Heilà
gente! Vi sono mancata? Sono ancora fuori città e sto pubblicando questa
piccola one shot di volata perché non voglio che vi dimentichiate di me.
Questa
one-shot intanto l’ho scritta come capitolo precedente a
Li
a parlare è Tom.
Qui
è Bill.
Tom in
E’ inusuale pubblicare prima il seguito e poi
l’inizio di una fanfic, ma si sa: io sono strana!
Beh
buona lettura e a presto!
Una
vita perfetta.
Ho 18 anni quasi
da un anno. Oggi è il 29 Agosto. Tra tre giorni dovrei compiere 19 anni, li
dovremmo compiere insieme, Tomi.
Ma…io no. Non li
compirò mai.
Ho una vita
perfetta a detta di tutti: tutti pronti ad accontentarmi, a soddisfare ogni mio
capriccio, a darmi ragione anche quando ho torto solo perché sono Bill Kaulitz,
cantante dei Tokio Hotel, celeberrima band tedesca.
Sorridi, mi dicono, hai tutto ciò che un
ragazzo possa desiderare!
Ma per quanto ci
provi non riesco a sorridere.
Si, hanno ragione,
ho tutto: soldi, fama, successo, donne, inviti ai party più importanti e cool,
l’affetto di mio fratello e degli amici sinceri.
Ma allora perché
sento questa morsa che mi stringe il cuore?
Perché ogni
battito sembra il suono del coltello che viene estratto dal mio cuore dopo
l’ennesima pugnalata?
Perché sono su
questo cornicione in questa notte così fredda ?
Le folate di vento
ghiacciato infilzano la mia pelle come aghi.
Fanno male.
Ma se provo dolore
vuol dire che sono vivo, vivo davvero.
Mi chiedo se sia
possibile che ci sia così freddo ad Agosto….forse è solo il freddo che mi sta
congelando il cuore che ha preso il sopravvento.
Perché le luci mi
sembrano così distanti e sembrano invitarmi a raggiungerle?
Mi sento
intrappolato, intrappolato in qualcosa che non mi appartiene più, legato a dei
fili e mosso come un burattino.
La musica :
ciò per cui vivevo, poi ciò che mi dava la vita, poi, mio malgrado, la mia vita
stessa.
E’ paradossale
come la cosa che prima mi rendeva felice, che prima mi faceva sentire vivo,
adesso sia diventata la mia prigione, la mia tomba.
Prove, concerti,
falsità, droga, sesso, corruzione, compromessi, tanti compromessi.
Tutto questo mi va
stretto, troppo forse.
Sento che la mia
libertà mi è stata portata via e quindi adesso…per che cosa vale vivere? Cosa
mi spinge ad andare avanti?
L’abitudine…che
stupido motivo per vivere.
Vivere per
abitudine è l’ultima cosa che si dovrebbe fare, ed io sto facendo proprio
questo. E ho paura, paura di ciò che sto diventando, della falsità e
dell’ipocrisia che mi stanno avvolgendo e trasformando, del mondo sporco che
avrei preferito non conoscere.
Sono sempre stato
un ragazzo allegro, pieno di vita, ma adesso sento che ogni gioia mi è stata
portata via, sento che ho perso la mia voglia di vivere, sento che se vivo è
solo per gli altri.
Si, sono egoista,
ma non per questo.
Gli altri
per i quali vivo, non sono coloro che mi amano. Sono coloro che mi hanno
intrappolato, costruito, ingannato, cambiato.
No. Non voglio
vivere per gente del genere.
Mi dispiace.
Soprattutto per te Tomi.
Siamo sempre stati
insieme ma adesso devi continuare da solo. Sei forte, lo sei sempre stato,
molto più di me.
Ricordi quando mi
proteggevi dai bulli? Erano degli avversari molto meno temibili della vita.
Perché è così, Tomi. E’ la vita il mio assassino. Controsenso? Forse si.
Non è colpa tua,
non pensare
Ti chiedo solo di
continuare a vivere per entrambi, di riuscire ad essere felice, di smettere di
scendere a compromessi con te stesso e, più di ogni altra cosa, di non
seguirmi.
Fratellino ti
voglio bene. Sei la persona più importante della mia vita. Sei stato la
persona più importante della mia vita.
Ero l’unica cosa
mi teneva legato alla vita stessa, ma adesso non puoi costringermi a restare.
E’ troppo, troppo per me. Non ce la faccio più. Non vivo più. E’ tutta una
stupida farsa a cui devo porre fine. Spero che tu possa perdonarmi.
Ma adesso sento
che è l’unica cosa da fare, lasciarmi andare.
Un passo e tutto
sarà finito una volta per tutte.
Un passo e mi sentirò
più vivo che mai per poi non sentirmi vivo mai più.
Un passo e questo
freddo cesserà di gelarmi le ossa.
Una lacrima mi
precede e cade inesorabile, ma io non riesco a vederla infrangersi al suolo
come una goccia di pioggia, perché chiudo gli occhi e la seguo.
L’aria mi investe,
mi assale e mi avvolge in un abbraccio freddo e duro.
Ho 18 anni quasi
da un anno.
19 mai li avrò.