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Autore: Layla    07/07/2014    3 recensioni
Ci sono parecchie cose che si possono pensare prima di un concerto. Essere felici di essere in mezzo a una folla che ama i tuoi stessi idoli o essere a disagio perché non si ama gli spazi affollati, ma per la band si può fare questo e altro.
Essere eccitate perché tra poco li si vedrà a qualche metro e finalmente ci si renderà conto che non li si sta guardando dallo schermo di un pc.
Qualcuno già piange al pensiero che forse potrà avere un plettro, le bacchette o un autografo, io invece penso a come sia dannatamente schifoso essere abbandonati dalla band che ami. Stringo il biglietto del concerto degli One Direction con forza nella mia mano destra, non mi interessa nulla di loro, sono qui per vedere i 5 Seconds of Summer. Loro erano i miei migliori amici e a un certo punto mi hanno lasciato da sola per inseguire il loro sogno.
A un certo punto non hanno più risposto alle mie chiamate o ai miei messaggi, come se non ci fossimo mai conosciuti.
Non era questo quello che ci eravamo promessi, non era così che doveva andare.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Clifford, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Wrapped around your fingers.

Ci  sono parecchie cose che si possono pensare prima di un concerto. Essere felici di essere in mezzo a una folla che ama i tuoi stessi idoli o essere a disagio perché non si ama gli spazi affollati, ma per la band si può fare questo e altro.
Essere eccitate perché tra poco li si vedrà a qualche metro e finalmente ci si renderà conto che non li si sta guardando dallo schermo di un pc.
Qualcuno già piange al pensiero che forse potrà avere un plettro, le bacchette o un autografo, io invece penso a come sia dannatamente schifoso essere abbandonati dalla band che ami. Stringo il biglietto del concerto degli One Direction con forza nella mia mano destra, non mi interessa nulla di loro, sono qui per vedere i 5 Seconds of Summer. Loro erano i miei migliori amici e a un certo punto mi hanno lasciato da sola per inseguire il loro sogno.
A un certo punto non hanno più risposto alle mie chiamate o ai miei messaggi, come se non ci fossimo mai conosciuti.
Non era questo quello che ci eravamo promessi, non era così che doveva andare.

 
{“E così avete firmato per una major.”
Butto lì con noncuranza, siamo tutti riuniti nel garage di Luke, dove si sono quasis sempre tenute le loro prove e dove sono state registrate la maggior parte delle loro cover che poi sono finite su YouTube.
Ashton è seduto alla mia destra, Michael alla mia sinistra e davanti a me ci sono Calum e Luke. Stiamo tutti bevendo una birra in tranquillità, solo io ho un brutto presentimento, sento che presto li perderò.
“Beh, sì. Apriremo i concerti degli One Direction e poi dopo gli ep si prospetta un album.”
Mi risponde allegro Luke.
“Ma non vi dimenticherete di me, vero?”
Chiedo, un filo ansiosa.
“Nah, sei la nostra fan numero uno, Alissia.”
Mi risponde serafico Calum, io gli sorrido di rimando, pensando che né Aston né Mickey hanno aperto bocca.
Sono preoccupata per questo, perché Ash per me è sempre stato una sorta di fratello maggiore e Michael… Beh, lui è semplicemente il ragazzo che amo.
Prima eravamo solo amici, eravamo gli unici strani della scuola – lui con i suoi capelli di ogni colore e io con i miei capelli rosso acceso – e ci davamo conforto a vicenda. Il giorno in cui Calum, Luke e in seguito Ashton  si sono uniti a noi ci ha fatto sentire meno soli.
Dall’amicizia i miei sentimenti verso di lui sono mutati in una cotta mostruosa, ogni volta che lo vedo ho le farfalle nello stomaco e quando mi abbraccia o mi bacia sulla guancia mi sento come se stessi per svenire.
Lo amo, purtroppo, e lo perderò.
“Alissia, ti giuro che rimarremo in contatto.”
La voce di Ashton mi rassicura e finalmente sorrido un po’ meno preoccupata, forse dopo tutto la nostra amicizia resisterà e io non dovrò fare altro che lasciar libero Michael, nonostante questo mi faccia male, molto male.
“Giuri?”
“Giuro.”
Sorridiamo nello stesso momento, la promessa è stata fatta.}

 
E la promessa è stata infranta.
I primi tempi si facevano sentire, c’erano lunghe chiamate e risposte ai miei messaggi, poi lentamente sono spariti e l’unico modo per sapere cosa stessero combinando era leggere la loro pagina face book o i loro tweet.
Sono diventata una fan qualunque per loro e lo sono anche ora mentre aspetto che i cancelli vengano aperti.
Vengo distratta momentaneamente dallo squillo dello mio smartphone, guardo chiama e sbuffo: è Josh, il mio ex.
L’unico con cui ho provato a sostituire Mike, i risultati sono stati disastrosi, non siamo mai riusciti ad andare d’accordo pienamente, tra noi c’era solo chimica.
“Pronto.”
Rispondo seccata.
“Dove sei? Dovevamo andare a una festa!”
“Sono al concerto dei 5 Seconds of Summer e non dovevamo andare da nessuna parte, abbiamo rotto!”
“Va bene, va bene! Continua a inseguire quei ragazzini che approfittano del successo altrui, a loro non frega niente di te e lo sai! Ma sappi anche che quando avrai bisogno di una spalla su cui piangere io non ci sarò.”
“Non sei mai stato una spalla su cui piangere.”
Replico sprezzante, lui mi attacca il telefono in faccia e io lo getto con rabbia in fondo alla borsa, il fatto che mi abbia ricordato che per i miei ex amici non sono più nulla mi ha fatto male.
Non ho comunque molto tempo per rimuginare sulle cattiverie di Josh perché aprono i cancelli e la folla si muove con un solo corpo. Se non ti muovi anche tu sei fottuta, rischi di essere calpestata da migliaia di piedi ansiosi di vedere gli One Direction.
Per loro i 5 Seconds Of Summer sono solo uno riempitivo prima del vero concerto, per me è il contrario, sono tentata di lasciare l’arena non appena loro se ne saranno andati.
In ogni caso corro e corro, l’uomo mi controlla rapidamente il biglietto e poi mi lascia proseguire, io scalcio e sgomito e finalmente mi trovo attaccata a una transenna. Le ragazzine spingono così forte che il metallo rischia di spezzarmi qualche costola.
Solo con l’arrivo della sicurezza la pressione su noi delle prime file viene finalmente ridotta, qualcuna però finisce per lasciarsi andare un po’ troppo e sviene. Io bevo una lunga sorsata d’acqua per darmi un po’ di energia e aspetto.
Aspetto che le luci si spengano e poi si riaccendano.
Voglio vedere come sono, se sono ancora i quattro ragazzi che ricordavo o sono in qualche modo cambiati.
Finalmente le luci si spengono e riaccendono e loro appaiono sul palco, dicono qualche cazzata per scaldare il pubblico e poi iniziano a suonare e – dannazione – sono bravi.
Sono migliorati un sacco da quando suonavano a turno nei garage dei componenti e sono cambiati. Piccole cose, nuovi atteggiamenti, qualcosa di diverso negli occhi.
Non sono più i miei 5 Srcods of Summer, sono diventati quelli di una parte  delle ragazze che sono qui e sebbene io conosca a memoria le loro canzoni dalla mia gola non esce nemmeno un suono.
Li guardo fino a quando la mia vista non diventa sfuocata, con una certa incredulità mi accorgo che sto piangendo e che non riesco a fare altro.
Li guardo e piango.
Piango per un passato che è stato distrutto e per un presente che non esiste più.
Piango perché Josh ha ragione.
Piango perché so di averli persi in qualche modo o forse sono loro che hanno perso me.
Piango.

 
Finito il concerto sto per andarmene – non sono per nulla interessata agli One Direction – quando un uomo della sicurezza punta dritto verso di me, con una gentilezza inaspettata mi prende per le spalle e mi porta oltre la transenna.
Io lo guardo senza capire.
“Come mai mi ha portato qui?”
“La band di prima vuole vederti.”
Mi squadra con una sola occhiata.
“Ha buon gusto.”
“E se io non volessi venire?”
Lui mi guarda divertito e fa scrocchiare le nocche delle dita, facendomi capire che se non andrò con lui di mia spontanea volontà per lui non sarebbe difficile portarmi in braccio o a spalla come un sacco di patate.
Sospirando seguo l’uomo ed entro nei camerini dei 5 Seconds of Summer, lui mi fa cenno di sedermi su un divano nero. Io eseguo, ormai non posso più scappare, la mia guardia silenziosa si è piantata vicino alla porta.
Io aspetto e poco dopo entrano tutti e quattro i ragazzi con un asciugamano attorno al collo o alla testa.
“Ciao, Alissia!”
Mi saluta allegro Calum, per tutta risposta io li prendo tutti e quattro a sberle e me ne andrei se l’incredibile Hulk davanti alla porta non mi sollevasse di peso, nonostante tutte le mie bestemmie ei tentativi di liberarmi dalla sua presa.
“Siete sicuri di volerla vedere?
Direi che lei non vuole vedervi.”
“Vogliamo vederla, Marcus. Dobbiamo chiarire alcune cose.”
Risponde calmo come sempre Ashton.
“Chiarire alcune cose?
Avevate promesso che si sareste sempre stati e poi vi siete dimenticati di me, come se fossi un’immondizia. Adesso avete migliaia di fan che vi amano, io non vi servo più!
Lasciatemi andare, non vi voglio più vedere!”
Scalcio ancora più forte.
Ash lancia un’occhiata di biasimo a Michael e Calum.
“Ve l’avevo detto che era una pessima idea, ma voi non mi ascoltate mai!”
Io li guardo senza capire.
“Cosa cazzo state dicendo?”
Urlo fuori di me dalla rabbia.
“Beh, ecco. Diciamo che a un certo punto abbiamo pensato che fosse meglio per te e per noi che non ci sentissimo più, abbiamo pensato che i rapporti a distanza non funzionassero e che te la saresti cavata meglio senza si noi.”
Mi blocco un attimo, colpita dalla totale idiozia di questo ragionamento.
“Ma siete scemi?
Come pensate che mi sia sentita dopo che voi ignoravate deliberatamente le mie chiamate e i miei messaggi?”
“Io l’ho detto ai ragazzi che non era una buona idea, ma loro non mi hanno dato retta.”
Si difende Ashton, alzando le mani, come se potessi fare qualcosa con i piedi ad almeno dieci centimetri da terra.
“E da cosa avete capito che il vostro brillante piano era andato in merda?”
“Dal fatto che stasera non hai cantato, ti abbiamo visto, e ha solo pianto come se non ci riconoscessi o qualcosa del genere.”
“E avete ragione, non vi riconosco. Non siete più i miei amici, siete qualcun altro.”
“Non siamo cambiati, te lo giuro.
Dacci un’altra possibilità.”
Mi supplica Ashton.
“E per fare cosa? Rimanere fregata ancora la prossima volta che deciderete che è meglio rompere i rapporti con me per il bene di tutti?”
Rispondo amareggiata.
“Lasciatemi andare per favore.”
L’uomo mi mette a terra, Ashton si avvicina esitante, ma poi mi abbraccia come ai vecchi tempi e lo stesso fanno Calum e Luke, io scoppio a piangere.
I ragazzi si guardano senza sapere cosa fare.
“Ci penso io qui.”
Dice Michael e gli altri se ne vanno lasciandomi sola con lui, oddio adesso cosa faccio?
Ho il cuore a mille e mi sembra di non avere più una goccia d’acqua nel corpo.
Perché ha voluto rimanere da solo con me?
“Cosa vuoi, Mickey?”
Gli chiedo brusca, non deve immaginare che ho ancora una cotta per lui o sarebbe un disastro, non voglio che mi prenda in giro.
“Volevo chiederti scusa per la cattiva idea che ho avuto, vedendoti mi sono reso conto che hai sofferto e basta. Non erano questi i miei piani.”
“E quali erano? Abbandonarmi e sperare che mi dimenticassi di voi?
Come se fosse possibile!
Eravate i miei migliori amici!”
Sputo acida.
“Mi dispiace.”
“Lo sapevo che eri stupido, ma non credevo fino a questo punto. Non so se perdonarti o meno.”
Rispondo incrociando le braccia sul petto e abbassando gli occhi. Lui si siede accanto a me e mi alza il mento con le dita, io cerco di evitare comunque il suo sguardo.
“Perché non mi guardi più negli occhi?”
Mi chiede, io sto zitta, trattenendo le lacrime.
“Mi piaci, Alissia.”
Dice senza un nesso preciso.
“In che senso?”
“Come ragazza, mi sei sempre piaciuta.”
Io alzo lo sguardo ed incontro tra il grigio e il verde che cambiano a seconda della luce.
“E cosa vuoi che ti dica?
“Che bello, Michael! Diamoci un appuntamento?”
No, è troppo facile così! Sei sparito così, senza dare una spiegazione, senza curarti di me e dei miei sentimenti. Non è amore questo, quindi non uscirtene con la storia che ti piaccio, perché non è vero. Stai di nuovo giocando con i miei sentimenti, ma questa volta non ce la farai.
Addio, Michael Clifford!”
Mi alzo in piedi e corro fuori dalla porta dei camerini, senza curarmi delle sue urla, che urli quanto vuole, io non tornerò indietro.
Scanso Calum, Luke e Ashton che mi guardano confusi, come se non capissero il motivo della mia fuga, non che mi interessi dirlo a loro.
Guadagno l’uscita, ma nello stesso momento una mano forte si chiude sul mio polso e mi costringe a tornare dentro.
Io mi divincolo, ma chiunque mi stia stringendo è dannatamente più forte di me. Mi volto e – ancora una volta – mi trovo davanti al volto di Michael.
“Cosa vuoi?”
Gli chiedo con la voce incrinata dal pianto.
“Solo parlare, io non voglio farti del male, non ho mai voluto farti del male.”
Mi dice angosciato.
“Me ne hai fatto.”
“E mi dispiace, ti prego lasciami parlare.”
Mi lascio riportare indietro e anche questa volta i ragazzi mi guardano stupiti. Michael mi fa sedere di nuovo sul divano nero e chiude la porta dietro di sé.
“È abbastanza complicato o forse è semplice. Ci hai mai creduto alle storie sui migliori amici che si innamorano?”
Io non rispondo.
“Beh, io no. Fino a che sei arrivata tu.
Mi sei stata simpatica fin dal primo momento in cui  ti ho incontrata, mi piacevi perché nonostante avessi dei capelli strani non mi scansavi. Anzi sembrava che ti facesse piacere la mia compagnia per via di questi capelli che tanti hanno definito da sfigato.
Più il tempo passava e più diventavamo amici e mi sono reso conto di una cosa, che i miei sentimenti verso di te erano cambiati.
Non era più solo amicizia, mi piacevi davvero, ti volevo bene e finalmente il giorno in cui un tizio ci ha provato con te ho capito tutto.
Mi ero innamorato di te e questo era una disgrazia, capisci?
Non c’era nessuna ragione per cui io ti potessi piacere, quindi ho cercato di farmela passare in qualche modo.
Non ho ottenuto molto successo e il giorno in cui abbiamo iniziato i tour ho capito quanto fosse profonda la mia cotta. Chiamate e messaggini non mi bastavano mai, ma allo stesso tempo mi facevano stare male perché non potevo averti, così ho convinto la band che per te sarebbe stato meglio non sentirci più perché stavamo per diventare un gruppo noto.
È stata una grande cazzata dall’inizio alla fine e non mi ha aiutato, mi è bastato vederti in lacrime questa sera al concerto per farmi tornare al punto di partenza.
Quando ho visto che piangevi così tanto volevo solo mollare la chitarra e scendere a consolarti e ovviamente non potevo.
E adesso sto cercando di dire che – anche se mi sono  comportato  come uno stronzo – ti amo e vorrei che tu tornassi nella mia vita.
Per favore, dammi un’altra possibilità Alissia, ti dimostrerò che posso smettere di farti soffrire.”
Io rimango senza parole durante il suo lungo discorso e anche dopo, vedendo la mia reazione lui si passa una mano sul volto e comincia a passeggiare nervoso.
“Lo sapevo che non dovevo dirti nulla, ora ho rovinato anche la nostra amicizia, non vorrai mai più vedermi dopo questo.”
“Michael, fermati.”
“Sono un idiota, rovino sempre tutto quello a cui tengo.
Non riesco a combinarne una giusta.”
“MICKEY!”
Urlo e lui finalmente mi dedica la sua attenzione.
“Vieni a sederti su questo divano. ORA!”
Lui esegue i miei ordini e io gli butto le braccia al collo e lo bacio, lui risponde subito e comincia una battaglia tra le nostre lingue.
Ci stacchiamo solo quando non abbiamo più fiato, ho la testa appoggiata all’altezza del suo cuore e lo sento battere furiosamente.
“Cosa significa?”
“Hai presente il tuo lungo discorso di poco fa?
Ecco, potrei ripetertelo io parola per parola, se non per il fatto che ero certa che non ti saresti mai interessato a una strana ragazza come me, che per te sarei sempre stata un’amica.”
Lui si scosta da me e mi guarda negli occhi, è speranzoso e spaventato allo stesso tempo.
“Tu vuoi dirmi che anche io ti piaccio?”
Annuisco.
“Che mi vorresti come ragazzo?”
Annuisco ancora.
Lui lancia un urlo e si mette a ballare per la stanza, trascinando anche me.
Finito, si siede sul divano sfinito.
“Alissia, vuoi diventare la mia ragazza?
Giuro che ti tratterò bene e che ti chiamerò e ti inonderò di messaggini.”
Io sorrido.
“Sì, lo voglio. C’è solo un problema: non ho più una casa.
Mi hanno licenziata e il mese scorso ho venduto la macchina per pagarmi l’affitto, adesso sono totalmente a secco.”
Rispondo imbarazzata, abbassando di nuovo gli occhi.
“Non c’è problema, verrai con noi. Gli altri saranno felici.”
Non ne sono certa, ma non voglio rovinare la felicità che c’è nei suoi occhi.
“E adesso come tuo ragazzo mi concedi l’onore di baciarti?”
Io rido.
“Certo che puoi.”
Senza farselo ripetere due volte mi bacia e sento le sue mani accarezzarmi le spalle e i fianchi, per poi tornare verso il volto, le mie invece accarezzano il collo e poi i capelli: sono soffici anche se sono tinti di verde.
Alla fine finiamo sdraiati sul divano, io sul suo petto con le sue mani che giocano con i miei capelli.
Un leggero bussare ci avvisa che sono in arrivo e gli altri e infatti entrano Luke, Ashton e Calum.
“Vedo che avete risolto.”
“Uhm, sì.”
Risponde Mike, il suo respiro sul suo collo mi dà i brividi.
“Avrei un favore da chiedervi, ragazzi.”
Comincia Michael.
“Spara.”
“Alissia può venire in tour con noi?”
Loro si guardano sorridendo.
“Per noi non c’è problema, ma dovremo chiedere al manager.”
“Non penso farà problemi.”
Aggiunge Luke, io mi alzo e li abbraccio tutti, poi torno da Mickey, ma lui si è alzato.
“Dovremo proseguire le nostre coccole sul tour bus.”
Io sorrido e li seguo ubbidiente.
I ragazzi mi mostrano l’ambiente, poi Michael mi prende per mano e mi porta nel suo lettino, noto che ha le lenzuola di batman.
Sorridendo mi tolgo i vestiti e mi sdraio sul suo petto, lui riprende ad accarezzarmi e a baciarmi sulle tempie.
“Non ti lascerò mai più andare. Mai più.”
“Ti amo.”
Dico piuttosto a random.
“Anche io.”
Sorridendo seguo il contorno del suo tatuaggio con le dita e poi traccio cerchi sul petto, coperto solo da una canottiera.
Ben presto noto che i suoi occhi si stanno chiudendo e le carezze si fanno più lunghe. Alla fine una delle sue mani rimane ferma nei miei capelli e l’altra sui miei fianchi.
Gli do un bacio a fior di labbra e poi mi accoccolo meglio sul petto, pensando che ho trovato quello che cercavo.
Una casa, un posto sicuro.
La vita mi ha ridato quello che credevo di avere perso e non posso essere più felice.

Angolo di Layla

Questa è Alissia.

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