Wrapped around your fingers.
Ci
sono parecchie
cose che si possono pensare prima di un concerto. Essere felici di
essere in
mezzo a una folla che ama i tuoi stessi idoli o essere a disagio
perché non si
ama gli spazi affollati, ma per la band si può fare questo e
altro.
Essere eccitate perché tra poco li si vedrà a
qualche
metro e finalmente ci si renderà conto che non li si sta
guardando dallo
schermo di un pc.
Qualcuno già piange al pensiero che forse potrà
avere un
plettro, le bacchette o un autografo, io invece penso a come sia
dannatamente
schifoso essere abbandonati dalla band che ami. Stringo il biglietto
del
concerto degli One Direction con forza nella mia mano destra, non mi
interessa
nulla di loro, sono qui per vedere i 5 Seconds of Summer. Loro erano i
miei
migliori amici e a un certo punto mi hanno lasciato da sola per
inseguire il
loro sogno.
A un certo punto non hanno più risposto alle mie chiamate
o ai miei messaggi, come se non ci fossimo mai conosciuti.
Non era questo quello che ci eravamo promessi, non era
così che doveva andare.
{“E così avete firmato per una major.”
Butto lì con noncuranza, siamo tutti riuniti nel garage di
Luke, dove si sono
quasis sempre tenute le loro prove e dove sono state registrate la
maggior parte delle
loro cover che poi sono finite su YouTube.
Ashton è seduto alla mia destra, Michael alla mia
sinistra e davanti a me ci sono Calum e Luke. Stiamo tutti bevendo una
birra in
tranquillità, solo io ho un brutto presentimento, sento che
presto li perderò.
“Beh, sì. Apriremo i concerti degli One Direction
e poi
dopo gli ep si prospetta un album.”
Mi risponde allegro Luke.
“Ma non vi dimenticherete di me, vero?”
Chiedo, un filo ansiosa.
“Nah, sei la nostra fan numero uno, Alissia.”
Mi risponde serafico Calum, io gli sorrido di rimando,
pensando che né Aston né Mickey hanno aperto
bocca.
Sono preoccupata per questo, perché Ash per me è
sempre
stato una sorta di fratello maggiore e Michael… Beh, lui
è semplicemente il
ragazzo che amo.
Prima eravamo solo amici, eravamo gli unici strani della
scuola – lui con i suoi capelli di ogni colore e io con i
miei capelli rosso
acceso – e ci davamo conforto a vicenda. Il giorno in cui
Calum, Luke e in
seguito Ashton si
sono uniti a noi ci ha
fatto sentire meno soli.
Dall’amicizia i miei sentimenti verso di lui sono mutati
in una cotta mostruosa, ogni volta che lo vedo ho le farfalle nello
stomaco e
quando mi abbraccia o mi bacia sulla guancia mi sento come se stessi
per
svenire.
Lo amo, purtroppo, e lo perderò.
“Alissia, ti giuro che rimarremo in contatto.”
La voce di Ashton mi rassicura e finalmente sorrido un
po’ meno preoccupata, forse dopo tutto la nostra amicizia
resisterà e io non
dovrò fare altro che lasciar libero Michael, nonostante
questo mi faccia male,
molto male.
“Giuri?”
“Giuro.”
Sorridiamo nello stesso momento, la promessa è stata
fatta.}
E la promessa è stata infranta.
I primi tempi si facevano sentire, c’erano lunghe
chiamate e risposte ai miei messaggi, poi lentamente sono spariti e
l’unico
modo per sapere cosa stessero combinando era leggere la loro pagina
face book o
i loro tweet.
Sono diventata una fan qualunque per loro e lo sono anche
ora mentre aspetto che i cancelli vengano aperti.
Vengo distratta momentaneamente dallo squillo dello mio
smartphone, guardo chiama e sbuffo: è Josh, il mio ex.
L’unico con cui ho provato a sostituire Mike, i risultati
sono stati disastrosi, non siamo mai riusciti ad andare
d’accordo pienamente,
tra noi c’era solo chimica.
“Pronto.”
Rispondo seccata.
“Dove sei? Dovevamo andare a una festa!”
“Sono al concerto dei 5 Seconds of Summer e non dovevamo
andare da nessuna parte, abbiamo rotto!”
“Va bene, va bene! Continua a inseguire quei ragazzini
che approfittano del successo altrui, a loro non frega niente di te e
lo sai!
Ma sappi anche che quando avrai bisogno di una spalla su cui piangere
io non ci
sarò.”
“Non sei mai stato una spalla su cui piangere.”
Replico sprezzante, lui mi attacca il telefono in faccia e io lo getto
con
rabbia in fondo alla borsa, il fatto che mi abbia ricordato che per i
miei ex
amici non sono più nulla mi ha fatto male.
Non ho comunque molto tempo per rimuginare sulle
cattiverie di Josh perché aprono i cancelli e la folla si
muove con un solo
corpo. Se non ti muovi anche tu sei fottuta, rischi di essere
calpestata da
migliaia di piedi ansiosi di vedere gli One Direction.
Per loro i 5 Seconds Of Summer sono solo uno riempitivo
prima del vero concerto, per me è il contrario, sono tentata
di lasciare
l’arena non appena loro se ne saranno andati.
In ogni caso corro e corro, l’uomo mi controlla
rapidamente il biglietto e poi mi lascia proseguire, io scalcio e
sgomito e
finalmente mi trovo attaccata a una transenna. Le ragazzine spingono
così forte
che il metallo rischia di spezzarmi qualche costola.
Solo con l’arrivo della sicurezza la pressione su noi
delle prime file viene finalmente ridotta, qualcuna però
finisce per lasciarsi
andare un po’ troppo e sviene. Io bevo una lunga sorsata
d’acqua per darmi un
po’ di energia e aspetto.
Aspetto che le luci si spengano e poi si riaccendano.
Voglio vedere come sono, se sono ancora i quattro ragazzi
che ricordavo o sono in qualche modo cambiati.
Finalmente le luci si spengono e riaccendono e loro
appaiono sul palco, dicono qualche cazzata per scaldare il pubblico e
poi
iniziano a suonare e – dannazione – sono bravi.
Sono migliorati un sacco da quando suonavano a turno nei
garage dei componenti e sono cambiati. Piccole cose, nuovi
atteggiamenti,
qualcosa di diverso negli occhi.
Non sono più i miei 5 Srcods of Summer, sono diventati
quelli di una parte delle
ragazze che
sono qui e sebbene io conosca a memoria le loro canzoni dalla mia gola
non esce
nemmeno un suono.
Li guardo fino a quando la mia vista non diventa
sfuocata, con una certa incredulità mi accorgo che sto
piangendo e che non riesco
a fare altro.
Li guardo e piango.
Piango per un passato che è stato distrutto e per un
presente che non esiste più.
Piango perché Josh ha ragione.
Piango perché so di averli persi in qualche modo o forse
sono loro che hanno perso me.
Piango.
Finito il concerto sto per andarmene – non sono per nulla
interessata agli One Direction – quando un uomo della
sicurezza punta dritto
verso di me, con una gentilezza inaspettata mi prende per le spalle e
mi porta
oltre la transenna.
Io lo guardo senza capire.
“Come mai mi ha portato qui?”
“La band di prima vuole vederti.”
Mi squadra con una sola occhiata.
“Ha buon gusto.”
“E se io non volessi venire?”
Lui mi guarda divertito e fa scrocchiare le nocche delle
dita, facendomi capire che se non andrò con lui di mia
spontanea volontà per
lui non sarebbe difficile portarmi in braccio o a spalla come un sacco
di
patate.
Sospirando seguo l’uomo ed entro nei camerini dei 5
Seconds of Summer, lui mi fa cenno di sedermi su un divano nero. Io
eseguo,
ormai non posso più scappare, la mia guardia silenziosa si
è piantata vicino
alla porta.
Io aspetto e poco dopo entrano tutti e quattro i ragazzi
con un asciugamano attorno al collo o alla testa.
“Ciao, Alissia!”
Mi saluta allegro Calum, per tutta risposta io li prendo
tutti e quattro a sberle e me ne andrei se l’incredibile Hulk
davanti alla
porta non mi sollevasse di peso, nonostante tutte le mie bestemmie ei
tentativi
di liberarmi dalla sua presa.
“Siete sicuri di volerla vedere?
Direi che lei non vuole vedervi.”
“Vogliamo vederla, Marcus. Dobbiamo chiarire alcune
cose.”
Risponde calmo come sempre Ashton.
“Chiarire alcune cose?
Avevate promesso che si sareste sempre stati e poi vi
siete dimenticati di me, come se fossi un’immondizia. Adesso
avete migliaia di
fan che vi amano, io non vi servo più!
Lasciatemi andare, non vi voglio più vedere!”
Scalcio ancora più forte.
Ash lancia un’occhiata di biasimo a Michael e Calum.
“Ve l’avevo detto che era una pessima idea, ma voi
non mi
ascoltate mai!”
Io li guardo senza capire.
“Cosa cazzo state dicendo?”
Urlo fuori di me dalla rabbia.
“Beh, ecco. Diciamo che a un certo punto abbiamo pensato
che fosse meglio per te e per noi che non ci sentissimo più,
abbiamo pensato
che i rapporti a distanza non funzionassero e che te la saresti cavata
meglio
senza si noi.”
Mi blocco un attimo, colpita dalla totale idiozia di
questo ragionamento.
“Ma siete scemi?
Come pensate che mi sia sentita dopo che voi ignoravate
deliberatamente le mie chiamate e i miei messaggi?”
“Io l’ho detto ai ragazzi che non era una buona
idea, ma loro non mi hanno dato
retta.”
Si difende Ashton, alzando le mani, come se potessi fare qualcosa con i
piedi
ad almeno dieci centimetri da terra.
“E da cosa avete capito che il vostro brillante piano era
andato in merda?”
“Dal fatto che stasera non hai cantato, ti abbiamo visto,
e ha solo pianto come se non ci riconoscessi o qualcosa del
genere.”
“E avete ragione, non vi riconosco. Non siete più
i miei amici, siete qualcun
altro.”
“Non siamo cambiati, te lo giuro.
Dacci un’altra possibilità.”
Mi supplica Ashton.
“E per fare cosa? Rimanere fregata ancora la prossima
volta che deciderete che è meglio rompere i rapporti con me
per il bene di
tutti?”
Rispondo amareggiata.
“Lasciatemi andare per favore.”
L’uomo mi mette a terra, Ashton si avvicina esitante, ma
poi mi abbraccia come ai vecchi tempi e lo stesso fanno Calum e Luke,
io
scoppio a piangere.
I ragazzi si guardano senza sapere cosa fare.
“Ci penso io qui.”
Dice Michael e gli altri se ne vanno lasciandomi sola con lui, oddio
adesso
cosa faccio?
Ho il cuore a mille e mi sembra di non avere più una
goccia d’acqua nel corpo.
Perché ha voluto rimanere da solo con me?
“Cosa vuoi, Mickey?”
Gli chiedo brusca, non deve immaginare che ho ancora una cotta per lui
o
sarebbe un disastro, non voglio che mi prenda in giro.
“Volevo chiederti scusa per la cattiva idea che ho avuto,
vedendoti mi sono reso conto che hai sofferto e basta. Non erano questi
i miei
piani.”
“E quali erano? Abbandonarmi e sperare che mi dimenticassi di
voi?
Come se fosse possibile!
Eravate i miei migliori amici!”
Sputo acida.
“Mi dispiace.”
“Lo sapevo che eri stupido, ma non credevo fino a questo
punto. Non so se
perdonarti o meno.”
Rispondo incrociando le braccia sul petto e abbassando
gli occhi. Lui si siede accanto a me e mi alza il mento con le dita, io
cerco
di evitare comunque il suo sguardo.
“Perché non mi guardi più negli
occhi?”
Mi chiede, io sto zitta, trattenendo le lacrime.
“Mi piaci, Alissia.”
Dice senza un nesso preciso.
“In che senso?”
“Come ragazza, mi sei sempre piaciuta.”
Io alzo lo sguardo ed incontro tra il grigio e il verde che cambiano a
seconda
della luce.
“E cosa vuoi che ti dica?
“Che bello, Michael! Diamoci un appuntamento?”
No, è troppo facile così! Sei sparito
così, senza dare una spiegazione, senza
curarti di me e dei miei sentimenti. Non è amore questo,
quindi non uscirtene
con la storia che ti piaccio, perché non è vero.
Stai di nuovo giocando con i
miei sentimenti, ma questa volta non ce la farai.
Addio, Michael Clifford!”
Mi alzo in piedi e corro fuori dalla porta dei camerini,
senza curarmi delle sue urla, che urli quanto vuole, io non
tornerò indietro.
Scanso Calum, Luke e Ashton che mi guardano confusi, come
se non capissero il motivo della mia fuga, non che mi interessi dirlo a
loro.
Guadagno l’uscita, ma nello stesso momento una mano forte
si chiude sul mio polso e mi costringe a tornare dentro.
Io mi divincolo, ma chiunque mi stia stringendo è
dannatamente più forte di me. Mi volto e – ancora
una volta – mi trovo davanti
al volto di Michael.
“Cosa vuoi?”
Gli chiedo con la voce incrinata dal pianto.
“Solo parlare, io non voglio farti del male, non ho mai
voluto farti del male.”
Mi dice angosciato.
“Me ne hai fatto.”
“E mi dispiace, ti prego lasciami parlare.”
Mi lascio riportare indietro e anche questa volta i
ragazzi mi guardano stupiti. Michael mi fa sedere di nuovo sul divano
nero e
chiude la porta dietro di sé.
“È abbastanza complicato o forse è
semplice. Ci hai mai
creduto alle storie sui migliori amici che si innamorano?”
Io non rispondo.
“Beh, io no. Fino a che sei arrivata tu.
Mi sei stata simpatica fin dal primo momento in cui
ti ho incontrata, mi piacevi perché
nonostante avessi dei capelli strani non mi scansavi. Anzi sembrava che
ti
facesse piacere la mia compagnia per via di questi capelli che tanti
hanno
definito da sfigato.
Più il tempo passava e più diventavamo amici e mi
sono
reso conto di una cosa, che i miei sentimenti verso di te erano
cambiati.
Non era più solo amicizia, mi piacevi davvero, ti volevo
bene e finalmente il giorno in cui un tizio ci ha provato con te ho
capito
tutto.
Mi ero innamorato di te e questo era una disgrazia,
capisci?
Non c’era nessuna ragione per cui io ti potessi piacere,
quindi ho cercato di farmela passare in qualche modo.
Non ho ottenuto molto successo e il giorno in cui abbiamo
iniziato i tour ho capito quanto fosse profonda la mia cotta. Chiamate
e
messaggini non mi bastavano mai, ma allo stesso tempo mi facevano stare
male
perché non potevo averti, così ho convinto la
band che per te sarebbe stato
meglio non sentirci più perché stavamo per
diventare un gruppo noto.
È stata una grande cazzata dall’inizio alla fine e
non mi
ha aiutato, mi è bastato vederti in lacrime questa sera al
concerto per farmi
tornare al punto di partenza.
Quando ho visto che piangevi così tanto volevo solo
mollare la chitarra e scendere a consolarti e ovviamente non potevo.
E adesso sto cercando di dire che – anche se mi sono comportato
come uno stronzo – ti amo e vorrei che tu
tornassi nella mia vita.
Per favore, dammi un’altra possibilità Alissia, ti
dimostrerò che posso smettere di farti soffrire.”
Io rimango senza parole durante il suo lungo discorso e
anche dopo, vedendo la mia reazione lui si passa una mano sul volto e
comincia
a passeggiare nervoso.
“Lo sapevo che non dovevo dirti nulla, ora ho rovinato
anche la nostra amicizia, non vorrai mai più vedermi dopo
questo.”
“Michael, fermati.”
“Sono un idiota, rovino sempre tutto quello a cui tengo.
Non riesco a combinarne una giusta.”
“MICKEY!”
Urlo e lui finalmente mi dedica la sua attenzione.
“Vieni a sederti su questo divano. ORA!”
Lui esegue i miei ordini e io gli butto le braccia al
collo e lo bacio, lui risponde subito e comincia una battaglia tra le
nostre
lingue.
Ci stacchiamo solo quando non abbiamo più fiato, ho la
testa appoggiata all’altezza del suo cuore e lo sento battere
furiosamente.
“Cosa significa?”
“Hai presente il tuo lungo discorso di poco fa?
Ecco, potrei ripetertelo io parola per parola, se non per
il fatto che ero certa che non ti saresti mai interessato a una strana
ragazza
come me, che per te sarei sempre stata un’amica.”
Lui si scosta da me e mi guarda negli occhi, è speranzoso
e spaventato allo stesso tempo.
“Tu vuoi dirmi che anche io ti piaccio?”
Annuisco.
“Che mi vorresti come ragazzo?”
Annuisco ancora.
Lui lancia un urlo e si mette a ballare per la stanza,
trascinando anche me.
Finito, si siede sul divano sfinito.
“Alissia, vuoi diventare la mia ragazza?
Giuro che ti tratterò bene e che ti chiamerò e ti
inonderò di messaggini.”
Io sorrido.
“Sì, lo voglio. C’è solo un
problema: non ho più una
casa.
Mi hanno licenziata e il mese scorso ho venduto la
macchina per pagarmi l’affitto, adesso sono totalmente a
secco.”
Rispondo imbarazzata, abbassando di nuovo gli occhi.
“Non c’è problema, verrai con noi. Gli
altri saranno
felici.”
Non ne sono certa, ma non voglio rovinare la felicità che
c’è nei suoi occhi.
“E adesso come tuo ragazzo mi concedi l’onore di
baciarti?”
Io rido.
“Certo che puoi.”
Senza farselo ripetere due volte mi bacia e sento le sue mani
accarezzarmi le
spalle e i fianchi, per poi tornare verso il volto, le mie invece
accarezzano
il collo e poi i capelli: sono soffici anche se sono tinti di verde.
Alla fine finiamo sdraiati sul divano, io sul suo petto
con le sue mani che giocano con i miei capelli.
Un leggero bussare ci avvisa che sono in arrivo e gli
altri e infatti entrano Luke, Ashton e Calum.
“Vedo che avete risolto.”
“Uhm, sì.”
Risponde Mike, il suo respiro sul suo collo mi dà i brividi.
“Avrei un favore da chiedervi, ragazzi.”
Comincia Michael.
“Spara.”
“Alissia può venire in tour con noi?”
Loro si guardano sorridendo.
“Per noi non c’è problema, ma dovremo
chiedere al
manager.”
“Non penso farà problemi.”
Aggiunge Luke, io mi alzo e li abbraccio tutti, poi torno da Mickey, ma
lui si
è alzato.
“Dovremo proseguire le nostre coccole sul tour bus.”
Io sorrido e li seguo ubbidiente.
I ragazzi mi mostrano l’ambiente, poi Michael mi prende
per mano e mi porta nel suo lettino, noto che ha le lenzuola di batman.
Sorridendo mi tolgo i vestiti e mi sdraio sul suo petto,
lui riprende ad accarezzarmi e a baciarmi sulle tempie.
“Non ti lascerò mai più andare. Mai
più.”
“Ti amo.”
Dico piuttosto a random.
“Anche io.”
Sorridendo seguo il contorno del suo tatuaggio con le dita e poi
traccio cerchi
sul petto, coperto solo da una canottiera.
Ben presto noto che i suoi occhi si stanno chiudendo e le
carezze si fanno più lunghe. Alla fine una delle sue mani
rimane ferma nei miei
capelli e l’altra sui miei fianchi.
Gli do un bacio a fior di labbra e poi mi accoccolo
meglio sul petto, pensando che ho trovato quello che cercavo.
Una casa, un posto sicuro.
La vita mi ha ridato quello che credevo di avere perso e
non posso essere più felice.
Angolo di Layla