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Autore: poetzproblem    10/07/2014    2 recensioni
Sembra così tranquilla, lì a godersi il tempo primaverile, e Rachel si accorge che potrebbe essere felice di passare il resto della propria vita a camminare accanto a Quinn Fabray.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray, Rachel Berry | Coppie: Quinn/Rachel
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Don't Blink Series'
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NDT: questa è una traduzione. Potete leggere l'originale qui oppure qui. Lasciate una recensione se vi va, così potrò tradurla e inviarla all'autrice.

Disclaimer: i personaggi di Glee non sono miei, mi piace solo giocarci...assolutamente senza trarne profitto.

***

My Life Before Me Undone

By poetzproblem


I saw it coming like summer rain

Incoming ocean, oncoming train

I veered in circles to get off your path

I tried to warn you

That this would be the kiss that counted

The one that mattered

My life before me undone

This would be the kiss that counted

The one that shattered my defenses

Bringing me emotion

~Kiss That Counted, Catie Curtis

xox

Rachel Berry ama i giovedì. Potrebbe sembrare un giorno strano da scegliere come preferito. Molte persone amano i venerdì, o i sabati e le domeniche, perché significano la fine di un'altra squallida settimana di duro lavoro e l'opportunità di dormire fino a tardi, oziare con una tazza di caffè, e leggere pigramente il giornale prima di dedicarsi ad attività più interessanti, ma il lavoro che Rachel ha scelto non le concede questo genere di lussi. I weekend sono la parte della settimana in cui i teatri registrano la maggiore affluenza, ma giovedì è il giorno in cui il suo show è in pausa—il giorno in cui si rilassa e si riposa, prima di sottomettersi di nuovo alle fatiche di due spettacoli al giorno, sei giorni a settimana.

Giovedì è anche il giorno in cui passa il tempo con Quinn Fabray.

Rachel si fa strada tra il traffico mentre si dirige verso Central Park, controllando l'orologio, e aggrottando la fronte quando si accorge di essere in ritardo. Ci ha messo troppo tempo a prepararsi, il che è ridicolo ed imperdonabile perché si tratta di Quinn. Quinn l'ha vista al suo peggio—niente trucco, capelli raccolti in disordinate code di cavallo, con i pantaloni da tuta, magliette orribili e il viso rigato di lacrime—in più di un'occasione. Rachel aggrotta la fronte mentre fa una lista mentale di tutti quei momenti, e il suo stomaco sprofonda in modo spiacevole, perché, sul serio? Quinn l'ha vista in quel modo fin troppe volte. Quand'è che ha cominciato a sentirsi così a proprio agio accanto a Quinn Fabray? Come può anche solo pensare che Quinn possa volere…

Si riscuote da quei pensieri e si concentra sulla sua destinazione. Probabilmente avrebbe dovuto prendere un taxi, perché tutto il lavoro che ha fatto per rendere il suo abbigliamento casual un po' più attraente del solito sta venendo rovinato dalla lieve pellicola di sudore che le sta rivestendo la pelle. Però è una bella giornata, e il suo appartamento a Sutton Place è solo a un chilometro e mezzo di distanza, e Rachel ha fatto questa passeggiata più di una dozzina di volte da quando Quinn si è trasferita a New York lo scorso giugno. Davvero è già passato un anno?

Quinn si è laureata a Yale magna cum laude con una tesi in inglese, ed un lavoro di assistente editor già pronto alla HarperCollins. Ha fatto le valigie, preso il treno per la città, ed ha dormito sul divano di Santana a Morningside Heights finchè non ha trovato un monolocale ad un prezzo ragionevole a Turtle Bay.

In quel periodo, Rachel era stata nel cast minore del suo primo show di Broadway, e il suo unico giorno libero era stato il martedì. Naturalmente, il martedì era stato il suo giorno preferito. È stato allora che sono cominciati i suoi appuntamenti settimanali con Quinn. Era stata la sua amica a suggerirli, come modo per mantenere forte la loro amicizia nel mezzo delle loro giornate sempre più piene. Rachel sospetta che l'abbia fatto anche per calmare la sua gelosia del tempo che Quinn e Santana riescono a passare assieme.

Quinn di solito lavora dal lunedì al venerdì, ed ha i weekend liberi per rilassarsi. Lei e Santana hanno preso l'abitudine di incontrarsi per bere qualcosa ogni venerdì sera, a volte vanno a ballare, di solito nell'ultimo bar gay di tendenza. Rachel è stata raramente inclusa in quelle uscite.

La sua giornata con Quinn è qualcosa che nessun altro può dividere con lei. Una volta era il martedì, poi per alcuni mesi la domenica, quando Rachel è stata disoccupata tra uno show e l'altro, ed ora è giovedì. Quinn lavora alcune ore extra il resto della settimana in modo da poter uscire un paio d'ore prima durante il giorno libero di Rachel, e andare a vedere un film, o a cena in un ristorante che vogliono provare, o fare shopping sulla Quinta Avenue, o passeggiare a Central Park.

Il parco è senz'altro il posto che Quinn preferisce. Non è appassionata di jogging (fin da quell'incidente a cui Rachel non riesce nemmeno a pensare) e se cammina troppo a lungo e troppo in fretta, il leggero zoppicare che normalmente appena si nota si fa più accentuato, ma lei non si lamenta mai.

Lei e Rachel hanno passato molti pomeriggi ad esplorare lo zoo, ad attraversare il Great Lawn, a salire gli stretti gradini del Belvedere Castle, e a cantare Strawberry Fields Forever a Strawberry Fields. Bè, era stata Rachel che aveva cominciato a cantare. Quinn aveva scherzosamente tentato di metterle la mano sulla bocca per fermarla.

Rachel riflette sul fatto che hanno esplorato ogni ponte, arcata e sentiero nascosto del parco, per non menzionare ogni statua e ogni fontana. Ricorda di aver visto Quinn asciugarsi furtivamente le lacrime dopo aver letto la targa sulla statua di Balto, per poi dire che erano solo le sue allergie. Ama vedere quel lato di Quinn.

Ama vedere ogni lato di Quinn.

Ama Quinn.

Ed è assolutamente terrorizzata da ciò che questo significa, perché non sarebbe dovuto accadere. Non dovrebbe provare questi sentimenti per la sua migliore amica—una donna. La sua migliore amica che da quattro anni ha rivelato al mondo di essere lesbica e che non ha mai, nemmeno una volta, espresso interesse romantico nei suoi confronti. E perchè dovrebbe? Quinn è bellissima, intelligente, di talento, coraggiosa e sexy… ed è uscita con donne che farebbero sembrare Rachel… un troll. Un troll basso, irritante e con un grosso naso.

I passi di Rachel rallentano mentre si avvicina all'ingresso al parco che dà sulla sessantunesima strada, e si ferma accanto al muro, appoggiandosi ad esso in cerca di un sostegno e prendendo un tremante respiro. Chiude gli occhi e cerca di recupare la propria fiducia in sè stessa, ma è inutile. Quinn è sempre stata capace di farle questo, ridurla ad un ammasso di insicurezze ed ansia semplicemente esistendo e, dolce Barbra! Perché ci ha messo così tanto per capire il perché?

Desidera disperatamente riavere la propria ignoranza, tornare a quei giorni in cui credeva che le farfalle che sentiva nello stomaco quando vedeva Quinn non fossero altro che felicità al pensiero di passare il tempo con la sua amica. Quando pensava sinceramente che il fatto che ogni donna che usciva con Quinn non le piacesse fosse perché nessuna di loro era degna di lei. Quando poteva uscire con un uomo senza passare ogni minuto paragonandolo a Quinn.

Rachel non sa esattamente quando i suoi sentimenti per Quinn abbiano cominciato a cambiare ma è certa che siano già tanto profondi da impedirle di uscirne con il cuore intatto. Qualsiasi cosa accada, perdere l'amicizia di Quinn non è un'opzione. Già pensa di aver reso le cose un po' tese fra loro in quest'ultimo periodo, fin da quando ha capito perché Quinn Fabray è l'unica persona senza la quale non può vivere.

Ha praticamente rovinato le loro ultime due uscite. La settimana scorsa non ha fatto altro che blaterare della sua nomination al Tony e del suo potenziale discorso di ringraziamento, ad un punto tale che si è accorta che Quinn si stava irritando con lei. E la settimana prima ancora, Rachel aveva insistito per andare a vedere un film, in modo da non dover parlare molto. Due ore di pseudo intrattenimento orribile e mal scritto, due ore che non riavranno mai più indietro.

Rachel non è particolarmente brava a mantere il controllo delle proprie emozioni quando si tratta di relazioni. Non lo è mai stata. Al liceo ha fatto la figura della sciocca ogni volta che si era presa una cotta, e trema al ricordare tutte le cose che ha fatto per conquistare e tenersi Finn Hudson. Al college non è andata meglio. La sua ultima relazione seria era nata (di nuovo) da un'infatuazione per un giovane attore al campo teatrale estivo, ed era finita quando lui aveva scelto la sua carriera e non lei. È davvero grata che il coprotagonista del suo spettacolo sia gay con la g maiuscola anche se non è sicura che la sua sessualità possa fare la differenza, ormai. I suoi sentimenti per Quinn le stanno impedendo di dare una possibilità a chiunque ed è esattamente per questo che Rachel sa di non poter ignorare questa cosa e sperare che si affievolisca col tempo. Rinunciare a una cosa che desidera senza prima lottare per averla non è scritto nei suoi geni.

Non sa se è abbastanza coraggiosa da rischiare il suo meraviglioso rapporto con Quinn per la possibilità di avere qualcosa di più. Sta diventando pazza cercando di ricordare ogni interazione che hanno avuto nel tentativo di determinare se i suoi sentimenti appena rivelati potrebbero essere ricambiati, ma ha paura di stare proiettando il proprio desiderio su un comportamento amichevole e perfettamente normale.

Con il passare degli anni è migliorata nel leggere Quinn, ma ci sono ancora dei momenti in cui la ragazza chiude fuori le altre persone, e Rachel può solo cercare di indovinare quello che sta pensando. Forse l'amicizia è tutto quello che Quinn vorrà da lei…e se questo è tutto quello che può avere, allora dovrà farselo bastare. Rachel pensa di aver capito come accettare un rifiuto, ma in qualche modo dubita di aver imparato a farlo con grazia.

Rachel sospira e si allontana dal muro, spazzolandosi la polvere dal denim artisticamente consumato dei suoi calzoncini firmati, si stringe la coda di cavallo, scostandosi dietro le orecchie le ciocche della frangia, che ormai le è cresciuta un po' troppo.

Si porta sul sentiero che conduce al Leaping Frog Cafe vicino all'entrata dello zoo, dove lei e Quinn sono solite incontrarsi. Mentre si avvicina agli edifici, vede subito Quinn seduta ad uno dei tavolini. Trattiene il respiro, e quelle dannate, irritanti farfalle cominciano a danzare nel suo stomaco, e il suo cuore inciampa nel tentativo di spingerla più vicino a Quinn. Ora che riconosce la reazione per quella che è, sa che ha cominciato a manifestarsi per buona parte di quest'ultimo anno—forse addirittura di più.

Quinn non si accorge subito di lei, così Rachel coglie l'opportunità di ammirarla in silenzio per qualche istante. È il ritratto del relax, lì seduta a godersi il caldo sole pomeridiano con la gamba sinistra appoggiata alla sedia accanto a lei, la sua attenzione completamente catturata dal libro che sta leggendo per svagarsi.

Le letture che Quinn deve fare per lavoro non hanno ancora rovinato il piacere che prova per questo passatempo. E Rachel spera che non accada mai. C'è qualcosa che la fa sentire a casa nel vedere Quinn con il naso in un libro—come se al mondo tutto andasse bene. O forse è solo vedere Quinn che la fa sentire così. Il sole brilla attraverso i suoi capelli e illumina la sua pelle di un bagliore dorato, e le sue labbra rosate sono incurvate in un sorriso soddisfatto. È bellissima—in un modo quasi doloroso—e Rachel è divisa fra la riluttanza di disturbare la visione perfetta davanti a lei e l'irresistibile desiderio di avvicinarsi tanto da toccarla.

Fa un passo, poi un altro, e poi, come se l'avesse sentita avvicinarsi, Quinn alza gli occhi dal libro per incontrare il suo sguardo. Il suo sorriso diventa immediatamente più luminoso, e Rachel prende un rapido respiro mentre cerca di farsi forza contro il martellare del proprio cuore e lo stomacoche ha cominciato a sussultare.

Rachel attraversa la distanza che c'è fra loro mentre Quinn posa il libro sul tavolo e si alza.

"Ehi, tu," dice allegramente e fa un passo avanti, tendendole le braccia per stringerla a sè come al solito, e Rachel si avvicina e le circonda le spalle con le braccia. Chiude gli occhi mentre assapora quei quattro secondi in cui il corpo di Quinn è stretto al suo, e il calore di quelle braccia sorprendentemente forti attorno alla sua schiena. Inala il profumo di camomilla e pera che ha imparato ad associare a Quinn, arrossendo di imbarazzo quando si accorge di provare il desiderio di affondare il naso in quei capelli morbidi e setosi. Allontanandosi, Rachel fa un sorriso che spera sia disinvolto.

"Scusa se sono un po' in ritardo. Spero che tu non abbia aspettato troppo."

Quinn rifiuta la scusa con un gesto.

"È una giornata così bella che non me ne sono nemmeno accorta."

Apre lo zainetto che porta sempre con sé quando fanno queste escursioni, e ci mette dentro il libro prima che Rachel riesca a leggerne il titolo.

"Vuoi fare una passeggiata o prima ti va di chiacchierare?" chiede Quinn.

Rachel si lecca nervosamente le labbra. Vuole parlare—dio, vuole sempre parlare—ma non è sicura di riuscire a farcela senza inciampare su tutto quello che non è pronta a dire.

"Facciamo una passeggiata," decide, pensando che la distrazione di mettere un piede davanti all'altro le impedirà di analizzare ossessivamente ogni piccola cosa che Quinn dice o fa.

Quinn si mette lo zainetto sulla spalla, prende il bicchiere di carta che sta sul tavolo e lo tende a Rachel, sorridendo.

"Ti ho portato un regalo."

Un'ondata di piacere attraversa Rachel quando vede il cerchio marrone che circonda la parola Joe, dicendole che la bevanda viene dalla migliore caffetteria di Manhattan. Si affretta a prendere il bicchiere, sentendo la fredda condensa sulle dita, e sorride, "Latte di soia chia freddo?"

"Naturalmente," risponde Quinn inarcando un sopracciglio che chiaramente dice, come se non sapessi cos'è che ti piace bere.

Rachel toglie il coperchio prende avidamente un sorso, assaporando il gusto intenso della bibita. La risata leggera di Quinn le solletica le orecchie, e si sente arrossire mentre abbassa la tazza.

"Grazie, Quinn, ma non avresti dovuto. Joe non è sulla strada da casa tua."

"Non è un problema, Rach. Mi piace fare cose carine per te," dice semplicemente—così. Come se non fosse niente di speciale.

E dannazione—il cuore di Rachel fa questo bizzarro, piccolo salto mortale nel suo petto. Cerca di ignorarlo, perché è solo Quinn che si comporta come suo solito, ma è difficile non pensarci, visto che nessuno degli uomini con cui è stata è mai stato premuroso la metà di lei, o così sintonizzato sulle sue preferenze.

Si sta solo comportando come una buona amica, ricorda Rachel a sé stessa. Non c'è nulla di romantico nel latte di soia chai.

"Bè, mi piace che si facciano cose carine per me, per questo la nostra relazione funziona così bene," scherza Rachel, tentando di cancellare le sue fantastichierie con l'umorismo. Gli occhi color nocciola di Quinn lampeggiano di un'emozione che Rachel non riesce a definire, ma sparisce così in fretta che pensa che non sia stato altro che un gioco di luce.

"Wow...mi sento così apprezzata," dice Quinn in tono ironico, inarcando un sopracciglio in una silenziosa accusa.

"Lo sei," risponde Rachel, con più calore di quanto intenda. Quinn sembra prendere un  respiro extra, e i suoi occhi fissano un punto sopra la spalla di Rachel. Rachel non è sicura se interpretare il gesto come imbarazzo o disagio…o qualcos'altro, quindi non ci pensa e fa un sorriso.

"La Bethesda Fountain o Conservatory Water?" chiede.

Quinn inclina il capo a sinistra e stringe le labbra mentre prende in considerazione le opzioni. Rachel sa già che cosa Quinn sceglierà e scopre di aver ragione quando l'altra ragazza annuncia, "Conservatory."

Rachel fa un drammatico gesto con il braccio, facendo un mezzo inchino, "Dunque mostrami la strada, oh capitano," sentendosi leggera e felice quando la sua stupidaggine fa ridere Quinn.

"I tuoi fan lo sanno quanto sei nerd?" chiede, alzando gli occhi al cielo divertita mentre si avvia saltellando lungo il sentiero.

"Ehi!" esclama Rachel, correndo per raggiungerla e tenere il passo con le sue lunghe falcate. "Tutte le prove sono state abilmente cancellate dal mio PR, grazie mille."

Quinn fa un sorriso malvagio, "Quindi tutte quelle tue vecchie foto del liceo che sono in mio possesso, in cui tu indossi maglioni con i gufi e calzini al ginocchio, un giorno saranno ottimo materiale per ricattarti."

Rachel arrossisce al ricordo delle scelte in fatto di abbigliamento che faceva quando aveva sedici anni.

"Non ero così male," si difende, mettendo scherzosamente il broncio.

"Bè, il tuo senso della moda è gradualmente migliorato, ad ogni modo," ammette Quinn, guardandola con un sorriso. I loro occhi si incontrano, e i loro sorrisi si allargano.

"Kurt," dicono all'unisono, scoppiando a ridere.

Camminano per un po' immerse un un'amichevole silenzio, i loro passi perfettamete sincronizzati, le braccia che si toccano di tanto in tanto. Rachel osserva furtivamente le curve di Quinn, che sono elegantemente accentuate da un paio di pantaloni capri e una maglietta aderente. Il vento sta giocando con il capelli di Quinn, e il suo viso è leggermente sollevato, come un fiore sotto il sole. Sembra così tranquilla, lì a godersi il tempo primaverile, e Rachel si accorge che potrebbe essere felice di passare il resto della propria vita a camminare accanto a Quinn Fabray.

"Vorrei poter fare questo ogni giorno," commenta Quinn, e le sue parole rispecchiano con tanta perfezione i pensieri di Rachel che le farfalle che ha nello stomaco impazziscono.

"Odio stare chiusa in quell'ufficio soffocante," aggiunge, e le farfalle muoiono di delusione.

"Almeno i tuoi orari hanno una certa flessibilità, e il tuo lavoro ti piace."

Rachel aggrotta la fronte mentre studia il profilo di Quinn.

"O le cose sono cambiate?"

Quinn si volta a guardarla, e fa un sorriso rassicurante quando nota la sincera preoccupazione sul volto di Rachel.

"No, mi piace…più che altro," si stringe nelle spalle. "Credo di avere un brutto attacco di febbre primaverile. Certi giorni mi sembra di non concludere niente, sai? Voglio dire, leggo alcuni di quei manoscritti, e sono davvero orribili—cioè, talmente brutti da essere ridicoli—ma alcuni sono fantastici, e li porto al mio capo, pensando che la storia abbia così tanto potenziale, solo perché lei li metta da parte come se non valessero niente. È così frustrante. Odio davvero scrivere lettere di rifiuto a scrittori che penso abbiano tanto talento."

Rachel annuisce con aria di comprensione, "Vedo come questo possa essere scoraggiante. Che mi dici del tuo grande romanzo americano? Lo stai ancora scrivendo?" chiede, sinceramente curiosa. Quinn era solita leggerle i suoi racconti quando era al college, e Rachel li aveva amati tutti—era rimasta sorpresa che la sua amica riuscisse ad evocare così tante emozioni semplicemente scegliendo accuratamente le parole—ma è passato così tanto tempo dall'ultima volta che Quinn le ha detto che stava lavorando a delle storie tutte sue.

Quinn ridacchia, "Se scrivere significa battere e cancellare le stesse due frasi per un'ora prima di stancarsi e andare a letto."

Il cipiglio di Rachel si approfondisce.

"Và così male?"

"È solo che è difficile sentirsi ispirati, ultimamente," dice Quinn, guardando in distanza con espressione pensosa. Scuote la testa e si stringe di nuovo nelle spalle, "Ma per quanto riguarda gli slanci creativi, sono sempre stata 'o tutto o niente'. A volte posso buttare giù dozzine di pagine in una sola sessione, altre volte…nulla. E le ultime settimane ricadono nell'ambito del nulla."

"Bè, non puoi mai sapere, l'ispirazione può essere proprio dietro l'angolo," la incoraggia Rachel, facendo un gesto a indicare la splendida giornata, la gente sorridente che passeggia nel parco e…oh, quela coppietta adolescente che sta praticamente facendo sesso sul prato accanto a Conservatory Water. Arrossisce, guardando Quinn incuriosita per vedere se l'ha notato, e Quinn incontra il suo sguardo rivolgendole un sorriso divertito prima che entrambe comincino a ridacchiare.

"A parte gli atti osceni in luogo pubblico," commenta Quinn alzando gli occhi al cielo, "Spero tu abbia ragione."

Rachel sorride, dimenticando sé stessa per un attimo mentre tende una mano per afferrare il bicipite di Quinn.

"Ho sempre ragione, Quinn."

Quinn ride, "E, ovviamente, stai ancora vivendo in quel tuo mondo di fantasia."

"Non così tanto, ormai," risponde Rachel con un sorriso triste.

Segue un silenzio imbarazzato mentre passano accanto al laghetto, e Rachel si accorge, a disagio, che i muscoli di Quinn sono diventati tesi sotto le sue dita. Allontana la mano, guardando furtivamente alla propria destra mentre Quinn si morde il labbro, pensosa.

"Allora, questo significa che Peter il Grande è ancora all'ovile?" chiede alla fine, e Rachel quasi inciampa nei propri piedi.

Rivolge a Quinn uno sguardo tagliente mentre ricorda il soprannome scherzoso che Quinn aveva affibbiato all'ultimo ragazzo di Rachel, che di recente si è ritrasferito a New York. È più di un anno che non sente quel nomignolo, e onestamente l'aveva dimenticato.

Rachel ha incontrato Peter Kendrick tre anni fa, e in quel periodo si era presa una bella cotta. Era diverso dagli altri uomini con cui era uscita—di talento, naturalmente, ma anche gentile, intelligente, e tranquillo. La loro relazione era durata quattordici mesi, e si era conclusa solo perché a Peter era stata offerta l'opportunità irresistibile di un ruolo da protagonista in uno show a Londra.

A Quinn non era mai piaciuto, e Rachel non aveva capito perché, visto che Quinn e Peter in realtà avevano moltissimo in comune, fino ai gusti in fatto di letteratura. Troppo in comune, a quanto pare. Fino a qualche giorno fa, Rachel non si è resa conto di quanto si assomiglino.

Tre settimane fa, Peter ha chiamato Rachel per chiederle di cenare con lui e fare una chiacchierata, o così le ha detto. Lei ne era stata felice, pensando che forse avrebbero potuto dare una seconda possibilità alla loro relazione—che probabilmente era la più sana che lei avesse mai avuto—e questo era esattamente quello che aveva voluto anche Peter. Eccetto che rivederlo le aveva solo fatto capire che ormai l'aveva dimenticato. Infatti, aveva passato tutta la sera a paragonarlo a Quinn, ed aveva avuto la sconvolgente epifania che era stata attratta da lui solo perché le ricordava così tanto Quinn.

Quinn—a cui Peter non è mai piaciuto, e che le aveva detto che non avrebbe dovuto correre tra le braccia di lui solo perché era appena tornato a New York. Quinn—che a quanto pare si aspetta che lei se lo riprenda, anche se le ha detto che non lo avrebbe fatto.

Il cuore di Rachel sta battendo all'impazzata e la sua mente sta esaminando le possibili implicazioni. Possibile che Quinn sia gelosa? O forse sta di nuovo proiettando il proprio desiderio?

"Peter non è all'ovile," dice con calma. "Siamo amici."

Quinn fa una rista ironica, "Sei stata con lui per più di un anno, Rachel."

"E abbiamo rotto da più di un anno," le ricorda, guardando attentamente la sua espressione, ma Quinn è ancora molto brava a tenere a posto la propria maschera. Non vuole incontrare il suo sguardo, però, e Rachel spera che non si stia semplicemente immaginando la sua delusione.

"Siamo persone diverse ora, Quinn. Non c'è più…la scintilla."

Quinn allora la guarda, e i suoi occhi tradiscono tutte le emozioni che il suo viso non vuole rivelare.

"Oh," dice semplicemente, distogliendo di nuovo lo sguardo, ma Rachel trattiene il respiro comunque, e sa che non può non aggrapparsi a quell'indizio.

Ora sono in piedi davanti alla statua di Alice nel Paese delle Meraviglie, e Rachel si volta e raggiunge una panchina vuota. Rivolgendo la schiena a Quinn, chiude gli occhi per un attimo e si morde il labbro, richiamando tutto il suo coraggio per iniziare una conversazione che potrebbe danneggiare il loro rapporto per sempre. Esalando un respiro, apre gli occhi e tiene sotto controllo la propria espressione mentre si siede. Quinn la segue in silenzio e siede accanto a lei, chinandosi di riflesso per massaggiarsi il polpaccio sinistro.

Rachel guarda la statua, sorridendo al vedere i bambini che si mettono in posa per le foto. Osserva Quinn e vede che sta facendo altrettanto.

"Allora, com'è andato il tuo appuntamento con quella ragazza che lavora al deli, lo scorso weekend?" chiede Rachel dolcemente. "Erin, si chiamava?"

"Karen," la corregge Quinn automaticamente, stringendosi nelle spalle, "ed è stato una delusione. A quanto pare flirtare su un sandwich di carne è stimolante quanto la conversazione che si può avere con lei."

"Mi dispiace sentirlo," ma in realtà non è vero. Era un po' preoccupata per quella ragazza carina dai capelli rossi di cui Quinn le ha parlato nell'ultimo mese. Ad essere onesta—e in questi giorni sta cercando davvero di esserlo—Rachel non fa che preoccuparsi che Quinn possa incontrare una persona fantastica, innamorarsene e cominciare una vita che non avrà più spazio per lei. Quinn è uscita con diverse donne fin da quando si è trasferita a New York, ma mai più di due o tre volte con la stessa persona, e non ha mai iniziato una storia seria da quando ha finito il college.

"Mi dispiace solo che dovrò trovarmi un altro posto in cui comprare il pranzo. Avevano un pastrami per cui morire," dice Quinn con un sorriso dispettoso.

Rachel si lecca le labbra, prende un respiro e dice, di proposito, "Continuo a ripeterti che dovresti diventare vegana."

Vede un sopracciglio di Quinn contrarsi, e i muscoli della sua gola sussultare mentre il suo sorriso si appanna un po'. Le sue spalle si alzano e ricadono più profondamente di quanto accada con un respiro normale, e distoglie lo sguardo. Rachel non sa cosa stia pensando, ma non importa, perché quello strano momento se n'è andato così com'è arrivato, e Quinn sta sorridendo di nuovo.

"Nemmeno tu puoi allontanarmi dalla carne e dai latticini, Rachel. Mi piace il cibo che ha sapore."

Rachel sa che Quinn la sta prendendo in giro, così si lascia trasportare dalla loro abitudine, lasciando che la conversazione proceda naturalmente.

"Le alternative vegane possono essere molto gustose."

"Non ne discuteremo di nuovo," insiste Quinn. "Ho già provato il gelato alla soia e il surrogato del bacon—solo per farti contenta, se ricordi bene—e non ne sono rimasta impressionata."

"Apprezzo davvero che tu li abbia provati," confessa Rachel, di nuovo colpita da quante piccole cose Quinn abbia fatto per lei nel corso della loro amicizia, cose che nemmeno i suoi fidanzati sono mai stati disposti a fare.

"E io apprezzo che tu sia disponibile a sopportare le serate di lettura di poesie e quelle per cantanti dilettanti."

"Vero. Ne ho passate parecchie, e non mi sono mai lamentata." Quinn le rivolge un'occhiata irritata, inarcando un sopracciglio, e Rachel sospira, "Okay, mi sono lamentata un po', ma sul serio Quinn, non puoi aspettarti che me ne resti in silenzio mentre un inesperto uccide un classico di Broadway."

"Credimi, non mi aspetto mai silenzio da te."

"Quinn!"

Una risata deliziata risuona alla risposta indignata di Rachel, e Quinn scuote la testa divertita e si gira verso di lei, piegando un ginocchio e appoggiando un gomito allo schienale della panchina.

"Non hai ancora capito che ti trascino a queste serate perché so che non riesci a resistere alla tentazione di prendere il microfono e far fare brutta figura a tutti? Non fraintendere, vedere Rachel Berry su un palco a Broadway è fantastico, ma c'è qualcosa di davvero speciale nel guardarti mentre ti esibisci in un ambiente più intimo, cantando una canzone che ti piace davvero."

Ed eccola lì—la cosa che ha sperato di vedere. Per un attimo, la maschera di Quinn scivola via e il suo sguardo si addolcisce, e il suo sorriso diventa sognante mentre guarda Rachel.

"Questo è…io non…" la bocca di Rachel diventa arida, e le parole le rimangono prigioniere in gola. Il suo cuore batte talmente forte che può sentire chiaramente il sangue scorrere nelle sue vene. Non se lo sta immaginando. Deglutisce a fatica, e intreccia le dita, tenendo le mani in grembo. Può farcela. Può farcela.

"Quinn, sai che ci sono i Tony Awards tra due domeniche."

"Hmm, sul serio? Credo che non me l'avessi ancora detto," la prende in giro Quinn, appoggiando il mento al palmo della mano.

"Bè, il fatto è che…io…non un... un a-accompagnatore. All'inizio avevo pensato di andarci con Kurt, ma lui ha chiesto a Brandon di accompagnarlo."

Quinn aggrotta la fronte, confusa, "Brandon è il ballerino, vero?"

"No, quello era Sean," Rachel clarifies, "Brandon è il fotografo che Kurt ha incontrato il mese scorso quando è stato intervistato dal New York Magazine."

È ancora un po' invidiosa—orgogliosa, ma invidiosa. Lei ha avuto solo un'intervista su Playbill per la sua nomination ai Tony, mentre Kurt è finito su diverse riviste per il suo rivoluzionario design dei costumi in un nuovo musical di successo.

Quinn fa schiccare la lingua, e alza gli occhi al cielo.

"Quell'uomo si passa più partner che Santana bottiglie di balsamo."

Rachel annuisce, "Sì. Bè, comunque…come stavo dicendo…non ho nessuno che venga con me alla mia prima premiazione. E normalmente andrebbe bene lo stesso—dopotutto sono una donna indipendente e di successo," si affretta ad aggiungere, "ma sono candidata, ed è una cosa grossa."

Rachel sussulta a quanto presuntuosa è suonata quella frase, perfino a lei, così precisa, "Bè, lo è per me."

"So che ho alcuni amici a cui potrei chiederlo, e che sarebbero felici di accompagnarmi, ma…io non voglio solo qualcuno che occupi il posto. Voglio… mi piecerebbe condividere quel momento con…con qualcuno che che è importante per me. Qualcuno che mi ha sempre sostenuta e ha creduto in me. E quella persona è," si lecca nervosamente le labbra e costringe il proprio sguardo a incontrare quello di Quinn, "sei tu, Quinn."

Fino a questo momento, Quinn aveva sorriso con espressione indulgente, ma il sorriso si dissolve alle parole di Rachel.

Rachel continua a parlare, incapace di smettere di agitarsi sotto quello sguardo che si va facendo sempre più duro.

"Hai sempre creduto in me, anche quando non eravamo davvero amiche. E ora…tu…tu sei la mia migliore amica, ma sei sempre stata molto di più di questo. Ci sei sempre quando ho bisogno di te, Quinn. L'anno scorso hai saltato le lezioni e hai riorganizzato il tuo orario di lavoro solo per venire a vedere il mio primo show, ed ero solo un membro del cast minore. Mi hai portato un mazzo di rose gialle alla prima di West Side Story," e Quinn si è irrigidita adesso, si è seduta più dritta. Rachel sta cominciando a farsi prendere dal panico, ma ora che ha cominciato, non può impedire alle parole di uscire.

"Ti ricordi qual è il mio ordine preferito quando andiamo in caffetteria, e sopporti tutte le mie…le mie idiosincrasie…ed eccentricità…e ridi alle mie battute. Sei la prima persona che chiamo per condividere le buone notizie, e…e la persona con cui ho bisogno di parlare quando succede qualcosa di brutto. Non posso immaginare la mia vita senza di te. Tu…tu sei la mia persona, Quinn. Penso…penso che forse tu lo sia sempre stata, ma sono stata…sono stata così…"

"Fermati," le ordina Quinn bruscamente. "Devi…devi fermarti."

Lo stomaco di Rachel sprofonda, e sente gli occhi riempirsi di lacrime. Quinn si è chinata in avanti, chiudendosi completamente, con le dita strette attorno al sedile della panchina. La sua mascella è così serrata che quel piccolo muscolo che ha sulla guancia trema con violenza.

"Oh. O-okay," balbetta in tono sconfitto. Si china in avanti in una posizione simile a quella di Quinn, ed ha un orribile flashback del secondo anno di liceo. Può solo sperare che Quinn non la odierà nemmeno questa volta.

Quinn chiude gli occhi ed esala un sospiro tremante.

"Non puoi dirmi queste cose, Rachel. Tu…non puoi," implora con voce incerta.

"Non quando tu non..."

La frase non viene conclusa, e una scintilla di speranza si accende in Rachel, perché Quinn non sembra arrabbiata. O offesa. Sembra…spezzata. Rachel si volta verso di lei, senza distogliere gli occhi dal suo viso mentre chiede, "Quando io non…cosa?"

Quinn scuote la testa, fissando il terreno. Una lacrima le sfugge da un occhio, e percorre un sentiero spietato lungo una guancia pallida. Non risponde direttamente alla domanda di Rachel.

"Devi…devi capire che…quello che hai detto…sembra quasi che…che…"

Non finisce nemmeno quel pensiero, e Rachel coglie l'occasione e tende la mano sinistra per posarla sulla destra di Quinn.

"Che…tu sia la sola persona che voglio, e non…non solo come accompagnatrice ai Tony, ma…sempre?"

Quinn alza la testa di scatto e i suoi occhi pieni di lacrime incontrano quelli di Rachel, implorando silenziosamente una risposta.

"Rachel?"

"Io...io provo dei sentimenti per te, Quinn," confessa a bassa voce, senza smettere di guardarla negli occhi, "sentimenti che sono più profondi e complicati di quello che mi aspettavo e so che questo deve sembrarti improvviso. E-e inaspettato, considerando che le mie passate preferenze romantiche sono state decisamente…etero," ammette, anche se con riluttanza. Sa benissimo che la sua storia sentimentale non ha dato a Quinn alcun motivo per credere che lei possa essere attratta da un'altra donna. Lei stessa è un po' sorpresa da questo sviluppo—ma è senz'altro attratta da Quinn. Molto.

"Anche se mi sono sempre considerata aperta all'amore in qualunque sua forma, ammetto che, in effetti, ho sempre cercato una certa…confezione."

La confezione sbagliata, pensa con sorriso imbarazzato. Gli occhi di Quinn sono di un verde intenso e Rachel si sente come se stesse guardando nella sua anima.

"Mi ci è voluto più del previsto per vedere quello che avevo di fronte a me per tutto il tempo."

Quinn trattiene il respiro, e chiude gli occhi, interrompendo la loro connessione. Rachel fa scivolare la mano sotto il palmo di Quinn, e riesce ad intrecciare le loro dita.

"M…mi piacerebbe essere più che semplicemente tua amica, Quinn," e la mano dell'altra radazza stringe più forte la sua, ma quegli occhi continuano a rimanere chiusi, impedendole di vedere suoi i pensieri più riposti. Rachel sente di nuovo una spiacevole fitta di dubbio.

"Ma capisco completamente se…se tu non mi ricambi. Solo…dimmi che tu per me non provi niente di più dell'amicizia, e…potremo far finta che questa conversazione non sia mai avvenuta, e…sono sicura che alla fine…riuscirò ad andare avanti e…"

"No," la interrompe Quinn bruscamente, gli occhi aperti e fieri.

"Non voglio," comincia, scuotendo la testa, e Rachel si prepara che per un rifiuto che non arriva.

"Non voglio che tu vada avanti," ammette Quinn, piangendo. "Sono stata…ho provato dei sentimenti per te così a lungo, Rachel. Avevo smesso di sperare che tu avresti potuto," si interrompe di nuovo, asciugandosi le guance umide. Poi si rivolge di nuovo a lei, gli occhi pieni di così tanta emozione che Rachel pensa di essere sul punto di annegarvi.

"Ho imparato ad accettare di essere semplicemente tua amica, Rachel, ma se…se attraversiamo quella linea, non posso…non sarò capace di lasciarti andare," la avverte Quinn in tono disperato. "Devi essere sicura."

Il corpo di Rachel sembra una bottiglia di champagne che è stata agitata ed è pronta ad esplodere. Tende la mano destra, posandola gentilmente sulla guancia di Quinn, asciugandole una lacrima con il pollice. Le punte delle sue dita formicolano al calore di quel semplice tocco. Si lecca le labbra e vede due occhi nocciola incupirsi mentre osservano il gesto. Il suo ventre si contrae in risposta,e tutto quello che riesce a pensare è annullare la distanza fra loro e assaporare quelle labbra invitanti. E così fa.

Il primo contatto tra le loro labbra è dolce—esitante, e leggero come una piuma—tremante di emozione e salato a causa delle lacrime. Quinn sospira contro la sua bocca, e la connessione viene interrotta per un secondo—due—prima di ritornare, decisa e insistente. Il labbro inferiore di Rachel scivola perfettamente tra quelli di Quinn, e sente il potere del bacio espandersi come fuoco in ogni parte del suo corpo e della sua anima. Si muovono con cautela, entrambe timorose al pensiero di spingere troppo e di spaventare l'altra. Rachel interrompe il contatto con riluttanza, solo per un attimo, e solo per incontrare lo sguardo di Quinn quando le dice, "Sono sicura."

È tutto quello che Quinn ha bisogno di sentire, prima di afferrare Rachel e di attirarla di nuovo a sé, affondando le dita nei suoi lunghi capelli scuri, posando di nuovo quella sua bocca piena di talento sulla sua. Non c'è niente di esitante in questo bacio—è disperato e avido e pieno di desiderio a lungo soppresso. Rachel apre la bocca d'instinto, e Quinn ne approfitta immediatamente, accarezzandole le labbra con la lingua prima di farla scivolare dentro.

Rachel non vede fuochi d'artificio.

Vede galassie di stelle ruotare dietro le sue palpebre, che esplodono come supernove, attirandola in orbita permanente attorno a Quinn. Ed è esattamente il posto a cui appartiene.

Quando finalmente si separano di nuovo, sono entrambe senza fiato, e in qualche modo Rachel si è sistemata in grembo a Quinn, e arrossisce d'imbarazzo al loro comportamento un po' spudorato, in quello che è senz'altro un ambiente pubblico. Quinn sembra sorpresa quanto lei, e non può fare a meno di sorridere al modo in cui stanno andando le cose. Scosta una ciocca di capelli dietro l'orecchio di Quinn, ripetendo, "Sono davvero sicura."

Gli occhi di Quinn brillano di felicità, e attira Rachel in un abbraccio pieno di reverenza, nonostante la loro posizione sia un po' scomoda.

"Se questo è un sogno, non voglio svegliarmi mai," le sussurra all'orecchio.

"Ti sembra di sognare?" vuole sapere Rachel, accarezzando con una mano la nuca di Quinn, mentre l'altra segue la linea forte della sua schiena.

"Non credo che tu voglia sentire la risposta, Rach," risponde Quinn ridendo. Allenta la sua stretta su Rachel abbastanza da sistemare entrambe in modo che stiano sedute più comode, con Rachel stretta al suo fianco.

"Ho avuto dei sogni molti vividi che ti riguardavano," ammette, arrossendo.

Il corpo di Rachel già freme di eccitazione, e l'ammissione di Quinn non fa che intensificarla. Qualsiasi dubbio avesse ancora sul fatto che la sua sessualità sia ben più che un pochino fluida sparisce completamente. Non c'è alcun dubbio che lei voglia Quinn.

"Mi piacerebbe se me li raccontassi," le dice timidamente.

Gli occhi di Quinn si accendono d'interesse, "Davvero?"

"Sì…prima o poi," percisa. "A dire la verità, adesso, mi…mi piacerebbe portarti fuori a cena. Credo che abbiamo molto di cui parlare."

Del tipo da quanto tempo Quinn è innamorata di lei. E in che direzione porteranno la loro relazione d'ora in poi.

"Mi stai chiedendo di uscire con te?" chiede Quinn a bassa voce, e il suo sorriso speranzoso è la cosa più adorabile che Rachel abbia mai visto.

"Sì. E tu stai accettando?"

"Oh, senz'altro," conferma Quinn con un sorriso felice e gli occhi scintillanti.

"E mi accompagnerai ai Tony?"

Quinn sembra un po' meno entusiasta rispetto a qualche istante fa, e si morde l'angolo della bocca, riflettendo.

"Devo camminare sul tappeto rosso con te?"

"Solo se lo vuoi," si affretta a rassicurarla. "Semplicemente, voglio davvero che tu sieda accanto a me."

Quinn è davvero l'unica persona con cui Rachel vuole condividere quel momento—qualsiasi momento.

Quinn posa le labbra sulla sua tempia come se lo facesse da una vita, "Allora ci sarò," promette.

Rachel pensa a tutte le volte in cui Quinn ha accettato di fare delle cose per lei—solo perché gliel'aveva chiesto—fin dal liceo, e scuote la testa, incredula.

"Sono stata davvero cieca, giusto?"

Sente il braccio di Quinn farsi più stretto attorno alla sua spalla.

"Sì, un po'," conferma Quinn a bassa voce, e Rachel può sentire un po' di tristezza nel suo tono.

Alza la mano e costringe gentilmente Quinn a guardarla.

"I miei occhi finalmente sono aperti, Quinn, e anche il mio cuore," le assicura. Promette a sé stessa che non darà mai Quinn per scontata, o che non lascerà passare nemmeno un giorno senza farle sapere quanto significhi per lei. Tutto quello che vuole in questo momento è farla felice, e vedere quel sorriso meraviglioso che le sta rivolgendo adesso.

"Oggi è una giornata davvero splendida," sussurra Quinn prima di baciarla di nuovo, e Rachel non potrebbe essere più d'accordo.

Adora i giovedì.

 

  
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