiace Usagi, la nostra storia è finita!”

Perché Mamo-chan

Seya…ti sei innamorata di lui!”

Non è vero! Tu non c’eri, non rispondevi alle mie lettere, ad un certo punto mi ero convinta che tu non mi volessi più, ma nonostante questo sono sempre stata innamorata di te!

“No, non hai avuto fiducia in me, addio”

Mamoru ti prego!!!!!

 

Usagi si risvegliò con il viso bagnato dalle lacrime. Erano passati solo due giorni da quando Seya e le Star Light erano partiti per ricostruire il loro pianeta, eppure non aveva ancora parlato di lui con il suo Mamo-chan.

Razionalmente sapeva che nulla di male c’era stato, ma il suo cuore piangeva e reclamava al più presto un confronto con Mamoru. Aveva bisogno di dirgli tutto, ogni minimo particolare di quello che era successo tra lei e Seya.

Scese in cucina con gli occhi ancora gonfi “Ho proprio bisogno di una cioccolata calda per consolarmi!”, e subito le tornò il sorriso ripensando al modo in cui il suo Mamoru l’avrebbe presa in giro “Odango, ingrasserai come una balena!”. Presa da questi pensieri fece la linguaccia verso un punto imprecisato del salotto e canticchiando cominciò a preparare la sua cioccolata. Non l’aveva neanche assaggiata però che subito una morsa le strinse di nuovo il cuore e le fece passare tutta la voglia della cioccolata.

“Chi potrei chiamare per sfogarmi?”, nella sua testa circolarono velocemente le immagini di Rei che la rimproverava “Come puoi fare a Mamoru una cosa del genere, muoviti a chiamarlo!!!”, la forte Makoto che la incoraggiava “Tu non hai fatto nulla di male, va da lui e digli tutto quello che ti passa per la testa!”, la dolce Minako che le sorrideva “Mamoru capirà, non hai che da dirgli tutto”, e la riflessiva Amy che invece le faceva notare che “Mamoru ti legge dentro, Usagi, ti ha già perdonata.”

Le espressioni sul viso di Usagi intanto avevano espresso terrore, poi lentamente determinazione, quindi dolcezza, e infine certezza di ciò che doveva fare.

Pur consapevole che quei dialoghi erano frutto della sua immaginazione non trattenne un “Grazie amiche!” indirizzato verso uno sconvolto Shingo che si trovò faccia a faccia con lei proprio in quel momento. “Usagi, stai bene?” – “Ma si che sto bene, che ne vuoi sapere tu!”, la bionda si riprese in breve e sgattaiolò nella sua stanza.

 

Un’ora dopo era davanti alla porta dell’appartamento di Mamoru. Era arrivata lì tutta baldanzosa, convinta che avrebbe sistemato ogni cosa, ma nello spazio dei tre metri che separavano la rampa di scale dalla porta aveva sentito tutte le sue certezze crollarle miseramente come un castello di carte. Ormai era da cinque minuti ferma davanti alla porta e sentiva già le lacrime premere per uscire. La morsa che le aveva attanagliato il cuore durante i lunghi mesi di assenza di Mamoru era ritornata a farsi sentire.

“Devo reagire! Non posso stare qui impalata. Devo trovare la forza di confessare a Mamoru il mio turbamento…” Finalmente trovò il coraggio di bussare. Mamoru aprì subito, quasi la stesse aspettando dietro la porta, sorprendendo Usagi. “Ma-Mamo-chan…” – “Entra, mia dolce Odango. Ce ne hai messo di tempo! Entra, voglio mostrarti una cosa.” Usagi entrò incerta, ma appena varcata la soglia la investì un dolce tepore, qualcosa che le andò diritto al cuore.

Guardò negli occhi il suo amato, e vi colse uno sguardo di bonario rimprovero “Usako – le prese la mano e la condusse sul divano – mentre mi trovavo nel limbo della morte di Galaxia la mia unica forza eri tu. Non so spiegare perché, forse perché il legame tra il mio cristallo d’oro e il tuo cristallo d’argento è indissolubile, ma sentivo i battiti del tuo cuore, percepivo brillare le tue lacrime. Piangevi per me Usako, piangevi per il dolore della mia assenza, piangevi perché dentro il tuo cuore stava entrando un’altra persona.”, le lacrime che Usagi cercava disperatamente di trattenere scesero senza freno, provò a parlare, ma Mamoru asciugandole una lacrima non le permise di parlare.

“Fammi continuare amore mio. Io sentivo che il tuo cuore lo respingeva con tutte le tue forze, ho assistito alla tua lotta interiore, e non potrei mai biasimarti se avessi pensato anche solo per un attimo che io non sarei più tornato da te.” – “Mamo-chan io…” – “Lo so, non potevi sentirmi, non potevi perché io mi trovavo in un’altra dimensione e Galaxia ti aveva offuscato il cuore, ma non l’ha fatto mai abbastanza da farti dimenticare di me.” – “Come avrei potuto dimenticarmi di te, Mamoru! Io ti amo!”, una lacrima che si era fermata sul solco della bocca fu raccolta dal giovane con un dolce bacio. “Usako io ti conosco, non hai nulla da rimproverarti. Guarda.” Mamoru chiuse gli occhi stringendole la mano.

Una luce si sprigionò dal cuore di Mamoru, trasformatosi in Endymion: il cristallo d’oro brillò tra le sue mani. Pochi istanti dopo il cristallo d’argento fuse la sua luce con quella dorata di Serenity: “Mia dolce principessa, apri gli occhi, vedrai il tuo regno lunare così com’era una volta: un regno meraviglioso, dove la pace regnava grazie al cristallo d’argento.”

I due giovani si ritrovarono nel Silver Millennium. Una musica di violini accompagnava i loro passi: “La Terra vista da quassù è bellissima. Sulla Luna lo chiamiamo Pianeta Azzurro”, sussurrò dolcemente Serenity, “E’ lo stesso azzurro che ritrovo nei tuoi occhi, mia principessa, e che voglio rivedere per sempre. Serenity, sii la mia Regina!” Non ci fu bisogno di risposte: solo un dolcissimo bacio.

 

Quando riaprì gli occhi, non più arrossati dal pianto, Usagi vide Mamoru che la guardava sorridente: “Perché ridi, Mamo-chan?” – “Non hai risposto Usako. Vuoi essere mia moglie?” – “Tu-tua moglie?” – “Non vorrai scoppiare di nuovo a piangere, sei proprio una piagnucolona!” – “Ehi, ehi, non scherzare, perché dovrei piangere…in un momento simile – ma già come d’incanto, di nuovo, comparirono le lacrime tra le sue ciglia – Oh, cavolo! Mamo-chan mi sei mancato così tanto!!!” – “Anche tu, coniglietto.”.

Usagi si fermò improvvisamente a riflettere:“Come farò con la scuola?” – “Ci sposeremo dopo che avrai terminato gli studi.” – “Oh nooo! Un altro anno!”, Usagi sbuffò, per un attimo ci aveva creduto all’idea di poter abbandonare precocemente l’odiata scuola. Mamoru ridacchiava ancora.

Mamo-chan, volevo dirti…Probabilmente – abbassò gli occhi arrossendo – se non ci fosse stato Seya, se non fosse stato per Galaxia…io non avrei mai capito quanto veramente ti amo…cioè no, non fraintendermi, io ti amavo già più della mia stessa vita, avrei fatto qualunque cosa per te! Ma…ma…” – “Usako, non devi avere paura di quello che pensi. Seya era un ragazzo che ti avrebbe fatto innamorare…” – “No! Cioè…forse se fosse arrivato prima di te, Mamo-chan.” – “Sai, io in qualche modo gli sono grato.” – “Come?”, Usagi lo guardò sorpresa – “Seya ti ha protetta nell’ultima battaglia, quando io non potevo farlo. Ero già morto ma il mio cristallo in quel momento pareva volersi spezzare per l’impotenza di sentirti soffrire e non poter far nulla. Se sei ancora qui lo devo anche a Seya.” – “Se ripenso a quando il cristallo d’oro ci ha mostrato le immagini della tua…Mi sono sentita morire dentro, Mamoru, perché non riuscivo a credere che non ti avessi sentito gridare aiuto, che non ti avessi sentito sussurrare il mio nome mentre scomparivi…” – “Ora è tutto finito, mia cara Usako. – la guardò di nuovo con i suoi occhi azzurri – Affronteremo altre battaglie, ma sono sicuro che tu avrai la forza per affrontare qualunque difficoltà.” – “Non sola, mai più sola Mamo-chan, lo faremo insieme.”

Lui sorrise “Sai, sei cambiata molto dal coniglietto fifone che conobbi cinque anni fa…” – “Rimango sempre la solita piagnucolona, però.” Si schernì lei ridendo.

 

Rimasero a chiacchierare tutta la serata, finchè Usagi si addormentò sul divano, esausta ma serena. Mamoru la osservò dormire, quindi le sfiorò la fronte con un bacio: per un attimo il simbolo lunare reagì al contatto, illuminando parzialmente il volto del ragazzo.

“Non me ne andrò più via, Usako, te lo prometto.”

 

 

 

 

 

 

Ciao, non sono nuova alle fanfiction, ma ammetto di essere nuova alle fanfiction su Sailor Moon. Ultimamente, forse per bisogno di un ritorno all’infanzia, sto spulciando youtube da cima a fondo cercando AVM e puntate per rinfrescarmi la memoria dopo tanti anni. Ho 22 anni e sono (sarei…)piena di impegni, però Sailor Moon mi mancava troppo! Spero che vi piaccia l’inizio di questa fanfiction J

  
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