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Autore: Mordekai    09/07/2014    1 recensioni
Anno 3000. Una pericolosa infezione ha trasformato gli abitanti in pericolose creature verdastre, voraci e senza scrupoli, dalla pelle dura, i proiettili non hanno molto effetto, solo frecce e armi rudimentali hanno effetto.
Alexander Ivanov Killenjard dovrà risolvere questo immane pericolo.
Genere: Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo scenario era molto cupo, se vogliamo dire spettrale, c’erano costruzioni in pietra, lunghi sentieri o ponti sospesi nel vuoto, con scheletri appesi ai bordi, o usati come decorazione per il ponte.
 
‘’Bene signori, la missione ha inizio. Abbiamo solo 48 ore di tempo prima che i missili ci raggiungano e ci brucino come carne sulla griglia. Muoversi, muoversi.’’- disse mio padre.
 
Ci dividemmo in tre squadre da 4 persone e ci separammo, imboccando sentieri diversi. Noi ci dirigemmo a Nord-est dal punto in cui scendemmo e arrivammo ad un ponte in marmo, con scheletri usati per mantenere delle torce che illuminavano il percorso.
Improvvisamente il walkie-talkie emise uno stridio, qualcuno ci stava contattando.
 
‘’Strr…Alex, sono Artyn, mi senti?’’
 
‘’Si Artyn, ti ricevo. Dimmi pure.’’
 
‘’Se avete imboccato un ponte, fate attenzione, i nostri sensori rivelano che sotto i ponti si celano dei Jugger enormi, come la Chimera, solo che non sono insetti. State attenti.’’
 
Con queste parole, la tensione in me aumentò a dismisura. Non bastavano Jugger normali, ora dovevamo fronteggiare anche Jugger di dimensioni superiori alla Chimera, più forti e anche orribili.
Attraversammo metà del ponte con calma, ma sentivo una sorta di ticchettii provenire dal basso, scrutai oltre il bordo del ponte e notai dei Jugger con il dorso in fiamme e che avanzavano rapidi.
 
‘’Merda, sparate. Stanno salendo dalle colonne, fatelo prima che esplodano.’’ Erano un misto tra ragno e verme, schifosi e viscidi come quelli normali. Mio padre aspettava che saltassero per tagliarli in due con Isabella, io e Anastasia li colpivamo con i dardi e la katana, Victor con i pugni.
 
‘’Victor, quanto ci rimane?’’
‘’…47 ore e 35 minuti. Se continuiamo così, rischiamo di morire bruciati.’’
 
Improvvisamente mi venne un’idea, seppur pericolosa e fatale. Correre in fretta e furia dall’altro lato del ponte e farlo saltare. Come? Semplice, colpendo un Jugger sulla schiena.
‘’Forza, seguitemi.’’- dissi mentre correvo verso la salvezza.
Mi seguirono, così come i Jugger, erano numerosi. Mi girai di scatto e scoccai il dardo sulla schiena di una di quelle bestiacce. Un fragore solcò l’aria e distrusse il ponte e i ‘’ragni’’.
 
Davanti a un altro ponte, protetto da due guardie corazzate. Le eliminai facilmente colpendole alla testa. Attraversammo anche quello, ingaggiando uno scontro contro un Berseker, Jugger cieco ma molo robusto.
Dato che caricava come un toro, non sapeva la direzione in cui dirigeva la carica e finì con lo sfondare una parte del ponte e cadere nel baratro, sbattendo contro le rocce. Raggiungemmo il 3° ponte e li la situazione divenne complessa. Il ponte era senza torce, rovinato e distrutto in più punti.
 
Con molta attenzione, attraversammo il ponte, ma a metà strada, una scossa sismica ci sorprese improvvisamente. Davanti a noi comparve un enorme Jugger, con la testa simile ad un pesce degli abissi, quattro occhi posti su entrambi i lati della testa, denti affilati ed enormi braccia poggiate sulle colonne del ponte. Urlava e colava saliva dalla bocca. Annusava per capire dove eravamo. Afferrai il mio arco e scoccai un dardo contro una delle sue narici.
 
‘’Alex, sei pazzo? Vuoi farci scoprire?’’- disse Victor.
‘’Non preoccuparti, guarda e poi corri.’’- risposi.
 
Il dardo scoppiò nella sua narice, creando una perdita copiosa di sangue, sparai anche un altro dardo contro la sua fronte ed esplose anche li, squarciando la sua fronte e facendo schizzare materia cerebrale e pezzi di cervello in ogni direzione.
 
‘’Adesso…correre.’’- urlai.
 
Il ponte stava cedendo, così come il Jugger che sbatteva in continuazione il muso contro le rocce. Raggiungemmo l’altra sponda, appena in tempo per vedere la bestia cadere nell’abisso oscuro del sottosuolo.
Raggiungemmo l’ultimo ponte che, a dir la verità, erano rocce sospese nel vuoto. Bisognava saltare su ogni roccia per raggiungere la sponda opposta, ma qualcosa ci ostacolava. Il peso dell’equipaggiamento. Togliemmo ciò che non serviva e iniziammo a saltare. Respiri profondi e salti precisi. Un passo più avanti e la morte era assicurata, perciò la precisione era tutto.
 
Salto.
Respiro.
Salto.
Respiro.
 
Ripetuto varie volte questo, arrivammo a destinazione. Stanchi, stressati per le prove superate e per le lancette che giravano, rimanemmo per 5 lunghissimi minuti sul terreno umido, sporco e lercio.
‘’Alla fine siete arrivati. Che piacevole sorpresa vedervi qui. Oh, ma chi abbiamo qui. Felix Ivanov, padre del codardo Alexander Ivanov. Bene signori. Il test finale ha inizio.
Gladiatori, preparatevi alla lotta per la vita.’’
 
Eric Lambert ci lanciò una sfida che non avremmo rifiutato.

Lo scontro finale…

…Ha inizio.
   
 
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