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Autore: NicoH    08/07/2014    1 recensioni
Quel giorno l'acqua era decisamente fredda. Nemmeno a farlo apposta, considerato l'evento che si sarebbe tenuto tra circa cinque minuti. Non che gli importasse, ma una parte della sua mente fantasticava sulla remota possibilità di essere estratto alla mietitura come tributo.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Finnick Odair
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Quel giorno l'acqua era decisamente fredda. Nemmeno a farlo apposta, considerato l'evento che si sarebbe tenuto tra circa cinque minuti. Non che gli importasse, ma una parte della sua mente fantasticava sulla remota possibilità di essere estratto alla mietitura come tributo. Galleggiando nell'acqua, Finnick stava ricordando le due passate mietiture, e non poteva fare a meno di ridere; ridere, esattamente. D'altronde, ridere era l'unico modo per non lasciare campo libero alla paura, e in quel giorno di paura ce n'era fin troppo, sia tra i ragazzi sia tra i genitori. L'acqua stava attutendo il rumore di inizio cerimonia, con il solito video sulla storia di Panem. Se non ricordava male, dopo una guerra nucleare( che cos'era, poi?) il suo paese era stato diviso in 13 distretti; una guerra civile aveva però portato alla distruzione del tredicesimo distretto e alla nascita dell'evento quel giorno celebrato. Gli Huger Games. I giochi della fame, e nome più adatto non esisteva, credeva lui. Per evitare ulteriori rivolte, il ''cuore pulsante'' di Panem, Capitol City, aveva indetto questo spettacolare evento per evitare rivolte e ricordare che distruzione porta distruzione. Da 65 anni, per ogni distretto venivano selezionati due tributi, un ragazzo e una ragazza dai 12 ai 18 anni, e venivano gettati in un'arena e mandati al macello, sostanzialmente. E solo il più forte sopravvive, in questi eventi, portando al suo distretto e alla sua famiglia onore e scorte extra di alimenti. Proprio ora Emma Winkerforth, l'addetta alla mietitura, aveva estratto il nome del tributo femminile... Una certa Eleonore, con un qualche cognome troppo strano per essere ricordato.

Ora veniva il momento atteso con una feroce allegria, un misto di orgoglio, paura e felicità. Non sarebbe uscito, quell'anno, non poteva, non doveva. Non per paura, quella aveva deciso di lasciarla in preda all'oceano; non voleva abbandonare la sua famiglia, che riusciva a vivere solo grazie a lui. Nel distretto 4, tutti lo consideravano una specie di miracolo, un Dio addirittura, e non solo quello. A Finnick non dispiacevano tutte quelle attenzioni, ma a volte avrebbe volentieri scambiato il suo dono con un giorno di pace.

 

 

 

Ripensandoci, forse sarebbe stato saggio prendere la paura con se e lasciarsi in balia dell'acqua.

Aveva capito male, molto probabilmente. Un certo Finn era stato scelto tra i tributi maschili, e ora iniziava un calcolo veloce di conoscenze: Finnick poteva vantarsi di conoscere quasi tutti i ragazzi del distretto, ma in fondo non gli importava nemmeno di quelle persone, attratte solo dalla sua figura e non dalla sua anima, così la chiamava lui. Quindi, tirate le somme, non vi era nessun ragazzo il cui nome iniziasse con Finn.

L'acqua, d'un tratto, divenne più calda. Non che in questo momento fosse la cosa peggiore. Aveva la vista annebbiata, e il cuore stava battendo decisamente tropo forte per i suoi gusti. L'unica cosa a salvarlo( fortunatamente o sfortunatamente) fu la mano di un soldato del distretto, Fil. Benedetto quell'uomo. Si era sempre preso cura della famiglia di Finnick, da quando era stato trasferito; correva spesso rischi per regalargli qualche porzione di cereali in più, e per ogni compleanno era il primo a fargli un regalo. Il più utile, a memoria, era un vecchio libro, di poche pagine, con tutti i tipi e combinazioni di nodi esistenti, nessuno escluso. Se ne avesse avuto la possibilità, avrebbe costruito volentieri un cappio con le alghe per impiccarsi.

Riprendendo lucidità, il ragazzo si accorse Fil gli stava stringendo la mano in maniera decisamente dolorosa, e il suo sguardo non aveva un obbiettivo. Usciti dall'acqua, il soldato asciugò velocemente Finnick con una tovaglia, per poi caricarlo in malo modo sulle sue spalle. Ogni passo era un piccolo tridente che colpiva il suo cuore, senza possibilità di sollievo, e più si avvicinavano alla piazza principale e più si sentiva tensione e fibrillazione.

Con un leggero imbarazzo, il ragazzo venne fatto scendere sul palco, dove sedevano il sindaco, Emma ed Eleonore. Il primo, Tom, un uomo di gradevole e imponente aspetto, aveva gli occhi fissi sul ragazzo, e lo stavano studiando centimetro per centimetro. Eleonore, paonazza in viso, era sul punto di una crisi di nervi -e come non poterla biasimare- ,mentre la posizione del corpo era innaturale.

Emma, al contrario delle due persone presenti nel palco, era completamente presa dal colore delle sue unghie, uno sgargiante giallo contornato da verde smeraldo. Nemmeno un daltonico avrebbe utilizzato quell'accoppiata, secondo Finnick, ma i gusti son gusti. Terminata la cerimonia, venne pronunciata quella frase tanto ridicola quanto veritiera, che portava con sé la sicurezza di essere stati effettivamente nominati per gli Hunger Games. E possa la Buona Sorte essere sempre a vostro favore.

 

 

Finnick aveva preferito non vedere la sua famiglia; non per egoismo, non per un ultimo addio, ma solo per paura. La paura di affrontare una madre malata, un padre non proprio sobrio, e chi più ne ha più ne metta. Aveva quindi atteso il treno che portava a Capitol City alla stazione, tutto solo, sorvegliato da alcune guardie. Stava ricordando quel pomeriggio afoso di diverse settimane fa, un pomeriggio di pesca con suo nonno. Il vecchio, così lo chiamava scherzosamente, non dimostrava affatto la sua età e anzi, era attivo e produttivo.

L'ultimo pomeriggio, in compagnia del nonno che era come un padre, passato in una vecchia barchetta ad aspettare qualche pesce stupido; non avevano parlato molto, ma questo stava bene ad entrambi in quanto la pesca è solo pazienza e silenzio. A fine giornata, il vecchio, aveva fatto a Finnick il dono più speciale che avesse mai ricevuto. Un magnifico tridente, nero opaco, che scintillava sotto la luce leggera della luna. Quell'oggetto era l'unico ricordo che il ragazzo avesse del nonno, ucciso il giorno dopo la pesca infruttuosa da un soldato ubriaco.

Soffermando lo sguardo all'orizzonte, Finnick poté vedere una freccia di metallo sferzare l'aria e correre verso la sua direzione. Erano passati esattamente 34 secondi, da quello sguardo, prima dell'arrivo del treno.

Voltandosi indietro, una piccola lacrima cadde sul terreno scivoloso della stazione.

Come ultimo dono al suo distretto, una goccia d'acqua.













Angolo autore
Bene, eccomi qua. Non ho molto da dirvi per ora, è la prima storia su Hunger Games che scrivo e pubblico, e sarei molto grato se mi faceste il favore di lascriare una recensione con le vostre opinioni e considerazioni sulla storia. Come direbbe Effie, may the odds be ever in your favor
Angolo autore Bene, eccomi qua. Non ho molto da dirvi per ora, è la prima storia su Hunger Games che scrivo e pubblico, e sarei molto grato se mi faceste il favore di lascriare una recensione con le vostre opinioni e considerazioni sulla storia. Come direbbe Effie, may the odds be ever in your favor
   
 
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