Fanfic su attori > Jamie Campbell Bower
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Autore: Strange__    10/07/2014    1 recensioni
La mitologia greca racconta che, un tempo, gli uomini erano esseri perfetti e Zeus, invidioso di tale perfezione, li divise in due: da allora ognuno di noi è alla ricerca dell'altra metà.
Jamie l'ha trovata in un supermercato dimenticato dal mondo di Londra, un anno e mezzo fa.
Ha i capelli lunghi e le gambe corte.
Angie è l'altra metà della mela.
[SEGUITO DELLA FAN FICTION "MEGLIO DEGLI OREO"]
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Se l'amore non sei tu, l'amore non esiste. '
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Bitch
(12.)
 

 
 
“Salve, cosa posso fare per lei?” Dico alla ragazza che è appena entrata. E’ carina. Sarà poco più alta di me ed ha dei lunghissimi capelli neri a contrasto con due gemme verdi al posto degli occhi. “Oh, niente. Sto aspettando una mia amica.” Mi dice con un sorriso gentile, poi riabbassa la testa sul vestito che stava guardando. Mi giro e vado a sistemare delle maglie che qualcuno ha avuto la brillante idea di lasciare sul bancone appallottolate come se fossero pezzi di carta. Ma certo, tanto c’è quella rincoglionita della commessa che non ha sicuramente di meglio da fare, quindi sfasciamo intere pile di maglie come se niente fosse.
E poi non ti deve neanche salire il nazismo.
La ragazza con i capelli neri va in giro per il negozio come un’anima in pena ma la mia attenzione viene rapita da un gruppo di ragazze sui diciassette anni. Mi avvicino a loro e sono consapevole del fatto che sarà un lungo, lungo pomeriggio.
 
 
 
 
“Ciao boo.” Saluto.
“Ciao Bubi, sei ancora a lavoro?” Mi risponde dall’altra parte della cornetta.
“Sono in negozio ma al momento non c’è nessuno, c’è solo Natalie nel retro.” Dico mentre mi guardo le unghie annoiata. Natalie è la ragazza che lavora con me.
“…Carol mi ha detto quello che è successo l’altro ieri.” Comincia.
“Mi dispiace, okay? Non ne voglio parlare.” Sbuffo.
“Va bene, non ne parliamo. Di cosa vuoi parlare? Forse di Jared. Ah no aspetta non parli più neanche con lui. Forse di… Mh, no. Non parli neanche con lei.”
“Finiscila.” Sbotto “Non è divertente.”
“Non deve essere divertente. Deve farti ragionare. La tua vita non è finita! Ci siamo ancora noi, c’è tua mamma, c’è tuo fratello. Ci sono migliaia di ragazzi che aspettano solo di trovare una ragazza come te ma soprattutto… ci sei tu. Non buttarti nel cestino solo per una storia andata male.”
Mi asciugo una lacrima. “E’ più di una storia andata male.”
“Sei tu che lo decidi. Sei tu a decidere se è solo una storia andata male oppure no. Sei tu a decidere se andare avanti oppure no. Devo andare, ti voglio bene.”
“Ti voglio bene anche io.” Sussurro prima di chiudere la telefonata. Sospiro mentre cerco di sciogliere almeno un po’ il forte annodamento che si è creato sulle mie spalle.
Mi passo una mano sugli occhi e per un momento li chiudo. Ho decisamente bisogno di una bella dormita.
Appena li riapro vedo la stessa ragazza con i capelli neri di inizio pomeriggio che rientra nuovamente nel negozio. In effetti ad un certo punto è uscita senza dire niente. Non so perché ma mi da l’impressione di averla già vista da qualche parte. Con il lavoro che faccio alla fin fine incontro tantissime persone al giorno e con la memoria che mi ritrovo non ricordo mai nessun viso. Però il suo ha qualcosa di familiare.
“Ciao, posso aiutarti?” Chiedo nuovamente.
Lei si gira verso di me e mi guarda con i suoi occhioni verdi come se non si fosse neanche accorta della mia presenza. “No, scusa. Sto aspettando mia cugina.” Mi dice.
Oh, wow. Tre ore fa era l’amica, adesso la cugina. Alzo le spalle e torno a sistemare alcuni vestiti nel negozio. Il gruppo delle diciassettenni che è venuto ad inizio pomeriggio ha messo tutto a soqquadro. Sbuffo mentre raccolgo una maglia che mi è caduta dalle mani. Ma chi me l’ha fatto fare a venire a lavorare in un negozio d’abbigliamento, mi chiedo io.
Sento la porta aprirsi e chiudersi e a seguire dei passi femminili con il ticchettio dei tacchi.
“Allora qual è il vestito che dicevi, Gin?” Una voce del genere la riconoscerei ovunque. In ogni posto. Una così fastidiosa non la dimentichi facilmente, per sfortuna.
Mi giro di scatto e vedo che Ashley Greene si sta avvicinando alla ragazza dai capelli neri che evidentemente si chiama Gin o, forse, Ginevra.
Mi rigiro sperando che non mi abbia visto. Vorrei arrivare al retro per farmi dare il cambio da Natalie ma so che mi farei vedere sicuramente.
“Questo.” Sento la voce delicata di Gin e i passi di Ashley.
Ecco perché mi sembrava di conoscerla già! E’ la cugina di Ashley! Mi ricordo che Jamie mi aveva detto che la sua amica aveva dei parenti qui in Inghilterra e che, dato che lei è americana, quando lo veniva a trovare alloggiava da loro.
In questo momento avrei voglia di tirare una testata contro il primo spigolo che mi trovo davanti.
“Mh, è carino. Però non saprei che taglia prendere…” Le sento dire.
Non chiamarmi, ti prego. Non chiamarmi, non chiamarmi. Non chiamarmi. Ti prego, non chiamarmi. “Scusa? Puoi aiutarmi?” E ci risiamo! Anche dopo un anno la tecnica del pregare e ripetere le cose non serve a niente. Mi giro molto lentamente ma non prima di aver fatto un bel respiro profondo.
“Mi dica.” Abbasso la testa così tutti i capelli mi cadono sulle spalle ma rimpiango di aver tagliato il ciuffo.
“Angie?” Dice stupita.
Ma che male ho fatto per meritarmi una pena del genere?
Alzo la testa e la guardo. “Ashley? Non ti avevo riconosciuta!” Dico con un tono falso quanto il suo sorriso.
“E’ un po’ che non ci si vede!” Mi dice. Oddio quanto mi dispiace!
“Che peccato!”
Ashley ridacchia e poi si gira verso la cugina. “Gin, lei è Angie, la ragaz… Ops, l’ex ragazza di Jamie.” Oddio. Oddio. Oddio. Adesso la uccido. Prendo quel bel faccino che si ritrova e le grattugio la faccia contro il muro.
Sento una porta chiudersi e la voce di Natalie mi impedisce di rispondere. “C’è qualcosa che non va? Ha bisogno di aiuto?” Il tono della mia collega è acido. Incredibilmente acido. Probabilmente ha sentito cosa ha detto  quella troia di Ashley.
“Stavo scambiando due chiacchiere con la mia amica, tutto a posto.” Risponde Ashley con tono civettuolo. Incredibile! Riesce a fare la civetta anche con le ragazze!
“Angie non è pagata per fare due chiacchiere.” Risponde Natalie secca. “Quindi se ha bisogno di aiuto sono disponibile io stessa per darglielo.” Io la amo. Natalie è l’ottava meraviglia del mondo. E’ bella, simpatica e incredibilmente intelligente. Ha una cascata di capelli corvini che le ricadono mossi fino alla vita e un paio di occhi grigi che sono leggermente oscurati da un paio di occhiali da vista con la montatura nera.
“Cerco un vestito per un appuntamento.” Dice Ashley.
Natalie si avvicina a noi e poggia le mani sui fianchi stretti. “Che tipo di appuntamento?”
“Del tipo ragazzo, ristorante di lusso e vestitino corto.” Dice Ashley strizzando un occhio. “Se capisce cosa intendo.”
Capisco che sei una troia, sì.
Il viso di Natalie è rimasto impassibile per tutto il tempo. “Capisco. Ha già visto qualcosa che le potrebbe piacere?” Chiede.
Mi giro verso Gin che tiene un vestito color salmone tra le mani. “A me piace questo.” Dice con voce sottile.
Natalie si gira verso di lei e la guarda come se non si fosse neanche accorta della sua presenza. “Posso cercare la taglia…” Dice pensierosa.
“Il mio colore è l’azzurro.” Dice secca Ashley. “Risalta i miei occhi.”
Una nota di delusione si intravede sul viso di Gin.
“Ho un modello simile ma azzurro.” Natalie si gira e guarda verso di me. “Vado un attimo in magazzino, torno subito.” Dice prima di allontanarsi.
Ovviamente Ashley si gira verso di me. “Che mi racconti, Angie?”
Oh, niente. La mia vita sta andando a puttane. “Solita vita.” Biascico.
“Mi piace Londra” Non mi pare di averglielo chiesto “Capisco perché Jamie non ha accettato di venire a vivere in America con me. Ha un’atmosfera… travolgente.” Dice.
Jamie cosa?! Lei cosa?! Lei ha chiesto a Jamie di andare a vivere con lei?! In un altro continente, con sette ore di differenza e un oceano di distanza?!
“A proposito, come stai? Mi ha detto che vi siete lasciati completamente.” Dice.
Certo, come avrebbe potuto sfuggirle una cosa del genere? “Sto bene, grazie. Tu quanto tempo rimarrai qui?” Chiedo. Spero se ne vada presto. Molto presto.
“Ho intenzione di comprarmi una casa qui.” Dice con non curanza.
Lei cosa?! “Oh, wow.” Dico solo.
“Ecco il vestito.” Dice Natalie che è appena tornata dal magazzino, mentre lo fa vedere ad Ashley.
“Vado a provarlo.” Dice quest’ultima mentre lo prende dalle mani della mia collega. “Gin, vieni con me.”
Gin annuisce e segue la cugina verso i camerini.
Natalie si avvicina a me. “Mi spieghi perché Ashley Greene è nel mio negozio che, mentre cerca un vestito da troia per un appuntamento, ti lancia frecciatine su un certo Jamie? E non dirmi che il Jamie a cui si riferisce è Jamie Campbell Bower perché ti giuro che scoppio a ridere.” Mi sussurra.
Che Dio sia con me. “Jamie è il mio ex ragazzo, quello di cui ti avevo parlato e Ashley sta cercando di entrargli nei pantaloni. E sì, è Jamie Campbell Bower.”
“Tu mi stai dicendo che stavi insieme ad un attore?!”
Annuisco. “Stavo, appunto.”
“Potevi anche dirmelo.” Borbotta.
“Ci siamo lasciati e  scusa se evito di metterlo sul curriculum.” Borbotto.
“E’ vero che mi avevi raccontato qualcosa ma non mi avevi detto che questo fantomatico ex era niente popò di meno che Jamie Campbell Bower.”
Poi il nostro discorso viene interrotto da Ashley che ricompare davanti ai nostri occhi.
“Come mi sta?” Dice mentre fa una giravolta. Il vestito le arriva fino a metà coscia. Non è particolarmente alta ma mi supera comunque di dieci centimetri. Se contiamo anche i suoi tacchi, di venti. Devo smetterla di paragonare l’altezza delle altre persone alla mia, questo è autolesionismo.
“Perfetto.” Biascichiamo io e Natalie in contemporanea.
Ashley si gira verso la cugina. “Tu che dici Gin?”
La ragazza alza lo sguardo. “E’ bellissimo.”
Si gira verso di noi con un’espressione soddisfatta stampata in viso. “Lo prendo.” Dice prima di scomparire di nuovo verso i camerini.
Mi avvicino alla cassa mentre Natalie si dilegua nuovamente per andare a sistemare i nuovi arrivi nel retro.
Ashley torna dai camerini e si avvicina alla cassa con il vestito azzurro in mano. Lo prendo e lo metto in una busta di carta con il logo del negozio stampato sopra.
“Fanno 86, 75 £.” Dico mentre scrivo i numeri sulla cassa.
Per sbaglio urto contro il portapenne vicino al registratore di cassa che cade sul bancone. Alcune penne cadono a terra così mi accuccio per riprenderle. Mentre sono sotto il bancone sento la porta aprirsi e poi richiudersi. Appena mi rialzo rimetto le penne e il portapenne a posto e poi alzo lo sguardo. Jamie è nel negozio con Ashley attaccata al collo. Sgrano leggermente gli occhi poi riabbasso lo sguardo sulla casa. Strappo lo scontrino e lo metto nella busta del vestito. Non ho il coraggio di guardarli, di guardarlo.
Mi manca il respiro.
Prendo i soldi che Ashley ha lasciato sul bancone e li metto nella cassa, prendo il resto e lo poggio sul bancone. Lo sguardo mi cade sull’orario segnato sul registratore di cassa. Mancano quindici minuti alla chiusura, quindici minuti alla fine di questa tortura.
“Ho comprato  un vestito bellissimo.” Sento dire da Ashley. Alzo lo sguardo e la vedo sottobraccio con Jamie. Lei continua a parlare ma il suo sguardo è puntato su di me.
Non ho il coraggio di salutarlo e di fare finta che non sia successo niente. Ma Jamie mi precede. “Ciao Angie.”
 

 

   
 
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