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Autore: TheShippinator    08/07/2014    4 recensioni
Hunter ha qualche problema con le evocazioni di trasfigurazione e Sebastian, il suo ragazzo, dovrebbe aiutarlo a fare ripetizioni. Il problema è che, una volta arrivato in dormitorio, non c'è nessuno tranne che il gatto di Smythe, Merlin. Hunter decide di confidarsi con lui, ma avrà una brutta sorpresa che, però, non finirà necessariamente male...
• Scritta per la Huntbastan Week, ispirata al prompt: Not Like Me •
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hunter Clarington, Sebastian Smythe
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Ups, I did it again...
Huntbastian Week, ispirato al Prompt: Not Like Me
 


Merlin faceva le fusa. Non era raro, ma era piuttosto insolito. Doveva essere davvero di buon umore!

Mosse le dita con più cura tre le orecchie dell’animale, strofinando la base della nuca e grattando piano piano poco sopra al collo coperto di pelo color nocciola.

Se c’era qualcosa che Hunter amava davvero, quelli erano i gatti.

Gatti di tutti i tipi. Non erano forse le creature più belle del mondo? Erano così eleganti, così maestose, così dignitosamente menefreghiste. Eppure, quando volevano, sapevano donarti amore e farsi amare. O, per lo meno, convincerti che era quella la loro intenzione, quando magari avevano solo voglia di farsi grattare dietro le orecchie. Sono ingannatori, i gatti.

Era stato così felice, quando, in fondo alla lettera ricevuta da Hogwarts il Primo Anno, aveva letto che era possibile portare con sé un animale. Si era subito attaccato al collo di Clarence, il suo nuovo cucciolo, supplicando i genitori di poterlo portare con sé a scuola.

Aveva, ovviamente, ottenuto il permesso.

Quando sei un bambino normale per tutta la vita e a undici anni ricevi una lettera, portata da un tizio un po’ strambo, che ti dice che hai dei poteri magici, la prima cosa che vuoi fare è essere certo di avere una compagnia in quel mondo che non conosci e del quale presto farai parte. Hunter aveva scelto il suo gatto. L’opzione di comprare un gufo o un rospo, sinceramente, gli faceva anche un po’ schifo. Era convinto di poter comunicare con i suoi genitori anche tramite la posta babbana, cosa che, molto presto, si rivelò essere praticamente impossibile.

Il suo Primo Anno ad Hogwarts fu pieno, pieno di sorprese. La prima fu essere assegnato alla Casa di Serpeverde. Avendo vissuto tutta la vita tra i babbani, Hunter non aveva idea che questa fosse una cosa vista di cattivo occhio da una buona parte dei presenti.

Era determinato, era ambizioso. Aveva scoperto un mondo che gli calzava a pennello, che completava tutte le domande che si era sempre fatto, e adesso voleva dimostrare a tutti che era il migliore, che lui era stato scelto per farne parte.

Ben presto si accorse di non essere l’unico figlio di babbani, lì ad Hogwarts, e capì anche che il suo Smistamento in quella Casa era un evento più unico che raro.

Molti dei suoi compagni gli stavano alla larga, perché non volevano “mischiarsi con la feccia”.

Clarence si rivelò davvero l’unico suo amico per molto, molto tempo.

I professori lo ammiravano, elogiavano i suoi sforzi e le sue capacità, ma per i compagni questo era solo un ulteriore motivo per escluderlo. Tutti lo ignoravano. Tutti tranne Sebastian…

Il micio si rigirò sul letto, mettendosi quasi a pancia in su. Hunter continuò a grattargli piano il mento ed il collo, sdraiandosi di fianco a lui con calma, lentamente, per non disturbarlo.

«Sei contento oggi, eh?» domandò il ragazzo al felino, che rispose con un semplice e lieve miagolio.

Hunter sorrise, scivolando piano a coccolare il gatto sul petto.

«Dì, hai visto da qualche parte quello stupido del tuo padrone e Clarence?» chiese di nuovo. Il micio interruppe le sue fusa per qualche secondo, giusto il tempo di squadrarlo con quegli occhi di un verde/nocciola così presenti, così intelligenti… Hunter sospettava che Merlin fosse mezzo kneazle.

«Lo prendo come un no…» borbottò semplicemente il ragazzo, portando la mano sulla sua pancia ed iniziando a strofinarlo con delicatezza.

Ricordava la prima volta che aveva visto Sebastian e, quindi, anche Merlin.

Merlin era un Maine Coon ed era davvero, davvero grosso. Occupava, da solo, una buona metà del letto. Di sicuro, i genitori di Sebastian non si erano risparmiati quando avevano deciso di prendergli un compagno di giochi. Perfino il micio doveva essere un purosangue. Hunter era convinto, comunque, che avesse una certa vena magica. Il suo nome, invece, aveva tutto il sapore di Sebastian. Come poteva, il suo gatto, avere un nome diverso dallo Stregone più famoso ed istruito di tutti i tempi? Merlino, dopotutto, era anche stato un Serpeverde!

“Merlino è il più grande Stregone di tutti i tempi e Merlin sarà il gatto più grande di tutti i tempi!” ripeteva spesso Sebastian, quand’era piccolo. Alla fin fine, aveva anche ragione, vista la razza.

Hunter, solitamente, si limitava ad annuire, sorridere ed allungare un altro pezzetto di pollo a Clarence.

Lui e Sebastian si erano veramente conosciuti solo durante le vacanze di Natale del Primo Anno. I genitori di Hunter erano impegnati in un trasloco che li avrebbe portati in un’altra città a causa del lavoro del padre. Farlo tornare a Londra, quando loro non sarebbero potuti essere lì, era semplicemente stupido; quelli di Sebastian, invece, erano stati invitati a trascorrere il Natale nella residenza egiziana di un vecchio amico di famiglia, noto anche per mal-sopportare i bambini. Nonostante i genitori avessero chiesto al figlio se voleva comunque tornare a casa e passare il Natale con i nonni, in Francia, come ogni anno, lui aveva detto di no.

Erano, così, rimasti solo loro ed un paio di altri Serpeverde lì a scuola. Sebastian, poco abituato alla solitudine, alla fine aveva ceduto. Finite le vacanze, i due avevano legato terribilmente.

Furono amici, all’inizio, finché non iniziarono a crescere. Intorno al quinto anno, capirono che tra loro c’era decisamente più che un’amicizia, anche se la cosa andava tutta contro a Sebastian, i quali genitori non avrebbero mai approvato una relazione con un figlio di Babbani.

A Sebastian, tuttavia, questo sembrava importare relativamente…

Hunter sospirò e si mise a pancia in su. In effetti, la sua relazione con Sebastian era strana. Nel suo mondo, quello babbano, non sarebbe importato a nessuno della sua discendenza, ma molto più del fatto che gli piacevano non solo le ragazze, ma anche i ragazzi. Nel mondo magico, invece, a nessuno importava con chi dormivi, ma solo se avevi degli avi con esami del sangue perfettamente nella norma.

«Dovevamo esercitarci in trasfigurazione. Lo sa che le evocazioni sono l’unica cosa che mi da problemi… come può aspettarsi che passiamo del tempo insieme se se ne va in giro e non mi aiuta con i compiti? È ovvio che poi, quando si fa vivo, tutto il tempo libero che abbiamo dobbiamo trascorrerlo con la bacchetta in mano. E lo sai, non lo intendo in quel senso

Merlin diede una sorta di sbuffo che quasi Hunter scambiò per una risata.

«E poi abbiamo gli allenamenti di Quidditch, quindi altro tempo levato sia allo studio che a noi… Va bene, siamo sul campo assieme, ma mentre lui cerca di prendere il Boccino e vola un po’ dappertutto, a me tocca starmene fermo davanti alla porta. Non possiamo nemmeno fare un paio di azioni insieme. Fossimo almeno entrambi Cacciatori… Ma a me il ruolo di Portiere piace e lui è perfetto come Cercatore.» continuò Hunter, immerso in un vero e proprio sfogo.

Il Maine Coon portò in alto una delle due zampe, andando a picchiettare giocosamente la punta del naso di Hunter. Lui rise, mentre il micio si rimetteva sulle quattro zampe e decideva di cercare di salirgli sul petto. Grosso com’è, un gatto di questo tipo è davvero, davvero pesante. Lui sembrava non essere consapevole di questa sua piccola particolarità, tanto che si arrampicò con grazia proprio sul petto di Hunter, sistemandosi lì e nascondendo le zampette anteriori sotto al petto, ripiegate. Così sdraiato, coda esclusa, era lungo quanto tutto il suo torso più il suo inguine. 

Merlin portò il muso in avanti, estraendo la lingua rasposa e leccando il mento di Hunter.

«Sì, lo so… grazie per il tentativo, ma penso che gli farò una bella ramanzina…» borbottò Hunter, con il fiato un po’ corto a causa del piccolo leone che gli stava sdraiato sul corpo.

Sollevò la mano destra e tornò a carezzare il gatto tra le orecchie. Quello chiuse gli occhi e ricominciò a fare le fusa, mentre Hunter percorreva tutta la sua schiena con la mano, fermandosi un po’ di più a regalare qualche grattatina proprio alla base della colonna vertebrale, giusto prima della coda. Il gesto faceva aumentare le fusa di Merlin ancora di più.

Un lieve miagolio, che non proveniva dal gatto che aveva sul petto, gli fece voltare il capo. Non riusciva a vedere nulla, ma aveva riconosciuto la voce del suo Clarence.

«Clarence? Vieni sul letto, micio…» lo invitò il padrone, schioccando la lingua un paio di volte.

Presto, sentì un piccolo botto ed un peso circa all’altezza dei piedi. Aguzzando meglio la vista, e schivando il muso di Merlin, che si era voltato a guardare, riuscì a scorgere il persiano bianco avanzare nella sua direzione. Si fermò solo per annusare una delle zampe posteriori di Merlin, per poi regalargli una smorfia da gatto: aprì la bocca, mise in mostra i denti e soffiò.

«Clarence! Non ci si comporta così! Merlin lo conosci, non devi sof-…»

Un altro tonfo, sempre sul suo letto, impedì ad Hunter di terminare la frase. Dall’altra parte del materasso c’era… Merlin.

«Merlin?» domandò Hunter, confuso.

Il micio in fondo al letto miagolò con voce vibrante, rispondendo al suono del suo nome, quindi sollevò una zampa ed iniziò a leccarla, per poi strofinarsi un orecchio. Hunter si mise ad osservarlo, quindi guardò il gatto che gli stava ancora tranquillamente acciambellato sul petto.

Quello in fondo al letto aveva il pelo nocciola scuro, questo lo aveva più chiaro.

Quello in fondo al letto era bello rotondetto, questo era più longilineo.

Quello in fondo al letto aveva gli occhi arancioni, questo li aveva verde/nocciola.

Quello in fondo al letto si stava pulendo il muso, questo sorrideva ed ammiccava.

Hunter sollevò le sopracciglia ed aprì la bocca, cominciando ad immagazzinare abbastanza fiato per poter urlare contro a…

«Sebastian!!»

Le fusa del gatto sul suo petto aumentarono a dismisura, mentre le fattezze dell’animale cambiavano. Si stava facendo più grosso e il suo aspetto era diverso. Metà animale, metà umano. Anche il peso sul corpo di Hunter stava aumentando, perché quello che vi era sdraiato sopra non era più un gatto, ma un mezzo essere umano. Il pelo cominciò ad andare via, radunandosi solo sulla sommità del capo, le orecchie scesero e si fecero più rotonde, il muso da gatto si disciolse in un volto ben più affilato e decisamente umano, mentre le zampe andavano ad allungarsi e a tornare gambe e braccia, dotate di mani e piedi. La coda, beh, quella era sparita e basta.

«Frrrrrrrrr….. mmmmmh adoro quando mi gratti proprio in fondo alla schiena…»

Le fusa si trasformarono in un lieve verso prodotto dalla gola del ragazzo che ora se ne stava accoccolato su di lui. Decisamente più pesante, decisamente più faccia tosta. La testa era appoggiata sul suo petto, gli occhi chiusi.

«L’hai fatto di nuovo!» esclamò Hunter, cercando di levarselo di dosso, mentre Clarence ringhiava contro a Sebastian, non gradendo, probabilmente, che gli avesse rubato il posto.

«Mi sorprende, a dire il vero, che tu non abbia ancora imparato a distinguermi da Merlin.» rispose Sebastian, aprendo gli occhi e rivolgendogli un furbo sorriso felino.

«Siete praticamente identici! Devi smetterla di fare questa… cosa!» si lamentò nuovamente Hunter, mentre Sebastian strofinava la fronte, il naso e le labbra contro la sua guancia.

«È troppo divertente… sei praticamente il più bravo della classe di trasfigurazione, me escluso, e ancora non riesci a distinguere un Animagus da un animale vero. Dovremmo dirlo alla McGranitt.» disse piano Sebastian, ignorando di nuovo il persiano, che, sconfitto, decise di saltare giù dal letto e cercare coccole altrove.

«Mi farà punire.» borbottò Hunter, distogliendo lo sguardo, cercando di non lasciarsi distrarre dagli atteggiamenti del ragazzo.

Merlin miagolò e saltò giù dal letto a sua volta. Qualche piccolo tonfo fece sapere ai presenti che lui e Clarence avevano intrapreso una specie di lotta tra mici, ma la cosa non sembrava interessare nessuno di loro due.

«Ti farà fare ripetizioni. Un sacco di ripetizioni. Dal suo assistente.» aggiunse Sebastian, sollevando un po’ il capo e sorridendogli sornione, raggiungendo la punta del suo naso con il proprio.

«Sebastian, sei tu il suo assistente. E fai schifo, avevamo ripetizioni oggi.» rispose Hunter, aggrottando le sopracciglia e posando, distrattamente, le mani sui fianchi dell’altro. Sebastian sussultò e si morse il labbro inferiore.

«Immagino che quindi dovrei essere punito anch’io…» sussurrò Sebastian con voce roca, abbassandosi un po’ e raggiungendo le labbra di Hunter con le proprie.

Nonostante le mancate ripetizioni, alla fin fine, avrebbero probabilmente passato comunque tutto il pomeriggio con le bacchette in mano…


*


Ciao a tutti! Mi sono lasciata prendere la mano, come succede sempre quando decido di accorpare qualcosa che mi piace tanto al mondo di Harry Potter. Fortunatamente sono riuscita a stare sulle 2000 parole, ma so che sarei anche potuta andare avanti xD Sono scandalosa xD Volevo ringraziare tutti coloro che hanno letto la ff precedente e che mi hanno fatto i complimenti, davvero! Grazie <3

Come al solito, vi lascio i miei contatti!
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Baci, Andy <3
  
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