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Autore: lametta    29/08/2008    2 recensioni
Hanae , "sente i ciliegi cantare " come gli diceva sempre Eichi prima di andarsene. La ragazza odia la propria famiglia troppo opprimente legata alle tradizioni e molto severa, così stanca di questa vita troppo rigida per lei deciderà di trasferirsi a Tokyo , ospite in una una famiglia davvero molto particolare dove farà tanti uovi incontri! Spero che vi piaccia anche perchè è un esperimento, quindi sappiate che se mi volete lasciare un commento sulle vostre impressioni sarà sempre molto bene accetto!
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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K ayou N o Sakura

K ayou N o Sakura.

 

Anche se dovessi sacrificare qualcosa, crederei a una cosa sola
il colore del fiore sbocciato in un istante che si riflette nei tuoi occhi sinceri
[tatoe moshi nanika gisei de mo tada hitotsu shinjite
kimi no massugu na me ni utsuru setsuna ni saita hana no iro]
Anche se sono impotente, vivo questo fato con forza
Il calore corporeo che lega le nostre mani si scioglie sempre l'uno nell'altra
Se è così a maggior ragione, anche se la punizione che ci portiamo sulle spalle è severa

[muryoku de mo kono sadame tsuyoku ikite yuku
te wo musubu taion wa zutto tokeatte
dattara issou no koto seotta batsu ga tsurakute mo]
Anche se dovessi andare controcorrente insieme a te contro le onde del mondo...
[moshi tatoe kimi to kono mama sekai no nami ni sakarau dake da to shite mo...]
Vivo credendo senza dubitare in questo amore
Stringendo forte anche le ferite che non si rimarginano
Vivo senza dubitare questo destino
A te è sicuramente collegata anche l'eternita
Noi due guardiamo solo avanti, qualunque cosa succeda
Ma di certo continuerò a proteggerti con le mie mani
darling”

[mayowazu ni kono ai wo shinji ikite yuku fusagaranu kizuguchi mo gyutto dakishimete

mayowazu ni kono sadame ikiru ikite yuku kimi to nara eien mo kitto tsunagatte futari de

 tada mae wo mite dou ni mo naranakutatte soredemo kanarazu kimi wo kono

te de mamori tsuzukeru daarin] *

 

Quella mattina i ciliegi cantavano.

Cantavano delicatamente, una canzone che non sentivo più da anni, una melodia che credevo ormai di aver scordato, invece non era assolutamente   svanita dalla mia mente ma si era soltanto sopita in fondo al mio cuore, aspettando il momento giusto per  risvegliarsi.

Un canto pieno di malinconia e tristezza , che ti attraversava l’anima, quella era la canzone di Eichi.

moshi tatoe kimi to kono mama sekai no nami ni sakarau dake da to shite mo...

Una lacrima mi corse velocemente sul volto mentre guardavo il volto duro di mio padre segnato soltanto da qualche precoce ruga.

moshi tatoe kimi to kono mama sekai no nami ni sakarau dake da to shite mo...

Il volto severo di chi non sa perdonare , che anche in quell’occasione rimaneva impassibile, non c’era un velo di lacrima nei suoi occhi, né un briciolo di tristezza, semplicemente  se ne stava tranquillo in piedi davanti alla porta del tempio aspettando che i funerali avessero inizio.

moshi tatoe kimi to kono mama sekai no nami ni sakarau dake da to shite mo...

 

 

 

“Hanae!E’ ora tra poco entreremo!”la voce sommessa di mia zia mi richiamò alla realtà, mentre aspettavamo l’inizio dei riti insieme agli altri parenti.

Già, mia nonna era morta , soltanto tre giorni prima colpita da un attacco di cuore.

La cosa che però mi aveva colpito più di tutte era stata la reazione di mio padre quando gli diedero la notizia, non fece una smorfia, né fu attraversato da un solo lampo di tristezza , ma si limitò a dire:

“Questa è la vita”

Quasi come se  a morire non fosse stata sua madre, ma una sconosciuta di cui non gli importasse nulla.

Ora che anche la nonna non c’era più non potevo che finire  per odiare sempre di più quell’orribile posto che fino a sei anni prima avevo il coraggio di definire “casa”.

 

 “Ehi Hana!Ma quello non è il bambino che da piccolo giocava sempre con te?”mi chiese mia zia attirandomi a sé per farmi vedere meglio.

Davanti alla porta del tempio scintoista c’era infatti un ragazzo di più o meno la mia stessa età, vestito con la tipica tunica da monaco.

Strabuzzai gli occhi.

“Sapevo che Ara era partito per andare in pellegrinaggio in un tempio sulle montagne, ma non credevo fosse già di ritorno!” risposi confusa mentre una forte euforia mi cresceva dentro.

Io e Arata eravamo grandi amici non solo perché ci conoscevamo da quando eravamo nati, oltre ad essere vicini di casa, ma anche perché avevamo frequentato insieme parecchi anni dello stesso liceo però , vederlo così vestito, mi dava  davvero una strana sensazione.

“Comunque devo dire che è diventato davvero un bel ragazzo!” ribattè mia zia

Se c’era una cosa che amavo in mia zia era proprio il suo riuscire a dire tutto ciò che le passava per la testa anche nei momenti più inappropriati, come un funerale.

“Bè “chiese Yuko”perché mi guardi così?Dico davvero!”

Sorrisi

 Quasi senza accorgermene , inspiegabilmente  mi misi a  correre verso Ara , che in quell’istante stava per essere assediato da una mia vecchia prozia, resa ormai ,sorda dall’età.
 Ara era tornato!Mi sembrava fosse passato un eternità da quando mi aveva informato del suo viaggio !Quanto mi era mancato! .

“N-O, M-I- D-I-S-P-I-A-C-E S-I-G-N-O-R-A “lo sentì sillabare alla vecchia “M-A N-O-N P-O-S-S-O Venire all’appuntamento romantico con lei!”

“Che cosa?!…E’ gay??!”chiese l’anziana

“N-O! N-O-N P-O-S-S-O V-E-N-I-R-E A-L-L’ A-P-P-U-N-T-A-M-E-N-TO CON LEI!”ripeté

“Cosa?! Ha scalato i Pirenei?!”chiese la vecchia.

A quel punto non potei che lasciarmi sfuggire una risata

“Chi è che ride?”chiese Ara voltandosi verso di me proprio quando lo avevo quasi raggiunto.

“Ciao Ara!”gli urlai, evidentemente troppo forte, perché buona parte dei miei parenti si voltò verso di me per vedere da dove proveniva quel fracasso,  e in men che non si dica  mi scaraventai ad abbracciarlo strofinando il viso sul suo petto.

“E pensare che non ero venuto ad abbracciarti prima perché pensavo che fossimo diventati grandi per queste cose!”ribatté lui imbarazzato stringendomi a sé.

“Quanto mi sei mancato cavolo!Mi sembra che sia passata un eternità dall’ultima volta in cui ti ho visto!”urlai mentre ancora ci guardavano confusi .

“Ok Hana, penso che ormai la metà dei tuoi parenti che non conoscono pensino seriamente che noi due stiamo insieme”affermò Arata”…e devo dire che non mi dispiace !”

“Ci stai provando con me?”gli chiesi staccandomi dal suo petto.

“Figuriamoci!Hana,Hana sei sempre la solita! Come posso provarci con una che conosco da quando si faceva la pipì addosso??Te l’ho già detto che devi reprimere il grande sentimento d’amore che provi per me!”ribatté lui.

In tutta risposta gli tirai un finto pugno sul braccio.

“Ehi!Guarda che non si picchiano i bonzi!”scherzò Arata riprendendomi tra le sue braccia quando vide che ritornavo seria

“Ehi piccola, scherzi a parte, mi dispiace un sacco per tua nonna, era davvero una persona stupenda”mi sussurrò all’orecchio.

Le lacrime cominciarono a scendermi lungo le guance, senza fermarsi, era come se per la prima volta mi fossi resa veramente conto che la mia adorata nonna non sarebbe mai più tornata da me,non l’avrei più vista ridere , mi aveva lasciata, lasciata per sempre.

“A-ara”balbettai, mentre il profumo della sua pelle inondava le mie narici e le sue braccia mi stringevano forte “l-la nonna mi h-ha “non riuscì a finire la frase, le parole mi morirono in gola.

“Hanae!Ti sembra questo il modo di comportanti ad un funerale??!”la voce severa di mio padre mi colpì come un fulmine a ciel sereno mentre mi trascinava via con lui dopo avermi preso per un braccio:

 “Adesso rimarrai qui con me ad aspettare che inizi il funerale della tua povera nonna!” mi sibilò ad un orecchio, mentre le mie lacrime non riuscivano a smettere di cadere sulle guance arrossate

“E ora per chi piangi?Per tua nonna o per quel ragazzo?”mi chiese mio padre facendomi entrare nel tempio.

“Per la nonna!”ribattei offesa “Non ti preoccupare comunque, non ti metterò in imbarazzo, quello era Arata, te lo ricordi ? E’ soltanto un mio amico!”

“Che sciocchezze Hanae!Lo sai meglio di me che tra un ragazzo e una ragazza non può esistere l’amicizia!”ribatté severo mio padre, mentre i ciliegi ormai gridavano il loro canto che risuonava nella mia testa sempre più forte,cantavano a squarcia gola la loro cantilena , la loro preghiera, il loro canzone

la canzone di Eichi, ripetuta  all’infinito…

 

 

moshi tatoe kimi to kono mama sekai no nami ni sakarau dake da to shite mo...

 

…dattara issou no koto seotta batsu ga tsurakute mo.

 

 

 

* * *

*  La canzone è  di Kitade Nana

  
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