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Autore: giulsbonni    09/07/2014    0 recensioni
“Lei, una ragazza di diciassette anni. Lui un ragazzo di diciotto. Lei con una grande famiglia e un fratello protettivo. Lui con una piccola famiglia e una sorella protettiva. Lei, Elizabeth Gray. Lui Scott Evans. Due ragazzi che si conoscono fin dalla nascita. Avevano un rapporto fraterno che li legava fino a quando una scintilla non colpì entrambi.”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“Lei, una ragazza di diciassette anni. Lui un ragazzo di diciotto. Lei con una grande famiglia e un fratello protettivo. Lui con una piccola famiglia e una sorella protettiva. Lei, Elizabeth Gray. Lui Scott Evans. Due ragazzi che si conoscono fin dalla nascita. Avevano un rapporto fraterno che li legava fino a quando una scintilla non colpì entrambi.” Questo potrebbe essere l’introduzione alla mia storia d’amore. Complicata quanto unica. Difficile quanto dolce. Diversi ostacoli ci hanno sbarrato la strada ma insieme siamo riusciti a superare ogni difficoltà. Ero pronta a mollare. Non sopportavo più il peso della menzogna. Non volevo più mentire a chi mi voleva bene. Poi però tutto cambiò quel giorno. Mi trasmise forza, la forza necessaria per coltivare il nostro amore.
- Matt! È tardi dobbiamo andare a scuola!- gridai per l’ennesima volta davanti all’uscio di casa.
- eccomi sorellina! Non ti sei stancata di urlare?- domandò con aria di sfida. Mattew, il mio fratellone adorato.  Non feci in tempo a ribattere che il campanello iniziò a suonare incessantemente.
-Evans! Ti sei innamorato del campanello per caso?- la mia acidità mattutina è impressionante!
- spiritosa! Siamo in ritardo dobbiamo andare!- disse il riccio per poi sfrecciare tutti insieme verso la scuola. All’entrata ormai non vi era più nessuno. Troppo tardi anche per trovare uno dei soliti ritardatari.
Non appena Scott accostò, mi catapultai all’interno dell’edificio senza badare ai saluti da parte dei due ragazzi che con molta calma si allontanavano dall’auto. Arrivai in classe con il fiatone e dopo un’iniziale ramanzina da parte dell’insegnante mi sedetti al mio posto prestando la minima attenzione alla lezione. Per tutte e tre le ore prima della ricreazione non feci altro che pensare a lui. Non mi ero ancora persa nei suoi occhi. Non mi ero ancora accoccolata nei suoi abbracci. Non avevo ancora incontrato le sue dolci e morbide labbra che tutte le mattine mi davano un timido e segreto buon giorno, lontano dagli occhi indiscreti di chi non doveva sapere. Immersa nei miei pensieri non mi accorsi che la campanella era suonata ma non ci volle molto perché mi alzassi da quella sedia scomoda. Ancora nessun messaggio. Ancora nessuna chiamata. Temevo veramente che si fosse dimenticato di me. Ero davanti alla macchinetta del caffè quando una mano calda afferrò il mio braccio. Sapevo benissimo chi era. Mi stava letteralmente trascinando. Direzione: serra. Infatti sul tetto della scuola vi era una vecchia serra che con un po’ di fatica riuscimmo a far tornare in vita.
- Scott! Così mi fai fare un infarto però!- dissi tra una risata e l’altra.
- Scusami piccolina! È che non volevo che qualcuno ci vedesse…- come resistere a quella faccia da cucciolo! Stavamo per far combaciare le nostre labbra quando mi arrivò un messaggio: Mattew.
“ hey sorellina dove sei sparita? Ti aspetto nella serra.”
- Scott dobbiamo andarcene subito!- lui mi guardò interrogativo.
-Matt sta arrivando…qui!- lui non fece in tempo a realizzare le mie parole che del porta del tetto si spalancò. Lui non sapeva nulla di noi. Avevo provato a farglielo capire con messaggi subliminali, la solita storia dell’amica innamorata del migliore amico del fratello. L’unica cosa che ottenni con quel discorso fu un  “non dovrebbero stare assieme sono troppo giovani per conoscere il significato di per sempre”. Non avrebbe mai accettato la nostra storia che andava avanti da pochi mesi. Scott si nascose appena in tempo per non essere visto da Matt. La nostra ricreazione insieme ormai era sfumata. Come qualsiasi cosa che facevamo insieme dopo tutto. Mattew, o Abigail, la sorella maggiore di Scott, erano sempre in mezzo. Ritornai in classe accompagnata da Matt. Le ore bassavano ma i miei pensieri no…uno in particolare non voleva abbandonare la mia mente. Continuavo a domandarmi se avessi dovuto lasciare Scott e smettere di mentire a Matt, anche se avrebbe comportato che io mentissi a me stessa. Al pomeriggio avevo appuntamento con Scott. Dovevo decidere sul da farsi, avevo bisogno di schiarire le idee.
- ciao piccolina!- Disse Scott venendomi incontro con un sorriso stampato in faccia. Tentò di baciarmi ma involontariamente mi scostai andandomi a sedere su una panchina del parco.
- Scott…io…-
- hai ancora dei ripensamenti, vero?- non riuscendo a rispondere mi limitai ad annuire.
- Elizabeth, io ti amo e non resisterei senza di te…-
- Scott, io non riesco più a mentire a mio fratello, a tua sorella, ai nostri genitori e amici…non ci riesco!-
- Eli…dobbiamo dire la verità. Solo così riusciremo a vivere in santa pace!-
- non accetterebbero mai…non sarebbero d’accordo. Ci ritroveremo in guerra con le nostre famiglie e io non voglio questo!-
- Loro non sanno le cose che facciamo. Non sanno niente del nostro amore. Scommetto che se solo lo sapessero, se sapessero tutto di noi, sarebbero gelosi. Loro non sanno delle notti insonni che passiamo a parlare al telefono. Non sanno niente delle nostre vite. Non sanno quanto sei speciale per me. Non sanno quello che hai fatto al mio cuore. Loro possono dire tutto ciò che vogliono ma è perché non ci conoscono davvero.-
- non lo so…io davvero non lo so!- dissi per poi alzarmi e andarmene via. Forse aveva ragione lui. Dovevamo dire tutto, per quanto rischioso potesse essere.
I giorni successivi ci parlammo a mala pena. Ne io ne lui riuscivamo a reggere la situazione. La sera ci sarebbe stata una cena a casa mia. Ero riuscita a convincere i miei genitori a invitare la famiglia Evans a cena. Non fu così difficile visto l’amicizia che vi era tra le famiglie.
Mi stavo maledicendo mentalmente per quello che stavo per fare e nel momento in cui afferrai la maniglia della porta sul retro per uscire a schiarirmi le idee il campanello suonò e in casa entrò la famiglia Evans al completo. Durante l’aperitivo non ebbi il tempo di parlare con Scott, figuriamoci durante la cena! Avrei dovuto fare tutto da sola. Mentre mamma portava in tavola il dolce mi alzai in piedi e con coraggio attirai l’attenzione schiarendomi la voce: - dovrei die una cosa molto importante. Scusate, so che non sarà una cosa facile da digerire ma è diventato un peso troppo grande per me ormai. Io amo un ragazzo senza il quale non posso vivere. Questo ragazzo mi ha letteralmente rubato il cuore. È da tanto, troppo tempo che voglio dire a tutti che lui è mio ed io sono sua. Quindi: ti amo Scott.- per tutto il tempo tenni gli occhi puntati in quello color smeraldo del ragazzo che, sebbene non volesse darlo a vedere, era sul punto di un pianto isterico, come la sottoscritta. Nessuno parlava. Ero quasi certa che nessuno stesse respirando! La cena finì in silenzio. non avevo il coraggio di chiedere il giudizio generale.
 
C’è sicuramente chi si starà chiedendo come è finita la storia di questi due innamorati. Orami stiamo insieme da un paio di anni. Forse quella sera nessuno ebbe il coraggio di parlare, non per paura ma perché non sapevano che cosa dire. I mesi successivi furono un tormento di domande, chiarimenti e raccomandazioni. C’era chi ancora non capiva come due ragazzi giovani potessero innamorarsi e non pensavano che la storia sarebbe durata al lungo. Per me, per noi, non era così! Magari siamo ancora dei bambini agli occhi degli altri, forse lo siamo veramente ma ci amiamo ed è questo che conta. Porterò per sempre nel cuore quelle parole. Quelle semplici parole che scatenarono tutto: loro non sanno nulla di noi.
 
  
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