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Autore: TheSandPrincess    09/07/2014    5 recensioni
La gente dice che il destino delle anime che vagano per i Campi di Asphodel sia una specie di maledizione. Dicono che sia quasi una presa in giro, obbligarti a vagare per tutta l’eternità, senza nemmeno ricordarti chi sei. C’è addirittura chi dice che preferirebbe essere mandato negli Inferi, dannato fino alla fine dei suoi infiniti giorni, ma con la consapevolezza di se stesso.
Di nuovo, a parlare sono quelli che non sono mai morti. Io sono morto. Sono stato mandato ai Campi Elisi. E non c’è giorno in cui non imprechi contro me stesso e contro gli dei per avermi inflitto una pena del genere.

[Thalia/Luke ♥]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Castellan, Talia Grace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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|| L’eternità è un infinito presente ||











La gente si inventa un sacco di modi diversi per descrivere la morte.
C’è chi la descrive come il buio che ti assale e ti circonda, cancellando il mondo. C’è chi la descrive come un freddo che viene dalle ossa, un freddo così glaciale che non hai neanche più la forza di tremare. C’è chi la descrive come un salto che sembra non finire mai, e chi la descrive come un respiro, l’ultimo, che porta via con sé anche l’anima. 
La verità è che chiunque sia ancora in giro a parlare della morte non l’ha mai vissuta in prima persona. Gli unici che potrebbero descriverla accuratamente non sono più in grado di farlo.
La mia esperienza è che la morte sia qualcosa di personale. Ognuno la vive in un modo diverso. 
Per me la morte è stata sollievo. 
È stato come addormentarsi, finalmente, dopo una lunga giornata di lavoro. 
Ho visto le figure attorno a me farsi sempre più sfocate, ho sentito il dolore pulsante nel fianco destro farsi sempre meno persistente, come se stesse svanendo. Mi sono sentito svanire. Ed è stato come se non ci fosse più nulla di cui preoccuparsi. Non in quel momento, non per altri mille anni.
La gente dice anche che il destino delle anime che vagano per i Campi di Asphodel sia una specie di maledizione. Dicono che sia quasi una presa in giro, obbligarti a vagare per tutta l’eternità, senza nemmeno ricordarti chi sei. C’è addirittura chi dice che preferirebbe essere mandato negli Inferi,  dannato fino alla fine dei suoi infiniti giorni, ma con la consapevolezza di se stesso.
Di nuovo, a parlare sono quelli che non sono mai morti. Io sono morto. Sono stato mandato ai Campi Elisi. E non c’è giorno in cui non imprechi contro me stesso e contro gli dei per avermi inflitto una pena del genere.
Perché a prescindere da quello che la gente pensa, o dice, la memoria è tutto tranne che una benedizione. La consapevolezza di tutto quello che hai perso e che non avrai mai più ti logora, ti distrugge, ti consuma, e non c’è niente che tu possa fare per evitarlo. Non si può andare avanti, qui, perché non esistono il tempo e lo spazio. Avanti è solo una parola, non un luogo. L’eternità è un infinito presente, un susseguirsi di azioni senza scopo, che non portano da nessuna parte.
Ma questo tu lo sai già, non è vero?
L'eternità è un infinito presente.
Ti sei svegliata una mattina ed è stato come se qualcuno te l'avesse sussurrato all'orecchio nel sonno. Ero io, ma tu non te ne sei resa conto. Me l'ha raccontato Nico, l'ultima volta che è stato qui. Mi ha detto che un giorno ti sei svegliata con queste parole in testa, e non sei più riuscita a dimenticarle.
Dice che anche tu ti ritrovi intrappolata in una giostra senza fine, priva anche dell'unica certezza che è concessa a tutti i mortali, ossia che prima o poi arriverà il momento di scendere. Certo, certo, anche voi Cacciatrici morite, ma non è esattamente lo stesso, vero? La tua fermata potrebbe essere tra cento, trecento, anche mille anni. Potrebbe non arrivare mai. 
Anche tu vivi un tempo scandito da azioni, e non da attimi. 
L'unica differenza è che tu questo tempo, questa tua eternità rettilinea, hai qualcuno con cui condividerla. Hai qualcosa con cui occuparti. Volente o nolente, per te la vita va avanti.
Mi piace pensare che tu sia come me, che provi esattamente quello che provo io, anche adesso, anche dopo tutto questo tempo, ma più ci rifletto più mi sembra una pretesa infantile.
Tu hai ancora un cuore che ti batte nel petto, e un'anima da mantenere pura, e qualcosa per cui lottare. Io sono ridotto a un'ombra che si aggira senza una meta precisa, perché la verità è che l'eternità ha un senso solo quando hai qualcuno con cui condividerla.
Nico mi ha detto che ti manco ancora. Ha detto che l'hai pregato di venire a controllare se ci fossi, se mi trovassi ancora fra le anime che hanno avuto una morte gloriosa. Obietterei che la morte è morte e basta, e non esistono distinzioni, ma sarebbe inutile. Le parole sono dei vivi.
Tu sei viva. Nonostante tu creda di non esserlo, ogni volta che pensi al passato, sei viva. Anche io voglio tornare ad esserlo. 
È vero che hai detto che non devo aver paura di lasciarti di nuovo sola? È vero che non me ne faresti una colpa, se fuggissi anche questa volta, se dimenticassi tutto? È vero che ti andrebbe bene restare l'unica a conoscere la mia storia, la storia di Luke Castellan, fin dall'inizio? L'unica a conservarla e a raccontarla a chiunque sia disposto ad ascoltare? Nico mi ha detto che è così, ma io ho quasi paura di credergli. Perché significa che non hai dimenticato. Significa che non hai intenzione di dimenticare. E se da un lato ciò mi riempie di gioia, dall'altro mi rendo conto di quanto sia egoistico chiederti di tenere vivo il passato anche per me. 
Se a me viene offerta la possibilità di dimenticare tutto, di ricominciare, allora dovresti averla anche tu. Non posso trovare la libertà e lasciarti imprigionata. L'ho già fatto troppe volte. 
Quindi dimentica, Thalia. Lascia anche tu che il passato si faccia sbiadito, e cerca di dare un senso alla tua eternità.
Mi hai già sentito una volta. Ascoltami di nuovo.
Dimentica, Thalia.
Dimentica, e non lasciare che sia io l'unico vigliacco.







 


«Ti ricordi zia Thalia?»
Annabeth lo chiede al bambino che ha in braccio, costringendolo a voltarsi verso la Cacciatrice.
Il bimbo la fissa con due occhi immensi, azzurri e impenetrabili.
Scuote la testa con forza.
E Thalia si sente morire, perché in un altro tempo, in un'altra vita, quegli stessi occhi non potevano fare a meno di sorridere nel vederla.



















NB: Le note autrice arriveranno non appena mi sarò riappropriata di un PC, perché scriverle dall'iPad sarebbe un'impresa titanica. A quanto pare, infatti, iOS e l'editor di EFP non sono compatibili -.-"
In ogni caso, se a qualcuno non fosse chiaro dove la storia vada a parare, ecco un indizio: Luke ha gli occhi azzurri.
NMB (nota molto bene): test dimostrano che una persona su tre non riesce a capire anche dopo questo indizio. Un mio amico, dopo averlo ricevuto, ha esclamato "NO! NON PUOI FARE AVERE A ANNABETH UN FIGLIO DA LUKE!". E sa benissimo che sono una Percabeth shipper fin dall'alba dei tempi. Mi sono cadute le braccia.
NSV (nota se vuoi): ho deciso di non inserire note decenti, perché queste mi piacciono troppo :'D
  
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