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Autore: TheShippinator    10/07/2014    3 recensioni
Sebastian deve vivere per conto suo con solo un piccolo aiuto da parte dei suoi genitori, ma le spese sono troppe. Hunter deve studiare, ma per seguire i corsi ha bisogno di un baby sitter che si occupi di sua figlia. Basterà un annuncio sulla bacheca della facoltà a risolvere i problemi di entrambi?
• Scritta per la Huntbastian Week, prompt: Primogenito •
• Attenzione: bi!hunter •
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hunter Clarington, Nuovo personaggio, Sebastian Smythe
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Galeotto fu il Dottore
Huntbastian Week, Prompt: Primogenito

 

Sebastian controllò per l’ennesima volta il biglietto che aveva in mano. Era piccolo, rettangolare, strappato da un annuncio trovato appeso alla bacheca delll’università.

“Cercasi baby-sitter per bambina di 5 anni, tutte le sere esclusi Sabato e Domenica. Contattare Hunter Clarington”

Seguiva un indirizzo e-mail, al quale Sebastian aveva subito mandato un messaggio. I suoi genitori, pur essendo ricchi da fare schifo, avevano deciso che lui dovesse imparare il valore del denaro. Non avevano deciso di farglielo imparare in giovane età, quando era ancora lì con loro e la sua più grande preoccupazione era vincere o meno una partita di Lacrosse, ma avevano ben pensato di impartirgli la lezione quando viveva da solo, a New York ed aveva da pagare bollette, affitti e spesa. Gli passavano una certa somma mensile, che bastava a malapena per sopravvivere. Un paio di volte, aveva anche dovuto nutrirsi di solo riso e maccheroni al formaggio, perché non era riuscito a risparmiare abbastanza per fare la spesa decentemente, dopo aver comprato i libri scolastici.

Aveva davvero bisogno di un lavoretto, qualcosa che gli facesse guadagnare abbastanza da poter vivere con un po’ più di tranquillità.

All’inizio era stato furioso con i suoi genitori, ma poi si era calmato. Molti ragazzi della sua età, si era accorto, soffrivano le stesse pene che stava soffrendo lui. La privazione di un bene materiale come il denaro aveva anche ridimensionato il suo carattere. Gliel’avevano detto tutti: si era fatto più umile, meno irritante, più gentile…

Voltò il bigliettino che aveva in mano, leggendo l’indirizzo scritto a penna sul retro. Corrispondeva a quello in cui si trovava in questo momento.

Suonò il campanello e la voce che rispose lo lasciò piacevolmente stupito. Era abbastanza giovane, anche se profonda. Forse era il figlio maggiore.

«Sì?»

«Ehm… Sono Sebastian Smythe, il ragazzo dell’annuncio…»

«Ah, sì! Ti apro…»

Il portone schioccò, aprendosi, e Sebastian fece in fretta i due piani di scale, raggiungendo la porta dell’appartamento. Era socchiusa.

Bussò piano e scostò il portone.

«Permesso?» chiese, intrufolandosi dentro con solo la testa.

«Sì! Vieni, vieni avanti… sono un po’… No, Haniel, non puoi metterti il costume di Halloween, dobbiamo conoscere Sebastian…» 

La voce che aveva risposto al citofono era anche quella che lo stava invitando ad entrare. Fece un paio di passi avanti, Sebastian, e chiuse la porta, quindi attese. Qualche secondo dopo, un ragazzo all’incirca della sua età arrivò in quello che era chiaramente il salotto, accompagnato da una bambina minuta, ma dai tratti inconfondibilmente ebraici: pelle olivastra, naso carino, ma probabilmente un po’ più grosso di quanto ci si aspetterebbe da una bambina americana, capelli neri neri.

Sebastian sorrise alla bambina, notando il suo abbigliamento un po’ confuso. Probabilmente si era appena cambiata.

L’altro si avvicinò, scrutandolo con occhio un po’ critico, quasi sospettoso.

«Ciao, io sono Hunter. Piacere.» disse, porgendo la mano destra a Sebastian, indicando poi la bambina con la mancina. «E lei è Haniel.»

«Piacere, Sebastian. Ciao, Haniel.» disse il ragazzo, afferrando la mano dell’altro e poi abbassandosi, ginocchia piegate, per poter raggiungere la bambina e guardarla negli occhi. «È tua sorella?»

Sebastian sollevò lo sguardo verso l’altro, mentre la bambina rideva piano. Hunter sollevò le iridi al soffitto, sorridendo con aria sconfitta.

«Me lo chiedono tutti… No, è mia figlia.» rispose Hunter, abbassandosi e perdendo in braccio la bambina, sollevandola da sotto le ascelle.

Sebastian sollevò le sopracciglia e spalancò le palpebre. Beh, questo non se l’aspettava…

«Ma… pensavo… quanti anni hai?» domandò di nuovo, forse un poco a disagio.

Doveva occuparsi della figlia di un ragazzo della sua età? Un ragazzo per lo più decisamente… appetibile.

«A giudicare dal tuo aspetto, azzardo, gli stessi che hai tu.» disse Hunter, sollevando le sopracciglia, scettico. Continuò a fissarlo, le palpebre pesanti calate a metà su quegli occhi che non volevano saperne di smettere di scrutarlo.

«Papà, posso far vedere a Sebastian il mio costume, adesso?» domandò Haniel all’improvviso, attirando l’attenzione dei due uomini.

«Beh… sì, ma non romperlo, okay?» le disse Hunter, mettendola di nuovo a terra.

Restarono entrambi a fissarla, mentre si catapultava in camera, felice.

Tra di loro calò il silenzio, prima che Hunter lo rompesse, dal nulla, decidendo di dare qualche spiegazione alle mute domande di Sebastian.

«Sua madre mi ha lasciato. Eravamo giovani, avevamo appena finito il Liceo. Quando lei è rimasta incinta non ha voluto abortire, ma non voleva nemmeno tenere la bambina. I miei genitori sono stati comprensivi e hanno promesso di aiutarmi, perché io mi ero offerto di occuparmene al posto suo.» spiegò Hunter, sedendosi sul divano ed invitando Sebastian a fare lo stesso, con un piccolo colpetto della mano sul cuscino.

«Quindi l’hai cresciuta da solo?» domandò Sebastian, lanciando un’occhiata alla porta della camera della bambina.

«Praticamente sì. All’inizio i miei mi hanno aiutato, ma poi mi sono voluto trasferire e l’ho portata con me. Non le abbiamo mai mentito, sapeva che ero suo padre, e ovviamente non voleva separarsi… Continuano ad aiutarmi, comunque, anche se lavoro di giorno e studio la sera.» disse Hunter, bloccandosi all’improvviso. «È proprio per questo che avrei bisogno di una mano. Lei sta all’asilo tutta la mattina, quando io lavoro. Di pomeriggio resta con me, ma dopo cena ho i corsi serali. Fino ad oggi se n’è occupata la mia vicina, ma si è rotta un’anca e deve stare a riposo. Ho saltato un paio di lezioni, ma non posso perderne altre…»

Sebastian rimase in silenzio, ascoltando la voce bassa e rilassante di Hunter raccontargli i suoi problemi e le sue necessità. Sentiva già una stretta al cuore per quella situazione e per quel ragazzo. Voleva aiutarlo. E farsi anche pagare per farlo, okay, ma questo era stranamente relativo. E non c’entrava niente il fatto che fosse decisamente di bella presenza, che avesse quegli occhi profondi, quella voce rilassante… Okay, forse era un po’ attratto dal suo potenziale datore di lavoro.

«Ho risposto all’annuncio proprio per questo. Per darti una mano con Haniel.»

Hunter sollevò lo sguardo, fissando di nuovo Sebastian. Sembrava combattuto.

«Sebastian… io ti ringrazio di essere venuto, ma sinceramente pensavo che fossi un po’ più grande. Avrei preferito una raga-…»

«Sebastian! Guarda! Ho finito di mettere il costume!» 

La voce allegra della bambina distrasse entrambi ed impedì ad Hunter di terminare il discorso che si era prefissato di fare. Sebastian non poté far altro che ringraziare quella piccola peste. 

Tirava una brutta aria. Hunter non voleva nemmeno dargli una possibilità? Cos’avrebbe mangiato, il prossimo mese, vista la dispensa vuota ed il portafoglio altrettanto pieno di ragnatele? Doveva dimostrargli di saperci fare. Doveva fargli vedere che poteva cavarsela, anche se era giovane, anche se era un maschio, anche se era una sorta di principino che l’avrebbe volentieri sgozzata se solo si fosse avvicinata troppo, con un pennarello, ad una delle sue giacche di Dolce & Gabbana.

Haniel stava correndo verso di loro, avvolta in un bel vestitino blu, bianco e nero. In effetti, il vestitino aveva un disegno piuttosto particolare… era…

«È… È il Tardis… Doctor Who è lo show preferito di mia figlia, è… mi dispiace, è che ci rimarrà davvero male se non lo capirai…» borbottò Hunter, sottovoce.

Sebastian, però, non lo stava ascoltando. Era già saltato in piedi e sembrava che non volesse far altro che prenderla in braccio.

A Sebastian non piacevano particolarmente i bambini. Strillavano, perdevano muco dal naso, vomitavano sui vestiti, lasciavano le cose in giro, dovevi pulirli quando andavano in bagno e avevano sempre fame. Sebastian, però, aveva anche pensato che fare il baby sitter non sarebbe stato poi così complicato.

Ora ne era praticamente certo.

«Ma è bellissimo! Chi l’ha fatto? È uguale all’originale!» esclamò il ragazzo, raggiungendo subito Haniel ed abbassandosi, studiando il vestito.

«Me l’ha fatto la sarta della nonna!» esclamò la bambina, orgogliosamente.

«Adesso ti svelo un segreto…» sussurrò Sebastian, per poi voltarsi e raggiungere la propria borsa.

Hunter rimase ad osservarlo, mentre vi frugava dentro e ne estraeva…

«Non ci posso credere.» commentò solamente, nascondendosi la faccia con la mano, per poi lasciarla scivolare verso il basso fino a lasciare scoperti solo gli occhi divertiti. «Tu…?»

«Io.» rispose solo Sebastian, voltandosi in fretta verso Haniel e protendendo la mano verso di lei. 

Stretto tra le dita c’era un piccolo aggeggio in metallo con la punta blu scuro.

Sebastian premette un pulsante e quello si mosse, mentre la punta blu scuro iniziava ad illuminarsi ed emetteva un suono quasi fastidioso ed acuto… sonico.

«Il Cacciavite Sonico!! Tu sei il Dottore?? Il mio baby sitter è il Dottore! Papà, grazie!!»

Una bambina felice è quella che saltella per tutta la stanza con il suo vestito preferito addosso, ridendo e gridando di gioia, abbracciando le gambe del padre perché è l’unica parte che, ancora, riesce a raggiungere di lui. Haniel era una bambina felice.

Sebastian sorrise, cercando lo sguardo di Hunter. Gli fece l’occhiolino, riponendo il suo prezioso Cacciavite Sonico nella tasca della giacca. Era chiaramente solo un giocattolo, ma la bambina questo non doveva saperlo per forza.

«Haniel, devo chiederti un favore.» disse Sebastian, cercando di richiamare all’ordine la bambina, abbassandosi anche fino a toccare il pavimento con le ginocchia.

Haniel si avvicinò a lui, con un enorme sorriso stampato sul volto.

«È possibile che io sia il tuo baby sitter… ma è anche possibile che debba andare a combattere qualche alieno cattivo nello spazio e nel tempo. Forse non potrò essere il tuo baby sitter, perché sarò molto impegnato a salvare il mondo. Capisci?» chiese Sebastian, cercando di sorridere.

A giudicare dal discorso che Hunter aveva fatto prima, non c’erano molte possibilità che ottenesse il lavoro, tanto valeva mettere subito le cose in chiaro. Illudere quella bambina era inutile. Suo padre voleva una persona più grande, più responsabile, per curare la figlia; in alternativa, preferiva una ragazza e, nonostante fosse chiaramente gay, Sebastian non era né abbastanza grande né dotato di un utero.

Dopotutto, viste le condizioni nelle quali era venuta al mondo (a causa dell’irresponsabilità dei genitori), era anche più che comprensibile che il padre la volesse al sicuro.

Haniel aprì la bocca per ribattere, mentre il grande sorriso scemava e gli occhi le si riempivano di lacrime.

«No, no, no! Non devi piangere! Lo faccio perché devo salvare anche te! E un giorno tornerò a prenderti e viaggeremo insieme, okay?» continuò lui, sempre sorridente.

Haniel non sorrise, semplicemente annuì e tirò su con il naso.

Sebastian si alzò di nuovo, accarezzando la testa della bambina con una mano, quindi lanciò un’occhiata ad Hunter.

«Ti capisco.» disse semplicemente, prima di allungare la mano destra verso di lui, che l’afferrò, un po’ spiazzato.

Sebastian si appese nuovamente la borsa alla spalla, quindi fece dietrofront, pronto ad uscire dall’appartamento.

«Senti, ti dispiacerebbe portare alcune cose giù e buttarle in un cassonetto, per me?»

Si voltò e vide Hunter che reggeva tra le mani una piccola scatola di cartone.

«Sono le cose che il mio ex ha lasciato qui quando ci siamo lasciati.» disse semplicemente lui.

Sebastian sollevò le sopracciglia. Aveva capito che la figlia fosse sua… fatta con una donna… che fosse uno di quei classici gay che sperimentano prima? Oppure un bisessuale? O altro ancora?

«Non… non c’è problema.» disse Sebastian, prendendo la scatola tra le mani e fissando Hunter interrogativo.

L’altro ricambiò semplicemente il suo sguardo, distendendo le labbra in un vago sorriso.

«E… se vuoi, Dottore, puoi venire qui domani a cena e cominciare il tuo nuovo lavoro. Sono sicuro che l’universo sopravvivrà per un annetto, senza di te.»

Sebastian spalancò gli occhi e Haniel si diede ad un gridolino di gioia, per poi cominciare nuovamente a saltellare dappertutto con le braccia sollevate e i pugni chiusi, ben stretti, che ogni tanto mandava verso l’alto a colpire l’aria.

«Pensavo…»

«Mi sbagliavo. Sei perfetto. Stavo cercando proprio qualcuno come te.»


*


Ciao! Mi diaspiace di aver saltato ieri, sono inevitabilmente scalata di un giorno ç^ç Va beh, ormai il danno è fatto... Magari riuscirò comunque a scrivere l'altra entra stasera, chissà!
Inizialmente non dovevano esserci i riferimenti a Doctor Who, in questa OS, ma poi boh... hanno deciso ch e dovevano arrivare e chi sono io per impedirlo? xD
Chi lo segue, comunuqe, capirà molto meglio quei riferimenti!
Fun Fact! La bambina è di origini ebraiche, sì, perchè la mamma è di origini ebraiche, perchè il nome mi serviva ed è ebraico xD
Fun Fact! La madre NON È Rachel ò__ò Non è l'unica ebrea presente negli stati uniti, presumo.
Fun Fact! Haniel è il nome dell'angelo dell'amore umano. Presumo che Hunter abbia deciso di darglielo, un po' in onore della madre, un po' perchè sotto sotto lo sappiamo che è un tenerone. Non credo che Hunter ce l'abbia mai davvero avuta la ragazza che ha dato alla luce la bambina. E poi, doveva essere Haniel il tramite che permetteva a quei due di cominciare a piacersi, no? ù__ù Quale nome migliore?

Credo che i Fun Fact siano finiti xD
Il prossimo è... uddio, questa potrebbe essere angst.
Beh, vedremo!

Come al solito, vi lascio i miei contatti!
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Baci, Andy <3
  
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