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Autore: KleineJAlien    08/07/2014    1 recensioni
Sentiva di averla tra le mani e non solo per il fatto che in quel momento lei fosse appoggiata al suo petto e la stesse accarezzando con i polpastrelli rovinati dalle corde della sua chitarra, aveva in mano proprio la loro vita insieme.
Non erano pronti a dirsi addio.
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Throwing rocks at your window at midnight
You met me in your backyard that night
In the moonlight you looked just like an angel in disguise
My whole life seemed like a postcard
You were mine for a night
I was out of my mind
 
Mancavano ormai due minuti alla mezzanotte ed era più o meno da altrettanto tempo che Michael lanciava sassolini verso la sua finestra al secondo piano della villetta per farla svegliare, o meglio per attirare la sua attenzione, perché sapeva che Harriette a quell’ora non dormiva come i genitori pensavano.
Leggeva, girava su internet nonostante la connessione in quel posto faceva davvero schifo, ma non dormiva.
Pochi secondi dopo infatti, quella che pareva un angelo dagli occhi grigi e i capelli castani, apparve davanti a lui sotto il chiaro di luna.
-Mike che ci fai qui a quest’ora?- gli aveva chiesto lei in un sussurro riconoscendo immediatamente la sua chioma verde acceso.
Il buio quasi la rendeva ancora più visibile.
-Scendi ti porto in un posto- le rispose facendosi sempre più vicino all’abitazione.
Harriette si guardò un secondo alle spalle, poi portò nuovamente lo sguardo sul ragazzo e sorrise scuotendo la testa -Aspetta un momento-
Michael obbedì mettendo le mani all’interno delle tasche dei suoi skinny e guardandosi intorno allerta.
Subito dopo che la piccola abat-jour all’interno della camera della ragazza si spense, questa scavalcò il davanzale della finestra e lentamente aiutata dalla grata su cui era cresciuto un rampicante sempreverde, si calò per raggiungere l’istigatore di quella fuga.
Il ragazzo pensò che la sua vita in quel momento sembrasse proprio una cartolina.
A pochi metri dal prato ben curato del giardino sul retro, Harriette si lasciò avvolgere i fianchi e prendere al volo dal ragazzo.
-Sarai mia per una notte- le sussurrò una volta uno di fronte all’altro intrecciando la sua mano con le dita di quella della ragazza.
Era fuori di se. Lo era sempre quando era con lei
 
You were mine for a night
I don't know how to say goodbye
Making all our plans in the Santa Cruz sand that night
Thought I had you in the palm of my hand that night
 
Sdraiati sulla spiaggia di Santa Cruz, illuminati dalle forti luci cittadine provenienti dalle loro spalle e sotto la luna vigile, facevano piani, ipotizzavano il loro futuro una volta finita l'estate.
L'abitare distanti l'uno dall'altra dopo quei tre mesi estivi, era solo uno dei motivi a separarli. Il più tosto erano sicuramente i genitori di Harriette che vedevano in Michael una minaccia all'istruzione e all'educazione della figlia perfetta.
 Poteva anche avere i capelli verdi, i lobi bucati e suonare musica forte e rumorosa, ma dietro c'era altro, Michael era anche un bravo studente, un'eccellente studioso, ecco perché pensava seriamente di abbattere il muro che i genitori della ragazza avevano costruito per tenerli lontani decidendo di fare domanda anche lui ad Harvard.
In questo modo non l'avrebbero mai potuto separare da quella figlia che loro credevano davvero perfetta e in realtà non era.
Aveva ottimi voti, ma tante volte era stata mandata fuori dalla porta per le sue battutine fastidiose nei confronti del professore di matematica e perché masticava frequentemente il chewingum.
Non superava mai il coprifuoco, andava a letto presto e i genitori se ne accertavano sempre, ma non sapevano che spesso fingeva di dormire e che i cinque anni di ginnastica artistica fatti quando era piccola, l'aiutavano ancora ad evadere dalla finestra per tornare dagli amici.
E si suonare il piano le piaceva, soprattutto quando usava i suoi spartiti scaricati da internet sui Green Day e i System of a Down, spartiti che teneva accuratamente nascosti infondo ad un cassetto e che tirava fuori solo quando era sicura di essere sola in casa.
Si era innamorato per questo Michael, l'aspetto angelico di Harriette nascondeva in realtà un'anima ribelle come la sua.
Avevano tante cose in comune. Il futuro era una di quelle.
Sentiva di averla tra le mani e non solo per il fatto che in quel momento lei fosse appoggiata al suo petto e la stesse accarezzando con i polpastrelli rovinati dalle corde della sua chitarra, aveva in mano proprio la loro vita insieme.
Non erano pronti a dirsi addio.
 
Screaming at the top of my lungs til my chest felt tight
I told myself that I'm never gonna be alright
You had me wrapped around your finger
I'm wrapped around your finger
 
Verso mattina erano ormai poche le persone che giravano ancora lungo la costa e di li ad un paio d'ore sarebbero dovuti rientrare in modo che i genitori di Harriette non si accorgessero della sua assenza.
Non voleva darlo a vedere, credeva nel loro piano, eppure aveva paura di salutarla, non voleva separarsi da lei.
Sentiva una forte morsa stringergli il petto, i suoi tre migliori amici a casa se solo lo avessero visto lo avrebbero preso in giro, ma temeva che non si sarebbe più sentito bene senza di lei.
-Harriette ti amo!- urlò a squarciagola sul bagnasciuga verso l'infinito dell'oceano.
Non gli importava se qualcuno l'aveva sentito. Erano parole che pensava.
La ragazza si avvicinò a lui e lo baciò trattenendo a stento le lacrime.
Michael era completamente assuefatto da lei, era sotto il suo controllo e lo sarebbe stato anche al college.
Doveva solo tenere duro e aspettare qualche mese prima di rivederla durante l'orientamento ad Havard.
   
 
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