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Autore: Nymeria Tyrell    09/07/2014    2 recensioni
"Si erano voluti così tanto. Si erano amati così tanto. Ma nessuno dei due era stato disposto ad ammetterlo, si erano lasciati scivolare il loro amore dalle mani"
"“Chi si fa i cazzi suoi campa cent'anni” dice un vecchio e sempre vero detto. “Peccato che qui sembra che nessuno voglia vivere a lungo” si è recentemente aggiunto, e mai continuazione di un detto è stato così vero"
Questa è la mia primissima storia, premetto che non scrivo più da così tanto tempo che temo di essermi dimenticata come si fa, chiedo venia.
Se vorrete perdere del tempo per leggerla farete di me un Happy snowman
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Si erano voluti così tanto. Si erano amati così tanto. Ma nessuno dei due era stato disposto ad ammetterlo, si erano lasciati scivolare il loro amore dalle mani. Forse era successo perché lui era fidanzato, forse era successo perché lei non sarebbe potuta restare con lui.

Chiariamoci, lui non era uno stronzo la sua ragazza l'amava sul serio, ma con lei era diverso. Lei la conosceva e l'amava da sempre, peccato che non se ne era reso conto fino al giorno in cui lei non lo aveva informato della sua partenza. Non sarebbe più tornata, aveva trovato lavoro, peccato che lo avesse trovato ad Auckland, in Nuova Zelanda, peccato che lui non avesse le possibilità per seguirla.

Lui aveva capito di amarla una sera, erano con amici su un prato ad agosto, lei aveva la schiena appoggiata sul tronco di una vigna, la gonna lunga sollevata fino alle cosce i capelli corti scompigliati, una sigaretta nella mano sinistra e lo sguardo che puntava al cielo. Lui le si era avvicinato, aveva appoggiato la testa sulle sue gambe, e le aveva rubato la sigaretta, lei iniziò a giocare con i suoi capelli. Iniziarono a parlottare tra di loro, della storia di lui, delle aspettative di lei; poi quest'ultima scoppiò in una risata cristallina, e in quel preciso momento Federico si rese conto che non voleva lasciarla andare.

Mancavano sette mesi e mezzo alla partenza di Chiara.

Lei, d'altro canto, sapeva da sempre di essere innamorata di lui: da quel giorno che lo incontrò nel parco vicino al campo di tennis: era andata lì con degli amici, si era seduta sull'altalena. Quando lo vide arrivare da lontano, sentì una presa viscerale in fondo allo stomaco. Pensò di avere fame. Soltanto poi comprese che non era la fame, e non era nemmeno la novità del nuovo ragazzo conosciuto, quella morsa le sarebbe rimasta ogni volta l'avesse incrociato, con gli anni sarebbe diventata più lieve, certo, si sarebbe anche ceduta ad altri, avrebbe dato loro parte del suo cuore, ma, alla fine, era da lui che tornava. Aveva quattordici anni, quando lo incontrò la prima volta, ora ne aveva venticinque.

Probabilmente se questo amore fosse rimasto sconosciuto ai diretti protagonisti, da una parte, sarebbe stato meglio. Lei non avrebbe avuto ripensamenti se partire o meno, lui avrebbe potuto continuare ad essere felice con una ragazza che per farlo felice averebbe fatto di tutto, ma le cose non dovevano andare così.

“Chi si fa i cazzi suoi campa cent'anni” dice un vecchio e sempre vero detto. “Peccato che qui sembra che nessuno voglia vivere a lungo” si è recentemente aggiunto, e mai continuazione di un detto è stato così vero. Si sa, le persone annoiate amano fare due cose: i fatti degli altri e gli psicologi. Chi non ha l'amico, o l'amica, che in ogni evenienza se ne viene fuori con la frase “avrei dovuto fare lo psicologo”? Ebbene, Chiara e Federico ne avevano almeno cinque, di questi amici psicologi e impiccioni, i quali tentarono disperatamente di far aprire gli occhi ai due, ma questi erano troppo spaventati per poterlo accettare. Fino a che, in una bella serata di festa, uno di questi mise nelle mani di lei il suo telefono e le consigliò caldamente di guardare i messaggi di Federico. Lì, in quello stupido aggeggio elettronico, lei scoprì quello che lui provava per lei, scoprì anche i sensi di colpa di lui verso la sua ragazza, e si stupì, quando si ritrovò terrorizzata, aveva voglia di scappare.

Mancavano quattro mesi alla sua partenza.

Si era spaventata perché questo cambiava tutto. Se gli avesse parlato, sinceramente, come sarebbero cambiate le loro vite? Lei voleva partire, voleva viaggiare, lui era sedentario, aveva già una relazione seria, e Chiara sapeva che lui non avrebbe mai lasciato una certezza per una cosa che sarebbe potuta sfumare da li a breve. Eppure...

Due giorni dopo si incontrarono, lui stava per partire per due settimane, andava in vacanza con la sua ragazza, per tutto il tempo passato insieme lei si mostrò distante nei confronti di Federico e il ragazzo non mancò di accorgersene, insistette dunque per accompagnarla a casa. Arrivati sotto l'abitazione di lei le domandò cosa avesse avuto per tutta la serata, inizialmente lei accusò un grande mal di testa, ma poi si accorse che non c'era cascato, e semplicemente gli disse: “Mi mancherai, tutto qui”. Spiazzato lui le rispose “Vabbhé, non sono mica io che parto per andare dall'altra parte del mondo”. A quelle parole Chiara si sganciò la cintura, fece per aprire la portiera ma lui la fermò, e la salutò con un bacio e la promessa che avrebbero parlato, una volta fosse tornato.

Mancavano tre mesi e tre settimane alla sua partenza.

   
 
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