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Autore: MariaJDB97    08/07/2014    2 recensioni
I suoi capelli erano sempre di un colore diverso. Decisi di nominarla Arcobaleno.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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­Il ventilatore  continuava a girare. Destra ,sinistra. Destra,sinistra.
Seguivo con gli occhi il suo movimento. Senza di lui sarei morto. Un giorno d’estate come questo non puoi non avere un ventilatore o anche meglio un condizionatore. La mia canotta bianca per fortuna mi teneva abbastanza al fresco. E i miei boxer facevano lo stesso. Il foglio e la penna erano ancora fermi immobili sul tavolo di ciliegio, presente al centro della sala. Afferrai la penna convinto che avrei cominciato a scrivere qualcosa. Ma purtroppo buttavo fogli ogni due secondi. Quello che scrivevo, non avevo il coraggio di farlo leggere. Erano sentimenti troppo forti da scrivere su carta. Dovevano essere detti a voce. Ma al momento non potevo. Lei era lontana da me. Dovevo arrangiarmi con una semplice lettera. È l’unica cosa che possa darle qualcosa che io ho sentito, ho toccato.
Un’e-mail non potrebbe mai rimpiazzare la mia grafia, il mio profumo, le mie lacrime. Lei deve sentirmi. Nonostante io sia lontano. Una telefonata avrebbe provocato una mia scena muta o un suo rifiuto di chiamata.
 
<< Non strappare il foglio. Leggi. È importante.. per me.
Io non ho mai voluto farti del male e tu lo sai. Tu sai quanto io tenga a te. Tu sei la mia migliore amica, sei l’unica persona che capisce io come mi senta. Spesso mi sono chiesto perché io meritassi una vita così disastrosa. In tutta la mia vita me lo sono sempre chiesto. Ma poi sei arrivata tu. Quel giorno era stato il primo pieno di luce in tanti anni di sofferenza. I tuoi occhi neri come la pece. I tuoi capelli che erano sempre di un colore diverso. Arcobaleno. Il tuo sorriso grande quanto la luna. Era come se Dio avesse finalmente avuto pietà di me. I giorni passavano, e noi eravamo sempre più stretti. Ti ricordi quel parco? In Marvin street?
Ci rincorrevamo come bambini di 5 anni. Ti prendevo sempre. Ammettilo la corsa non era il tuo forte, piccola. E le ore distesi sul prato. Non potrò mai dimenticare tutti i momenti di pace che mi hai fatto provare. La vita grazie a te mi sorrideva. E il sorriso che aveva la vita era il tuo. Il più bel sorriso che abbia mai visto.
E ricordo la tua fissa per i piercing. Ero sempre contrario. Per non parlare dei tatuaggi. Ma su questo eravamo in due. La mia bad girl.
E non posso dimenticare le scorpacciate di gelato alla vaniglia davanti a film strappalacrime. Tu odiavi il cioccolato e obbligavi anche me a mangiare la vaniglia. Non che non mi piaccia. Ma credo che la mia lingua ne abbia avuto abbastanza. Le patatine nella coca-cola. Te le ricordi? Ero disgustato. Ma poi mi hai obbligato a provarle e mi sono piaciute. Il volo in paracadute. Con quello avrò perso tutte le sette vite. Ma è stato pazzesco. Tu mi hai fatto vivere. Tutte le piccole e grandi cose che abbiamo fatto insieme, da solo non le avrei mai fatte. Diciamo che tu sei stata il mio peperoncino nel deretano. Non prenderla come un offesa, ci manca solo questa..
Sto cercando di farti capire che tu sei la mia vita. E io non voglio perdere la mia vita, non voglio morire. Voglio che tu mi faccia vivere ancora. Come hai sempre fatto. Non voglio che tu mi abbandoni. Sicuramente non ti interesserà cosa io voglio. Ma non lasciarmi andare. Io ho bisogno di te. È come se fossi rinchiuso in una gabbia senza di te. Non riesco a liberarmi. Perché mi manca la libertà. Sei tu la mia libertà.
Non sono mai stato il tipo romantico, e lo sai. Ma adesso è arrivato il momento di sperimentare anche quello. Con te. Solo e sempre con te. Vorrei tanto che tu fossi qui con me. A giocare a fifa. Come facevamo sempre nei pomeriggi di pioggia. Tu sei perfetta. Si vede che io non merito cotanta perfezione. Se la professoressa Richards leggesse questa lettera sarebbe meravigliata. Avrebbe sempre voluto che nei miei temi scrivessi qualcosa del genere. Vedi, solo tu riesci a tirare fuori il meglio di me, a quanto pare anche scolasticamente. Il liceo non lo dimenticherò mai. Perché c’eri tu. Sempre con me. Mai lasciato andare. Quello che voglio è che tu torni da me. Se tornerai non ti lascerò mai più andare via. Mai più ti permetterò di scappare. Mai più. Se litigheremo l’unico posto che vedrai saranno le mie braccia piene di inchiostro. E nient’altro. Non permetterò a nessuno di portarti via da me. Sarebbe come privarmi da un momento all’altro del mio respiro. E io voglio respirare. Voglio respirare il tuo profumo di rose e more.
Non dimenticarti che il tuo Muffin è sempre qui. Non se ne andrà mai. Il tuo Muffin al caramello. Ricordi? Non mangiavi mai un Muffin senza il caramello. E quando hai notato che i miei occhi erano simili al caramello e che ero dolce come un muffin mi hai dato il miglior soprannome del mondo. Lo odiavo. Ma pagherei miliardi per sentirti chiamarmi così un’ultima volta, mia piccola Arcobaleno.
Quando un unicorno arcobaleno si presenterà a casa mia, potrò dire di averti dimenticata.
Tuo per sempre.
Justin.  >>
 
Posai la penna. Fissavo il vuoto. E le mie lacrime continuavano a scendere. Mi mancava così tanto. Ho fatto più male a me stesso, scrivendo questa lettera ,che a lei. La richiusi  in una busta bianca e corsi ad imbucarla. Doveva averla tra le sue mani il più presto possibile. Correvo più veloce che potevo. Sentivo il vento tra i capelli,sulla faccia,su tutto il corpo. Come se avesse voluto spingermi via. Ma io ero più forte di chiunque altro. Lei doveva tornare da me. Mi fermai davanti all’ufficio postale col fiatone. Salii le poche scale ed entrai velocemente. Mi recai al primo sportello libero.
“ragazzo, tutto bene?” mi disse una signora minuta che si trovava dietro allo sportello.
“devo spedire questa lettera con urgenza!” dissi riacquistando aria.
“ok, 1 dollaro.” Disse stampando un timbro sulla lettera. Porsi la banconota per poi riprendere parola.
“quanto tempo ci metterà?” chiesi ansioso
“due, tre giorni ragazzo.” Mi disse sorridendo
“ok, grazie arrivederci.” Dissi uscendo fuori dall’ufficio con un peso in meno e uno molto più grande sulle spalle.
Adesso dovevo aspettare 3 giorni. E le probabilità di risposta erano davvero poche. Sospirai e mi recai a casa.
 
 
 
Erano passati 4 giorni e di lei nessuna traccia. Me lo sarei dovuto aspettare. So che è solo passato un giorno dall’arrivo e magari avrebbe potuto anche fare ritardo. Ma il pessimista che è in me ha sempre la meglio. Quella mattina ero andato in spiaggia. Un po’ di mare fa sempre bene. Ricordo tutte le estati passate con lei. Eravamo continuamente a farci scherzi. A stuzzicarci. Con lei è sempre stato uno spasso. Se c’è la piccola Arcobaleno in giro non puoi annoiarti. È proprio contro regola. Decisi di ritornare a casa. Ancora illuso dalla possibilità di una risposta. Di un piccolo foglietto che potrebbe ancora darmi la speranza.
Dopo una breve doccia. Mi fermai come tutte le sere a fissare il soffitto. Sentii dei rumori dall’ingresso. Non poteva essere il postino alle 10 di sera. Decisi di andare a controllare. Era stata solo una mia fottuta paranoia.
‘Drin,Drin’
Sentii il campanello. Ed entrai in panico chi è a quest’ora? In località di mare potrà essere solo un marocchino in cerca di soldi. Decisi di armarmi con la mia fedele mazza da baseball. Il campanello continuava a suonare e la mia ansia continuava a crescere. Mi soffermai davanti alla porta e con velocità aprì la porta puntando la mia mazza davanti allo sconosciuto.
“ma che cazz..” sentii una voce così familiare.
“Muffin, possibile che per difenderti usi ancora quella mazza da baseball?”
“P-pic-cola..” balbettai sgranando gli occhi. Buttai la mazza a terra e la strinsi tra le mie braccia.
“t-tu s-sei q-qui! t-tu s-sei qui!”
“si, brutto stronzo. Sono qui, brutto stronzo. E starò qui con te per sempre, brutto stronzo.” Disse dandomi tanti pugni dietro alla schiena.
Mi staccai da lei e le presi il viso tra le mani. Le baciai la fronte. Ogni centimetro delle sue guance, il suo naso, gli occhi. Baciai via le sue lacrime. Arrivai alle labbra e mi fiondai come se dipendessi da loro. La baciai con tutto l’amore che avevo in corpo. 
Mi strinse a sé dalla vita. Con le sue piccole braccia. E in quel momento non potei desiderare altro che lei. Mi spinse all’interno della casa. E portò le sue mani dietro la mia nuca. Si staccò e mi guardò negli occhi.
“Muffin, mi sei mancato così tanto. Tu non sai quanto ho avuto bisogno di te. Mio dolce Muffin…” Disse accarezzandomi il viso. Stavolta fu lei a baciarmi stringendo il mio viso con le sue piccole mani. L'avvicinai a me più che potei accarezzandole la schiena. Lei era tornata. Era venuta qui per me. Solo per me. Solo per Justin.  
“Arcobaleno, io… t-ti amo.”
“t-ti amo anche io, Mu-Justin.”
“Alex, mi sei mancata così tanto. Non lasciarmi mai più.” Dissi abbracciandola più forte che potei, quasi soffocandola.
“Mai più.”
“Justin?”
“mmh..?”
“quando il mio muffin sarà privo di caramello, potrò dire di averti dimenticato.” Disse sorridendomi sornione. Sorrisi più che mai.
Si accomodò sul divano insieme a me.
“ti amo.” Disse accarezzandomi i capelli. Mentre ero disteso su di lei.
“ti amo anch’io. Bentornata Arcobaleno.”dissi stringendomi a lei.
“Bentornato Muffin.” Disse baciandomi il capo.
 
 
 
Salve ragazze. Questa è la mia prima os. Non so stamattina mi sono svegliata con la voglia di scrivere ed eccomi qui. So che sarà qualcosa di osceno e orrendo. Ma ho deciso comunque di condividerlo con voi.
Spero che vi piaccia almeno un pochino.
Ciao bellissime. <3
Swag <3. M.
  
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