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Autore: smilecater    09/07/2014    0 recensioni
"... per struccarti useranno delle nuvole cariche di piogge
adesso che sei forte che se piangi ti si arrugginiscono le guance..." cit
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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~~CAPITOLO 1


“Respira. smettila. Non piangere”. Erano  le parole che continuava a ripetersi Courtney continuamente. Sin da quando aveva 9 anni, in casa ,erano cominciati i problemi. Ogni volta che tornava da scuola  sentiva l'odore di alcool. I suoi bevevano perchè non riuscivano a pagare l'affitto e le tasse, lui era stato licenziato. Le cose andavano molto male. Courtney aveva imparato a crescere da subito. Era lei che doveva fare da genitore ai suoi. Nonostante tutto questo si sentiva  la causa dei loro problemi ma aveva dovuto farsi forza e crescere da sola.
 All'età di 13 anni convivere senza un padre  trasferitosi lontano, lasciando lei e la madre da sole. Due donne ognuna con i propri problemi, sole , l'una a crescere affianco all'altra ma ciascuna singolarmente.

Anche quel giorno Courtney aveva visto l'ennesimo crollo della madre, solo le medicine sembravano darle un momentaneo sollievo.
La madre di Courtney si chiamava Sandy. Lavorava tutto il giorno in una lavanderia, tornando la sera tardi ,troppo stanca per badare alla figlia. Spesso Sandy crollava, scoppiando in lacrime consapevole di aver perso il marito e di non riuscire a pagare la scuola a Courtney e a mandare avanti quella casa .
“ Court, andiamo, non puoi piangere” si disse -mamma prendi le pasticche e andiamo a dormire, va bene?- . Sandy annuì e si lasciò guidare dalla figlia che prendendola sottobraccio la accompagnò in camera.
La loro casa era molto piccola, una delle case popolari nella periferia di New York. Era dotata di un ambiente nel quale vi era l'angolo cucina molto piccolo, poi un corridoio  portava al bagno (sulla destra)  alla sinistra vi era la camera da letto. Quest'ultima era  divisa in due metà da un “separé improvvisato”, costituito da due lenzuoli per dare alle due donne un po di privacy.

Quando la madre si addormentò Courtney si gettò sul suo materasso e alla fioca luce della lampada iniziò a leggere. Ah, quanto adorava leggere. Leggere la portava in un altro mondo. In un mondo in cui poteva aspirare al lieto fine. Un mondo in cui  ricercare quello di cui aveva bisogno, dove  fare ciò che non riusciva a compiere nella realtà. Allo stesso tempo amava disegnare, adorava vedere le figure uscire dalla sua mente viaggiare e giungere alla sua mano e generarsi sulla carta. Lo trovava fantastico. Un modo per esprimere ciò che aveva dentro. Tutto ciò che provava ultimamente era inadeguatezza. Non  si sentiva di appartenere alla società. Non si vedeva come quelle ragazzine che “si mettono in mostra”. Si sentiva a disagio con un vestito che lasciava troppa pelle nuda, si sentiva troppo vulnerabile e per questo spesso la gente non la capiva. Ma  da un annetto  cominciava a ricevere sguardi di interesse dai ragazzi. Si, perchè ora era cambiata non era più magrissima e bruttina in viso, ma era più formosa, anche se non troppo alta, poi  i suoi lineamenti si erano addolciti, gli occhi erano scuri e penetranti ; aveva i capelli neri e lunghi e la pelle pallida. Era dotata di una di quelle bellezze fuori dal comune e anticonvenzionali che spesso non valorizzava non ritenendosene all'altezza. Ma nonostante questi sguardi non c'era stato ancora nessuno, ancora nessun bacio, nessun “primo bacio” come nella favola del principe azzurro e Courtney si vergognava di questo e evitava di raccontarlo. Questo perché è raro trovare una ragazza che a 16 anni non abbia dato il primo bacio. Si vergognava inoltre della sua timidezza, infatti era molto chiusa, forse anche a causa dei traumi sofferti. Non socializzava molto, aveva diffivoltà ad aprirsi con gli altri. Una certezza però l'aveva , sapeva di poter contare sui suoi amici Zoe e Patrick, ma soprattutto su Patrick che conosceva da più tempo, sin da quando avevano 5 anni, il primo bambino che le aveva chiesto “Hey! ci scambiamo le figurine?” . Poi c'era Zoe conosciuta al liceo, l amica sincera che sai che ci sarà sempre per te, l unica ragazza che la capiva e con la quale era riuscita ad aprirsi, forse perché per certi versi erano simili.

“Devo mandare un messaggio a Patrick, domani ricomincia la scuola , voglio chiedergli se può passarmi a prendere con la sua macchina.. non ho proprio voglia di camminare fino all'istituto” pensò Courtney. Scrisse il messaggio, spense il telefono non attese nemmeno la risposta, sapeva che tanto sarebbe passato a prenderla, non le avrebbe mai detto di no. Loro c'erano sempre l'uno per l'altra, “il loro era un patto di sangue di eterna amicizia”, pensò Courtney ormai sotto le coperte e con questo pensiero felice si addormentò.
   

   
 
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