Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: LucyWriites    09/07/2014    1 recensioni
Per Bridget Funkle sua sorella Grace significava il mondo. Ma dopo un grave incidente in cui la sorella perde la vita, Bridget torna a scuola in una totale apatia tra battute macabre e pillole calmanti spesso dimenticandosi che Grace sia morta e che non possa fare finta del contrario. Il primo giorno di scuola scopre che un nuovo compagno di classe è arrivato alla Norwest Christian College, il nome? Michael Clifford. Irritante e beffardo, è l'unico a trattare Bridget con leggerezza e con un'ironia che fa esasperare la ragazza. Dopo un iniziale atteggiamento di sfida, Michael trascina Bridget in un turbine colorato che sconvolgerà il grigio della ragazza. Tuttavia, Michael Clifford è un gran bel casino da decifrare e per Bridget sarà difficile non innamorarsene nonostante l'astio che prova nei suoi confronti.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
-Tu stai lì, a fare la santa, la ragazza di ghiaccio. Nessuno ti può toccare, nessuno ti può fare un cazzo. Sei solo una ragazzina spaventata e viziata che indossa i vestiti della sorella per sentirsi più sicura. Bridget, Grace è morta.- Bridget ammutolì, nessuno glielo aveva mai detto così chiaramente. Grace era morta ma lei no. Lei non era Grace.
Genere: Dark, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Clifford, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

1. A New Classmate

Il primo giorno di scuola era inutile secondo Bridget; si svegliava alle sette, si infilava di fretta l'uniforme, saliva sulla vecchia bici di Grace che loro avevano chiamato affettuosamente “Macinino” per il rumore che faceva quando si pedalava e dopo dieci minuti di corsa era nel cortile del Christian Northern College. Il tutto per tre ore in cui i professori avrebbero parlato di ciò che avrebbero fatto nei mesi dopo e che quello sarebbe stato un anno importante poiché l'anno dopo avrebbero dovuto scegliere cosa fare della propria vita. Per Bridget era già tanto sapere che il giorno dopo a colazione ci sarebbero stati i Cheerios ricoperti di cioccolato. Lei sapeva cosa avrebbe voluto fare fino ad agosto; avrebbe condiviso un appartamento nei pressi del college insieme a Grace. Economia e Letteratura inglese. Ma i piani cambiano.
-Hey, Bee!- una voce alle sue spalle le fece alzare la testa di scatto che andò a sbattere sul freno, Bridget imprecò sottovoce dopo aver sentito un risolino accanto a lei. Si alzò e guardò a sinistra, Kitty Evans, vacca a tal punto da avere come soprannome Daccidentro, stava ridendo come un'oca giuliva accanto alle sue amiche che avrebbero potuto costruire una casa tra unghie finte e extencions.
-Lasciala perdere- le disse venendole incontro Nina, una sua cara amica -Ciao Nina, come è andata l'estate?- le chiese gentilmente Bridget, s'era dimenticata come interagire con una persona, aveva passato gli ultimi giorni a mangiare gelato e a guardare Gossip Girl. Sua madre le aveva più volte chiesto se fosse il caso di parlare con uno psicologo ma durante la seduta da un'ora e mezza costata 150$ la ragazza aveva completamente distrutto lo studio senza dire neanche una parola.
-Credo che Bridget non abbia ancora superato il trauma- aveva detto il Dr Hooster ai suoi genitori, Bridget aveva origliato la conversazione dalla sala d'attesa -Tutto ciò che vi resta è aspettare, ci vorranno un paio di mesi prima che riesca completamente a riprendersi. Nel frattempo, vi suggerisco di non cercare di insistere sul farla parlare...non mi sembra una ragazza molto estroversa- aveva aggiunto. -No, l'estroversa era...- aveva detto subito sua madre che però aveva sentito la gola attorcigliarsi su sé stessa. -Vi prescrivo dei calmanti e dei sonniferi in caso abbia problemi a dormire- aveva detto quel tizio dalla faccia da pinguino, problemi a dormire? Bridget sentiva dentro la sua testa le urla di Grace ogni notte e lui non aveva idea che cosa si provasse a rivivere quell'incubo più di una volta. Le pillole funzionavano ma Bridget si sentiva peggio di una tossica.
-Ho passato l'estate a Firenze, come ogni anno- rispose la ragazza con una smorfia, Nina era Italiana e per lei fare un viaggio in aereo da 12 ore per andare nella terra della Pizza era noioso.
A Bridget piaceva stare con Nina; non doveva mai dire nulla di più di un -Ah sì?- o uno -Wow- perché quella mora di 1.75m aveva una lingua chilometrica. Bridget sorrise del fatto che Nina evitasse accuratamente qualsiasi argomento che comprendesse le parole “Acqua” “Oceano” “Sorella” o “Funerale”.
Bridget trovava divertente il fatto che la gente fosse preoccupata di non “ferirle i sentimenti”, soprattutto quando di solito era gente con cui di solito si scambiava solo qualche parola. La vicina di casa, la signora Torress, che aveva vissuto completamente ignorando le due sorelle Funkle, aveva portato a Bridget una crostata di fragole fatta in casa e l'aveva abbracciata come se non si ricordasse sedici anni di “Buongiorno” completamente snobbati.
Durante gli ultimi giorni, un sacco di gente era venuta a casa sua per portare dei fiori o del cibo e questo era curioso poiché di solito si dice che la morte di un caro tolga l'appetito ma Bridget non aveva mai visto la dispensa così piena di cose buone. Sua madre e suo padre erano stati cortesi con tutti, scusandosi per la scontrosità della figlia più piccola ma Bridget sapeva che sua madre si addormentava piangendo mentre suo padre si svegliava prima per passare dieci minuti a fissare intensamente una foto di Grace di quando era piccola. Bridget sapeva che la sorella odiava quella foto, era sdentata e vestita completamente di rosa, diceva sempre -Capelli rossi e mi vado a vestire di rosa, le lucine di Natale attorno alla testa non me le volevo mettere?- Era sicura che le sarebbe stata grata se l'avesse fatta sparire.
-... i ragazzi Italiani sono così belli, Bee, me li volevo portare tutti qua a Sidney- blaterò Nina e Bridget rise, Nina era così pettegola e sfacciata che era impossibile non volerle bene.
Nemmeno Nina, però, riusciva ad essere così insensibile da non farle la fatidica domanda -Come stai, Bee?- le sussurrò tremante, Bridget scrollò le spalle e le sorrise leggermente -Passerà, immagino- rispose e si avviarono insieme in classe. La salutarono tutti calorosamente, persino Kitty come se pensasse che lei non si ricordasse della risatina di venti minuti prima.
Bridget con i suoi compagni di classe aveva un rapporto di cortesia più per obbligo che per effettiva simpatia; li reputava un po' immaturi e immorali ma poiché loro la pensavano un'asociale topo di biblioteca non era poi chissà quale grande problema. Tre quarti di loro il venerdì sera andava a sbronzarsi a varie feste oppure si imbucava nelle confraternite del College a qualche km da Sidney. Nina una volta l'aveva portata ad una di quelle feste ma Bridget aveva passato tutta la festa chiusa in un bagno senza accorgersi che un ragazzo era collassato nella vasca da bagno solo con addosso una gonna di paglia hawaiana. Quando lo aveva raccontato a Grace, lei aveva riso per mezz'ora e le aveva promesso che la prossima volta ci sarebbero andate assieme.
-Buongiorno ragazzi!- la squillante voce della Professoressa Ringle aveva interrotto la confusione creata dai numerosi racconti estivi che gli studenti si stavano scambiando. Si sedettero tutti e risposero in coro un “Buongiorno” un po' stiracchiato. In quel momento la porta bussò ed entrò il preside, Bridget non aveva la più pallida idea di come si chiamasse poiché era raro vederlo per i corridoi. -Buongiorno Veronica- il preside salutò con voce profonda la Ringle che arrossì e ciò suscito delle risatine per la classe -Zitti!- strillò la donna diventando paonazza -Buongiorno, preside, ha passato una bella estate?- Tutti quanti sapevano della storia tra lei e il preside; durante il ballo di fine anno uno studente aveva appeso una gigantografia di un bacio particolarmente passionale tra i due, era stato cacciato dalla scuola, ovviamente. -Sì, sì- rispose annoiato l'uomo -volevo presentarle il suo nuovo studente: entra pure Michael- disse e fece cenno a qualcuno fuori dalla porta di entrare. Un ragazzo alto e con la pelle lattea attraversò la soglia; molte ragazze allungarono il collo per vederlo meglio poiché, bisognava ammettere, non se ne vedevano tanti di ragazzi come lui. Aveva i capelli alla Billy Joe Armstrong dei Green Day, nerissimi ma con delle punte sul blu elettrico. Si muoveva con un'eleganza trascurata, strascicando i piedi ma tenendo la schiena dritta. I pantaloni neri della divisa gli fasciavano le gambe divinamente mentre la camicia bianca gli stava leggermente stretta sulle spalle. Bridget intravide un plettro appeso al collo con una catenina ed un orecchino con la mano di Fatima all'orecchio destro. Il viso era tondo e le labbra erano rosse quasi quanto il rossetto color ciliegia della Ringle ma ciò che più colpì Bridget erano gli occhi: leggermente allungati, color acquamarina con un eterocromatismo castano attorno all'iride.
-Scattagli una foto così te lo puoi guardare anche a casa- le sussurrò Nina all'orecchio e Bridget le diede una gomitata sulle costole.
-Buongiorno- il ragazzo salutò pigramente la Ringle, aveva la voce profonda ma leggermente nasale, la professoressa guardò un attimo interdetta i capelli e l'orecchino di Michael ma alla fine gli sorrise -Spero che tu ti trova bene qui; sono un po' indisciplinati ma sono dei ragazzi simpatici. Puoi sederti lì dietro a quelle due adorabili signorine- e detto questo gli indicò il banco a fianco a Rebecca Chang, proprio dietro a Nina e Bridget.
Michael annuì e si avviò al suo posto. Bridget vide tutta la parte femminile della classe seguirlo con lo sguardo e le parve che lui se ne accorse e ne fosse particolarmente compiaciuto, la sua opinione su di lui scese di qualche tacca ma non poté fare a meno di maledire il fatto che non lo potesse guardare senza essere palese.
-Come stai, Bridget?- la voce incerta della Ringle interruppe i suoi pensieri, Bridget alzò lo sguardo confusa; la Ringle non chiamava mai nessuno per nome se non quando prendeva tre A di seguito ma poi si ricordò delle ultime due settimane e annuì -Sì, grazie- disse meccanica. Cos'altro poteva dirle? Tutta la classe stava cercando di fare l'indifferente ma la curiosità era un vizio umano e i sedicenni non brillano per farsi gli affari loro.
-Ne sono felice- la Ringle sorrise e poi iniziò il discorso sul programma di quell'anno, come da copione. Mentre la professoressa parlava, Bridget aveva la netta sensazione che qualcuno la stesse fissando, qualcuno esattamente alle sue spalle. Alla fine si girò leggermente facendo finta di cercare dei fazzoletti nella borsa, con l'occhio destro completamente rivolto verso Michael Clifford che, a meno che non fosse caduto in uno stato di catalessi, la fissava intensamente e anche se aveva capito che lei se ne fosse accorta non distolse minimamente lo sguardo, anzi, la sua bocca si incurvò in un sorriso sghembo che fece arrossire Bridget e girarsi di scatto.
Dopo due ore di blateramenti da parte della Ringle che non si era minimamente accorta che metà classe stesse dormendo mentre l'altra metà fosse coinvolta in un'appassionante partita di Poker, in classe entrò il professore preferito di Bridget in assoluto, quello di letteratura Inglese, il Professor Justice. Non solo era coinvolgente e brillante, aveva anche quella scintilla che fa dei professori delle persone da stimare e non maledire per i troppi compiti. Era l'unico a riuscire ad appassionare anche i ragazzi più svogliati.
La sua ora passò velocemente e come compito diede loro di portare una poesia da leggere alla classe il giorno dopo. Quando la classe uscì, il professore la fermò -Sono contento di vederti, Bridget- le disse -Sai, non tutti avrebbero avuto il tuo coraggio- aggiunse e lei fece una leggera smorfia -Io non sono coraggiosa- e tentò di sorridergli -però grazie, professore, a domani- e uscì dalla classe, tentando di non mettersi a piangere.
Quando uscì in cortile, Nina la raggiunse -Che ti voleva chiedere?- le domandò preoccupata -Nulla, solite cose da dire a una ragazza la cui sorella è morta- disse e ridacchiò, aveva sviluppato un umorismo particolarmente macabro e Nina finse una risatina per poi iniziare a raccontarle un'appassionante episodio che aveva avuto con un cameriere di una pizzeria.

Bridget però non la ascoltava più di tanto, era troppo distratta da un ragazzo seduto sul muretto davanti a scuola che stava fumando una sigaretta e che la stava fissando: Michael Clifford.
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Heylà:)
Michael *sposami* Clifford è entrato in scena e non è per niente indifferente a Bridget... ma a chi non lo sarebbe?
Grazie a Layla per la recensione e domani aggiorno con un altro capitolo, capisco che al momento sia un po' lento e forse non è esattamente la cosa più divertente del mondo ma non vi preoccupate: Bridget è ironica e Michael si divertirà a innervosirla quiiiindi stay tuned♥


 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: LucyWriites