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Autore: Vahonica    10/07/2014    1 recensioni
Prompt: write a scene based on this sentence: “the rain froze in the air and he fell between the drops” || La pioggia si congelò nel cielo e lui cadde fra le gocce || Jalex!AU
"Oh, mio Dio" mormorò fra sé, quando una sagoma entrò nel suo campo visivo. Il suo respiro si condensò in una nuvoletta bianca davanti al suo viso e poi si dissolse nell'aria umida, ma lui non ci fece caso.
Quella sagoma che si avvicinava sempre di più al terreno... sembrava... no, era un ragazzo e stava cadendo dal cielo sotto gli occhi esterrefatti di Jack.
Genere: Fantasy, Generale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Alex Gaskarth, Jack Barakat
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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*Note dell'autrice*
Heilà!
Questa è la mia prima fic per gli All Time Low e ne sono più o meno soddisfatta uwu
Il prompt l'ho trovato su Let's write su Tumblr - è un blog che ha dei prompt fantastici, secondo me ^_^
E' una Jalex, non necessariamente vista in chiave romantica, ma ognuno può interpretarla come vuole.
Il titolo è "Outlines" perché in qualche modo mi sembrava adatta ai miei filmini mentali c:
Bene, fatemi sapere cosa ne pensate e buona lettura!





Outlines
 

Jack camminava a passo svelto sotto la pioggia, cercando di raggiungere la scuola rimanendo il più asciutto possibile. Il che era difficile, considerando che era già da dieci minuti che scarpinava, ne mancavano altri dieci alla sua destinazione e non sembrava che il cielo volesse dargli una tregua. Pioveva così forte che non si vedeva quasi nulla, solo un muro d'acqua che cadeva dal cielo.
Jack si maledisse. Dove diavolo aveva la testa quella mattina?! Era uscito di casa senza pensarci due volte e il risultato era che si era chiuso fuori e, dulcis in fundo, aveva dimenticato l'ombrello. Complimenti, un applauso a Jack Barakat.
Grugnì, stringendosi di più nella giacca che non sembrava abbastanza per tenerlo al caldo, e all'improvviso smise di piovere.
Jack si fermò su due piedi, stupito, trattenendo il respiro. Sì, aveva smesso di piovere, ma... le gocce erano rimaste sospese nel cielo, ferme immobili, come se il tempo si fosse fermato.
Jack alzò lo sguardo e fece un giro su se stesso, cercando di capire cosa stava succedendo.
Forse stava sognando. Oppure era caduto, aveva battuto la testa e ora era morto; o svenuto. O, ancora, stava vivendo un'esperienza extra-terrena.
Non osava fare un passo per paura che succedesse qualcosa di catastrofico, perciò rimase lì, a fissare il cielo scuro, coperto dalle nuvole ancora cariche di pioggia, e tutte quelle gocce sospese a mezz'aria...
"Oh, mio Dio..." mormorò fra sé, quando una sagoma entrò nel suo campo visivo. Il suo respiro si condensò in una nuvoletta bianca davanti al suo viso e poi si dissolse nell'aria umida, ma lui non ci fece caso.
Quella sagoma che si avvicinava sempre di più al terreno... sembrava... no, era un ragazzo e stava cadendo dal cielo sotto gli occhi esterrefatti di Jack.
Impossibile. Da dove diavolo era sbucato fuori?! Non c'erano edifici da cui gettarsi e nemmeno alberi e, comunque, era troppo in alto per essere caduto da un tetto o da un ramo. Forse da un aereo...
Però era strano. La sua caduta era troppo lenta per essere dettata dalla forza di gravità, ma abbastanza veloce da permettere a Jack di distinguere i lineamenti del ragazzo in poco tempo, non appena fu abbastanza basso da vederlo meglio.
"Dannazione" si disse, tenendo gli occhi incollati sul ragazzo volante. O cadente, per essere più precisi.
Cosa poteva fare per arrestare la sua caduta? Doveva fare qualcosa!
Si guardò attorno, il panico che lentamente strisciava dentro di lui e il cervello che lavorava a mille per cercare una soluzione.
Poi, però, proprio quando pensava che lo avrebbe visto spiaccicarsi al suolo con un suono orribile, la picchiata del ragazzo rallentò gradualmente. Le gocce di pioggia, ancora immobili, gli si attaccavano addosso quando ci passava in mezzo e venivano assorbite dai vestiti, ormai zuppi.
Jack lo guardò posarsi al suolo, supino. Sembrava privo di coscienza, quindi decise di avvicinarsi. Mosse un passo verso di lui e, quando vide che nulla di disastroso era accaduto, si affrettò verso quel corpo e s'inginocchiò accanto ad esso. Controllò che fosse vivo ed effettivamente respirava.
Jack si sentì un tantino sollevato alla scoperta, e si prese del tempo per studiare bene il giovane: non era molto alto, portava degli skinny neri con la bandiera americana stampata sulle cosce, una maglietta nera a maniche corte con disegnata, sul petto, un'ancora con la scritta "the reckless and the brave" avvolta attorno ad essa e sopra alla t-shirt indossava una felpa nera, semplice. Jack spostò lo sguardo sul suo viso: aveva le labbra a cuore, un accenno di barba, le ciglia lunghe imperlate di acqua piovana che gli sfioravano gli zigomi alti e i capelli color caramello, bagnati e spettinati.
Era bello, bellissimo, e Jack sentì il proprio cuore mancare un battito.
Lo strano ragazzo caduto dal cielo gemette e aggrottò le spesse sopracciglia nere, aprendo lentamente gli occhi, travolgendo Jack con due iridi color cioccolato e uno sguardo intenso, mozzafiato.
Jack sentì davvero, per un attimo, la testa girargli e si ritrovò con qualche problema di respirazione, come se i suoi polmoni si fossero dimenticati qual era la loro funzione.
"Come ti chiami?" chiese senza pensarci, con un tono soffice che non sapeva nemmeno di avere nel proprio repertorio.
"Alex" rispose il ragazzo con voce un po' gracchiante, ma bassa, dolce e melodica al tempo stesso e con un lieve accento che Jack riconobbe come inglese.
Jack prese un respiro profondo, cercando di superare lo shock, senza staccare gli occhi da Alex, mentre questo si metteva seduto.
"Beh, Alex..." - iniziò, attirando la sua attenzione - "... sei appena caduto dal cielo" concluse, più confuso che mai.
Alex sorrise, semplicemente, e in quel momento la pioggia riprese a cadere.

   
 
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