Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Carlotta_fangirl    08/07/2014    0 recensioni
Jay ha 17 anni e sua sorella è la sua unica famiglia. È una persona normale con un migliore amico, un cellulare all'ultima moda e tanti cd. Nessuno pare notarla molto, ma dopo aver incontrato un semplice ragazzo inizierà a cambiare. In bene o in peggio?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sono le 7:30. Dovrei essere sveglia da quasi un'ora ma proprio non riesco ad alzarmi da questo letto. Mia sorella è già pronta e il rumore dei suoi tacchi sul parquet mi da seriamente sui nervi così le tiro un peluche polveroso in faccia e la faccio cadere sul puff rosa che le ho regalato qualche anno fa. Impreca sottovoce poi, per tutta risposta, mi si fionda sopra e inizia a farmi il solletico. A volte non la sopporto proprio ma sono in giornate come queste che vorrei che lei non andasse a lavoro e io a scuola. < Svegliati dormigliona > mi sussurra all'orecchio. Ha una voce dolce e i suoi lunghi capelli color pece mi ricadono sopra gli occhi facendo da tendina ai raggi di sole che entrano dalla finestra della mia camera. Sospiro pesantemente e la butto a terra ridendo sotto i baffi. Si sono fatte le 7:40. Dovrei essere già in mezzo alla strada, invece sono mezz'addormentata, seduta sul letto con una mano sulla guancia e l'altra che con le dita sfiora il pavimento. Mi alzo e, come se fossi sbronza, barcollo verso il bagno inciampando di tanto in tanto in magliette, gonne e pantaloni sparsi per terra. Mi infilo dentro la doccia e giro la manopola verso il blu così che l'acqua esca fredda dai tubi e mi svegli più di quanto abbia fatto mia sorella Tracy. Esco tremante dalla doccia e inizio a correre prendendo dei vestiti che capitano sul mio percorso. Odoro un reggiseno per vedere se puzza ma a quanto pare è pulito. Mi metto una maglietta nera dei nirvana, dei jeans della giusta taglia (nè larghi nè stretti) e le mie vans nere col bordino verde acqua. Sono una persona semplice, monotona, il che si vede anche da come mi vesto. I miei capelli stonano con tutto quel nero e a volte vorrei tagliarmi questa grossa massa biondiccia che ho sulla testa. Prendo una spazzola ma dopo averla guardata attentamente nelle mie mani la butto a terra e esco con i capelli impiastricciati dal sonno. - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Corro verso scuola e entro poco prima della professoressa. Appena arrivata al mio banco, mi accascio sulla sedia e lascio le braccia a penzoloni cercando di mostrare almeno un po' della femminilità che mi rimane. La prof inizia a spiegare ma non riesco a seguire la lezione. Matematica non è la materia adatta da mettere a prima ora ma i professori si ostinano a mettercela ogni anno. Il tempo passa molto lentamente e al suono della campanella sospiro sollevata e approfitto di quei minuti per fare un piccolo riposino. Greco mi diverte di più e seguo la lezione, anche se ancora con qualche problema. Dopo due ore di greco e una di matematica scendo al bar per la ricreazione. Spendo i miei pochi risparmi per un panino e risalgo le scale, la strada più breve per arrivare nella mia classe. Cammino a testa bassa pregustandomi la mia merenda, quando urto una spalla e urlo < Il mio panino! > Mi giro per dire qualche parola alla persona che lo ha fatto volare ma vedo solo uno spruzzo di nero correre per il corridoio. Do un calcio al panino e inizio a correre anch'io, appresso a quella persona. È molto veloce e, quando penso di averlo perso, me lo trovo accanto. Mi sta prendendo in giro. < Scusami per il panino > mi dice. Indossa una camicia bianca e dei pantaloni grigio sporco. < Non credo di averti mai vista. Mi chiamo Calum > mi porge la mano e dal sorriso che sfoggia ho capito già tutto. È il solito play boy. Stringo riluttante la sua mano. Sembra accorgersene, mi lascia la mano e inizia a ridere. Lo guardo con faccia contrariata. < Che hai da ridere, razza di beota? > scosta i capelli nero corvino dagli occhi e scorgo del verde smeraldo che mai mi sarei immaginata. Ride ancora e mi guarda. < Tranquilla. Non sono il ragazzo che tutti pensano > mi dice < prova a vedere il mio aspetto e trovane il contrario. All'ora avrai capito la mia vera essenza. > il mio viso non nasconde lo stupore e, dopo essermi ripresa, inizio a camminare a passo svelto verso la mia classe. < beota > mi urla < non sentivo questa parola da anni! > pff, come se lui avesse vissuto tutti questi anni.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Carlotta_fangirl